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Autore: Kurtofsky    18/03/2011    6 recensioni
Erano passati ben dieci anni dai tempi del liceo ma Kurt Hummel li ricordava ancora come gli anni più intensi e, forse, più belli di tutta la sua vita.
Ricordava perfettamente tutte le cose che aveva vissuto e affrontato tra le mura e i corridoi del liceo McKinley.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Start again from a kiss of ten years ago
Fandom: Glee
Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Genere: Introspettivo, Romantico, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Slash, What if? (E se…), Future!AU, Spoiler
Conteggio Parole: 2503
Note: 1. Ormai passo le notti a pensare e scrivere Kurtofsky. Sono peggio di un drogato!
Ma non posso farne a meno, che colpa ne ho?
Non so quanto possa esser scritta bene questa ff avendola fatta tra le 3 e le 6 del mattino!XD
L'unica cosa che so è che ho pianto come un moccioso mentre la scrivevo...
Ed è la prima volta che mi capita.
2. Dedicata alla mia femminuccia.
Ogni cosa che scrivo è per te!
Ti amo <3

{ Start again from a kiss of ten years ago~



Erano passati ben dieci anni dai tempi del liceo ma Kurt Hummel li ricordava ancora come gli anni più intensi e, forse, più belli di tutta la sua vita.
Ricordava perfettamente tutte le cose che aveva vissuto e affrontato tra le mura e i corridoi del liceo McKinley.

Il suo coming out, il Glee Club e la vittoria alle Nazionali, i bulli che lo molestavano con granitate, prese in giro e spintoni sugli armadietti, il suo principe azzurro nonché primo fidanzato della sua vita, Blaine Anderson...

Sorrise, ricordandosi di lui.
Non lo avrebbe mai potuto dimenticare nonostante, finito il liceo, Anderson lo lasciò per un compagno dei Warblers, Flint Wilson.

Ricordava quanto ci era stato male e quante notti insonni aveva passato per la rottura della loro relazione e, per un secondo, gli si strinse il cuore.
Blaine era stato la sua prima volta, la sua preziosa e importantissima prima volta.

Ma nulla poteva durare per sempre, Kurt lo aveva iniziato a capire col passare degli anni.

Come non era durata la sua relazione, non erano durate tutte le amicizie che aveva fatto durante quel periodo e, tantomeno, il suo sogno di diventare una star.

Perché poi aveva in mente tutte quelle cose?
Era solo passato davanti al vecchio edificio scolastico...
Era bastato così poco per fargli tornare alla mente tutti quei ricordi?

Sospirò e sorrise.
Si sentiva quasi un vecchio nel comportarsi in quel modo.

Continuava a guidare per le strade di Lima, canticchiando qualche canzone di un musical di cui in quel momento gli sfuggiva il nome...
Era troppo impegnato con il suo lavoro di wedding planner per continuare a dedicarsi alla musica come un tempo.

Si fermò ad un semaforo e la sua mente tornò a dieci anni prima.
Ne aveva fatte di esperienze da liceale!
Poi, all'improvviso, si ricordò anche di un fatto che, a quei tempi, avrebbe preferito dimenticare...

Il suo primo bacio.

Non era stato con Blaine, come avrebbe desiderato.
Era stato David Karofsky, il suo bullo personale che gli aveva reso la vita liceale un vero inferno, a rubarglielo negli spogliatoi della squadra di football.


Non l'aveva più né visto, né sentito in tutti quegli anni.
Chissà che fine aveva fatto...

Non avevano mai avuto buoni rapporti ma Kurt era consapevole che quel Karofsky non sarebbe mai uscito allo scoperto dichiarando a tutti la sua omosessualità.

- Chissà che fine ha fatto. - pensò ad alta voce, svoltando in un vicoletto.

Era quasi arrivato a destinazione.
Avrebbe dovuto incontrare la prossima coppia a cui avrebbe organizzato un meraviglioso matrimonio!

Ormai si era fatto un nome lì a Lima ed era uno dei più richiesti per quanto riguardava le cerimonie di nozze.

Dopo aver parcheggiato, scese dalla macchina con la sua valigetta di pelle firmata, si mise in ordine il cravattino blu che indossava su una camicia grigio chiaro e, dopo essersi specchiato sui vetri dell'auto e aggiustato un ciuffo ribelle, si avviò verso la piccola villetta che aveva di fronte.

Non fece neanche caso al nome sulla cassetta della posta ed entrò spedito nel giardino per poi salire le scale che portavano all'ingresso.
Suonò gentilmente il campanello e si stampò un sorriso sul volto.

Doveva sempre fare ottima impressione con i suoi clienti!

