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Autore: Lady Antares Degona Lienan    17/03/2011    6 recensioni
Ho pensato a Caspian.
Questo fino a che le nostre luci non si sono incontrate in quel buio che divorava l’anima.

Anche un Dio, a volte, sbaglia i suoi conti.
Morire non mi provocò alcun dolore. Essere dimenticato sì.
Rispondo all'iniziativa indetta dal « Collection of Starlight »: The Fandom Show.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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« Susan, mi passi il panino? »

« Aspetta. »

« Susan… Susan! »

« Arrivo, arrivo! E che fretta avrai mai! »

« Ho fame. »

« Oh sta’ zitto Peter, ti sei ingozzato di dolci fino ad adesso. »

« Susan… »

« Ma certo re dei miei stivali. Panino in arrivo. »

 

Love of mine some day you will die

But I'll be close behind

I'll follow you into the dark

 

Ricordo poco degli istanti prima dell’incidente ferroviario. Un sorriso veloce di Lucy e il gorgoglio dello stomaco di mio fratello; Susan che si piega per prendere la cesta del pranzo sotto il sedile; un rumore lontano dapprima, poi sempre più vicino: istanti che mi sono sembrati anni. Il rumore. Che fosse il ruggito del nostro Aslan?

Non posso far a meno di pensare che se non avessi scocciato Susan con le mie ridicole richieste lei non si sarebbe ripiegata su se stessa nell’esatto momento in cui il treno collideva con l’ostacolo mortale. Forse non sarebbe sopravvissuta: forse adesso sarebbe qui con noi. Rimane comunque il fatto: ho salvato mia sorella. Aslan dice che Susan non ha più fiducia nella magia di Narnia, ma io credo che si sbagli. Ci sono tanti modi per avere fede, e Susie aveva solo capito quale fosse quello giusto per lei. Nessuno può perdere fede nella magia e sorridere nel prepararci il pranzo, o nel pulire l’intera casa. Nessuno che non creda alla magia potrebbe mai avere un sorriso così bello. Susan la Gentile, la chiamavano a Cair Paravel. E Susan in fondo lo era davvero; gentile e forte nell’essere stata davanti a noi sempre d’un passo per guidarci e spronarci. Se mai la sua fiducia verso la magia ha vacillato è stato perché aveva capito quanto male ci fosse al mondo. Susan. Non a caso Caspian se n’era innamorato.

 

 

Caspian.

Pensieri che solcano la mente.

Che morte blasfema, la sua. Morte per vecchiaia.

È stata una morte gentile, la sua.

 

 

L’attimo della morte non è mai giunto per noi Pevensie. Il rumore è cresciuto fino a essere un calabrone nelle nostre orecchie per poi scomparire improvvisamente, sostituito da un silenzio inquietante.

Non è facile giocare a fare il Dio onnipotente, e questo Aslan lo sapeva bene: distruggere la vecchia Narnia a favore di quella nuova aveva portato a delle scissioni dei piani temporali. Noi tre siamo morti nel momento esatto in cui la Narnia del passato veniva. Per un breve periodo, Aslan ci ha abbandonato in un limbo che ho creduto essere quello cattolico: tutti lì, fermi nel buio, ad aspettare che i nostri tempi coincidessero, e che Narnia venisse distrutta per essere nuovamente creata. Ho pensato a Caspian.

Questo fino a che le nostre luci non si sono incontrate in quel buio che divorava l’anima.

 

No blinding light or tunnels to gates of white

Just our hands clasped so tight

Waiting for the hint of a spark

 

 

Le morti blasfeme son morti gentili

 

 

« C’è nessuno? »

« … Caspian? »

« Caspian! »

« Peter? »

« Sono io! »

« Caspian, sono Edmund! »

« Edmund? »

« Peter! »

« Edmund, dov’è Lucy? »

« Non lo so –Caspian, sei davvero tu? »

« Sono io, mio buon amico. »

« E Susan! »

« Chi mi ha chiamato? Dove siete?! »

« Lucy! »

« Lucy… ma dov’eri finita? »

« I miei omaggi, Regina Lucy. »

« Caspian! Peter, Edmund! »

« Ahi! »

« Chi ha osato pestare la mia onorata coda, dono del magnifico Aslan?! »

« Ripicì calmati, sono io. Sono Edmund. »

