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Autore: SilverAngel    20/01/2006    2 recensioni
Nabiki nasconde un oscuro segreto, tenuto nascosto per quattro lunghi anni. Il passato la perseguita come un ombra celata nel buio dietro di lei, che la osserva, la spaventa. E' il suo senso di colpa a prendere forma come punizione per i suoi peccati? O è davvero qualcuno che cerca le risposte a ciò che accadde quattro anni prima in casa Tendo? Scoprirete che tutte le leggende nascondono un fondo di verità. Vi auguro una buona lettura.
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Nabiki Tendo, Ranma Saotome
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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1) La mano del diavolo
 
 
 
 
E' domenica mattina in casa Tendo, il sole filtra fra le finestre di chi è ancora fra le braccia di Morpheus. I pigroni cercano in tutti i modi di rimanere a letto, ma c’è chi vuole sfruttare al meglio una bella giornata, infatti, Akane si è fatta convincere dalle amiche ad andare al parco,Happosay ha costretto Soun e Genma ad andare in città a rubacchiare biancheria, Kasumi, invece doveva sbrigare delle commissioni.




Nabiki si crogiolava sul pavimento della cucina affianco al tavolo, mangiando biscotti e sfogliando una dopo l’altra riviste di moda, quando passo di li Ranma visibilmente pronto a perdere la giornata ad allenarsi in palestra, o almeno così risultava agli occhi della sorella di mezzo.
 
“Vai in palestra?”chiese con la risposta già davanti alla faccia
 
“No e che mi sono messo il completo per gli allenamenti perché oggi fa un po’ freddino (nda:30°) e ho questo asciugamano attorno al collo per paura di prendere un raffreddore”rispose con tutto il sarcasmo che aveva in corpo
 
A Nabiki non piacque quella risposta e decise di vendicarsi usando la solita lotta psicologica. Si mise distesa su un fianco, sbottonò il bottone della camicetta che tratteneva il prosperoso seno e fece un sorriso che si può descrivere diabolicamente adorabile. Cominciò a pronunciare le parole in tono languido  “Siamo rimasti soli a casa perché non mi fai un po’ di compagnia?” e poi in tono completamente lussurioso sdraiandosi completamente con le gambe aperte a mettere in mostra tutto ciò che la fantasia poteva intravedere in quei mini-calzoncini a jeans che gli stavano attilatissimi,”Sai ho così paura a stare da sola, magari tu potresti ….”
 
Ranma non resistette un minuto di più, e dopo aver trattenuto con forza un gridolino di , paura e piacere allo stesso  tempo, si voltò e disse con voce tremante” M..ma f…ammi il favore, ci vediamo frà un’ora non ho tempo da perdere con te” e si asciugò un rivolo di sangue che uscì dispettosamente dal naso
 
Nell’allontanarsi Ranma sentì un ridolino provenire alle sue spalle dalla ragazza più furba del mondo, la creatura che poteva sconfiggere con la forza fisica ma che non avrebbe mai potuto eguagliare in intelligenza, e questo gli provocò un battito di odio represso al cuore. Nell’allontanarsi disse fra se e se “Questa me la paghi…questa con le altre”disse in fine con la faccia di uno che sta per uccidere un essere umano.
 
Ranma si allenò costantemente in quella palestra distrutta e ricostruita tante di quelle volte che ormai i muratori andavano a mangiare da loro la domenica mattina, e dentro covava il desiderio di fare del male a colei che lo faceva sentire inferiore. Ripudiò quei pensieri perché sapeva che non erano suoi ma solo del momento di rabbia che aveva provato prima. Decise quindi di mollare l’ultimo calcio in aria facendo finta che li ci fosse Nabiki, e non pensarci più, era già passata mezz’ora e andò ad asciugarsi la faccia da tutto il sudore che aveva accumulato, ma prendendo l’asciugamano, dalla vecchia bacheca di legno appesa alla parete, fece cadere sulle assi di legno del pavimento un oggetto che provocò un rumore metallico…
 
Inarcando le sopracciglia”E questo che diamine è?...non sarà per caso…”
 
Passarono 2 ore esatte da quando si separarono e non ci fu molto movimento in quel lasso di tempo. Ranma, tutto sudato si stava dirigendo verso il bagno per dare un buongiorno alla vasca piena di acqua calda quando sentì uno strano odore provenire un paio di stanze dopo il bagno, si avvicinò un po’ di più, e vide che dalla  stanza di Nabiki usciva un profumo inebriante che gli fece percorrere un brivido lungo la schiena. Era un odore che lo mise a disagio, per assicurarsene si avvicinò ancora mettendo l’orecchio sulla porta per cercare di sentire se dentro ci fosse la proprietaria della camera. Dentro si udiva soltanto la voce di Nabiki che borbottava fra se e se. All'inizio bussò nervosamente, ma non avendo una risposta girò la maniglia, e con sua grande sorpresa vide che la porta era chiusa a chiave.
 
“Nabiki? Sei li dentro?” chiese con voce dura e preoccupata allo stesso tempo
 
Ma dalla porta, nessun segno di vita, Ranma non ci pensò due volte prese la rincorsa e buttò giù la porta con una spallata, si ritrovò nella stanza della sorella di mezzo di Akane, con un espressione terrorizzata in volto
 
Sul letto della ragazza dai capelli a caschetto, stava Nabiki con un espressione ebete in viso, un sorrisetto che avrebbe fatto imbestialire chiunque e gli occhi semi chiusi che guardavano il vuoto
 
“M…ma N…Nabiki che cosa….”
 