Gli si aprì la porta davanti e prima ancora di poter vedere il proprietario o la proprietaria esordì con voce squillante:

- Salve! Sono Kurt Hummel, il vostro wedding planner! -

Il fiato gli si mozzò quando vide chi aveva davanti.

- C-ciao Hummel. - la voce dell'altro tremò appena e Kurt non seppe capire se era per la paura, la vergogna o l'emozione.

- K-karofsky! Quale sorpresa! - cercò di calmare subito le acque.

Stentava a crederci.
Fino a qualche minuto prima era nella sua auto a chiedersi dopo tanto tempo proprio che fine avesse fatto il bullo che lo aveva tormentato e ora se l'era ritrovato di fronte come cliente per il suo prossimo matrimonio da organizzare...

- E-entra pure.
Pensavo arrivassi più tardi... Avevamo chiamato l'ufficio per posticipare. -

- Oh! Maledizione!
Mi dispiace tanto... Se è un disturbo posso tornare più tardi. -

- Tranquillo... -

David fece accomodare Hummel in casa, richiudendo la porta di casa.
Era così strano vederlo dopo tutto quel tempo...

Era sempre bellissimo, non poteva negarlo.

"Cosa diavolo mi metto a pensare adesso?" si rimproverò Dave.

- D-desideri qualcosa da bere? Birra? Vino? Coca cola? - il padrone di casa chiese incerto.

Kurt sentiva una strana atmosfera e decise di romperla con una battuta.
Ormai erano passati dieci lunghi anni, poteva dire di aver superato lo shock subito dall'altro e di averlo perdonato.

- Non mi offri una delle tue granite? - rise.

Karofsky reagì in un modo che Hummel non aveva previsto: abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.

- Ehy, giuro che stavo solo scherzando! -

Dopo tutti quegli anni ancora si sentiva in colpa...
Non era mai più riuscito a guardare Kurt in faccia, né a dirgli cosa provasse per lui, né a chiedergli scusa.
Per ogni giorno della sua vita, compreso quello che stava vivendo, si era sentito in colpa per i suoi modi di fare.

Non era mai riuscito a dichiarare a nessuno i suoi gusti sessuali e si era dovuto adattare ad una vita come quella di tutti.
Si era trovato una ragazza e adesso, dopo ben cinque anni di fidanzamento, si erano decisi a sposarsi e metter su famiglia.

Ovviamente la futura sposina non sapeva che tutte le volte che aveva consumato l'amore sotto le lenzuola con David Karofsky, il suo uomo pensava al suo primo e unico amore dei tempi del liceo che altri non era che Kurt Hummel.

Il destino gli aveva giocato proprio un brutto tiro.

- Comunque prendo della Diet Coke, se la hai. - cercò di rassicurarlo l'altro.

Era così diverso da come se lo ricordava...
Sembrava esser diventato un uomo tutto d'un pezzo.

- La prendo subito, tu accomodati pure sul divano. -

- Grazie. - sorrise cortese.

Il tempo poteva veramente sanare ogni ferita?
Sembrava che con Hummel avesse funzionato.
Dal tono in cui gli si rivolgeva sembrava quasi felice di rivederlo...

Dave scosse la testa, cercando di fermare la sua mente che, invasa dai ricordi, correva troppo veloce.

Aprì il frigo e prese da bere per il suo ospite e per sé.
Poi, dopo aver preso dei bicchieri e degli stuzzichini tornò nel salotto di casa sua pronto a servire l'altro.

- Ti ringrazio David. -

Karofsky ebbe un brivido nel sentire il suo nome pronunciato da Hummel.
Per dieci lunghi anni aveva immaginato cosa avrebbe potuto provare nel sentirsi chiamare dalla sua fatina e ora, che aveva appena udito quella voce angelica, era rimasto quasi senza fiato.

Il tempo aveva davvero inciso su Hummel, ma non su di lui.

Le ferite sul suo cuore bruciavano ancora e si era dovuto rassegnare all'idea di nascondersi per sempre fingendo di essere un'altra persona...

- Scusa se te lo chiedo ma...
E' un matrimonio gay? - subito la curiosità e la lingua tagliente di Kurt si fecero sentire.

Dave avvampò, stupito e imbarazzato da quella domanda.

- No! - precisò subito.

Stava per aggiungere qualcosa del tipo "non dirlo alla mia ragazza o ti ammazzo" ma rimase in silenzio.
Non era più il caso di comportarsi come un diciassettenne...

- Oh, capisco. Quindi hai trovato il tuo orientamento? - continuò a domandare Hummel, prendendo il bicchiere azzurro pallido e versandovi dentro la Diet Coke a lui riservata.

