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Autore: Inessa    17/03/2011    11 recensioni
Poi, a primavera, le rondini torneranno, è la legge della natura. Diversa è quella degli uomini.
Raccolta di quattro mini one-shot collegate tra loro ma autoconclusive.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Stagioni di guerra

 

Estate


 
 Ti lasci cadere a peso morto sul terreno, circondato dall’oro di un campo di grano maturo e quasi pronto alla mietitura. Allarghi le gambe e ti stendi con le braccia perpendicolari al corpo, beandoti dei raggi caldi del sole ad occhi chiusi. Pensi a quello che hai vissuto, alle persone che hai perso, all’abbraccio che hai dato a Gwen a Beltane, alla tua magia che durante quest’inverno non era che una semplice scintilla e che ora invece è tornata forte e vigorosa come i fuochi di maggio. Pensi alle rondini.
 
- Non mi hai detto niente di tutto questo, quando sono tornato quest’inverno.
 
La voce di Arthur ti raggiunge e non pensi più a nulla. Apri gli occhi. È seduto accanto a te tra le spighe, con le gambe incrociate. Ha ancora bisogno di tempo per tornare l’Arthur di sempre, anche se sai che tante cose non se ne andranno via con le stagioni. Stamattina ti ha buttato giù dal letto all’alba, perché oltre ai soldati non è concesso dormire, in battaglia. Sono passate ore e ormai il sole è alto nel cielo e lui sta leggendo gli appunti che hai scritto durante questi mesi in cui è stato lontano.
 
- Non avevi bisogno di sapere quanto fosse difficile per noi qui, - dici con calma, - Te ne saresti andato con un peso ancora più grande sulle spalle.
 
Si passa una mano sul viso, mette con cura i fogli per terra e si sdraia accanto a te, puntellandosi su un gomito per guardarti. Ti fissa col viso serio, come se avesse tante cose da dire e non sapesse da dove iniziare o non riuscisse a formulare le parole. Allora si esprime nell’unico modo che conoscete entrambi per trasmettervi le emozioni che vi squassano il petto. Si china e ti assale le labbra, col suo dolore, con la sua angoscia, con il suo sollievo e con sentimenti a cui non vuoi pensare, fino a quando non avete entrambi bisogno di aria. Appoggia la fronte alla tua e riprende fiato.
 
La tua mano destra è affondata tra i suoi capelli, lo accarezzi leggermente e poi lo fai sdraiare su di te, con la testa sul tuo petto e l’orecchio all’altezza del cuore. Senti il suo torace espandersi a contatto col tuo, ad ogni respiro, e chiudi di nuovo gli occhi, col sole estivo quasi troppo caldo sulla tua faccia. Da quando è tornato non fate che cercare il contatto con l’altro, ma sai che non può durare, perché lui è ancora il Principe e tu sei ancora il servitore e inter arma silent leges1, ma la fine della guerra ripristina tante leggi.
 
- Non mi hai nemmeno giurato amore oltre la morte, - ti fa notare con sarcasmo e tu sbuffi, dandogli un colpetto sulla spalla.
 
- Avevamo già appurato che non prendo ordini da Voi, - rispondi ridendo e passando ai pronomi formali.
 
- E se io passassi alle maniere forti? – chiede sollevandosi e guardandoti negli occhi.
 
Sollevi un sopracciglio scettico e lui ride, trascinandoti in una lotta scherzosa, fino a quando – ancora troppo presto per le tue normali capacità fisiche – non resti senza fiato e lui ti ingabbia sul terreno, con le mani alte sopra la testa.
 
- Ti arrendi? – domanda sorridendo sghembo.
 
- No, - dici imperterrito ridendo e ti colpisce quando lui improvvisamente si fa serio e ti accarezza il viso con lo sguardo.
 
- Oltre la morte, Merlin, - sussurra e tu sai cosa vuole dire.
 
- Oltre la morte, Arthur, - ribatti convinto senza spezzare il contatto visivo.
 
Si abbassa a darti un bacio sul collo, appena sopra la bandana, e poi si mette di nuovo a sedere, come qualche minuto fa, riprendendo in mano i tuoi pezzi di carta sporca.
 
- Li leggeresti per me? – chiede voltandosi appena.
 
