Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: KuraCchan    17/03/2011    3 recensioni
"Tutti pronti sugli attenti, partono i fanti, colorati con le giacche blu.
Quelli nella nebbia hanno una bandiera verde, ricorda che la nostra tre colori ha."
Tricarico -Tre colori.
-----------------------------------------------
-"Veneziano, Romano. Datevi la mano..."-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Francia/Francis Bonnefoy, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tre Colori.

Marzo 1861

"Tutti pronti sugli attenti, partono i fanti, colorati con le giacche blu.
Quelli nella nebbia hanno una bandiera verde, ricorda che la nostra tre colori ha."

Tricarico -Tre colori.

1866.
-"Veneziano, Romano. Datevi la mano..."- Gli occhi scarlatti di Gilbert li guardavano: quei due piccoli, impauriti, sembravano così indifesi, e lo erano. In parte, in gran parte.
I due Italiani si tenevano stretti per mano, tenendo la testa bassa innanzi al prussiano che li guardava con una specie di ghigno stampato in volto. Sapeva di potere vincere, soprattutto contro l'austriaco. Ed invece il piccolo Veneziano era sfinito, camminava appena, sorretto, in maniera goffa dal piccolo Romano, che non ci riusciva, sfinito pure lui.
Soffrivano, soffrivano entrambi i due piccoli ragazzi.
Gilbert li guardava, avrebbero accettato di fare la qualunque, in quel momento. Quanto avrebbe voluto, in quel momento, approfittarsene soltanto lui lo poteva concepire, ma si trattenne, per fortuna dei due Italiani.

L'albino aveva altro da fare, quell'austriaco era il suo scopo. Sconfiggerlo, sconfiggerlo, sconfiggerlo. Era come prendere due piccioni con una fava, sotto sotto, spinto da un moto di benevolenza, il prussiano voleva aiutare i piccoli Veneziano e Romano, soprattutto il primo, che era ancora prigioniero di Rodriech.
Ed ancora meglio, sottrarre il bottino di guerra a chi gli aveva sottratto ciò che più amava.

-------------------------------------

Gli occhi ametista di quell'uomo sembravano bruciare d'eccitazione. Il piccolo feliciano, inerme sotto di lui. Era il suo bottino di guerra, la sua ricompensa. Forse quell'espressione così mefistofelica non era mai comparsa nel volto sempre velato di rosso dell'austriaco, eppure, forse Feliciano in quel momento, era una delle cose che più bramava, ed a poco a poco gli veniva tolto.
A poco a poco perdeva il suo controllo.

-"Veneziano..."-
Lo scarlatto degli occhi dell'albino guardavano il violinista. Inginocchiato innanzi a lui, sudato in volto.
Gilbert lo obbligava a guardarlo dal basso verso l'alto, ghignando, la mancina dell'albino ferma sul mento dell'austriaco, obbligandolo a compiere i movimenti lui e soltanto lui voleva facesse. La cighia della cintura cadde a terra con un tintinnare sordo, la zip del pantalone discese, lenta. Gilbert lo guardava, i capelli appiccicati al volto dal sudore, quegli occhi che l'albino non aveva mai visto e lo guardò con quegli occhi cremisi ricolmi di quell'aria di sufficenza che usava mettersi, quando vinceva. Ghignante, allentò la presa al mento dell'altro. I pantaloni scendettero a terra. -"Questa battaglia l'ho vinta io. Fa quello nel quale sei più bravo, Austria."-

-------------------------------------

Settembre.
Che gli eserciti fossero schierati e pronti ad uccidersi a vicenda, era cosa oramai nota, ma in quel momento trattare era la cosa più conveniente.

Gli occhi acquosi di Francia guardavano il piccolo Feliciano. Con un movimento che espremeva tutta la vanità di quella nazione, Bonnefoy si scostò una ciocca di capelli dorati, guardando con sufficenza Veneziano teneva la mano stretta sulla spalla del fratello più grande: -"Mon petit Venezianò, dovresti impegnartì a defendér il tuo picolo fratelo. La cristianitè deve essere difesa!"- Lo guardava, Francis, tenendo sempre sotto controllo il fratello maggiore del Padano, stringendo la sua mano intorno al polso dell'italiano sempre più forte.
-"E' mio fratello, Francis. Lo difenderei ad ogni costo."- Feliciano tremava appena, ritrovarsi la potenza francese e parlarsi così, a quattrocchi lo metteva in soggezione, ma Lovino era suo; era suo fratello.

E lo voleva indietro.
La firma era stata messa, il Nord Italia aveva accettato, e Francis aggiunse, ghignante, parole che misero alle strette Veneziano: uno sguardo d'odio si disperse nei suoi occhi.
-"Devi proteggerlo dagli altri. Ma è sempre mio..."-

-------------------------------------

1870.
Quanto poteva odiare Francis in quel periodo non lo si poteva immaginare.
E quanto l'amava adesso, che sofferente, giaceva su un letto d'ospedale.
Non sperava morisse, no di certo, non era nel suo stile ed odiava sperare la morte della gente; ma se fosse sata un'altra persona l'avrebbe pensato, ed avrebbe riso pure.
Sorrise, innocente. Camminando verso la sua meta. Lì Lovino, stanco, sudato, sofferente.
Gli tese la mano.
-"Vieni qui, fratello mio."-


-------------------------------------

2011.
Ed è adesso, da centocinquant'anni si tengono per mano, litigando, facendo pace, ma amandosi così come sono.



------------------------------------------------------------------------------------
Commento dell'autrice.
Beh, una piccola one-shot, alquanto stupida e probabilmente anacronistica, è stata sfornata oggi in questo giorno che celebra la nostra italia, che se non fosse per certa gente, amerei ancora di più.

Detto questo, spero vi piaccia, commentate e recensite.
Besitos! 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: KuraCchan