- Dieu, son stupendi questi bicchieri! La tua ragazza deve avere proprio buon gusto. - sorrise portandosi il bicchiere alle labbra e prendendo un piccolo sorso della bevanda.

- Veramente li ho scelti io... - fu l'unica risposta da parte di Karofsky.

Come era prevedibile sorvolò sul resto.

Sembrava rimasto quello di sempre... Magari meno aggressivo, il che, per Kurt Hummel, era un grande passo avanti!

- Vuoi che cominci a esporti delle possibili alternative per la vostra cerimonia? -

- No... Preferisco aspettare. -

Kurt sorseggiò ancora la Diet Coke per poi fissare Dave.
Non era cambiato poi molto neanche fisicamente: lo stesso viso paffuto, la stessa prestanza fisica ma, con enorme stupore di Kurt, non era ancora pelato!
Eppure, se non ricordava male, quella volta negli spogliatoi gli aveva gridato contro che non era il suo tipo proprio perché era convinto che a trent’anni si sarebbe ritrovato senza un capello in testa.

Sorrise nel ricordarsi quel piccolo particolare.
Era davvero tremendo a quei tempi!

- Tu... Come stai? - si azzardò a chiedere Karofsky distogliendolo così dai suoi pensieri.

- Me la cavo egregiamente. Dopo il liceo mi sono lasciato con Blaine, ho rinunciato a un paio di sogni ma ho trovato un lavoro come questo in grado di soddisfarmi. - spiegò accavallando una gamba sull'altra.

Quando Dave sentì il nome di quel tipo e realizzò che la sua storia con Kurt era finita esultò dentro di sé.

Quanto aveva sofferto nel vederli insieme e felici...
Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di essere al posto di quel Blaine ma era stato troppo vigliacco e l'unica cosa che aveva ottenuto era soffrire.

- Oh, che peccato! - gli uscì un tono lievemente sarcastico e sperò che quella femminuccia non se ne accorse.

Kurt si limitò a ridere.

- Che posso farci? E' andata com'è andata, ormai son passati così tanti anni...
E adesso, dopo un paio di storie alle spalle, mi godo la vita da single e mi dedico a far felici gli altri! -

Dave fissò gli occhi color nocciola in quelli più chiari dell'altro.
Si sentiva strano dal momento in cui l'altro gli si era presentato alla porta...

- Quindi adesso... - la sua voce, sempre bassa e profonda, fu interrotta dalla suoneria di un cellulare.

David si alzò chiedendo scusa al suo ospite e andò a rispondere.

Mentre parlava Kurt si soffermò ad osservarlo...
Non l'avrebbe mai detto ma adesso Dave Karofsky aveva un che di affascinante.

Scosse la testa per quei pensieri - a volte il suo essere single diventava una scusa per sbavare su qualsiasi uomo carino che vedesse - e continuò ad osservare l'altro.
Aveva delle mani davvero belle...
Grandi e con dita lunghe e affusolate.

E dire che dieci anni prima le aveva avute premute sul volto durante quel bacio...

Quel bacio.
Perché continuava a ripensarci così insistentemente?

Paragonato a tutti i baci che aveva dato in vita sua era uno dei più innocenti eppure era diverso da tutti gli altri, in un certo qual modo speciale...
E non solo perché era stato il primo vero bacio dato - o meglio ricevuto - da un uomo.

Chiuse le palpebre cercando di ricordarsi i dettagli di quel ricordo.
L'odore quasi nauseabondo degli spogliatoi, gli armadietti rossi, Karofsky che sistemava le cose nel suo armadietto mentre lui gli urlava contro...
Pian piano tutto riprese vita nella sua mente.

Le minacce, le urla, gli sguardi e poi quel cozzare di labbra quasi brutale.

Il sapore delle labbra dell'altro non riusciva a ricordarlo ma la sua mente gli fece presente la consistenza e la dolcezza di esse.

Hummel prese un respiro profondo e riaprì gli occhi.
David era ancora al telefono, probabilmente con la sua ragazza.

Chissà se l'altro avesse avuto il coraggio di comportarsi diversamente e se fosse stato capace di non trattarlo in quel modo...
Qualcosa sarebbe cambiato?
Avrebbe mai potuto funzionare tra loro che erano così diversi?

Kurt se lo domandò, continuando a ripensare a quel bacio e a guardare il Karofsky di adesso.
Senza Blaine, senza quegli atti di bullismo da parte del più grande, Kurt avrebbe potuto dargli una seconda opportunità?

- Hummel c'è un problema... - sospirò Dave - La mia ragazza ha avuto un contrattempo e si scusa ma non sarà qui prima di sera.
Possiamo cominciare a vedere noi qualcosa, senza che ti faccio buttar via una giornata di lavoro! - spiegò tornando a sedersi sul divano, accanto a Kurt.