- Ti affatica troppo l’attività intellettuale? – domandi a tua volta sorridendo, ma la serietà con cui ti risponde ti spiazza.
 
- Non c’ero quando li hai scritti. Non so cosa hai provato. Sul campo di battaglia è… diverso, - dice piano, osservando con insistenza le tue parole scritte ad inchiostro.
 
Ti sollevi accanto a lui e gli togli delicatamente i fogli dalle mani. Incroci le gambe ed inizi a leggere.
 
- Oggi, - ti sale un groppo in gola quando i tuoi occhi scorrono le tue stesse parole e prendi un lungo respiro prima di continuare, - Gaius ha detto che non possiamo più permetterci di sprecare olio per le lampade. Dopo il tramonto resteremo al buio e le giornate sono ancora brevi. Gaius è così debole, fa fatica anche a camminare, - due lacrime ti rigano le guance, - Al mattino mi alzo sempre col terrore che quello sarà il giorno in cui non risponderà quando lo chiamerò.
 
Il tuo capo guerriero si sdraia abbandonando la testa sulle tue gambe incrociate, ti prende una mano e se la porta alle labbra.
 
- Non devi continuare per forza, - sussurra e il suo fiato tra le tue dita ti fa venire i brividi.
 
- No, voglio farlo, - rispondi con un filo di voce, anche se hai gli occhi offuscati dalle lacrime. Te lo ha chiesto lui e tu non vuoi negarglielo. Quando il suo sapore è così vivo sulla tua bocca,  niente può più essere così terribile.
 
La tua voce rotta e irregolare riempie l’aria. Accarezzi i capelli di Arthur, il suo viso, le sue labbra, senza abbandonarlo mai, e le tue lacrime raggiungono i suoi zigomi, quando ogni tanto ti asciughi il viso con una mano e poi la riabbassi su di lui.
 
Il tempo langue ancora nel passato, in mezzo al vostro campo dorato, tra le stagioni che sono state, ma la vita al di fuori scorre già normalmente, incurante e quasi dimentica. E la città tenta di ricominciare a respirare.
 
È la legge della natura.

Fine.

 

1 In originale, Inter arma enim silent leges (tacciono infatti le leggi tra le armi), M. T. Cicerone, Oratio Pro Tito Annio Milone. Dubito che Merlin potesse conoscerlo, però è una frase che è entrata a far parte del linguaggio comune, anche se con qualche sfumatura (in russo si dice che "quando parlano i cannoni tacciono le muse"), quindi non è paradossale che potesse essere diffuso come proverbio.

 

 

Izu parla dei fatti suoi: Eccoci alla fine. Questa stagione conclusiva mi soddisfa, almeno a livello d'immagine, non so se sarete d'accordo. Questo era il progetto (parolone, dato che sono a stento cinquemila parole in tutto) che mi è venuto in mente mentre scrivevo la tesi. Notare che ho passato due anni senza scrivere una parola, poi ho iniziato a lavorare alla tesi e, soprattutto in fase di stesura, ho tirato fuori nove one-shot e due raccolte e qualcuno mi fermi altrimenti potrei andare avanti all'infinito. O quasi, dato che io da qui a due settimane devo laurearmi e cambiare quasi continente e nonvenefreganientelosoperdono. Nessuno di voi che senta l'irrefrenabile voglia di fare un salto in quel del moscovita nei prossimi mesi e voglia discutere di Arlin su piazza Rossa, vero? ç_ç Okay, okay.

Smetto di cianciare e passo a ringraziare ancora _ichigo_85, per aver letto tutto in anteprima e avermi dedicato tante belle parole ç_ç (io spero che vada meglio rispetto alla prima stesura, ma non lo so, non lo so), chibimayu, kagchan, Lady Antares Degona Lienan (una cosa più semplice da imparare a memoria no, eh? XD) ed Emrys___ per avermi lasciato un parere e anche a chi ha seguito, preferito, ricordato *manda cuoricini* ♥


Edit dell'una e tredici minuti di notte: Sento il bisogno di aggiungere una nota, tanto per rovinare l'atmosfera. Il tuo capo guerriero è un omaggio a una canzone dei Pooh, Tempi migliori, perché ormai ho deciso che anche loro parlano di Arlin *annuisce convinta*

   
 
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