Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |       
Autore: MissysP    15/03/2011    4 recensioni
Due ragazze che partecipano ad una festa e cercano in tutti i modi di dimenticare i propri problemi. Ma non ostante tutta la buona volontà, da parte di una sola tra di loro, per dimenticarsi le delusioni d'amore, sarà uno scherzo da parte di cupido a farli incontrare. La serata sembra ormai un disastro e non sembrerebbe migliorare ma non sarà così. Finirà bene per entrambe le ragazze?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ti va di ballare?
   
Si trovavano alla solita festa organizzata dalla solita gallina, la ragazza più popolare della scuola. Due ragazze stavano ballando al centro della pista. Quella sera volevano dimenticare i loro problemi scolastici ma anche di cuore, forse erano soprattutto quelli che volevano dimenticare. Entrambe erano andate a quella festa per dimenticarsi del mondo esterno.
"Ehi vi va di ballare con noi, ragazze?" domandò un ragazzo dai strani capelli. Si notava la vagonata di gel che si era messo fra i capelli. A fianco aveva il suo amico che le spogliava con lo sguardo. Entrambe ne erano rimaste disgustate per cui rifiutarono l'offerta e se ne andarono lasciandoli là in mezzo alla pista come due allocchi.
"Certo che a quanto pare in disco fanno entrare certe persone..." lasciò a metà la frase sapendo che la sua amica avrebbe capito lo stesso cosa voleva dire. L'altra annuì distratta. Sango guardò Kagome. Vedendola che stava guardando da tutt'altra parte seguì il suo sguardo. Stava guardando il gruppo di quell'odiosa cheerleder Kikyo. Era avvinghiata al braccio del suo ragazzo, un bellissimo ragazzo. Non per niente era il capitano della loro squadra di basket. Stavano parlando con i loro amici, seduti nei privè che si vedevano benissimo dalla pista da ballo.  Tra i loro amici c'era anche lui e questo le fece male, più di quanto pensasse.Voleva bene alla sua migliore amica ma non c'è la faceva a sopportare che si facesse del male da sola.
"Kagome lo sai benissimo che per te è irraggiungibile" le ricordò la ragazza.
Vedendo che l'amica non le rispondeva la trascinò a forza verso il bancone del bar. Ordinò due birre. Kagome restava sempre girata verso il ragazzo della sua vecchia amica. Non distoglieva mai lo sguardo da lui.
Arrivarono le due birre e Sango iniziò a bere la sua.
"Kagome?" la richiamò. Dopo svariate volte alla fine la ridestò dal suo mondo dei sogni. Kagome ritornò a guardarla. I suoi occhi color cioccolato esprimevano una leggera tristezza.
"Perché ti fai del male in questo modo? Non vedi come soffri soltanto a guardarlo?" le domandò mentre le porgeva il boccale di birra. Kagome la prese e iniziò a berla con molta calma e  senza particolari interessi. Guardava chissà dove davanti a sé.
Sango scosse la testa rassegnata.
"Vado in pista a ballare, va bene?" domandò all'amica. Kagome annuì. Se ne andò per non rischiare di essere contagiata dalla tristezza dell'amica. Per quanto volesse bene a Kagome certe volte preferiva stare da sola e lei pareva che lo sapesse benissimo ma non glielo aveva mai fatto pesare e di questo le era grata.
Ritornò in pista e riprese a ballare a ritmo della musica. Il solito ritornello che pompava nelle orecchie e questo le fece venire mal di testa; ma non volle ritornare a sedersi. Un ragazzo le si avvicinò, era lo stesso che prima, seguito da un suoi amico, aveva chiesto a loro di ballare. Si stava strusciando addosso a lei con un movimento di bacino molto lento per la musica su cui stavano ballando. All'inizio pensò di restare al gioco per divertirsi ma non appena il ragazzo le mise le mani suoi fianchi e scendere sempre più sotto decise di interrompere il gioco. Non appena gli prese le mani per spostargliele il ragazzo gli afferrò i polsi impedendole di fare qualsiasi cosa volesse fare per liberarsi. Iniziò a dimenarsi ma non poteva fare molto. Lui era molto più forte di lei. Il ragazzo la trascinò in un luogo appartato e questo la spaventò. Quali erano le sue intenzioni? Aveva paura anche soltanto a pensarci. Cercava di strattonare i polsi per liberarsi, ma più strattonava e più il ragazzo stringeva i suoi polsi facendole più male. I suoi occhi incominciarono a riempirsi di una patina acquosa e le rigava il viso. Il ragazzo la stava trascinando da qualche parte mentre Sango si guardava attorno per vedere se riusciva a riconoscere qualche faccia per chiedere aiuto. Ma tutti sembravano non notarla. La degnavano appena di uno sguardo e subito ritornavano a fare quello che stavano facendo prima. Era la tipica indifferenza degli adolescenti. La trascinò in una stanza vuota e la buttò contro una parete. Sango rimase al muro cercando di non mettersi a gridare. Non voleva che la picchiasse per farla stare zitta. Il ragazzo le giunse alle spalle afferrandola e obbligandola a voltarsi verso di lui. Non riusciva a guardarlo e non voleva nemmeno farlo.
Vide la sua mano andargli incontro. Strinse gli occhi pregando in un aiuto. Continuò a piangere silenziosamente.
