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Autore: _BlueLady_    18/03/2011    7 recensioni
Raccolta di one-shot inerenti a Twin Princess.
Personaggi: dei più disparati (prevalentemente Blue Moon)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rein, Shade
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve, popolo di Twin Princess!
Non mi conoscete probabilmente, sono una scrittrice nuova di zecca, ma forse non per tutte... difatti ho già postato alcune fan fiction nel forum dedicato alla coppia ReinxShade, di cui so di per certo che fanno parte alcune autrici presenti anche qui (sono io ragazze, ieia_babyblue, la vostra Vale! *__*)
Ebbene si, sono una Blue Moon, e sono venuta qui per rendere onore alla coppia! muahahahah!
Qui ho deciso che pubblicherò la mia collezione di One-shot dedicate al Blue Moon, ma non solo al Blue Moon.
Dunque, non mi protraggo oltre perchè penso di avervi annoiate già abbastanza, vi auguro solamente una buona lettura, se avrete voglia di recensire le mie storie non potrà fare altro che farmi piacere (criticate, criticate che fa sempre bene! xD)
Vi lascio alla lettura <3


 

Dieci passi 
 

Dieci passi.

Sarebbero bastati dieci semplici passi per raggiungere la riva del mare e poter sfiorare con la punta del piede le onde che si infrangevano sulla sabbia.
Una distanza insignificante per chiunque, ma non per lei.
 
“ Avanti, Rein, non è difficile, basta mettere un piede davanti all’altro, così ” diceva la madre, tendendole le braccia con fare incoraggiante.
 
Un piede davanti all’altro, già.
Sembrava tutto tremendamente semplice, eppure…
 
La piccola bambina dai capelli turchini osservava la donna sgranando i suoi occhioni azzurri con fare interrogativo e spaurito, mentre protendeva una manina verso di lei, e con l’altra si teneva saldamente aggrappata al divano.
“ Coraggio ”  la chiamava  la madre, sorridendole “ vieni da me ” 
 
“Vieni da me ” sembrava chiamarla il mare.
Da quanto non provava più la piacevole sensazione di sentirsi accarezzata dall’acqua, sentendo la sua pelle rabbrividire a quel freddo contatto…
La ragazza afferrò saldamente i braccioli della carrozzina sulla quale era seduta, alzandosi faticosamente in piedi, la fronte imperlata di sudore.
Ogni più piccolo gesto, anche il più semplice sembrava un’impresa impossibile da compiere.
Ma, nonostante la fatica, non si sarebbe data per vinta, non così facilmente.
La sua pelle era troppo desiderosa di assaporare il gelido bacio con l’acqua salata, i suoi occhi troppo avidi di confondersi con l’azzurro dei suoi fondali.
Se ne stava in piedi, ansimando faticosamente e osservando la sottile linea dell’orizzonte che divideva il cielo dal mare, l’aria dall’acqua. Sgranò i suoi occhioni azzurri con fare deciso e spaurito al tempo stesso.
 “Coraggio, Rein ” la chiamavano nuovamente le onde “ vieni da noi ”
 
Al suono di quelle magiche parole, la bimba lasciava il divano al quale era aggrappata e si dirigeva verso la madre, barcollando.
 
Quelle parole avevano quasi un effetto ipnotico su di lei.
Improvvisamente, la ragazza lasciò i braccioli della carrozzina alla quale era aggrappata, dirigendosi barcollante verso quell’enorme distesa d’acqua che esercitava su di lei così tanto fascino.
 
“ Uno, due, tre…” contava la madre.
 
- Uno, due, tre…- contava la ragazza sottovoce, muovendosi.
 
“ quattro, cinque… otto…dieci!”
 
- quattro, cinque….-
 
Ed ecco che la piccola perdeva l’equilibrio, venendo afferrata prontamente dalla madre.
“ Dieci!” diceva quella “ Dieci passi, Rein, brava! E tutto da sola!” e le schioccava un bacio sulla guancia. 
 
