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Autore: Elos    16/03/2011    4 recensioni
Settimo anno, 1977.
Aveva avuto due anni, pensò, per non sentirsi minacciato. Due anni per trasformare anche le notti della luna piena in un sogno: avevano corso in quattro sui prati di Hogwarts, verso le montagne, fin quasi ad Hogsmeade. Avevano potuto attraversare la Foresta Proibita, indisturbati, camminare in mezzo agli unicorni e combattere con le Acromantule. Visitare il fondo del bosco, dove gli Augurey facevano il nido in una zona umida e ombrosa, e scoprire che la Foresta Proibita forse aveva veramente ospitato un drago, una volta, perché avevano trovato immense ossa spolpate deposte a formare una figura riversa lunga oltre nove metri. Neanche i Centauri li avevano scacciati: avevano avuto timore di Remus, ma non l'avevano respinto.
[...]
Sette anni di vita, cinque secondi tra qui e il Velo. Da Hogwarts, storie dei Malandrini.
Prima classificata al concorso CAVE CANEM: A Remus/Sirius Tribute indetto da crystalemi.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts, vent'anni prima.'
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Primo anno, 1971
In giro per Diagon Alley



Remus Lupin aveva undici anni e un grosso segreto che certe volte gli pesava come una pietra nello stomaco, certe altre volte lo faceva sentire vuoto e tremante, continuamente spaventato: ma in questo momento sentiva di essere la persona più felice del mondo.
La ragione di tanta felicità era la bella busta di pergamena ingiallita scritta in inchiostro verde che teneva al sicuro in una tasca, spiegazzata per tutte le volte in cui l'aveva maneggiata, accarezzata, letta e ripiegata, indirizzata al Signor Remus Lupin, 13, Lounging Garden, Londra.

Caro signor Lupin,

diceva la lettera

siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie. I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Con ossequi,
Minerva McGranitt Vicedirettrice



