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Autore: Alchimista    15/03/2011    4 recensioni
La notte aveva dipinto di tonalità scure e misteriose le case della cittadella e la grande piazza al suo centro, rubando colori e suoni che l’alba avrebbe restituito solo il giorno dopo a cose e persone. Neanche il vento soffiava e la luna, padrona ed austera, guardava dall’alto la quiete di quello scenario.
Merlin si lasciò sfuggire un lieve sospiro, lasciando che gli occhi vagassero liberi su quello scenario che dalla stanza di Arthur e in quella particolare sera sembrava aver assunto una prospettiva del tutto nuova. Non si accorse della presenza del principe finché non fu questi a palesarla, parlando.

Prima Shot su questo meraviglioso telefilm.. credo che mi attendi la gogna!
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gaius, Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sadness: dark sky in your eyes

 

 

La notte aveva dipinto di tonalità scure e misteriose le case della cittadella e la grande piazza al suo centro, rubando colori e suoni che l’alba avrebbe restituito solo il giorno dopo a cose e persone. Neanche il vento soffiava e la luna, padrona ed austera, guardava dall’alto la quiete di quello scenario.

Merlin si lasciò sfuggire un lieve sospiro, lasciando che gli occhi vagassero liberi su quello scenario che dalla stanza di Arthur e in quella particolare sera sembrava aver assunto una prospettiva del tutto nuova. Non si accorse della presenza del principe finché non fu questi a palesarla, parlando.

«Sei innamorato, Merlin?» chiese con accenno di risa che tentava di essere seria.

Il mago si voltò verso Arthur con la stessa strana espressione che gli dipingeva il volto mentre stava guardando fuori dalla finestra e per qualche istante fece rimanere senza parole il principe: c’era una strana intensità espressa in quei lineamenti gentili e c’era un inaspettato velo di rassegnato dolore a coprirli.

«No, mio signore» rispose Merlin «Non sono innamorato» specificò vedendo lo sguardo confuso del principe.

«Meglio così» si affretto a concludere Arthur sperando che l’altro non avesse notato quei secondi di esitazione «L’amore è fonte di distrazione e sbadataggine… e tu sei già pessimo così!»

Merlin sorrise e per un istante il principe ebbe l’impressione di vedere il servo di sempre, ma non durò che pochi attimi, dopo i quali si impose di nuovo la stessa espressione seria e vagamente dolorosa che tanto lo stava turbando.

«Ora… sarà meglio che tu vada: Gaius ti starà aspettando per la cena» consigliò poi, più per uscire da quella situazione che per altro.

Il mago fece un lieve cenno con la testa in segno di ringraziamento e di saluto prima di uscire dalla stanza di Arthur che lo guardò finché gli fu possibile: c’erano delle volte in cui aveva l’impressione di non conoscere affatto quel ragazzo, di aver a malapena scalfito la superficie di qualcosa di profondo e complesso che mai avrebbe potuto comprendere a pieno. Erano le stesse volte in cui Merlin parlava come un vecchio saggio, un uomo dalla grande esperienza; le stesse volte in cui le sue parole avevano la forza di muoverlo ed incoraggiarlo; le stesse volte in cui avrebbe voluto chiedergli cosa ci fosse in lui di tanto particolare ed incomprensibile da renderlo così speciale in certi momenti e ricevere una risposta vera.

Uno strano turbamento prese definitivamente il petto di Arthur mentre si metteva a letto spegnendo con un soffio la candela che illuminava la stanza e rivolgendo lo sguardo al pezzo di cielo che la finestra lasciava intravedere, illuminato da rade stelle.

 

La prospettiva della Camelot notturna era diversa se vista dalla finestra della sua stanza, più in basso rispetto a quella del principe, eppure a Merlin parve non aver mai smesso di osservare quel panorama.

Gaius lo stava davvero aspettando per la cena, ma lui aveva rifiutato la sua cucina – ringraziandolo – ed era salito nella sua stanza in silenzio. Mangiare in quel momento era l’ultima cosa a cui pensava: il turbamento che gli aveva attanagliato il cuore non gli permetteva di distogliere la mente da quelle parole dette con leggerezza, inconsapevolezza, senza voler far male e che, tuttavia, erano state più dolorose di una pugnalata allo stomaco.

«Se fossi stato un mago sarebbe stata una catastrofe» aveva sbottato Arthur quella mattina presto, dopo che il mago era riuscito ancora una volta a scagionarsi dall’accusa di stregoneria che gli era stata mossa e che stava per costargli la vita.

«Perché?» aveva chiesto lui, scioccamente, dopo qualche attimo di silenzio.

Il principe lo aveva guardato con stupore, come si guarda chi chiede perché, ad esempio, respiriamo.

«Perché, mi chiedi? A parte la tua morte che, è vero, può benissimo essere trascurata, questo avrebbe voluto dire che fino ad ora ho avuto come servo uno stregone e sarebbe stato terribile. Quando capirai che degli stregoni non ci si può fidare, per nessun motivo?» e qui il suo volto aveva preso una sfumatura seria e terribile «Sono creature oscure e votate al male, tutte; se anche una sola di loro fosse in una simile posizione, Camelot cadrebbe! Tu non hai idea di quanti mali sono responsabili gli stregoni. Ascolta chi ha più esperienza di te in materia: non esiste essere peggiore di loro al mondo e meritano tutto il mio disprezzo ed il mio odio»

Merlin non sapeva se gli avesse fatto più male ascoltare quelle tremende parole o guardare i furiosi lampi che avevano attraversato gli occhi limpidi per principe mentre le aveva pronunciate. Per alcuni istanti era rimasto immobile, come se gli avessero aspirato l’aria dai polmoni e non avesse potuto più respirare; poi aveva sorriso – distante – e dando ragione ad Arthur, aveva continuato le sue mansioni nel più completo silenzio fino a quella sera.