La ragazza si accasciò a terra, stremata e ansimante.
La fatica era stata troppa, le sue gambe non avevano retto.
Osservò con delusione le onde di fronte a lei:- Cinque - sussurrò amareggiata - Cinque passi e le avrei raggiunte da sola…-
 

¤¤¤¤¤¤
 

Seduta sulla carrozzina, osservava la sorella ridere mentre giocava a palla con il suo ragazzo, scuotendo i suoi buffi codini al vento:- Uno, due, tre…- contava, mentre la palla passava dalle sue mani a quelle del ragazzo biondo.
- Dieci - sussurrò lei, mentre la risata dei due si espandeva nell’aria.
- Dieci cosa?- le chiese il ragazzo dagli occhi blu alla sua sinistra. Lei si voltò prontamente nella sua direzione:- Dieci passi per raggiungere la riva del mare - disse, sorridendogli languidamente.
Lui la guardò mentre si voltava nuovamente ad osservare i due che giocavano – Sai cosa mi manca più di tutto da quando non posso più camminare, Shade?- disse, mentre i suoi occhi cercavano l’orizzonte – Poter nuotare tra le onde, lasciare che mi cullino e mi trascinino via -
Lo sguardo del ragazzo si spostò da lei all’orizzonte, dove candide nuvole sfioravano la superficie dell’acqua. Sorrise.
Poi si alzò dalla sdraio sulla quale era seduto.
- Shade, che stai facendo?!- esclamò lei, ritrovandosi improvvisamente sollevata dalla carrozzina, tra le braccia di lui.
- Visto che le tue gambe non ti ci possono portare…- diceva lui, portandola in braccio fino alla riva del mare - ti ci porteranno le mie -
 
Uno, due…cinque… Dieci passi.
 
Le onde erano così vicine da poterle quasi sfiorare con un dito.
Lui le prese una mano, guidandola verso la schiuma bianca che si era formata ai loro piedi.
- Le senti le onde, Rein?- le chiese.
- S-si - balbettò dalle sue braccia.
- Ti piacerebbe lasciarti carezzare da loro?- domandò, mentre si addentrava in acqua.
- NO!- urlò lei, puntando le mani sul suo petto nel tentativo di fermarlo.
Troppo tardi.
 
Altri cinque…otto…dieci passi.
 
Si ritrovò con l’acqua che le arrivava al petto.
- Shade riportami indietro, per favore…- lo pregò.
- Neanche per sogno!- esclamò lui – Hai detto che volevi nuotare, giusto?-
Lei lo guardò negli occhi, mentre sentiva la paura pervaderle il corpo.
Troppo tempo era passato dall’ultima volta, troppo. Ormai neanche si ricordava come si facesse.
E, nelle sue condizioni, come poteva pretendere di riuscirci?
Attorcigliò le braccia attorno al collo del ragazzo, stringendosi a lui:- Non lasciarmi - lo pregò, terrorizzata.
- Non lo farò- rispose lui.
- Shade…-
- Ti ho detto che non lo farò- ripeté lui.
- Promesso?- chiese lei, timorosa.
- Promesso-
E mentre diceva ciò, scioglieva le braccia da sotto le gambe di lei, portandole dietro la testa.
- Cosa è stato?- chiese lei, sbiancando quando vide le sue gambe galleggiare dietro di sé.
Lui ridacchiò – Shade!- sbraitò lei in un tono misto a rabbia e terrore – Avevi promesso!-
- Ssshh - la zittì lui, sciogliendo le mani di lei dal collo – Shade…- disse lei, terrorizzata – Tranquilla - rispose lui - ti fidi di me?- le chiese.
- Come?-
- Ti fidi di me?- ripeté lui, incontrando i suoi occhi. Intrecciò le sue mani a quelle di lei:- Chiudi gli occhi - le disse - chiudi gli occhi e lascia che io ti guidi - e le abbassò le palpebre, sfiorandole con le dita.
 
L’acqua gelida le sfiorava il corpo, l’odore di sale le penetrava fin nei polmoni.
Ondeggiava, cullata dalle onde, qualche spruzzo che le bagnava la faccia.
Quanto le era mancata quella sensazione, quanto tempo aveva aspettato prima di poter avvertire di nuovo il contatto della sua pelle con l’acqua, sentirsi parte di essa…
Le onde la spingevano in su e in giù, guidando il suo corpo E le sue gambe.
 
