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Autore: Pickwick    15/03/2011    4 recensioni
Eva, che hai combinato? Non lo sai. Ma avevi fame, è comprensibile. E lui ti ha lasciata sola, ancora una volta, ad affrontare le tue paure.
E forse è stato meglio così.
Stupida mela.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EVA

Eva, mangia quella stupida mela o saremo tutti fottuti.

[Cit.]

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed Eva aprì gli occhi.

Si svegliò sola, nella radura dove si erano fermati quella notte. Era stata cullata tutta la notte dal rumore leggero e musicale del vento tra le foglie, e si stupì pensando a come fosse riuscita a dormire bene, stranamente. Lei che di solito sobbalzava anche per il più minimo fruscio. Sbadigliando, cercò Adam con lo sguardo, ma lui non era nella tenda. La sua passione per la pesca lo spingeva a svegliarsi, spesso, prima del sole; le sue assenze mattutine, per Eva, non erano una novità.

Chiuse gli occhi e sospirò.

Non aveva molta voglia di alzarsi, il dolce tepore del sacco a pelo era terribilmente invitante, e la ancorava a sé con una forza quasi magnetica. Si raggomitolò nella coperta, ma una fastidiosa vocina nella sua testa le sussurrò che Adam si sarebbe arrabbiato, se tornando la avesse trovata ancora ferma a poltrire.

Poltrire; era così che diceva lui, usando quel termine antico.

Usava spesso parole antiquate, Adam: come se parlando non notasse quella differenza con il presente che a Eva pareva enorme. E lei spesso lo rimproverava di essere antico, e gli diceva che lei, con i vecchi, non ci voleva stare. Ma lui, per quello, non se la prendeva: ci scherzavano sopra, invece. Dopotutto, lui era solo di qualche anno più grande di lei.

Era per altre cose che, spesso e volentieri, Adam si arrabbiava con Eva; e allora la rimproverava come avrebbe fatto un padre, e duramente, anche. Sempre con i suoi modi un po’ passati.

Eva lo ascoltava, e per un po’ si sforzava a fare come diceva lui. Ma poi, irrimediabilmente, tornava in fretta sui suoi passi.

Si girò un paio di volte per trovare una posizione comoda, ma ormai il sonno le era passato.

Decise di alzarsi per trovare qualcosa da mettere sotto i denti; i borbottii del suo stomaco erano eloquenti, e la convinsero, in pochi attimi, ad andare contro alla ferrea dieta che si era auto imposta in uno dei suoi tanti momenti di sconforto. Con addosso solo una larga maglietta che doveva essere appartenuta ad Adam, prima che lei la trovasse, frugò in una borsa a caso, fino a che con le dita non sfiorò qualcosa di liscio e duro.

Una mela.

Eva, più che soddisfatta del ritrovamento, strofinò il frutto con un lembo della maglia fino e farlo diventare lucido e poi, con estrema noncuranza, se lo portò alla bocca, staccandone un grosso pezzo con un sonoro schiocco.

Masticando lentamente, uscì dalla tenda da campeggio in cui avevano dormito. Un po’ di succo le scendeva lungo il mento, e lei lo asciugò distrattamente con il dorso della mano. Inspirò profondamente e si fermò ad osservare la natura attorno a sé.

 

Era ancora tutto maledettamente perfetto.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Bah bah.

Non chiedetemi cos’è quella cosa lì sopra, perché non ne ho idea. Non so neanche perché sto scrivendo da destra, sinceramente, ma amen.

Bisogna sempre essere un po’ improbabili, come diceva il caro Oscar Wilde…  

Tornando ai miei deliri, non saprei dire come mi è venuta l’ ispirazione per partorire tale furibonda boiata, forse sono stata plagiata dalla festa della donna, chi lo sa.

Magari sto vivendo un periodo di inconsapevole riavvicinamento alla religione :3 anche se la vedo dura.

Molto dura.

Già, perché la “cosa” scritta lì sopra è liberamente riadattata da un ben noto passo della Bibbia… scommetto che non lo indovinerete mai:) 

No, dai, sicuramente siete tutti  più informati di me. Bwaaah!

In realtà posto questo coso solo perché la mia pagina di autore è un po’ vuota, quindi adesso è molto più allegra XD

Dunque… non ho più niente da dire.

Meglio che mi defili, prima che si scateni il famoso lancio di vegetali. 

Pick.

 

 

P.S. Per chi fosse interessato, la citazione all’ inizio è tratta dalla presentazione di una pagina facebook, “Eva”. Chissà, magari è stata quella a darmi l’ idea.

Ok, ora sparisco sul serio.

ZABUM!

 

 
   
 
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