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Autore: My_Desperate_Romance    18/03/2011    3 recensioni
- Perché ridi?
- Perché non possono ucciderci.

[AU!Killjoyverse]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: i personaggi alter-ego dei Killjoys non mi appartengono, non faccio questo a scopo di lucro o diffamazione o cos'altro, nulla di tutto questo è mai avvenuto.


- Perché ridi?
- Perché non possono ucciderci.
Gerard espirò il fumo denso della sigaretta - se era una sigaretta, ormai farsi era routine come il giro di difesa: finiva ancora prima che iniziassi a realizzare di stare infilando una raygun in bocca a qualcosa che una volta era un essere umano. O a spararti una dose di eccitante che in condizioni normali ti avrebbe spappolato il cervello per un'intera mattina, in questo caso.
Fece altri due tiri prima che Frank si arrendesse e gli domandasse perché.
Distolse lo sguardo dalle stelle per la prima volta quella notte e lo puntò sul compagno. La luce della luna illuminava il suo corpo nudo come un qualche cosa di sovrannaturale, mentre stava inerme sull'ammasso di lenzuola su cui avevano appena fatto l'amore per la... Quarta volta? Boh.
- Non possono ucciderci perché abbiamo ragione. Pensaci, è così assurdamente semplice: possono arrivare a far credere al mondo intero di essere nel giusto, modificando documenti, facendo lavaggi del cervello, drogando ogni singolo fottuto uomo rimasto al mondo, ma non sarà mai vero. Hanno paura di noi. Ci temono perché noi siamo l'unica cosa che fa dubitare persino loro stessi di ciò che fanno o non tenterebbero di ucciderci costantemente. Non si rendono conto di averci dato un tale potere, cacciandoci come parassiti. Ci hanno dato importanza, anche se magari non ne abbiamo in realtà. Potranno sparare un colpo in testa all'ultimo di noi, ma non moriremo mai, perché saremo sempre una minaccia, nella loro testa. Vivremo mettendo radici nei loro incubi, come i loro ideali vivono attingendo nutrimenti solo dalla loro mente. Né la ribellione né l'utopia in cui credono esistono. Ma loro le fanno esistere. E se siamo nel giusto, allora siamo già morti, ma se ci sbagliamo ed è davvero possibile modificare la realtà solo credendolo, siamo noi ad aver vinto. - lo disse abbandonando la mano fuori dalla finestra su cui era seduto, le gambe rattrappite per il poco spazio sul davanzale e un braccio appoggiato sulla gamba dell'altro uomo. Un po' di cenere fulgida nel buio cadde e si perse per sempre nella sabbia sottostante.
- E se fossimo noi a creare loro? Non avrebbe più senso il bene che crea il male? - si puntellò sui gomiti e sollevò un po' il busto, fissandolo da sotto i lunghi ciuffi neri e sporchi che gli ricadevano sul viso.
- Ma noi non siamo i buoni. Siamo solo quelli che hanno ragione. I buoni non ce l'hanno sempre. Almeno, meno spesso di quello che credono.
- Ah, ecco. - Frank si ributtò all'indietro sul letto, si coprì il viso con le braccia tatuate e ricolme di cicatrici e chiuse gli occhi. Gerard sapeva già che tanto non sarebbe riuscito a dormire. Prese a muovere la mano distrattamente, quasi potendo sentire i disegni della pelle del minore in rilievo contro i suoi polpastrelli. L'altro non si mosse e lo lasciò fare anche quando prese ad accarezzare il suo organo, senza muovere un solo muscolo. Poteva essere un cadavere abbandonato in quel letto.
Fissò lo sguardo sulle luci della città all'orizzonte: un ammasso di pilastri abbaglianti che sorgevano dal mare nero del deserto come i primi fiori nella neve. Aveva una passione viscerale e perversa per i neon. Non aveva ancora capito cosa, ma li trovava artificialmente bellissimi.
- Sai, credo che nella mia vita precedente fossi una zanzara o cose così. - buttò il mozzicone nello stesso punto dov'era caduta la cenere e rimase a fissarlo cadere anche quando il letto cigolò sotto il peso dell'altro che si spostava, facendogli lasciare la presa.
- La droga ti fa ancora male. E io che te la do credendo che tu non possa impazzire più di così. - tacque e Gerard riuscì ad immaginarselo benissimo che scuoteva la testa e faceva quel rumore schioccante con il palato con cui accompagnava sempre quel movimento.
- Era droga? - chiese, osservando il moro chinarsi a baciargli un capezzolo. Gli delineò la linea delle labbra con l'unghia scheggiata. Aveva disegnato un sacco di volte la sua bocca, gli piaceva.
Frank succhiò la pelle pallida del rosso per un po', prima di rispondere:- Non fumo più nulla di troppo leggero da quando rasero al suolo il Jersey. Mi fa dormire almeno un paio d'ore. Così non mi vengono gli attacchi.
Posò il viso sul suo petto e Gerard non resistette alla voglia di passargli le mani tra i capelli.
- Facciamo ancora l'amore? - sembrava un bambino che chiede un'altra fetta di dolce. Sorrise, smettendo di accarezzarlo.
- Certo, magari dopo questa volta riusciamo ad addormentarci.

Note: Folgorazione. Jeff Buckley, Simon e Garfunkel, odore di caffé che giungeva da luoghi sconosciuti (credo di essere stata io ad immaginarlo) e Lei - l'ispirazione. Questa puttana costosa e sempre occupata.
Tra l'altro, io avrei tipo tre o quattro OS belle lunghette in programma da un po' (una pressoché ultimata a Natale, ma che non riesco a rifinire) e invece come prima frerard mi capita di far uscire... Questa. Boh. Sta testa di Gerard Way che è l'Ispirazione. La dedico alla cara Raggio di Sole, come sempre. Sono tutte dedicate a lei.
   
 
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