Remus Lupin l'aveva sognata a lungo, quella lettera, e quasi altrettanto a lungo s'era aspettato di non riceverla mai. C'erano state altre istruzioni nella busta, destinate ai suoi genitori: richieste da ottemperare, spiegazioni, accordi da prendere. La vita per lui ad Hogwarts sarebbe stata molto più complicata di quella di tutti gli altri studenti, quelli che non avevano il grosso segreto che aveva Remus da conservare, ma ne sarebbe sempre e comunque valsa la pena. Avrebbe potuto studiare. Diventare un mago, come la mamma, come il papà. Avere una bacchetta.
Anche adesso che stringeva la mano di sua madre con forza, il viso alzato a divorare tutto quel che di Diagon Alley poteva vedere in un colpo solo, sentiva le dita tremargli per l'eccitazione. Diagon Alley era bellissima, con la luce di un mattino d'estate a illuminarne le vetrine come grandi specchi scintillanti: la gelateria di Florian Fortebraccio, l'Emporio del Gufo con i versi striduli e il frullio d'ali agitate che usciva dalle sue porte aperte, e poi un negozio che esponeva lunghe file di calderoni di bronzo e di ferro e, imponente sopra tutti gli altri edifici, la Gringott bellissima e bianca: erano posti dei quali Remus Lupin, fino a quel momento, aveva solo sentito parlare. Camminarci in mezzo era come un sogno.
- Da questa parte, tesoro. - Gabrielle Lupin tirò gentilmente la mano del figlio, spingendolo ad entrare in un negozio che portava una grande insegna sopra la porta, Madama McClan: abiti per tutte le occasioni. Sua madre sembrava lievemente nervosa, pensò Remus, e un po' di paura traspariva a tratti al di sopra del sorriso felice che le rischiarava il volto da giorni. Anche Gabrielle Lupin doveva aver pensato che quella lettera da Hogwarts non sarebbe mai arrivata: ma, ora che la lettera c'era, era in mano loro, sembrava che qualche nuovo timore fosse venuto a sostituire quelli vecchi.
Madama McClan si rivelò essere una strega piuttosto giovane, bassa e piacevolmente grassottella, con un gran sorriso.
- Siete qui per la divisa di Hogwarts? Da questa parte, da questa parte, venite! -
Remus si trovò ben presto avvolto in una lunga veste nera, mentre la strega armeggiava per appuntarla dov'era più lunga, rimboccandogli le maniche e accorciandogli il collo con rapidi colpi di bacchetta. Un metro a nastro serpeggiò attorno all'orlo per misurare la stoffa in eccesso.
- Siete i primi clienti di quest'anno, sapete? - esclamò Madama McClan dopo un attimo di silenzio, il tono ciarliero. - Non mi aspettavo di vedere qualcuno prima di luglio... alza il braccio, caro. -
Remus lo fece, scambiando nel frattempo una lunga occhiata ed un sorriso con sua madre, e pochi tocchi di bacchetta più tardi la veste gli cadeva bene giù dalle spalle magre. Nell'elenco delle attrezzature era compreso un mantello invernale: e, dato che il vecchio mantello di Remus era diventato troppo corto per lui, Gabrielle gliene fece fare uno nuovo su misura.
- Bisogna festeggiare. - spiegò al figlio. Aveva il viso sempre un po' teso, anche mentre sorrideva, ma gli occhi le brillavano di contentezza. - Tuo padre ha detto che puoi comprarti qualunque cosa ti piaccia, purché non costi troppo. -
Remus pensò fugacemente di chiedere una scopa: ma si trattava di un regalo costoso e, comunque, a lui il Quidditch non era mai interessato troppo. Valutò la possibilità di domandare un gufo o una civetta, ma sua madre aveva già detto che avrebbe potuto portare ad Hogwarts il vecchio Basil. Libri ne aveva tanti, i giochi non gli piacevano. Fu quando entrarono in un negozio per acquistare pergamene, penne e inchiostro che l'attenzione di Remus fu attirata da un piccolo rettangolo di qualcosa di un vivace colore rosso. Sembrava una gomma; la tastò, curioso, e Gabrielle si sporse accanto a lui per spiegargli:
- E' un Rivelatore. -
Remus alzò la testa e la fissò con perplessità:
- E a che cosa serve? -
- Be', serve a scoprire piccoli incantesimi lanciati sui testi per nascondere pezzi di scrittura. Vedi, si appoggia sul foglio e si strofina forte, e l'incantesimo viene via: così puoi leggere quel che è stato nascosto. Ma non è efficace contro gli incanti veramente potenti. -
Remus soppesò il Rivelatore in una mano per un attimo, prima di domandare:
- Posso avere questo come regalo, mamma? -
Gabrielle ne parve sorpresa:
- Questo? Non preferiresti avere... non so... un set di Gobbiglie, oppure un gatto... -
Davanti all'offerta del gatto Remus storse il naso, e Gabriel ridacchiò.
- Oh, be'. Niente gatto. Ma sei proprio sicuro di volere questo, tesoro? Dubito che ad Hogwarts vi siano dozzine di scritte invisibili da rivelare... -
- Vorrei averlo lo stesso. -
- D'accordo. - Il volto di Gabrielle si rilassò, finalmente, in un sorriso spensierato. - Vada per questo, allora. -
Comprarono due belle penne d'oca di colore scuro, e diverse boccettine di inchiostro nero, verde e rosso. Gabrielle gli prese parecchi rotoli di pergamena, ma poi decise di acquistare anche una piccola, graziosa agenda rilegata di pelle.
- Ti aiuterà ad organizzare il tuo tempo. - spiegò, soddisfatta. - Io ne avevo una, a scuola, e mi è stata utilissima per preparare i programmi di ripasso alla fine di ogni anno. Sarebbe meraviglioso se anche tu finissi a Corvonero, tesoro... ma, sicuro, qualunque Casa sarà ugualmente perfetta. A me e a tuo padre non importa. -
Anche Remus sperava di finire a Corvonero. Sua madre gli aveva raccontato della bellissima Sala Comune nella torre, con il soffitto e le pareti trapunte di stelle dorate su sfondo blu, degli archi di pietra che affacciavano sulle montagne di Hogwarts, del gentile professor Vitious, il Capo della Casa, che insegnava Incantesimi e che era sempre contento di aiutare chi voleva imparare.
Sarebbe andato ad Hogwarts, realizzò tutto ad un tratto. Il pensiero era così assolutamente meraviglioso, così indicibilmente fantastico, da togliergli il fiato; infilò ancora una volta una mano in tasca, dove ora era riposto al sicuro anche il Rivelatore, e tastò la lettera con il sigillo della scuola. Sarebbe andato veramente ad Hogwarts. Come sua madre. Come suo padre. Come tutte le persone normali.

