Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Hikari93    15/03/2011    8 recensioni
Viene detto che la notte è fatta per dormire, ma Sakura non la pensa così. La notte, infatti, rappresenta l'unico momento in cui può sperare di vedere Sasuke, all'oscuro di tutti, con il favore delle tenebre. Il moro, dal canto suo, tratta la rosa a mo di pupazzetto ma cosa proverà per davvero nei suoi confronti? Chi si comporta da duro lo è per davvero? Se vi ho incuriositi sarei felice che leggesse. [Ho preferito inserire tra gli avvertimenti anche OOC, sebbene cercherò di rendere i personaggi quanto più simili al loro reale carattere]
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve!!!!! >w<
Nonostante non sia niente di speciale ci ho messo tutto il pomeriggio per scriverlo!!  °___°
Spero vivamente che vi piaccia!!
Buona lettura!
 
 
-SASUSAKU: UNA STORIA COMPLICATA-

 

Capitolo 2: Amore?No grazie!

Image and video hosting by TinyPic  

-Con questo è tutto, abbiamo concluso per oggi.-
Mi limito a voltarmi senza dire nulla, non è nel mio stile sprecare parole quando non ce n’è bisogno.
Abbiamo cominciato l’allenamento nel primo pomeriggio, senza permetterci pause, perciò, come accade da più di una settimana a questa parte, sono completamente esausto, anche se non lo ammetterei mai… mi risulta difficile accettare i limiti del mio corpo, anche perchè appartengo a quel che era il più grande Clan di Konoha, gli Uchiha, ragion per cui non posso permettermi momenti di debolezza. Mi dirigo verso l’uscita della palestra nella quale mi sono esercitato.
-Silenzioso come sempre Sasuke, non ti smentisci mai! Un saluto perlomeno…-
Non capisco perché continui a cianciare, mi secca ascoltarlo! Bisogna per forza usare le parole per farglielo capire? Il mio sguardo freddo accompagnato dal mio comportarmi distaccatamente verso tutto quello che mi circonda non sono elementi sufficienti? Oltretutto sghignazza in continuazione, quasi volesse prendermi in giro. Chissà, sarà il suo stupido modo di fare. Ma preferisco non dare il via a discorsi inutili, quindi, dopo un'iniziale, impercettibile esitazione, ricomincio a camminare.
-Lo prendo come un arrivederci!-
Ho l’impressione che si diverta ad interpellarmi pur sapendo che non riceverà alcuna risposta per quanto si sforzi. Poco male, non mi interessa. Dopotutto siamo nello stesso posto, seppure immenso, quindi a che servirebbe salutarsi di mattina, di sera, augurarsi buonanotte…? Tzè.
 