“ La cosa che mi manca più di tutte? Lasciare che le onde mi cullino e mi portino via ”
 
- Rein, apri gli occhi: guarda -
Fece come lui le aveva detto.
Sentì il panico pervaderle il corpo non appena realizzò.
- Shade!- urlò al ragazzo che le aveva lasciato le mani ed era leggermente distante da lei.
 
Come ci sono arrivata fin qui?
 
Shade, vienimi a prendere! Ho paura!-
 
Hai fatto tutto da sola, Rein.
 
- Per quale motivo? Sei arrivata fin lì da sola e adesso non sai più tornare indietro?-
 
Impossibile…
 
- Ma è impossibile!-
- Impossibile, dici? Eppure io ti ho vista con i miei occhi!-
- Mi prendi in giro?-
- Per niente -
 
Non posso credere di aver nuotato, non può essere…
“ Eppure è così: hai mosso le gambe dieci volte, lasciandoti cullare dalle onde ”
 
- Dieci?-
- Dieci passi, l’hai detto tu- disse lui, portandola fuori dall’acqua - Ora devi arrivare da sola fino alla carrozzina -
- No, non posso farlo-
- Per quale motivo?-
- Non ce la faccio -
- Non ce la fai?! Sciocchezze!-
- Shade!- urlò lei, protendendo il braccio verso di lui che si stava dirigendo da solo verso la carrozzina, l’altra mano aggrappata allo scoglio lì vicino.
- Puoi farcela, Rein! Sono solo dieci passi!- le urlava lui da lontano – E’ facile quasi quanto nuotare -
 
Facile quasi quanto nuotare.
“ Sei arrivata fin lì da sola, e adesso non sai più tornare indietro?”
“ Avanti, Rein, non è difficile, basta mettere un piede davanti all’altro ”
Dieci
“Dieci cosa?”
Dieci passi per raggiungere la riva del mare.
“Puoi farcela, Rein.”
 
- Posso farcela - sussurrò tra sé e sé – E’ facile quasi quanto nuotare -
E mollò la presa dallo scoglio.
 
“ Coraggio, vieni da me”
 
- Avanti, Rein! Vieni da me!-
Mosse un piede in avanti:- Uno…- sussurrò, barcollando.
 
“ Uno, due, tre…”
 
- quattro….- contava lui, incitandola sempre di più.
- quattro…- ripeté lei, ansimando per la fatica.
Un altro piede avanti.
- cinque - dissero in coro lei e lui.
Ormai sentiva le forze venirle meno, le gambe le tremavano….
- Non fermarti, Rein! Ci sei quasi!-
- Non ce la faccio…- disse in un sussurro, soffocando le parole in enormi sospiri.
 
“ Non ce la fai!? Sciocchezze!”
“ Sono solo dieci passi: uno, due, tre, quattro, cinque…”
“ Cinque... ancora cinque passi, e le avrei raggiunte…”
 
Fissò determinata la carrozzina di fronte a lei:- Ancora cinque passi - si disse, e mise avanti un altro piede - sei…-
 
“ Sette...”
 
- otto…- mormorava, ormai allo stremo delle forze.
 
“ Nove…”
 
Due braccia la afferrarono appena in tempo, evitandole una brutta caduta.
Lei tremava e ansimava, la fronte imperlata di sudore e le guance rosse per l’enorme sforzo appena compiuto….
- Dieci - le sussurrò all’orecchio il ragazzo mentre la stringeva a sé.
 
“ Dieci passi, Rein, brava! E tutto da sola!”
 
- Ce l’hai fatta, Rein, hai visto?-
- Ce l’ho fatta…- sussurrò lei, guardandolo negli occhi – Ce l’ho fatta!- urlò, abbracciandolo, le lacrime agli occhi dalla felicità.
- Io ne ero sicuro - disse lui, sorridendole.
- Shade…- sussurrò lei tra le lacrime.
 
La madre diede un piccolo buffetto sul nasino alla bimba che rideva contenta.
“ Imparerai presto a camminare, Rein ” le disse.
 
Il ragazzo diede un tenero bacio sulla fronte della ragazza che piangeva dalla gioia, stringendola forte a sé: - Tornerai presto a camminare, Rein. Te lo prometto - sussurrò.

 
  
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