Non aprì gli occhi nell'attesa che il ragazzo incombesse su di lei. Ma non accadde nulla. Era indecisa se aprire gli occhi. Alla fine lo fece. Lentamente riaprì gli occhi e vide che il ragazzo era sparito. Sentii dei gemiti dietro la porta, socchiusa. Si avvicinò lentamente, stendendo le orecchie per cogliere ogni rumore possibile. Arrivò davanti alla porta. I gemiti si erano fatti più forti e vedeva delle ombre muoversi al di là della porta.
Si affacciò e quello che vide le fece sgranare gli occhi dalla sorpresa. Era lui e stava picchiando il ragazzo che l'aveva aggredita nella pista. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stato lui a venirle in aiuto. Lo stava riempendo di pugni. Vide il suo labbro spezzato da cui usciva del sangue non troppo, e sul viso c'erano dei grandi lividi. Altri pugni e questa volta conciarono molto male. Infatti dalla bocca del ragazzo sgorgava del sangue. Sango non sapeva cosa fare. Se non sarebbe intervenuta lui avrebbe commesso delle sciocchezze per cui poi si sarebbe pentito.
"Smettila!" gli urlò contro. Il ragazzo si fermò nel sentire la sua voce. Lasciò il mal ridotto e si girò verso la sua direzione.
"Sango... Tutto bene? Non ti ha fatto del male?" gli chiese andandogli in contro. Sango indietreggiò di un passo. Lui si fermò.
"Hai paura di me?" le chiese.
"No, ma non mi sarei mai aspettata che saresti venuto ad aiutarmi" rispose.
Miroku la stava guardando negli occhi, voleva un contatto. Cosa che lei gli negò abbassando lo sguardo.
"Ti ha fatto male?"
"Perché ti preoccupi di me?" non capiva il suo comportamento nei suoi confronti visto che non erano più fidanzati.
"Ma che domande fai. E' ovvio che mi interessa sapere come stai. Sei appena stata aggredita" gli disse, andandole incontro. Questa volta Sango non indietreggiò. Si ritrovarono faccia a faccia. Sango lo stava guardando, trovando la forza di non abbassare lo sguardo. Si perse nei suoi occhi color del mare. Erano così profondi ed espressivi. Non sapeva come decifrarli: erano pieni di rabbia, di tristezza o di amore? Nemmeno lei lo sapeva, nemmeno dopo aver passato insieme due anni.
"Perché?" le chiese.
"Perché cosa?"
"Perché mi hai lasciato?" specificò lui.
"Perché tu ti comporti da libertino? Hai idea di quanto io possa restarci male per questo tuo comportamento? Anche se lo fai solo per scherzo o per, ipotesi del tutto insensata, rendermi gelosa?" gli vomitò quelle parole in faccia, incapace di tenerle ancora dentro di sé. Il ragazzo non seppe cosa rispondere, non se lo sarebbe mai aspettato da quella ragazza che gli aveva perdonato di tutto.
"Hai ragione"
"Lo so che ho ragione!"
"Ricominciamo tutto da capo. Ti va di ballare?" le propose. Gli offrì la mano nella speranza che lei accettasse. Sango lo guardò per un attimo indecisa. Non poteva più fidarsi di Miroku.
"A che gioco stai giocando, Miroku? Perché se è un gioco non mi piace" gli domandò, ma sembrava più una minaccia per avvertirlo. Fammi soffrire di nuovo e te ne pentirai e sta volta dico sul serio, era questo il significato velato nelle sue parole e gli occhi dicevano lo stesso.
"Nessun gioco. Voglio ricominciare veramente. Non sai come sento la tua mancanza, il tuo sorriso tutto per me. Mi manchi tantissimo." gli disse facendo una delle sue espressioni serie che più gli riuscivano. Era un ragazzo che rideva e scherzava sempre e difficilmente era serio. Sango restò a guardarlo per un po. La mano era ancora sollevata tra di loro. Lentamente ed esitante alla fine gliela afferrò.
"O-ok ma se ci riprovi con il tuo solito comportamento da imbecille è la volta buona che potrai sceglierti la bara. E non sto scherzando, Miroku. Se lo fai solo per il sesso hai sbagliato persona" lo avvisò. Miroku finse di rabbrividire.
"Ok lo terrò a mente. Ma stai sicura cercherò di controllarmi" era una promessa. Una promessa che fece felice Sango.
"Si, mi va di ballare" rispose, nascondendo le lacrime di gioia per quella promessa che gli aveva fatto senza il bisogno di minacciarlo. Insieme mano nella mano ritornarono verso la pista. Lasciandosi alle spalle quello che stava per succedere pochi attimi fa.
"Ah, comunque grazie" gli disse alzando sempre più la voce per farsi sentire sopra la musica.
"E per cosa?"
"Per avermi salvata in quello stanzino prima"
"Oh di niente. Nessuno può trattare in quel modo la mia ragazza. Mi sono dimenticato di dirti una cosa"
"Cosa?"
"Stasera sei bellissima." gli fece un complimento.
Sango sorrise, felice. Appoggiò la testa alla sua spalla mentre avvolgeva il suo braccio con le sue mani e stringendolo al petto. Ci avrebbe riprovato di nuovo. In fondo lo amava.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: MissysP