Finalmente sono fuori da quel postaccio maleodorante e stretto che va sotto la denominazione di palestra. Sono tutto sudato, normale dopo ore e ore di esercizio, come altrettanto ordinario è il bisogno che sento di una bella lavata, perciò imbocco il corridoio collegato al bagno.
Mi sembra di essere in un labirinto: cunicoli su cunicoli, tutti dannatamente e monotonamente identici, decorati da un motivo, per niente artistico, della stessa colorazione inquietante, ripetuto insistentemente. A rendere ancora più angosciante l’ambiente contribuiscono numerose candele accese, poste ad entrambi i lati di tutti i muri dei corridoi, che hanno la funzione di illuminare il tetro covo in cui mi trovo, anche se il risultato non è dei migliori: basti pensare che una semplice lampadina, nemmeno troppo potente, farebbe più luce. L’assenza delle finestre, poi, partecipa alla creazione di suddetto clima oscuro. Ma tutto questo buio è rasserenante per uno come me, mi mette a mio agio, molto più di quanto potrebbe una bella giornata di Sole.
Per stare qui dentro è necessario abituare la vista all’assenza di luce, altrimenti ci si potrebbe perdere assai più facilmente di quanto già non accade. I primi tempi sono stati difficili anche per me ma non tanto per gli occhi, quanto per la vastità del posto. Per fortuna ho sempre avuto buona memoria, dunque, eccomi qui a camminare tranquillamente per questi larghissimi passaggi alla volta della “stanza da bagno”. Non mi è mai interessato conoscere tutti i varchi e le vie segrete esistenti nel nascondiglio, non sono di certo venuto qui per giocare all’esploratore, mi basta sapere quel poco che mi è necessario, come la stanza del maestro, la mia stanza, il bagno e poc’altro: probabilmente è anche per questo motivo che mi sono ambientato tanto facilmente.
Ancora alcuni passi e, se la memoria non mi inganna, ci sono.
Eccolo qui. E’ una stanza modesta, come la maggior parte degli ambienti che ho visitato qui. Non sarà un hotel a cinque stelle, nemmeno a due se proprio vogliamo essere schizzinosi, ma è sopportabile, c’è persino l’acqua calda, senza contare una vasca di dimensioni accettabili: infondo non deve essere mica una piscina con tanto di trampolino? Parliamo di una vasca da bagno...
Apro il rubinetto aspettando che l’acqua, momentaneamente fredda, diventi calda. Passo e ripasso la mano sotto l’abbondante flusso d’acqua per un po’ prima che questa raggiunga la temperatura desiderata. Già, bisogna aspettare del tempo, ma non è certo la fine del mondo.
Lentamente mi sfilo il kimono, mentre il rumore dell’acqua, che esce velocemente dalla fontana riempiendo la vasca, mi rimanda agli allenamenti alla cascata, poco lontana dal covo. E’ incredibile come un posto che si definirebbe tanto spettacolare, si trovi in prossimità di un luogo tanto lugubre. E’ rilassante allenarsi lì. Tempra lo spirito e il corpo, niente di più efficace.
Afferro un asciugamano bianco, il mio personale e questo mi “permette” di sentire il dolore che mi pervade, colpendo, senza alcuna eccezione, tutte le ossa del mio corpo, senza considerare gli atroci bruciori da cui sono afflitti i muscoli. Capisco di essere arrivato quasi al limite e che dovrei chiedere qualche giorno, anche uno solo, per rimettermi in sesto ma, come preannunciato, non è nella mia indole fare il lamentoso. Posso farcela, devo farcela.
Il livello raggiunto dall’acqua è sufficiente, la temperatura, a detta del vapore che vedo uscire dall’acqua e che va ad appannare quell’unico specchio al di sopra del lavello, è giusta, ragion per cui non mi resta che spogliarmi completamente ed immergermi…
 
L’acqua è sensazionale… un bagno caldo è capace di risollevarti più di mille medicine.
E come il mio corpo è circondato dal liquido trasparente, così la mia mente è affiancata da pensieri più o meno sorprendenti considerando la mia persona. Sto parlando del mio “strano” interessamento verso una ragazza, una ragazza molto particolare… la definirei la più insopportabile di Konoha, ossia Sakura Haruno, la buffa, irritante, bamboccia che mi ha sempre sbavato dietro a partire dalla prima volte che mi ha guardato e che nella sua carriera da ninja fallita non ha fatto altro che accumulare insuccessi su insuccessi. Non so come abbia fatto a ritrovarmi in questa situazione. Sono passati due anni da quanto ho abbandonato il mio paese natale, lasciandomi alle spalle ciò che duramente avevo costruito e tutto per conseguire la mia vendetta. Eppure, non so come né perché all’improvviso abbia sentito il bisogno di andare da lei. Sì, bisogno è la parola esatta: il mio è un desiderio fisico, null’altro, non sia mai che si parli di amore! L’amore è una sciocchezza, non è un sentimento che esiste per essere provato da me.
Tutto è cominciato quando Orochimaru ha avuto la “formidabile” idea di chiedermi se provassi una qualche forma di rimpianto per aver lasciato Konoha: ma insomma, dopo circa un anno e mezzo ti pare che sarei ancora qui se mi mancasse la Foglia? Un po’ di intuito cavolo!
 
