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Autore: Kuruccha    16/03/2011    4 recensioni
- Posso toglierla ora? - domandò Sokka, supplicante.
- Non è ancora il tramonto, no?
- Non lo so. Non lo posso sapere. Sono
bendato - si giustificò.
Toph e le sue scommesse.
[Accenni Tokka][Ambientata da qualche parte durante il Libro Terzo: Fuoco]
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sokka, Toph
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sensi



 - Posso toglierla ora? - domandò Sokka, supplicante.
 - Non è ancora il tramonto, no?
 - Non lo so. Non lo posso sapere. Sono bendato - si giustificò.
 - E io sono cieca - puntualizzò lei indicandosi gli occhi, benchè lui non potesse vederla. - Piuttosto, vuoi dire che in un'intera giornata non hai ancora sviluppato il senso del tempo? - commentò, ironica.
Tese il viso verso di lei, cercando di sfoggiare l'espressione che meglio potesse mostrare la sua perplessità, nonostante la benda sugli occhi.
Gli venne in mente solo in seguito che Toph non avrebbe potuto vederlo.
Non avrei dovuto mettermi contro di lei, pensò, e sospirò.

Il tutto era nato da uno dei suoi soliti boriosi pavoneggiamenti da grande guerriero; o, per meglio dire, dal suo averla innocentemente presa in giro nel vederla in difficoltà - e lei non era mai in difficoltà, e un'occasione così succulenta non avrebbe mai potuto lasciarsela sfuggire. Dopo aver riso per la mano di Toph che era affondata in un piatto pieno per metà di zuppa - e dopo aver visto la sua espressione sconcertata nell'aver commesso un errore così grossolano - le aveva mollato una pesante pacca sulla spalla, sostenendo che anche i migliori perdevano colpi, ma che lui uno sbaglio del genere non avrebbe potuto commetterlo nemmeno ad occhi chiusi. Avrebbe dovuto immaginare che, in un momento di noia come quello, ogni scusa sarebbe stata buona per organizzare una qualche scommessa, perchè Toph sembrava averci preso davvero gusto, dopo quel giro di truffe ai danni della Nazione del Fuoco.
E così, mentre la ragazza tentava di ripulirsi con la casacca di Sokka - perchè l'essere così acido andava pur punito - le era venuta alla mente l'idea definitiva per divertirsi ai suoi danni, e l'aveva sfidato: un intero giorno ad occhi chiusi, fin dal risveglio. Se lui avesse resistito, lei avrebbe dovuto indossare delle scarpe per due settimane; se avesse vinto lei, invece, Sokka sarebbe stato privato, per lo stesso tempo, della carne e del sarcasmo. Per entrambi quelle condizioni volevano dire solamente tortura - ed era la ragione per cui erano entrambi così combattivi nel voler arrivare vincitori alla conclusione. Così, Sokka aveva indossato già dalla sera precedente una pesante benda sul viso, in modo da risvegliarsi già cieco.
Appena cosciente, dovette ammettere che fosse davvero strano non sentire nessuna differenza nel tenere gli occhi chiusi o spalancati. Poi, nel nero in cui vorticavano solo ogni tanto alcune chiazze colorate, si fecero spazio piano piano i primi suoni: il respirare lento e sommesso di Appa, il rigirarsi di Katara nel sacco a pelo, un ritmico battere di piedi che poteva essere solo di Toph. I rumori erano la prima cosa a cui aveva fatto caso, in quel neutro buio; dopo essere però inciampato per la prima volta in una radice sporgente, aveva capito che non sarebbero bastati per sopravvivere.
A quel primo capitombolo ne erano seguiti numerosi altri, per non parlare poi della difficoltà di mangiare cercando di centrare la propria bocca, o dell'impossibilità di capire dove fosse la terraferma e dove fosse invece l'acqua - esperienza che l'aveva quasi fatto affogare in un laghetto per aver sbagliato a imboccare un ponticello.
