Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: cara_meLLo    15/03/2011    3 recensioni
Inghilterra, inizi 1800.
Anita, figlia del proprietario di una fabbrica.
Michael, giovane lavoratore.
Cosa li accomuna? Cosa li unisce?
Cosa non li va separare?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premettiamo che mi è venuta in mente oggi durante l'ora di filosofia, e non so neanche con quale coraggio la pubblico.
Non è bellissima, ma non fa neanche schifo, indi per cui -sempre se vi va- lasciatemi un commentino con quello che pensate. Mi farebbe tanto, tanto piacere!
Anyway, la dedico a tutte le mie, poche ma buone, lettrici.
Vi adoro dalla prima all'ultima.
un bacio, F*




-Non mi va di correre. Corriamo sempre. Oppure leggiamo. Certe volte mi pento di averti regalato quei libri…-
Anita si buttò sull’erba fresca, accanto a Michael, che aveva ancora in mano il libro che lei gli aveva dato una settimana prima.
-Quindi ti penti di avermi aperto le porte alla lettura, Ninì? -
-No. No… e come potrei. -

Anita. Figlia di un uomo molto potente della ricca borghesia inglese.
Figlia amata, a cui è sempre stato dato tutto.
Un’educazione.
Una cultura.
L’amore.
Michael. Figlio di un impiegato in una fabbrica.
Figlio mandato subito a lavorare, già dall’età di 11 anni.
Tolto alla scuola perché c’era bisogno di un altro stipendio in casa.
E allora, due persone così diverse, come potevano essere così… legate?
Anita, o Ninì –ma solo per Michael- raramente andava a trovare suo padre a lavoro. Quel posto lo detestava.
Gli sguardi tristi di ogni impiegato.
Il cielo grigio di Londra che si mischiava al grigio delle macchine.
Intorno a lei, nel tragitto entrata-ufficio del padre, solo tanti uomini intenti a lavorare su pezzi di macchine.
Macchine umane che lavoravano macchine di metallo e ferro.
Invano aveva chiesto a suo padre come potesse convivere con tutto ciò. Lui non le rispondeva mai.
Anita, nonostante tutta la sua vita agiatissima, non era ignara ai problemi del mondo.
La povertà, la fame, l’ignoranza e la disoccupazione.
Lei era stata fortunata, certo, ma i suoi mille mila libri le avevano insegnato che c’era molto, tanto, oltre la sua vita.
E proprio lì, in tutto quel grigiore, Anita aveva visto per la prima volta il viso di Michael.
Invecchiato dalla stanchezza. Aveva 18 anni e uno sguardo spento.
Lei lo aveva aspettato per ore, fuori alla fabbrica. All’uscita degli impiegati.
Fu l’ultimo a mettere piedi fuori.
Gli sorrise, si presentò, e lo accompagnò a casa.
Parlarono tanto, ogni giorno, dopo il primo.
Lei lo aspettava fino alla fine del suo turno e tornavano a casa insieme.
Anita scoprì che Michael viveva vicino a un parco bellissimo e che lui non poteva mai goderselo, perché non sapeva come farlo.
E Anita glielo insegnò. Gli insegnò a correre nei prati, a leggere sotto gli alberi.
Ad apprezzare tutte quelle piccole cose che, prima d’allora, Michael non aveva mai preso in considerazione.
Erano diventati una cosa sola.

-Corriamo, Ninì?- -Sì, corriamo un po’.-
E iniziarono a correre.
Michael inseguiva Anita finché lei non si stancava.
Poi si buttavano a terra e ridevano fino a non riuscire più a respirare.
-Ti stai facendo lento, Michael, tanto lento!-
-Sei sicura?-
E lui la prese. Come sempre.
Ma, diversamente da tante altre volte, la circondò con le sue braccia.
Il petto di lui poggiato sulla schiena di lei, stretti in un abbraccio mai dato prima.
-E questo a cosa è dovuto, di grazia?-
Anita rise, lasciando andare la sua piccola testa mora sulla spalla del ragazzo, che non accennava a lasciarla andare.
-Avevo voglia di farlo da tanto tempo. Tutto qui.-
E per quanto tempo stettero così neanche loro lo sapevano.
Un minuto come dieci. Non gli importava.
-Fallo più spesso, ok? Me lo prometti? In cambio ti do altri libri.-
Michael rise, scompigliando i capelli di Anita.
-Non c’è bisogno che mi dai dei libri per farti abbracciare.-
Michael allentò la presa attorno alle spalle della ragazza, che poté girarsi verso di lui, guardandolo negli occhi.
Gli occhi azzurri di lei che si perdevano in quelli neri di lui.
Michael avvicinò il suo viso a quello della ragazza.
Centimetro dopo centimetro.
Fino a che le loro labbra non si sfiorarono e si unirono.
Le mani di Anita si strinsero ai fianchi di Michael, che le teneva il volto tra le mani.
Un bacio casto e dolce, all’inizio, e, dopo, sempre più passionale.
Anita si aggrappò a lui, circondandogli il collo con le sua braccia esili.
Si staccarono solo per riprendere fiato.
-Rimani con me, stanotte. Rimani con me.-
-Michael… i tuoi genitori. E i miei, soprattutto.-
-I miei non ci sono. Mio padre ha il turno e tornerà domani sera. E mia madre la stessa cosa. Rimani. Rimani con me. Torna a casa con me e dormi con me.
Voglio svegliarmi e averti accanto.-
-Io…-
Prima che potesse rifiutarsi, Michael la baciò di nuovo.
-Va bene. Resto. Mi inventerò qualcosa.-
Michael sorrise come non aveva mai fatto prima e, prendendola per mano, la portò con sé a casa.

-So che non è come la tua, probabile, enorme camera. Ma almeno il tetto è fermo al soffitto.-
-Non mi interessa com’è fatta la tua camera, Michael.-
Lui sorrise.
Come faceva a farlo sorridere sempre?
Anita si guardò attorno.
E’ vero, era diversa dalla sua di stanza. Ma nella sua non c’era Michael.
Questo rendeva tutto molto diverso.
Anita si sdraiò sul letto, aspettando Michael che la seguì subito.
Prima di salutarsi, prima di darsi la buonanotte, si diedero un altro lungo bacio.
Una lotta pacifica tra lingue, mani e gambe che si incrociavano.
L’amore. Quello era l’amore.
-Buonanotte, Ninì.-
Michael le lasciò un bacio a fior di labbra, prima di stringerla ancora di più e cullarla a sé.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: cara_meLLo