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Autore: Aine Esse    18/03/2011    1 recensioni
piccola Oneshot su Hinata ed i suoi pensieri durante lo scontro Pain-Naruto.
"L'amore è come le dighe: se lasci una breccia dove possa infiltrarsi un filo d'acqua, a poco a poco questo fa saltare le barriere. E arriva un momento in cui nessuno riesce più a controllare la forza delle barriere. Se le barriere crollano, l'amore si impossessa di tutto. E non importa più cio' che è possibile o impossibile, non importa se possiamo continuare ad avere la persona amata accanto a noi: amare significa perdere il controllo."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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L'amore è come le dighe: se lasci una breccia dove possa infiltrarsi un filo d'acqua, a poco a poco questo fa saltare le barriere. E arriva un momento in cui nessuno riesce più a controllare la forza delle barriere. Se le barriere crollano, l'amore si impossessa di tutto. E non importa più cio' che è possibile o impossibile, non importa se possiamo continuare ad avere la persona amata accanto a noi: amare significa perdere il controllo.



Osservava la scena che le si profilava davanti esterrefatta.
Durante la sua giovane vita aveva visto scene di terrore e laghi di dolore.
Aveva dovuto combattere contro gente perfida, ostacoli insormontabili e perfidi dolori.
Ma in quel momento capì di provare un sentimento nuovo.
Qualcosa che neanche col potere del suo Byakugan avrebbe mai potuto decifrare.
Il suo villaggio era ormai distrutto, intorno a lei c’era solo un cumulo di detriti e polvere mosso dal timido vento che, pareva quasi spaventato dal tumulto di chakra che circondava quell’ambiente a lei caro.
Davanti a lei, il nemico lottava contro Naruto, che dopo la dominazione iniziale, era a terra bloccato.

Lui che era la mano che la sollevava da ogni sconfitta, la voce che la svegliava dopo ogni ferita, ed il sorriso che la faceva svenire.
Lei credeva in lui, l’aveva visto crescere e migliorare sotto le sue iridi candide.
Ogni passo che compiva era sempre in avanti, e avvolte lei si sentiva così goffa cercando di imitare i suoi passi.

“Io Credo in te”

Un piccolo sussurro nel vento, lanciato lentamente, ma con la timida speranza che esso potesse arrivare all’orecchio di lui.
Non poteva immaginare la sua vita senza Naruto.
Sarebbe stato un  sorriso in meno, ogni giorno.
E col passare del tempo sarebbe stata un impalcatura che cade con tutto il suo peso, in un tumulto  di pensieri e speranze distrutte.

Strinse i pugni, tanto che parve che le sue unghie stessero per scavare la sua carne.
I muscoli tesi, mentre dentro di lei un conflitto di emozioni la trascinava a combattere contro le sue paure.


"Sono sempre stata la timida Hinata.
Una ragazza che si nascondeva dietro chiunque, ed in mancanza di un qualcosa di umano, cercavo persino di celarmi sotto la mia lunga frangia.
Sono sempre stata considerata debole, ingenua, ed ho sempre percepito negli altri la superiorità.
Nonostante i miei occhi, che non ho mai sentito di meritare, ero sempre un gradino sotto.
Se non fosse stato per lui, e per il suo sorriso magico ora non sarei qua.
La sua luce capace di toccarmi e darmi la fiducia."


Un sospiro, prima di muoversi lentamente verso il nulla.
Uno sguardo verso Naruto, e le sue gambe iniziarono a muoversi spinte da una forza sconosciuta.
Le sue leve erano veloci e scattanti come non mai, nonostante il suo sguardo fosse puntato verso quello di lui, il suo corpo schivava ogni ostacolo messo davanti a lei.

“è ora di venire con me” la voce di Pain la raggiunse.
Sei parole che si tramutarono in un brivido lungo la schiena di Hinata che pareva sempre più lontana dal suo obbiettivo.

Nella sua mente si proiettarono attimi della sua vita, istanti di malinconia.
Momenti in cui non era riuscita a superare l’ostacolo.
Ma ora, non poteva permetterselo.
Doveva essere per una volta, un Hinata diversa, una Hinata forte.

Un salto, così da superare il corpo letteralmente impalato di Naruto.
Lo osservò per un attimo.
Le gambe, le braccia e il busto delimitati da della barre. Sapeva cosa doveva fare.

“Hinata” urlò Naruto immobile davanti alla sua vista.

Una voce roca e ferita, che riuscì a caricare di più la convinzione di Hinata.
Non avrebbe più pianto, non si sarebbe più arresa.
Questa  volta sarebbe stata lei a salvare Naruto.
Non per egoismo, non per essere riconosciuta per l‘impavido gesto.
Ma perché la morte non le faceva paura, paragonata alla solitudine che avrebbe provato in mancanza di lui, lui che amava.
  
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