 
*FLASHBACK*
 
-E allora Sasuke, è ormai passato più di un anno da quando sei qui. Gli allenamenti estenuanti a cui ti sottoponi ogni giorno, sotto mio controllo, stanno dando i loro frutti. Migliori a vista d’occhio.-
Silenzio. Cos’altro poteva aspettarsi da uno come il suo interlocutore? Tutt’al più non era nemmeno una domanda  che richiedesse una risposta, quindi come poteva il ninja leggendario anche solo ipotizzare che il cupo Sasuke avrebbe mai spiccicato parola su tale argomento? Lo fissò per pochi secondi per poi distogliere lo sguardo verso un punto indefinito, sprofondato in chissà quali pensieri. Orochimaru rise, divertito dall’indifferenza che gli mostrava il suo allievo che, a dirla tutta, aveva tanto bisogno del suo aiuto per raggiungere i propri obiettivi.
-Dimenticavo cosa significasse parlare con te! Farti spiccicare parola è quasi impossibile.-
Ancora silenzio: era piuttosto monotono rivolgere la parola all’Uchiha, sembrava quasi di parlare a vuoto.
-A questa pretendo una risposta però…- disse Orochimaru continuando a sorridere sprezzantemente. –che ne pensi del fatto di aver abbandonato Konoha?-
L’Uchiha non mostrò segni di cedimento, il volto sempre contraddistinto dalla solita espressione priva di emozioni. Poi, scrollo le spalle.
-E cosa dovrei pensarne? Se avessi avuto dubbi non mi troverei qui.-
-Ti sei pentito della scelta che hai fatto?-
-No- rispose secco. –Io vivo unicamente per la mia vendetta, il resto non mi interessa.-
 
*FINE FLASHBACK*
 
 
Ma era finita lì, niente più domande e niente più risposte. Il nodo arrivò al pettine successivamente, quando mi coricai. Il silenzio che avvolgeva la stanza mi faceva riflettere ma per una volta non sul mio odio, bensì su quelle poche frasi che il maestro mi aveva rivolto e sulle brevi risposte che gli avevo fornito. Non sentivo di avergli mentito, non concepivo l’esistenza di un legame  col mio paese d’origine o con quelli che erano stati i miei maestri e i miei compagni. Preso da questi pensieri mi addormentai; purtroppo, per quanto mi potevo sforzare di autoconvincermi che non provavo più interesse per il mio passato, per i sogni non potevo fare nulla. Infatti sognai i miei amici lontani, Kakashi, il villaggio e poi lei… nient’altro che la sua immagine, il momento in cui mi apprestavo a lasciare Konoha e Sakura diceva di amarmi…
 
Fu così che mi diressi verso casa sua dopo aver imparato un jutsu spazio-temporale , molto semplice, che necessita però di una grande quantità di chakra. E’ anche per questo motivo che non posso permettermi di andarla a trovare sempre… o meglio di andarci a giocare insieme… al sol pensarci sorrido malizioso. Non conoscevo questo mio lato. Ma cerchiamo di mantenere un pizzico di autocontrollo, ricordando sempre che quello che voglio è passione non amore.
Batto violentemente una mano sull’acqua che mi circonda come se così facendo potessi reprimere queste reminescenze.
Sono stanco desidero andare a dormire! Anche se sono dieci giorni che non vado da lei…
 

Ho deciso: non mi costerà niente farle una piccola visita, ho ancora chakra a sufficienza!


 


Non so se sia il caso di aggiungere anche OC alla descrizione della fanfiction, voi che dite?  >__>
 
“Perché ti sembra che io mi comporti così?”
*Hikari si guarda intorno*
Che diavolo vuoi Sasuke? Limitati a fare quello che devi! ù__ù
“Ma a me non piace Sakura e non l’ho mai pensata, figurati sognata!”
NON MI IMPORTA! Questa fanfiction è una Sasuke*Sakura e tu farai quello che ti dico io!
“E se mi rifiutassi?”
Passerei alle maniere forti! ù-ù
*Sasuke guarda Hikari in malo modo attivando il Mangekyou Sharingan*
No caro, qui i tuoi attacchi illusori non funzionano! Io sono l’autrice, non puoi uccidermi!  è-è
E poi ho questi! *prende fagioli*

 

“……”
Ottimo, bravo Sasuke! *patpatta*
 

 

Grazie di aver letto e perdonate la mia demenza nell’ultima parte! XD
Hikari93 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Hikari93