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Autore: Sashy    17/03/2011    8 recensioni
Lui aveva sorriso, aveva detto che andava tutto bene e che gli dava ragione. Ma addirittura Blaine si era accorto che stava dicendo stronzate ed era sul punto di piangere.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dunque dunque dunque, cosa intendo con "Fanfiction Kurtofsky per le Klainers?"
Vi spiego dal principio: ho letto dei pensieri di più di una Klainer, secondo cui il bacio di Karofsky è stato molto meno "vero e passionale" di quello di Blaine.
Questa è la mia risposta al loro pensiero.
Ovviamente, se tutti recensissero, magari dicendomi cosa ne pensano, ne sarei grata. Ma tanto lo so che da domani ci sarà la febbre delle fanfic Klaine, quindi non mi aspetto assai D:
Buona lettura! E spero che percepiate il messaggio.

-


Quella mattina Kurt Hummel piangeva lacrime amare.

 

Da quando era tornato al McKinley –non poteva pagare più la retta della Dalton, ormai– lui e Blaine si vedevano sempre di meno, non cantavano più duetti organizzati e, ultimamente, il Warbler sembrava essere sempre meno interessato a Kurt. Rispondeva un po’ in ritardo agli sms, i loro appuntamenti diventavano miseri, lui sembrava sempre più assente.

 

Quindi Kurt se lo doveva immaginare quello che sarebbe accaduto: forse il suo cuore non si sarebbe frantumato così tanto all’udire quelle parole.

 

Kurt, io credo che non funzioni più come prima. Dovremmo…fare una pausa, rifletterci sopra.

 

Lui aveva sorriso, aveva detto che andava tutto bene e che gli dava ragione. Ma addirittura Blaine si era accorto che stava dicendo stronzate ed era sul punto di piangere.

 

Scappò via. La sera si fece una scorpacciata di gelato, mentre “I will always love you” rimbombava nella sua camera a tutto volume.

 

Blaine, da parte sua, si sentiva uno straccio per aver trattato Kurt così. Lui lo amava, non avrebbe mai voluto vederlo piangere. Ma non sarebbe stato giusto, al contempo, ingannarlo e nascondergli la verità: il loro rapporto era basato sull’assoluta sincerità, e la bugia avrebbe fatto ancora più male.

 

Quindi, fu un Kurt piuttosto triste quello che si aggirava per i corridoi, per di più preoccupato di nuovo per gli atti di bullismo che avrebbe ricevuto. Non aveva ancora risolto la faccenda con Karofsky e gli tremavano le ginocchia al pensiero. Gli avrebbe potuto far veramente del male.

Ed era stufo di tutto quel dolore.

 

Quello che Kurt pensa avviene. Non appena il bullo lo beccò, lo trascinò negli spogliatoi –ed era una coincidenza orribile– con violenza e scontrosità.

 

“Tu!” iniziò ad urlare, le sue mani strette contro la maglia di Hummel, per spingerlo contro gli armadietti “Tu, frocio del cazzo, mi stavi quasi facendo espellere!”

“NO! Aiuto! Lasciami andare Karofsky! Aiuto!”

Karofsky allentò la presa, probabilmente rendendosi conto, per una volta, di come quello che stava facendo sarebbe solo andato a suo svantaggio.

“Dimmi perché adesso non dovrei ammazzarti di botte, Hummel.”

“Perché non ho parlato del bacio” –shh!– “non c’è nessuno, Karofsky.”

“Cazzo me ne fotte di quello! Se non fosse stato per le conoscenze che papà ha nel consiglio scolastico io non starei più qui!”

“E sarebbe stato molto meglio per me! Non sarei stato costretto a trasferirmi per colpa tua! Per colpa del tuo bullismo!”

 

Karofsky abbassò lo sguardo. Kurt aveva notato che lo faceva quando si vergognava: dopo aver spinto Blaine contro la ringhiera, nella conversazione con Sue in presidenza, ma, soprattutto, quando  aveva detto ‘hai detto a qualcuno del fatto che tu…mi hai baciato?’

 

“Ti prego, lasciami in pace. Prometto che non lo dirò a nessuno, ma lasciami-in-pace. Oggi non è giornata.” Kurt non lo diceva con la minima cattiveria, solo con la paura ed il disgusto. Aveva passato un inferno per lui, solo perché lui non lo accettava così come era. Karofsky rialzò lo sguardo.

 

“Che è successo? Il tuo ragazzo ti ha piantato ora che te ne sei andato da Fairyland?”

 

Il soprano sentì il suo cuore preso, stritolato e girato. Aveva detto una cosa assai offensiva, ma la cosa peggiore era che non c’era falsità.

 

“Sì. Sei contento? Ho perso l’unico ragazzo che diceva di amarmi, fra tutti quelli a cui sono andato dietro. E credo proprio sia per colpa mia. Però non ti do il permesso di tormentarmi, stuprarmi e baciarmi quanto ti pare, anche se tanto non avrò più niente dall’unica persona che lo vorrei.” Aveva i lacrimoni.

 

Karofsky si arrabbiò solo di più.

