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Autore: Medea Astra    16/03/2011    3 recensioni
Il diritto all’intolleranza è assurdo e barbaro, è il diritto delle tigri, anzi, è ancora più orribile perché le tigri non sbranano che per mangiare, mentre noi ci siamo sterminati per dei paragrafi.
mi farebbe piacere ricevere i vostri commenti... un bacione e grazie per l'attenzione.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Inquisizione
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Tu non ci hai dato un cuore perché ci odiassimo e nomi perché ci sgozzassimo, fa che ci aiutiamo reciprocamente a tollerare il fardello di una vita penosa e passeggera.
Voltaire
Tolosa, anno domini 1560, 13 Ottobre carcere de Nuestra Santa Madre, le guardie stanno preparando la legna per le esecuzioni che si terranno a breve. Di colpo le porte che conducono alle celle vengono aperte ed un cardinale avanza altero e sicuro di sé. In una delle numerose stanze buie ed umide, si trovano legati alle pareti tre giovani uomini. La lunga permanenza in carcere li ha resi simili a larve e la misera tunica gialla di cui sono vestiti non può nulla contro i morsi dei topi che a centinaia scorrazzano liberi sul pavimento. Le guardie entrano e tolgono le catene dai polsi e dalle caviglie dei condannati, per chiunque questo sarebbe un sollievo, ma non per loro. “Avete deciso di abbracciare la fede dell’unico e sommo signore Gesù Cristo?”la domanda esce fredda dalle labbra cardinalizie. “ No” è la risposta repentinea e corale dei detenuti che a questo punto, vengono spinti fuori dalla cella, costretti a recarsi nel cortile delle esecuzioni e posti sulle cataste di legna. In un attimo gli aguzzini incendiano la paglia e la legna che si trovano sotto i tre condannati. Alle strazianti urla di dolore si accompagnano gli “Ave Maria” e i “Pater Noster” di qualche pia donna che raccomanda le anime dei giovani al suo  Dio. Erano tre ragazzi giovani e belli, la loro unica colpa era quella di non essere cattolici, così hanno subito la stessa sorte degli oltre 32000 uomini mandati al rogo in Spagna tra il 1481 e il 1691. Nel Cinquecento la tolleranza religiosa veniva considerata come una forma di debolezza poiché tollerare l’eretico significava abbandonarlo al suo destino di dannazione eterna. Le persecuzioni contro gli Ebrei nacquero in Spagna alla fine del 1400 e pian piano interessarono tutto il Vecchio Continente. Presto si iniziò a parlare di “purificazione dei territori cristiani dai non credenti” e vittime di questo rastrellamento religioso caddero anche i Musulmani e i Protestanti. La riforma di Lutero aveva infatti minato fortemente il potere della chiesa che con il Concilio di  Trento del 1531 diede vita ad uno spietato contrattacco. Chiunque non fosse stato cattolico era considerato un nemico da abbattere e non importava che fosse donna, bambino o anziano. I vicini di casa che prima si salutavano amichevolmente, adesso impedivano ai loro bambini di giocare insieme. Nelle città si crearono delle vere e proprie lotte fratricide che culminarono con la ghettizzazione delle minoranze, come accadde nel 1516 a Venezia. Ciò che era stato ideato come la salvezza della croce dagli infedeli, si rivelerà strumento di morte. Già nel Settecento Voltaire nel suo libro “ Sulla tolleranza” denunciava l’efferata discriminazione tra cattolici e non. Un ruolo di fondamentale importanza lo ebbero gli Ebrei che si ridussero a popolo profugo, senza una terra a cui far ritorno. Infine alla metà del secolo scorso furono vittime di un genocidio di massa. Oggi la parola tolleranza dovrebbe suonare ancora come un’aspirazione, una conquista imprescindibile di civiltà perché come disse Voltaire: “Il diritto all’intolleranza è assurdo e barbaro, è il diritto delle tigri, anzi, è ancora più orribile perché le tigri non sbranano che per mangiare, mentre noi ci siamo sterminati per dei paragrafi”.
   
 
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