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Autore: TheDarkSkull    17/03/2011    1 recensioni
La storia di Morzan, primo e ultimo dei Rinnegati. Com'è cominciato tutto? E perchè è andato a finire così? Dal Capitolo 1:
L’uovo, però, cominciò a tremare e, in meno di un minuto, ne uscì fuori un cucciolo di drago rosso. Il cuore di Morzan batteva a mille. Non sapeva come comportarsi, che cosa dire, dove andare. Il cucciolo gli si avvicinò e gli sfiorò la mano, scatenando un’energia tale da far cadere il robusto ragazzino a terra.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La folla era esterrefatta. Nessuno avrebbe notato l’aspetto di Morzan, è vero, se avesse semplicemente toccato senza successo l’uovo, ma l’uovo si era schiuso e, a quel punto, avevano notato eccome il ragazzino.
Aveva i capelli neri come le penne del corvo, lunghi, mossi e, soprattutto, sudici, così come il resto del corpo. I piedi nudi erano sporchi di terra, con le unghie lunghe e nere. I vestiti che indossava erano degli stracci rattoppati che gli coprivano le parti intime, le gambe fino al ginocchio e il torace. Sulle parti scoperte si vedevano tagli, graffi e croste non medicati né lavati, e numerose cicatrici. Gli occhi, uno azzurro e uno nero, rendevano quel povero ragazzo anche inquietante. Di statura era robusto e, se fosse stato vestito dignitosamente, sarebbe sicuramente stato un bellissimo ragazzino, ma l’aspetto così com’era non risultava gradevole.
Presto uomini e donne cominciarono a borbottare fra loro, per poi esprimere ad alta voce la loro opinione, di certo non positiva.
Morzan, in un primo momento, non si accorse nemmeno di chi gli stava intorno: sentì una presenza nella mente e capì che doveva trattarsi del piccolo drago rosso che l’aveva scelto come Cavaliere. Lo prese in braccio e si sentì, per la prima volta nella sua vita, scelto da qualcuno. Per una volta, si sentì speciale, si sentì al di sopra degli altri, si sentì amato.  L’istinto maturato in tanti anni di furti, però, lo riportò presto alla realtà.
Si rese conto che i nobili e i borghesi della città lo disprezzavano profondamente, provavano disgusto nei suoi confronti e, soprattutto,  invidiavano la sua nuova posizione.
Un elfo si avvicinò a lui, facendo cenno alla folla di fare silenzio; la folla tacque, curiosa di sentire parlare il nuovo Cavaliere, e l’elfo si presentò.
“Caro ragazzo, sei il benvenuto tra i Cavalieri. Io sono Allòn e mi occupo di accogliere i nuovi arrivati. Qual è il tuo nome?”
Morzan lo squadrò un momento. Era snello, con i capelli corvini lunghi fino a metà schiena raccolti in una treccia ed era più bello di qualsiasi umano avesse mai visto. Nonostante ciò, le sue parole suonarono fredde e rituali: i Cavalieri elfi non amavano particolarmente i Cavalieri umani, per non parlare degli umani di umili origini!
“Io…” cominciò Morzan, “…mi-mi chiamo Morzan.” Non sapeva bene come comportarsi, perciò gli tese la mano cercando di non badare a nient’altro.
Il Cavaliere guardò la mano sudicia e gli fece un cenno di piacere, ma non sfiorò neppure il giovane. Questi capì subito che, in fondo, l’elfo la pensava come la folla ma, nella sua posizione, aveva l’obbligo di essere gentile. Gli rivolse un mezzo sorriso, che assomigliava di più a una smorfia di dolore.
 
Il resto della giornata passò senza che Morzan, un po’ travolto dall’emozione, un po’ offeso per come lo trattavano tutti quelli che lo incontravano, se ne rendesse conto fino in fondo. Di sera si ritrovò in una stanza all’interno del Palazzo Dei Cavalieri, vestito con una tunica rossa di semplice stoffa, sdraiato su un letto simile a una brandina che gli parve essere il letto più comodo del mondo – prima, non aveva mai dormito su un letto. Accanto a lui, riposava il piccolo drago.
Dovrò dargli un nome…Ma quale? Ah, che castigo farmi scegliere un nome! Non so né leggere né scrivere, come posso sapere un nome adatto a un drago?
 Nella sua testa, sentì una vocina inaspettata.
Castigo…
Guardò il cucciolo rosso e si rese conto che era stato proprio lui a parlare!
Castigo, eh? Ti piace? Non è un nome, però, mi dispiace!
Ma il cucciolo scosse la testolina e di nuovo disse il nome che desiderava, quello strano vocabolo che Morzan aveva detto quasi casualmente.
Il Cavaliere, rassegnato ma anche intenerito, sospirò. “E sia. Il tuo nome è Castigo, ora”
Nella sua testa sentì la risposta.
Castigo…e Morzan.
  
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