Aveva così passato un'intera giornata piena di derisione - che aveva abilmente schivato fingendosi sordo, oltre che cieco - da parte delle persone più impensabili, e aveva dovuto sopportare perfino Momo, che sembrava divertirsi a punzecchiarlo dietro le ginocchia con degli irritanti rametti. Dopo ore che gli erano sembrate infinite, si era seduto - o meglio, accasciato, - su quel prato, augurandosi di essere sufficientemente lontano dalla lingua di Appa, che già aveva cercato di riempirlo di bava da capo a piedi. E poi era arrivata Toph, e si era messa a farneticare.

 - Senso del tempo? Quale senso del tempo? - chiese Sokka, cercando di risponderle con sufficienza per non apparire definitivamente sconfitto. Sollevò leggermente il mento verso l'alto; attraverso la stoffa pesante non colse nemmeno un bagliore.
 - Voglio dire, non puoi basarti solo sugli occhi per sapere se è giorno o notte. Lo devi sentire dal tuo fisico! - continuò Toph, imperterrita, nonostante il continuo sbuffare di Sokka.
Le sopracciglia del ragazzo si corrugarono.
Seguì qualche secondo di silenzio.
 - No, non ho sviluppato nessun senso del tempo. Che ore sono?
 - Più o meno le cinque.
 - Le cinque? E come fai a saperlo? - domandò ancora, sporgendo di poco la testa verso la sua. - Ah, no, lascia perdere, sarà una qualche caratteristica del dominio della Terra, giusto? - disse ancora, gesticolando con la mano destra.
Sentì qualcosa - probabilmente un dito puntato - poggiarglisi all'altezza dello sterno.
 - Con lo stomaco - rispose lei. - Avevo fame, prima. E poi - aggiunse, toccandogli una guancia - con la pelle. Non senti l'aria farsi più fredda, mano a mano che scende la sera? E il sole scalda molto meno, adesso.
Lo stomaco di Sokka gorgogliò, come a confermare la prima teoria.
 - E ancora - continuò Toph, spostando appena il dito - con il naso. L'umidità sta salendo da terra. Non ti sembra di respirare aria più pesante, ora? Questa miscela c'è solo all'alba e al tramonto.
Sokka voltò la testa a destra e a sinistra, e inalò a pieni polmoni, corrugando la pelle della fronte. L'aria non aveva un odore particolare - niente di troppo evidente, perlomeno. C'era il profumo appena accennato dell'erba; c'erano delle ondate di aroma di fiori che arrivavano in intermittenza, trasportate dal vento. Ogni tanto arrivava anche il puzzo del pelo di Appa, che gli fece maledire una volta di più quell'olfatto acuito dall'assenza della vista.
 - Sento... erba verde, margherite e Appa. Ogni tanto un po' di erba secca. E più lontano un po' di odore di... stagno, forse?
Toph sospirò, rassegnata. Si avvicinò di più al ragazzo, trascinandosi sul sedere.
 - Non così - spiegò, afferrandogli le guance con le mani aperte. - In giù - ordinò, forzandolo a puntare il viso verso terra. - Annusa.
Aveva ragione lei. Ora l'odore del terriccio era molto più forte; anche l'erba trasmetteva una sensazione diversa. Mosse una mano per toccare quei fili e sentire se fossero davvero umidi come aveva immaginato.
 - Cosa senti?
 - Terra umida. E poi vermi, credo. E acqua, forse, e... - si interruppe. - E poi qualcosa che non c'entra.
 - Qualcosa cosa? - domandò la ragazza, annusando a propria volta l'aria proveniente dal basso.
 - Qualcosa come... verdure? E qualcosa di dolce, anche, come del miele o qualcosa del genere - continuò, il tono indeciso a ben sottolineare la sua perplessità, corrugando la pelle della fronte nel dilatare le narici.
 - Minestrone e torta! - affermò Toph, la bocca che le si curvava in un inquietante sorriso.
 - Eh?
 - Sono le tracce del pranzo di oggi che mi sono rimaste sulle mani - spiegò, colpendogli violentemente il naso con il palmo sporco.
Sentì la pelle di Sokka muoversi, mentre un mugugno di disappunto gli nasceva in gola.