Non erano occorsi che pochi tentativi, nella penombra polverosa del negozio di Olivander e davanti agli occhi trasparenti del fabbricante di bacchette, prima che una lunga, sottile bacchetta diritta esplodesse in una cascata di scintille argentate nel momento in cui Remus l'aveva stretta tra le dita.
- Legno di frassino, nucleo in corda di cuore di drago. - Aveva detto il mago, soddisfatto dal risultato. Aveva cominciato a riporre le altre scatole nello scaffale, sollevandole una alla volta con cura infinita: - Dodici pollici, leggermente flessibile. Molto bene, signor Lupin, sembra che lei sia stato trovato dalla sua bacchetta. -
Quella sera Remus continuava a far scendere la mano fino alla tasca profonda nella veste dove la bacchetta era riposta, al sicuro. Non riusciva a fare a meno di toccarla, perché quella bacchetta - come la lettera - era il simbolo di tutto quel che aveva sempre voluto. Scoprì che Gabrielle aveva cucinato per cena tutti i suoi piatti preferiti: c'era del pollo in casseruola e una grossa pentola di patate stufate e, per dolce, un vassoio pieno di biscotti intinti nella crema pasticcera. Sembrava veramente una festa, pensò Lupin.
- Come si arriva ad Hogwarts, papà? - domandò mentre mangiavano: - Si viaggia con la Metropolvere? -
Suo padre scambiò con la moglie una lunga occhiata divertita. Anche lui sembrava felice: raggiante, anzi, gli occhi che luccicavano di un'irresistibile contentezza. Il suo viso magro, circondato da capelli ingrigiti anzitempo e scavato da rughe profonde di preoccupazione attorno agli occhi, era luminoso come Remus non ricordava di averlo visto mai. L'uomo scosse la testa, dopo un attimo di silenzio, e rispose alla domanda del figlio:
- Non vogliamo dirtelo, Remus. Non vogliamo rovinarti la sorpresa. Ma... - soggiunse dopo un attimo. - ... vedrai che, il primo settembre, ne sarà valsa la pena di aspettare. -
A Remus andava bene aspettare. Aveva desiderato quella lettera per anni, e adesso c'erano solo pochi mesi a separarlo da Hogwarts: un po' di pazienza in più, a questo punto, non gli costava niente. Aveva lo stomaco pieno di farfalle, la testa leggera. Contava i giorni sul calendario, spuntandoli uno dopo l'altro.





Note del capitolo: La lettera ricevuta da Remus è la carta carbone di quella ricevuta da Harry in Harry Potter e la Pietra Filosofale. Il Rivelatore appare in Harry Potter e la Camera dei Segreti, portato ad Hogwarts da Hermione. Per la bacchetta di Remus Lupin... be', ho inventato. x°D Così come Harry Potter ha l'agrifoglio (o tinne, per i nati tra l'8 luglio e il 4 agosto), il frassino (o nion) corrisponde ai nati tra il 18 Febbraio e il 17 Marzo secondo il calendario arboreo celtico (vedi anche qui). Non sono riuscita a trovare da nessuna parte la conferma ufficiale del fatto che la Rowling usi questo sistema per l'assegnazione del legno di bacchetta, ma mi sembra probabile. Tra i personaggi conosciuti per avere un nucleo di corda di cuore di drago abbiamo Severus Piton e Viktor Krum.
Allo stesso modo, ho bellamente inventato i genitori di Remus. Se qualcuno ha informazioni diverse in proposito, può farmi avere una segnalazione?

Un grazie a chi si è fermato a commentare lo scorso capitolo!
  
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