Che il principe non si fidasse molto della magia non era di certo una novità per lui, ma sentire quelle parole, sentire che nulla sarebbe cambiato se fosse stato lui il mago e se la sua magia fosse stata usata esclusivamente per far del bene era stato – e restava – qualcosa di troppo forte e… deludente per poterselo lasciar scivolare addosso senza fare una piega.

Nascondere se stesso a tutti, mentire continuamente ad Arthur era già complicato e doloroso normalmente; ora che sapeva di avere tutto l’odio ed il disprezzo del principe sarebbe stato addirittura impossibile sostenere un simile peso.

Non si accorse che le lacrime stavano già bagnando il suo volto chiaro fino a che il dorso della mano di Gaius non ne colse alcune asciugandogli una guancia. Gli occhi chiari del mago cercarono pieni di dolore quelli dell’anziano medico e quando li trovarono, quest’ultimo trasse a sé il ragazzo in un abbraccio, comprendendo subito la natura di quel profondo tormento.

«Lo credevo mio amico. Invece, è come suo padre» singhiozzò Merlin con la voce impastata dal pianto, mentre Gaius lo faceva sedere sul letto.

«Sai che non è così» gli disse passandogli una mano attorno alle spalle e tirandolo a sé.

«A volte è capace di distruggere ogni mia certezza, ogni mia speranza. Perché nessuno riesce a capire che la distinzione fra buono e cattivo non può essere fatta alla magia stessa, ma va applicata solo a coloro che ne fanno uso?»

«Lui lo sa»

«No, Gaius: noi lo sopravvalutiamo! Mi ha detto di odiarli, di disprezzarli tutti gli stregoni e che fra loro il bene non esiste! Ci sono delle volte in cui mi viene voglia di dirgli la verità solo per mostrargli quanto si sbagli…» confessò, mentre il dolore si mischiava ad un’improvvisa rabbia.

«Sarebbe un errore fatale, Merlin!» lo ammonì il vecchio serio.

«Perché?! Se, come dite voi, conosce la differenza fra bene e male anche fra gli stregoni, non mi farà nulla!»

«Ma non sta ancora a lui giudicare e Uther ti condannerebbe certamente a morte»

«Lo farebbe anche Arthur» sussurrò il mago irato e deluso, il volto ormai asciutto ma gli occhi ancora lucidi.

«Devi dargli un’altra possibilità: non ti puoi di certo aspettare che cambi da un giorno all’altro idea su uno dei principi con cui è stato educato da quando era bambino. E poi… con tutti gli stregoni che hanno tentato di vendicarsi della sua famiglia, non ha mai visto davvero il bene nella magia…»

«Lo so…» sospirò Merlin stanco «Ma stare in questo modo al suo fianco può fare davvero male» e non si riferiva certamente al fatto che Arthur non sapesse quante volte gli doveva la vita, ma alle troppe bugie che gli aveva già detto e al fatto che, in realtà, loro facessero parte di due mondi completamente diversi, forse addirittura opposti.

«Arriverà il momento adatto per svelare ogni cosa, Merlin. Te lo prometto» fece paterno Gaius prima di alzarsi «Ora dormi e non pensarci più»

Il mago si stese sul letto tirando a sé una coperta e volse di nuovo lo sguardo al cielo scuro illuminato da rade stelle. Credeva che avrebbe faticato a prender sonno, ma quando chiuse gli occhi, questo lo colse addormentandolo fulmineo, mentre le ciglia trattenevano ancora una lacrima e il cuore batteva una preghiera al tempo affinché scorresse veloce fino al giorno in cui sarebbero finiti tutti quei segreti.

 

 

 

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Bah ._______. Ecco cosa nasce quando si uniscono una domenica sera da morale sotto i piedi, la mia normale depressione, canzoni come “Mad World” e questo meraviglioso telefilm. In effetti era da un po’ che rimuginavo su quello che Merlin deve provare in una situazione simile e per quanto sia sensibile, spero di non aver esagerato… sfociando in un clamoroso OOC.

Vivere in quel modo non deve essere facile ed ho cercato di descrivere al meglio tutte le sfaccettature dei sentimenti che deve provare il mago, soprattutto quando la magia viene usata per fare del male. La storia non è legata ad uno specifico episodio, anche se l’idea mi è venuta dopo la visione del ottavo della seconda serie, “I peccati del padre”. Le parole finali che, in quella circostanza, Arthur pronuncia alla presenza di Merlin devono essere state devastanti per il mago.

Ma vabbè, direi che vi sto annoiando – come se la storia non l’avesse già fatto. Mi sono detta che il massimo che mi sarebbe potuto capitare pubblicando questa cosa sarebbe stata la gogna, tuttavia ringrazio anticipatamente i coraggiosi che hanno letto e quelli ancor più coraggiosi che recensiranno, preferiranno o semplicemente ricorderanno.

Alla prossima, magari – non si sa mai.

Baci.

 

Alchimista  ~ 

 

   
 
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