- Oh, tranquillo. Non è un problema!
Posso tornare domani. - fece per alzarsi e togliere il disturbo ma venne bloccato dalla mano di David che gli bloccò il braccio.

- No.
.. Non andare. -

Il cuore di Kurt fece un capitombolo. Era sicuro che l'avrebbe visto rotolare a terra da un momento all'altro ma ciò non successe.

- O-ok. - la voce del più piccolo tremò appena.

Cos'era quello?
Un tentativo disperato di farlo restare lì con lui?
O, come suo solito, si stava immaginando tutto?

Afferrò la sua valigetta e ne estrasse dei cataloghi e dei depliant, pronto a stroncare quell'atmosfera soffocante parlando della cerimonia.

Quando girò il viso verso Dave notò che lo stava fissando.
Ancora il suo cuore fece qualcosa di indefinito nel suo petto.

- T-tutto ok, David? - chiese nervosamente.

L'altro non accennò a rispondere così Kurt decise di cominciare a parlare di lavoro.
Si sentiva a disagio in quella situazione così surreale e assurda che era venuta a crearsi e, per colpa di tutti i suoi ricordi, pensieri e filmini mentali, stava cominciando a pensare alle labbra del suo cliente.

- Direi di cominciare in primo luogo dalla scelta del post-cerimonia.
Desiderate un rinfresco, un pranzo o una cena? -

Dave continuò a fissarlo in silenzio.

- Perché poi ovviamente bisogna scegliere tra il buffet, che negli ultimi due anni è andato alla grande e... - di nuovo la mano di Dave su si sé, questa volta sul polso.

Kurt alzò lo sguardo dai suoi depliant e fissò Karofsky.
Era così vicino...

Non riuscì a trattenersi.
Chiuse gli occhi e poggiò le labbra su quelle dell'altro, desideroso di ricordarsi il suo sapore.

Forse l'avrebbe ammazzato di botte, come aveva minacciato di fare in passato ma in quel frangente poco gli importava.
Voleva solo baciarlo.

E, non troppo stranamente, quello era anche il desiderio di David.
Stava impazzendo da quando Hummel aveva messo piede in casa sua.
Aveva lo stesso meraviglioso profumo di un tempo, lo stesso candore, lo stesso sguardo e lo stesso sorriso.

Non poteva ancora negare a se stesso i sentimenti che aveva provato e continuava a provare di nascosto per quel ragazzino ormai divenuto uomo.

Lo baciò con passione e trasporto prendendogli, come durante il loro primo bacio, il viso tra le mani.

Aprì per un secondo gli occhi e rivide il loro primo bacio, sentendosi quasi morire.
Strinse più forte, con bisogno disperato, le dita sul suo viso e approfondì quel contatto.

In cuor suo pregava di non essere nuovamente rifiutato e scacciato via in malo modo.
Non l'avrebbe sopportato ancora.

Ma quando Kurt strusciò la lingua su quella di Dave, quest'ultimo comprese che forse aveva una qualche speranza.

Continuarono a baciarsi per dei minuti interminabili, facendo scontrare le loro lingue più e più volte.

Non importava più il passato, contava solo quel bacio.
Quel bacio che Kurt aveva negato con tutto se stesso dieci anni prima e che, solo in quel momento, rimpiangeva.

Perché non vi era stato uomo nella sua vita che gli avesse scosso ogni parte del corpo in quel modo, che gli avesse fatto provare quelle emozioni e sensazioni solo con un bacio.

Erano quelle le prime labbra che aveva incontrato e forse, inconsciamente, erano quelle che aveva continuato a cercare per tutti quegli anni...

Quando si staccarono Kurt fissò subito Karofsky, cercando di riprendere fiato nonostante fosse una vera impresa con il cuore che batteva così furiosamente.

- Io... -

Kurt aveva riconosciuto l'espressione di Dave, era la stessa che gli aveva rivolto tempo addietro.
Colpevole, spaventata ma piena di un sentimento che non era stato in grado di riconoscere prima: l'amore.

- Shh... - lo zittì, mettendogli un indice sulle labbra per poi avvicinarsi nuovamente al suo ex bullo e baciarlo ancora e ancora e ancora...

Che stupidi che erano stati!
Per dieci lunghi anni uno non aveva capito cosa avrebbe potuto avere, l'altro non aveva avuto il coraggio di far capire all'altro cosa aveva da offrire.

Ma forse non era poi così tardi per rimediare e ricominciare da quel lontano bacio di dieci anni prima...
   
 
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