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Autore: ChaserKatieBell    15/03/2011    6 recensioni
Crescendo, ho imparato a sopportare la stanchezza per gli allenamenti, le sconfitte a Quidditch, i gemelli Weasley con tutte le loro diavolerie, la pignoleria di Angelina Johnson, il vizio di Alicia Spinnet di metter bocca su tutto, le sgridate della McGrannit prima e quelle del capitano dei Puddlemere poi e mille altre cose. Ma una cosa son certo che non imparerò mai a sopportare: Katie Bell, quando decide di farmi infuriare.
Per motivi personali, la storia non sarà aggiornata per un po'. Ho comunque intenzione di riprenderla al più presto.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katie Bell, Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

La volta che Katie Bell entrò in squadra

Quando l'ho vista la prima volta, era una cosetta piccolina di tredici anni, con i capelli castani arruffati sulla fronte, il naso rosso per il freddo e le mani che tormentavano il manico di scopa, a causa dell'ansia per i provini da cacciatrice che la aspettavano.
Una bimbetta così piccola che nemmeno l'avevo mai notata, a scuola, nonostante i due anni di convivenza. Se me l'aveste chiesto allora, no, non vi avrei mai risposto che avesse anche solo la minima possibilità di essere ammessa nella mia squadra. Perché io non avrei mai permesso a nessuno di farmi perdere la Coppa del Quidditch nel mio primo anno da capitano – e, per vincerla, certo l'ultima cosa da fare era mettere in campo una pre-adolescente (tra l'altro babbana di nascita! Ma io dico. Il Quidditch l'aveva al massimo sentito nominare un paio di volte, e voleva entrare in squadra?).
Quando chiamai il nome “Katie Bell” e la vidi farsi avanti, sbuffai sonoramente, beccandomi una gomitata da Alicia Spinnet - “Almeno fingi di essere educato, Baston!” - La ignorai palesemente e, senza nemmeno prendere in mano la scopa, mi avviai verso la ragazzina.
“Sei proprio sicura di voler fare il provino? Sai, lo dico per te, con tutta la gente che c'è vorrei evitarti una brutta figura”.
Lei non rispose subito, evidentemente tanto certa non era; dopo qualche secondo, però, con voce un po' tremante disse “L'anno scorso ero riserva.”
Roteai gli occhi, l'anno scorso era riserva. Aveva giocato al posto di Alicia, infortunata, e dopo non più di cinque minuti era finita a farle compagnia in infermeria.
Avevo da esaminare un'altra decina di ragazzi e nessuna voglia di perdere tempo. "Non è proprio la stessa cosa" le dissi. Lei, un po' incerta, rispose che voleva provare lo stesso, ed io non riuscii a trattenermi dallo sbuffare sonoramente.
“Dacci un taglio, Baston! Falle questo maledetto provino, così ce ne possiamo andare da qui!” mi urlò Angelina Johnson “Già non capisco che diavolo ci siamo a fare noi, qui. Tanto comunque le decisioni le prendi tu.”
“Avremmo dovuto fare come Fred e George, fregarcene della convocazione e goderci il pomeriggio libero. Tanto non gli serviamo a niente, per maltrattare questi poverini non ha certo bisogno di noi.” Aggiunse Alicia.
“Piantatela di dire idiozie e montate sulla scopa, non posso certo farle il provino da solo!” urlai, e mi andai a posizionare fra gli anelli.
Lanciai uno sguardo alla nanerottola, che si era posizionata di fronte a me. “Vediamo cosa sai fare, Bell!” Le gridai.

*-*-*-*

Un paio d'ore dopo, sprofondavo nella poltrona in sala comune, lanciando occhiate torve in direzione del fuoco.
Non fate quelle facce, ero contento. Esattamente come qualunque bravo capitano dovrebbe essere, quando trova la perfetta cacciatrice per la sua squadra.
Perché Katie Bell era esattamente questo – la perfetta cacciatrice, non solo per Grifondoro, ma in generale.
Leggera, veloce ed incredibilmente agile, precisa nei passaggi, con un'ottima mira, e abbastanza umiltà da girarsi verso di me per farsi dare indicazioni, invece di fare tutto di testa propria.
Sarei stato più contento, però, se la cacciatrice perfetta fosse stata, che so, Lydia Watson, del sesto anno. Insomma, lei aveva una certa presenza, faceva figura, voglio dire. Farmi segnare venti goal da lei non sarebbe stato altrettanto umiliante.
Voglio dire, Katie Bell era alta sì e no un metro e non aveva mai giocato a Quidditch, se escludiamo qualche tiro libero, l'anno precedente, con alcuni compagni di classe, nanerottoli come lei. E il fiasco della partita giocata da riserva. Non era certo il curriculum ideale... Come potevo farmi vedere in giro, dopo essere stato battuto per venti volte da quella cosettina? Ero riuscito a pararle solo DUE tiri – per fortuna, il fatto che avesse giocato bene quanto Alicia e solo con qualche distrazione in più rispetto ad Angelina mi giustificava almeno un po'.
Nonostante ciò, però, l'avrei volentieri strangolata.
“Oliver!” Mi voltai di scatto.
Eccola lì. Ma non poteva andare a rintanarsi in dormitorio a, che so, leggere le favole, intrecciarsi i capelli, fare qualunque cosa facciano le tredicenni? Perché doveva tormentare me?
“Tutto a posto?” mi domandò.
“Perché non dovrebbe?”
“Non so, sembrava stessi per maledire il caminetto.”
Mi limitai a grugnire, e lei sospirò rumorosamente.
“Volevo solo ringraziarti per avermi ammesso in squadra, ti prometto che darò il massimo.”
“Non è che tu abbia altra scelta, se tieni alla tua vita.” sibilai.
Lei rise. Una risata tintinnante, di fronte alle mie tutt'altro che velate minacce.
“I gemelli mi avevano detto che avevi degli atteggiamenti da maniaco assassino. Non preoccuparti, sono sicura che con i tuoi allenamenti diventerò la miglior cacciatrice della scuola ”
Se mi avesse fatto fare una figuraccia durante una partita vera, l'avrei uccisa. In maniera lenta e dolorosa.




Lo so, lo so che di Baston non importa nulla a nessuno, almeno in Italia. E nemmeno di Katie Bell. Ma io sono cresciuta con il fandom britannico e 'mmmerigano, e lì questi due sono un po' un'istituzione. Non so se finiranno insieme o meno, sono ancora indecisa tra due diversi finali, ma tanto non è questo il motivo per cui ho deciso di scrivere questa storia; la verità è che vorrei creare (impegni ed ispirazione permettendo) un'intera serie di storie sui membri della squadra di Quidditch di Grifondoro, che ho sempre visto un po' come una grande famiglia. Sarà che, se il Quidditch esistesse, io non farei altro nella vita se non giocarci.
So che probabilmente nessuno leggerà questa storia, ma ho deciso di postarla comunque. Spero che, magari, qualcuno si incuriosisca e le dia un'occhiata :P
Un bacio a tutti

Katie

  
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