« Rip? »

« Vostre Maestà! »

« Vi ho sentito urlare, e di colpo siete parsi vicinissimi. »

« Maestà, ma siete davvero voi? »

« In persona. Forse. So per certo di essere Edmund. »

« Sì, sì, certo. »

« Caspian? »

« Sono io. Tuttavia non sento il mio corpo. »

« Non riesco ad afferrarmi la coda! »

« Calmati Rip. »

« Ma siamo sicuri di essere svegli? »

« Peter, Edmund! Il treno! Che fine ha fatto il treno? »

« Lucy, io - »

« Eravamo su un treno, Peter! »

« - io non lo so. »

« E dove siamo adesso? »

« Mia regina, forse Aslan ci ha condotto qui. »

« Questa è Narnia?! »

« Lucy… »

« E dov’è Susan?! »

 

If Heaven and Hell decide

That they both are satisfied

 

 

Susan non c’era. Incapaci di capire cosa ci fosse successo le parole non avevano più un senso, né lo aveva la consistenza dei nostri corpi. Ci sentivamo vicini ma era come se fra noi esistessero distanze siderali, non colmabili. Percepivo i miei capelli: non riuscivo a toccarli. Caspian mi era idealmente al fianco e m’irradiava con la forza incredibile del suo coraggio. Lui per primo si sentiva smarrito, poiché ricordava distintamente di esser stato vecchio, debole e in punto di morte. Lucy continuava ad agitarsi e a questionarci riguardo la natura di quel luogo buio e dell’assenza di Susan. E se Ricipì pareva voler credere alla propria fede in Aslan, che già una volta l’aveva condotto oltre la fine del mare, Peter percepiva chiaramente lo scetticismo scientifico di Edmund che spesso si ribellava alla fede per cercare appigli scientifici. Edmund era fatto così: se qualcosa usciva dal solido schema scientifico era sempre pronto ad analizzarlo, schematizzarlo, sezionarlo. Così diverso da Lucy, eppure simile. Entrambi, alla fine, avevano totale fiducia in quello in cui credevano. Mi dimenticavo a tratti dell’assenza di Susan; oso dire che avrei completamente ignorato la questione se Lucy non avesse continuato a chiamare il suo nome, periodicamente, allungando la “u” in tono lagnoso. Non è che non volessi bene a mia sorella: semplicemente la muta presenza di Caspian oscurava il mio giudizio, risvegliava i miei sensi. Era sempre stato così.

 

 

Caspian. Era stato dolore, al tempo. Un piccolo re che scalzava l’eroe delle ere d’oro.

Pensava di morire in battaglia.

Era morto in un letto.

Può essere questa una morte blasfema?

Dio avrebbe voluto qualcosa di più grande, per lui?

 

 

« Sento i muscoli contrarsi sotto la pelle, rispondere alla mente. Peter, è come essere giovani di nuovo. »

« Caspian… »

« Senti, Peter, il braccio è compatto. »

« … »

« … »

« No. »

« Non vuoi toccarmi. »

« Non posso. Non posso toccarti, Caspian! Come tocco qualcosa lontano come due stelle nel cielo? »

« Se pensi di poterlo fare, allora lo farai. »

« Smettila, Caspian. Non c’è il tuo popolo, qui, solo Re e Regine che sanno bene quel’è il tenore di tali discorsi. Ne abbiamo tenuti a migliaia, a Cair Paravel. Ci siamo solo noi, Re e Regine. »

« … »

« … e un topo. »

« Vostra Maestà. »

« Ci siamo persi, Caspian. Non sappiamo neanche dove andare. Nemmeno sappiamo dove sono gli altri, e perché ci siamo ritrovati qui. Che senso ha questo luogo? »

« Ci deve essere un motivo. A Narnia c’è sempre un motivo. »

« Forse ne abbiamo inventati troppi, di motivi. Forse a volte abbiamo dato un senso a ciò che era casuale. »

« Oh sta’ zitto Edmund! Non abbiamo tempo per questo tipo di speculazioni. »

« E perché no? Siamo bloccati qui. »

« Sciocchezze. »

« Caspian ha ragione: nulla a Narnia è mai stato al caso, nemmeno la sofferenza. E Susan deve essere qui nelle vicinanze! Peter, Edmund, forse dovreste andarla a cercare. »

