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Autore: Darkmarty    20/01/2006    4 recensioni
Aveva litigato con Sousuke…ancora… Ormai non ne ricordava quasi più la ragione precisa…sicuramente a causa del fatto che lui fosse troppo violento, che non la lasciasse allontanarsi da sola per più di due metri, che tirasse fuori la sua amata pistola non appena qualcuno osava rivolgerle la parola…anche a scuola!!!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: FMP, la sigla “Sorega, ai Deshou” e i personaggi di FMP sono proprietà dei rispettivi autori

 

CAPITOLO 1: PIOGGIA…

 

Pioveva a dirotto, quella mattina, sembrava quasi che stesse grandinando.

Kaname Chidori aprì lentamente gli occhi e guardò le gocce cadere violentemente contro il vetro della finestra e rigarlo.

Quelle giornate così grigie la abbattevano in un modo assurdo. Avrebbe voluto restare a letto tutta la mattina, magari sarebbe riuscita a dormire…quella notte non aveva chiuso occhio…

Aveva litigato con Sousuke…ancora…

Ormai non ne ricordava quasi più la ragione precisa…sicuramente a causa del fatto che lui fosse troppo violento, che non la lasciasse allontanarsi da sola per più di due metri, che tirasse fuori la sua amata pistola non appena qualcuno osava rivolgerle la parola…anche a scuola!!!

Gli aveva urlato che trovava intollerabile che lui fosse così dannatamente FISSATO a proteggerla, probabilmente l’avrebbe seguita anche in bagno (anzi, era sicura che lo avesse fatto, almeno una volta)…

Oddio, non che la sua presenza le desse fastidio…anzi…

lui le piaceva…tanto…veramente tanto…

ma quello che non le piaceva AFFATTO…erano le sue fisse…

…la sua presenza non come persona, ma più che altro come una sorta di “sorvegliante”…

…il fatto che, se la teneva continuamente sotto controllo, era perché quella era la sua “missione”…

…la sua freddezza…la sua ostinazione a non capire…non capire quanto le facesse male…

…la sua incapacità di distinguere l’essere sergente dall’essere…un ragazzo…

era quella parte di lui che le piaceva, non il suo eterno “DEVO proteggerti”…

lei voleva che lui la proteggesse perché VOLEVA, non per un ordine imposto da qualcun altro…

Dio, possibile che non ci arrivasse??…Cazzo, era mai possibile che non si rendesse conto dei suoi sentimenti??

era sempre così rigido, così serio…

Kaname si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra…

Lui era lì di fronte…vedeva la sua sagoma deformata dai rigagnoli di pioggia che scivolavano sulla finestra…

Kaname sospirò piano, come se temesse che lui potesse sentirla…il suo respiro creò un leggero appannamento sul vetro…una macchia opaca…

Vide Sousuke avvicinarsi alla propria finestra…

Kaname trattenne il respiro…

Lui aprì la tenda e la vide, di fronte a sé…

Si guardarono…

Quando lo vide, Kaname sentì il suo cuore bloccarsi di colpo…non sapeva se fosse perché si sentiva in colpa…o se fosse lei a sentirsi offesa, in qualche modo…

L’unica cosa di cui era certa era che ogni volta, ogni lite infieriva sul suo cuore…aumentando in lei sentimenti che avrebbe voluto non provare…perché la consumavano…il dolore non faceva che acutizzare la sua attrazione…

Si sforzò di guardarlo negli occhi, imponendosi contemporaneamente di non piangere…

Sollevò una mano e, con le dita, scrisse sul vetro, nel punto che prima aveva appannato:

“Possiamo parlare, dopo?”

Sousuke guardò la scritta, poi guardò Kaname e annuì…lei sorrise…

Una ventata di sensazioni la travolse…come avrebbe dovuto sentirsi?? Felice??Avvilita??

Non sapeva neppure se a commettere un errore fosse stata lei o Sousuke…ma cosa importava? Non voleva essere ancora arrabbiata con lui…non importava chi avrebbe chiesto scusa…in fondo, non era colpa di nessuno…bastava che si parlassero ancora…come sempre…così forse non avrebbe sentito l’amore farle male…bastava comportarsi come amici…come se non fosse successo nulla…come se nulla l’avesse ferita…perché sarebbe bastata una parola per risolvere tutto…e tornare a essere…nient’altro che amici…

Quest’ultimo pensiero la rattristò un po’, ma cercò di non pensarci…

Si vestì, si legò i capelli, afferrò la cartella e si avviò verso la porta.

Arrivata lì, appoggiò la mano sulla maniglia e restò per un po’ immobile…sapeva che, ancora una volta, stava per fare qualcosa che andava contro le reali intenzioni della sua anima…contro i suoi reali desideri…

Ma probabilmente, se non avesse agito così, la cose tra loro sarebbero cambiate…e forse l’avrebbero affidata a qualcun altro…no!…non voleva perderlo…per uno maledettissimo litigio…

voleva stargli vicino, voleva che lui la proteggesse…

sì, voleva anche che lui l’amasse, ma…per ora andava bene così…bastava che lui le stesse accanto...

e, forse, un giorno, lei gli avrebbe detto tutto, ma non ora…

Spalancò la porta, aprì l’ombrello e corse fuori.

 

  
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