Ranma  si fermò a guardare la sua mano che stringeva un oggetto di forma allungata che terminava con una specie di sfera alla fine, tutto in vetro cavo all’interno con dentro una specie di paglia verde oliva che bruciava e faceva espandere un fumo denso all’interno dell’oggetto e in tutta la stanza quell’odore che aveva sentito fino al corridoio
 
“Ho Ranma che bello sei venuto anche tu alla mia festa,ah ah ah “si mise a dire con la voce di una persona astemia che si scola un Jack Daniels
 
 
“Nabiki, cosa hai fatto?”non credeva ai suoi occhi, non riusciva ad unire immaginazione e realtà, si sentiva confuso pensava fosse un brutto sogno causato dalla stanchezza del suo allenamento speciale, provò a stropicciarsi gli occhi fino a consumarli, ma quel’immagine era ancora li davanti a lui.
 
Lui lo sapeva, il Giappone si era evoluto, il sistema scolastico permetteva di andare a scuola con gli orecchini e tatuaggi, ormai cerano pochissimi dei suoi compagni ancora vergini, sono cominciate ad entrare le sigarette, e i murales con su scritto parolacce o imprecazioni, la tecnologia ha permesso agli studenti di potersi distrarre durante le lezioni con l’ausilio di cellulari, compact  e mp3. Ma c’era anche un’altra cosa che era entrata nella vita dei giovani, la droga. Un elemento inutile quanto importante per chi vuol davvero essere preso sul serio in un mondo che lui conosceva solo per sentito dire o in televisione in quelle commedie americane. Non avrebbe mai potuto credere che fosse entrata anche li, nel suo territorio, il luogo in cui viveva, mangiava e dormiva. Non poteva continuare così non ce la faceva a vedere la sorella della sua fidanzata ridotta in quello stato.
 
“Nabiki, perché lo hai fatto?”
 
Ma purtroppo la ragazza in quel momento non era in condizioni di rispondere,Ranma la prese e la mise sulla schiena dirigendosi verso il bagno trattandola come se fosse una bambola, una bambola a cui sono state tolte le batterie e che non poteva più reagire, neanche se le veniva tolto il ciuccio.
 
“Ho Ranma, dove andiamo di bello?”disse con l’aria di chi sta per vomitare
 
“Non preoccuparti ora ci penso io a te, tu chiudi gli occhi d’accordo?”fece un sorriso malinconico
 
Nabichi lo ricambiò con un cenno della testa dato a rallentatore,
 
Gli occhi erano fissi nel vuoto, si poteva addirittura vedere un alone giallognolo nel bianco delle pupille, le labbra erano secche e il volto paurosamente pallido. Per finire il suo alito che puzzava di quella roba, un odore nauseante che il ragazzo col codino sopportò fino all’arrivo in bagno.
 
Ranma la mise in ginocchio davanti alla vasca da bagno dove mezz’ora prima doveva esserci dell’acqua calda ora era appena tiepida, gli mise una mano dietro la nuca e spinse con forza la testa dentro la vasca. Nabichi si agitò violentemente dibattendo braccia e gambe cercando di ritornare su. Ingoiando un po’ dell’acqua della vasca nella foga dell’istinto di sopravvivenza cercò in tutti i modi di tirarsi su, ma Ranma continuava a tenergli la testa sott’acqua, per un ragazzo che con un dito butta giù un muro, resistere alla forza di una ragazza di 17 anni era difficile quanto mangiare un gelato in una giornata calda
 
PARCO DI NERIMA
 
Gente che affolla panchine e passeggia sull’erba, ragazze che raccolgono fiori e ragazzi che cercano di abbordare le creature più a portata di mano, poco distante da li in un piccolo bar all’ombra di una grande quercia…
 
“Akane perché non mangi il tuo gelato?” disse Miho mentre addentava un po del suo
 
Il rumore delle cicale faceva esaltare il profumo dei ciliegi in fiore e il venticello che portava un respiro di sollievo in quel caldo giorno era ben gradito alla ragazza che seduta vicino alla sua compagna di classe non che amica stava fissando il suo gelato sciogliersi, senza prestargli la minima attenzione, ma solo continuando a stare sopra pensiero con un viso preoccupato
 
Akane si trovava in uno di quei bar che si trovano nei parchi dove normalmente la gente passa una bella giornata. Un tavolino non troppo pulito e una sedia non molto comoda facevano passare la voglia di rimanere li, ma in compagnia di due amiche non se la sentiva di fare la Bastan Contrario e così sopportò con un sorriso in viso
 
“Akane? Ci sei?....PRONTO?
 
Finalmente riprendendosi da quel momento imbarazzante”Ho scusate è che ho avuto l’impressione che… come se qualcosa…non andasse”finì la frase con un filo di rossore in viso
 
“E’ colpa di quei maledetti horror Americani, per esempio hai visto quello dell’altra sera?”Disse Saiury
 
“Parli di quello dei ragazzi dentro il buco e si ammazzano l’un l’altro e riesce sopravvivere solo la ragazza?”Rispose Miho
 
“NO! Io dicevo quello dove c’era il tizio con la motosega e la maschera umana sulla faccia”inarcò Saiury “Quello dovevo ancora vederlo e mi hai detto il finale, accidenti a te”continuò lamentandosi
 
“A però non hai fatto così quando ti ho detto come finiva il tuo rapporto con Daisuke” rispose accigliata Miho
 
Il battibecco fra le due continuò per un po’ e nel frattempo Akane ritornò pensierosa dicendosi
 
“Cosè  questa strana sensazione?”

Silver Angel's Note: Spero che il primo capitolo sia di vostro gradimento, a presto con il prossimo, intitolato: “Un segreto da nascondere a qualsiasi costo!”
  
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