 - E' appiccicosa. Bleah - disse, scostando il viso e spingendo leggermente in fuori la lingua.
 - Non può essere peggio di Appa.
 - Quello no - ammise lui.
 - E' quasi meglio anche del puzzo di vecchietto di Aang!
 - Puzzo di vecchietto?
 - Sì! - esclamò Toph. - Non ti sembra che Aang abbia l'odore delle persone anziane? - spiegò.
Sokka rise nervosamente.
 - Beh, tecnicamente ha più di cento anni, non sarebbe così strano - ammise. - Ma, francamente, non mi sembra proprio.
 - E allora che odore ha?
 - Vediamo, è un... - cominciò, zittendosi subito per pensare. Si portò la mano al mento. - Un... - continuò, - Un... Non saprei.
 - Aang sa da vecchietto. Sa di incenso e pane - affermò decisa.
 - Incenso e pane? - ripetè, perplesso. Riflettè ancora. - In effetti... è una buona descrizione, dopotutto. Ed è perfetta, se ci aggiungi anche un fondo di puzza di Appa.
 - Che ti dicevo? Con il naso si possono fare un sacco di cose - motivò, e le apparve di nuovo quell'inquietante sorriso in volto.
Sokka respirò ancora a pieni polmoni, girando nuovamente la testa in tutte le direzioni. Udì, poco distante, il verso caratteristico di Momo, e in meno di cinque secondi il lemure era già aggrappato alla sua spalla.
 - Bleah - disse, cercando di allontanarlo mentre quello aveva iniziato a leccargli una guancia. - Ora che il mio olfatto funziona così bene posso rendermi conto che anche Momo non sa certo di acqua di rose!
 - Sono animali. Tutto quel pelo non aiuta di certo, soprattutto se si passa il tempo rotolando nell'erba - spiegò Toph.
Momo la osservò con gli occhi spalancati, e saltò infine sulla sua testa.
 - Chissà se puzzerei anch'io, se dormissi vicino ad Appa come fa Aang - ragionò Sokka.
 - Poco ma sicuro!
Momo spalancò le orecchie, vedendo in lontananza Katara che stava piegando dei panni. Corse verso di lei, evidentemente attratto da quel movimento.
Sokka si avvicinò l'avambraccio destro al viso, e aspirò rumorosamente l'aria per due volte; poi cambiò braccio, e fece la stessa cosa.
 - Che c'è? - domandò Toph, perplessa, sentendo quegli strani suoni.
Il ragazzo alzò la testa verso di lei - certi impulsi erano duri a morire, dopotutto - e ricominciò a parlare.
 - Puzzo?
 - Naaah - lo rassicurò.
 - Non lo dici solo per farmi stare zitto, vero?
Non ottenne risposta.
 - Non lo dici solo per farmi stare zitto, vero?
 - No, anche se ora ne avrei la tentazione - spiegò, ironica.
Sokka afferrò la stoffa della casacca che aveva addosso ed annusò anche quella.
 - Non sento niente. Che odore ho?
Udì un leggero fruscio. Se l'esperienza di quel giorno non lo ingannava, ciò significava che ora Toph si era di nuovo trascinata sul sedere nella sua direzione.
 - Nessuno può sentire il proprio odore. Comunque, tu - cominciò, annusando appena l'aria sopra la sua spalla - sai di cuoio e di carne. E - continuò, annusando ancora - anche un po' di Katara.
 - Di Katara? - domandò lui, la perplessità ben evidente nel tono di voce.
 - Si sente che siete fratelli, diciamo. Sarà qualcosa nei vestiti. E poi - concluse, aspirando ancora un po' d'aria - odori un po' anche di Momo.
 - Bene, puzzo di ragazza e di lemure. Un'ottima combinazione, non c'è che dire! - affermò, incurvando le spalle. Abbandonò poi la testa all'indietro, e si distese sull'erba umida.
Toph gli assestò un pugno su un ginocchio, ridacchiando.
 - Beh, se tu puzzi di donna, io almeno puzzo di uomo!
Sokka sollevò appena la testa - anche se quel gesto non aveva alcun senso - e poggiò la nuca sulle braccia incrociate.