« Si può camminare, in questo luogo? »

« Se le Vostre Maestà permettono, andrò io a cercare la Regina Susan. »

« Oh Rip, sei così dolce! Susan è alta, con occhi azzurri e capelli scuri, leggermente mossi. »

« Mia Regina, temo che nemmeno i miei occhi da topo possano fendere questa oscurità. »

« Oh no. »

« Ascoltate tutti: adesso la cosa più importante è capire cosa sta avvenendo qui. Se noi per primi non lo capiamo non saremo in grado di aiutare nessuno, nemmeno Susan, d’accordo? »

« Caspian. »

« Peter. »

« E se fossimo morti? »

 

If there's no one beside you

When your soul embarks

 

 

Ancora non capisco come mai il dubbio non ci avesse sfiorato prima; forse solo lo shock ci impedì di pensare immediatamente al peggio. Tuttavia una volta che il dubbio fu espresso ad alta voce un silenzio imbarazzato e spaventato cadde tra tutti noi, costringendoci a pensare a qualcosa che contrastasse tale teoria. Non lo trovammo. Incorporeità, buio, solitudine. Tutto pareva essere così chiaro che in un primo istante provai solo un fortissimo imbarazzo: imbarazzo per non averci pensato prima.

Lucy iniziò a piangere qualche istante dopo; avrei pagato oro per poterla stringere a me, ma paradossalmente colui a cui riuscivo ad avvicinarmi di più era Caspian, che muto tremava. Sentivo la sua energia fremere, così come percepivo il cervello di Edmund lavorare alacremente. Non ricordo cosa provai in quel momento. Probabilmente solo molta confusione, perché nulla mi aveva preparato all’eventualità di una morte così dolorosamente priva di appigli. E cos’era dunque quel luogo? Paradiso o Inferno? In quel momento, nonostante i singulti agghiaccianti di mia sorella e il silenzio freddo di Edmund, tutto ciò che riuscii a pensare fu che probabilmente era davvero così: eravamo morti e la nostra dipartita ci aveva condotto in quel luogo. Ma perché Ripicì e Caspian erano con noi? Ancora non sapevo delle intenzioni di Aslan. E dopo aver inteso ciò che era successo, mesi dopo, capii di essere l’unico a ricordarsi di quel luogo oscuro.

 

 

« E Susan?! Peter, Susan sarà da sola e sarà spaventata! Non possiamo cercarla, per favore? »

« Oh Lucy, ti prego. »

« Non vi è venuto in mente che forse, se non è qui con noi, non è proprio in questo luogo? »

« Che intendi dire Ed? »

« Prendiamo per vera l’ipotesi che tutti noi siamo morti. Caspian lo è di sicuro, quindi assumiamo che valga anche per tutti noi. Se Susan non è qui, la cosa più corretta sarebbe pensare -»

« -che non sia morta! Ma certo! Stava prendendo il panino! »

« Il panino? »

« Non ricordate? Si è chinata su se stessa per prendermi il panino sotto il sedile. Forse… forse si è davvero salvata. »

« Ma allora noi… sul treno… »

« Oh Lucy, vedrai che troveremo il modo per uscirne. »

« Vostra Maestà, vi tirerò fuori di qui a costo di morire nel tentativo. »

« Qui? Che qui? »

« Ma siamo già morti. »

« Oh, Rip. Non ti preoccupare. Caro, dolce Rip! Non temere! »

 

 

Fu allora che la voce di Caspian mi giunse leggera all’orecchio, come una folata di vento. Ci eravamo segretamente ammirati durante quei terribili giorni d’agonia stretti tra la gente di Narnia, pronti per morire. Lui aveva amato Susan per la sua grazie e per la sue gentilezza; però aveva saggiato con gli occhi la compattezza dei miei muscoli, e questo lo ricordavo benissimo. Una litigata ci aveva divisi; tuttavia l’ammirazione reciproca ci aveva sospinto più vicini di prima.