 

“Senti, non me ne fotte niente dei tuoi problemi, e non mi piacciono queste battute. D’ora in poi vedi di tenere la bocca chiusa, Hummel. Dì solo una parola e ti ammazz...e mi arrabbio seriamente. E cerca di evitare la mia faccia, d’ora in poi, insieme a quella tua voce canterina del cazzo.” Detto così, se ne andò. Karofsky aveva un debole per le uscite drammatiche e/o piene di suspance.

 

Kurt non si godette neanche un momento di quella tranquillità, perché, grazie alle parole di Karofsky, aveva avuto un lampo di genio.

 

*

 

“Grazie, Warblers, per il tempo che mi state dedicando”
”Figurati, Kurt. Ci mancherai.” Disse Wes.

 

Kurt si girò verso il gruppo, intento a fissarlo, Blaine compreso.

 

“Questo è un piccolo regalo per voi: vorrei ringraziarvi per tutti i bellissimi momenti passati assieme. Mi avete insegnato un sacco, mi avete mostrato la vostra solidarietà, e ve ne sarò sempre grato.”

 

Blaine lo guardava incuriosito e, si potrebbe dire, desideroso. Non era ancora finita, d’altronde. Non era mai finita.

 

“Questa canzone è…un piccolo omaggio ai miei Usignoli preferiti” si girò verso l’amato, “soprattutto Blaine”, i ragazzi risero, “Spero vi piaccia.”

 

Kurt mise la musica.

 

Si parte.

 

I can fly,

but I want his wings.

I can shine even in the darkness,

but I crave the light that he brings

revel in the songs that he sings.

My angel Gabriel.

 

Blaine rimase paralizzato, con la bocca spalancata. Kurt era stupendo. Non c’era opera di Shakespeare, poesia di Dante, che avrebbe potuto esprimere quel che Blaine provava nel vedere il suo innocente fanciullo cantare, con quei bellissimi occhi blu e profondi, ed una pelle perfetta, e delle labbra così rosee. Kurt brillava di luce propria mentre cantava.

 

Finita la canzone, tutti i Warblers applaudirono, commossi, ed andarono ad abbracciare Kurt, fin troppo sorpreso per la strana reazione. Tuttavia, quando fu Blaine ad abbracciarlo –e oh, se aveva capito che tipo d’abbraccio era!–, si sentì il ragazzo più felice del mondo.

 

*

 

“Hey.” Blaine attirò l’attenzione di Kurt, che si stava dirigendo in macchina per tornare al McKinley.

“Ciao, Blaine” rispose Kurt, sorridendo, speranzoso, tuttavia sicuro di quello che sarebbe accaduto.

“Sei stato grandioso prima.” Blaine sorrise in maniera impacciata.

“Grazie.”

Blaine si avvicinò ancora di più. “Ascolta, Kurt…io…”

“Sei perdonato, tranquillo.” Sorrise ancora di più.

“No, lasciami finire” rispose, e gli prese la mano “Io Ti Amo, sul serio. Lo sai, sei la persona che cercavo da una vita, la mia anima gemella. Mi dispiace tantissimo per averti fatto soffrire, Kurt. Non ho dubitato neanche di un istante quello che provavo e provo per te, ma pensavo che una pausa, dopo un po’ di difficoltà, fosse utile. Ma non ne ho bisogno, io Ti Amo.”

Detto ciò, Blaine lo baciò. Rimasero entrambi in quella posizione, per un tempo indefinito, pronti a ricominciare daccapo il loro amore.

 

*

 

Kurt quasi prese un infarto quando vide Karofsky chiudere il suo armadietto.

 

“Karofsky!” il ragazzone balzò “cosa diamine stai facendo?! Che hai messo nel mio armadietto?!”

“Niente, niente!” Rispose Dave, impacciato.

“Spostati, prima che chiami il preside e ti faccia cacciare veramente nei guai!” Eh sì, anche lui sarebbe partito con le minacce, d’ora in poi.

“Ma non stavo facendo niente, lo giuro” Karofsky appoggiò il gomito all’armadietto. Kurt si stava irritando sempre di più: “Com’è finita col tuo ragazzo?”

Oh, dio.

“Non sono affari tuoi! Vattene!”

“Dimmelo e me ne andrò.”

Kurt arricciò il naso “Benissimo. Lui adesso è perdutamente innamorato di me”

“Capirai, io lo sono da due anni.” Bisbigliò fra sé e sé.

“Cosa?” chiese Kurt.  Era serio, non aveva sentito bene.

“Ci vediamo in giro, checca.” Il bullo spinse Kurt contro il suo stesso armadietto e se ne andò.

Kurt, frustrato e triste, aprì l’armadietto per vedere la foto di Blaine e la scritta Courage. Il suo cuore si sciolse immediatamente alla vista delle due immagini, ma subito dopo notò qualcosa fuori posto. O meglio, qualcosa ritornato al suo posto.

Prese in mano le statuette degli sposini. Dave glieli aveva rimessi nell’armadietto. Vide un foglietto attaccato alla schiena dei due.

 

“Non ti ama chi te lo dice, ma chi ti guarda e tace.”

*

 

Erano passati poco più di due mesi. Quell’altra mattina Kurt Hummel piangeva lacrime amare.

  
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