 - Tu non hai un odore da uomo - le disse - anzi, sei quella che sa da ragazza più di tutti!
Toph ammutolì.
Come vorrei poter vedere la sua espressione in questo momento, pensò Sokka, certo di averle dato un buon grattacapo.
 - Come sarebbe a dire? Non puzzo di sudore e di sabbia e di muscoli?
 - Proprio per niente - continuò, mettendosi nuovamente a sedere a gambe incrociate, rivolto verso quella che, secondo i suoi sensi ancora attivi, doveva essere la faccia della ragazza.
 - Questo non è assolutamente possibile. E' il tuo naso che non funziona a dovere!
Se lo trovò improvvisamente vicino, troppo vicino - e nell'attimo in cui sentì la punta fredda del naso di Sokka che le sfiorava la pelle del collo, udì il proprio cuore battere nel petto e per terra, con le pulsazioni che creavano vibrazioni nel terreno attraverso i palmi appoggiati, e che le tornavano alle orecchie attraverso la sua padronanza del dominio. Avrebbe voluto tirarsi indietro, o forse no, ma il cervello non le rispondeva più, e non potè fare a meno di rimanere immobile e coi sensi vigili.
Lo sentì inspirare, e avvertì poi l'aria calda che le solleticava il collo, e il cuore le salì in gola, e lì cominciò a battere ancora più forte.
 - Tu profumi di... di cannella, e di limone - spiegò, e annusò ancora - e di zenzero. Ora che ci penso, non è niente di troppo femminile - continuò, tornandole vicino - ma penso ti si addica davvero.
Toph rabbrividì ancora, e sentì il sangue salirle al viso, e improvvisamente fu felice che lui avesse ancora la benda addosso e che non potesse vederla avvampare. Temette di emettere troppo calore attraverso le guance, e che i battiti ritmici fossero udibili a chilometri di distanza, e sperò che Aang non fosse in ascolto - lei, agitarsi per così poco?
Sokka indietreggiò un po', e subito l'aria a contatto con la pelle le sembrò incredibilmente fredda.
 - E' un buon profumo, però - la rassicurò, con quel tono di voce tipico di quando sorrideva.
Toph si portò una mano aperta al petto, e respirò a fondo. Il viso non voleva saperne di tornare alla temperatura normale, ma il cervello sembrò riprendere le funzioni essenziali - e solo quelle, e così Toph non potè notare che i suoi battiti non erano gli unici a risuonare per terra.
Sokka si distese di nuovo; portò una mano al viso, e gli sembrò di avere la faccia bollente.


 - Posso toglierla ora?
 - Non è ancora il tramonto - puntualizzò lei, distesa poco lontano da lui, voltando la testa nella sua direzione. - Manca poco. Puoi sopportare altri dieci minuti - continuò.
 - Toph...
 - Sì?
 - L'avevo spostato io, quel piatto.
 - Lo so. Pensi forse che avrei potuto sbagliarmi in maniera così clamorosa?
 - Oh - riuscì solo a dire Sokka, ancora a pancia all'aria.




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16.3.2011
Ok, questa fic è tutta dedicata a Fede_Wanderer, perchè è nata da una sua request XD
Come dite? "Non eri una SokkaxSuki fino a poco tempo fa?" Certo, e lo sono ancora ù_ù Ma i fan!pairing di Avatar sono interessanti almeno quanto i canon!pairing, quindi me la sono goduta un sacco, nella stesura di questa fic. *w*
Però ammetto di avere momenti di amore incondizionato e altri di odio assoluto verso alcune parti, perciò non so essere imparziale nel giudicarla XD
Spero vi sia piaciuta, spero che i personaggi siano IC e spero che non verrò uccisa a sassate XD
A ogni modo, la parte migliore è il puzzo da vecchietto di Aang *_*
Comunicazione di servizio: Alternative slitterà di un altro po', temo, perchè la mia coscienza da nippofila è ancora sconvolta dal terremoto e perchè la settimana prossima sono in Spagna per lavoro. *_*
Buona serata a tutti :D
Kuruccha
   
 
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