 

 

« Peter. »

« Caspian! Ma… »

« Puoi sentirmi solo tu, credo. »

« Questo luogo non ha alcun senso. Non risponde ad alcuna legge fisica, naturale. »

« Sono contento di esser morto qui con te, Re Peter. Come sarebbe dovuto succedere anni fa. Migliaia di anni fa. »

« Per me sono stati appena secondi. »

« Così poco ci ha separato, nel tuo mondo? »

« A parte la consapevolezza di vivere in due universi distinti e paralleli? Sì Caspian. Solo attimi, se paragonati ai tuoi. »

« Pensavi mai che saresti morto così? »

« Su un treno? No. Ma non pensavo che sarei stato ucciso da un nemico, non più. Pensavo che non avrei più rivisto Narnia. »

« Vedevi la tua vecchiaia, dunque. »

« Sì, è così. »

« Io ho sempre creduto che gli dei e la natura di Narnia mi avrebbero voluto morto in combattimento, per segnare la nascita di una leggenda. E invece sono stato costretto ad assistere alla disfatta del mio corpo. »

« Tuttavia hai governato con saggezza; avresti preferito sprecare la tua vita per un unico gesto? »

« Non credo che Aslan me l’avrebbe permesso, no. Tuttavia a volte sento quasi una mancanza. »

« Una mancanza. »

« Sì. Però esser qui, a condividere questo strano empireo con te mi rende felice, quasi. »

« Sei strano, Caspian. »

« Mi piace l’idea di essere accomunato a te con la morte. Sai, solo nella morte noi re possiamo esser veramente noi stessi, con i nostri difetti. »

« La tua è stata una morte blasfema, tuttavia gentile. »

« I miei dei mi avrebbero voluto morto in battaglia. Aslan non l’ha permesso. Perché? »

« Allora sii blasfemo per i tuoi dei, Caspian. Ognuno deve essere se stesso, nella morte. L’hai detto tu stesso. »

« Peter… »

« Non importa Caspian, non importa. »

« Mi dispiace di non poter vedere il tuo viso. »

« … »

« E i tuoi occhi azzurri. Gli occhi più forti che io abbia mai visto. Persino più forti di quelli dei nani. »

« Io ricordo i tuoi occhi. »

« Io no. »

« Occhi così scuri da spaventare anche il demonio. »

« Credi che sia per questo che siamo qui, Peter? Bloccati a metà. »

« Non lo so. »

« Però stare qui non mi dispiace. Mi conforta la tua compattezza, sai? »

 

The time for sleep is now

 

 

 

 

 

L’istante dopo Aslan mi fissava. Gli occhi erano in fiamme, le gambe cedevoli.

Lucy e Edmund ricordavano solo il treno.

Ripicì balzò al mio fianco, con un inchino mi salutò.

Caspian, Caspian inconsapevole della sua morte blasfema e delle sue blasfeme parole, Caspian mi venne vicino.

E Aslan mi fissava, ancora.

Susan non c’era. Non ci sarebbe mai stata.

Odiai Aslan per un attimo.

Ci disse che eravamo morti.

Gli altri si spaventarono. Io già sapevo. Strinsi i denti.

Caspian mi guardava, inconsapevole della mia gelosia. Gli invidiai la sua morte blasfema, tuttavia gentile: la morte del mio corpo bruciava come l’Inferno, seppur voluta da un Dio. La morte dei miei sentimenti, poi, fu un battito di ciglia che Aslan stritolò tra le sue fauci.

Del corpo. Dei sentimenti: due morti non blasfeme; non furono pertanto gentili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salute a tutti! Questa fan fiction è nata dall’iniziativa “The Fandom Show” del Collection of Starlight. Questa volta m’è stato imposto di scrivere qualcosa con del fluff, del death’s Character, Song-Fic, Slash.

Lo Slash è molto leggero.

Confesserò una cosa: non trovo il mio terzo libro di Narnia, quindi onestamente non ricordo se Susan fosse sul treno o meno al momento dell’incidente. Nel caso, prendetela come licenza poetica.

Ovviamente la questione di essere parcheggiati in uno spazio siderale perché i tempi collimino l’ho completamente invetata. Out of the blue, sissignori. Ma l’idea ormai c’era e non volevo ignorarla.

Comunque sì, Lewis mi sta un po’ sulle scatole per la vicenda “Susan”; odio un poco anche Aslan, non so come mai.

La canzone è "I will follow you into the dark" dei Death Cab for Cuties.

Per Anle, la mia Sis. Non ho molto altro da dire che tu già non sappia.

   
 
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