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Autore: AbbyStew    18/03/2011    1 recensioni
Con la tua immagine e con il tuo amore, benché assente, sei ogni ora presente.
Non puoi allontanarti oltre il confine dei nostri pensieri, perché noi siamo ogni ora con essi, ed essi, con noi. -William Shakespeare-
Il cuore di Edward non batte più, ma la vita lo porta dove mai si sarebbe aspettato di arrivare, non senza Bella. Si può tornare a sorridere dopo essere caduti nel baratro più profondo?!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Con la tua immagine e con il tuo amore, benché assente, sei ogni ora presente. Non puoi allontanarti oltre il confine dei nostri pensieri, perché noi siamo ogni ora con essi, ed essi, con noi." William Shakespeare.

Era una tranquilla mattina di fine giugno, ma nella piovosa Forks non si vedeva ancora il sole. Io lo amavo, ma da quando avevo incontrato Edward avevo imparato a rinunciare al caldo e a lui, il mio adorato sole. Mi ero dovuta adattare alla pioggia e a tutta quella umidità che non faceva altro che rovinarmi i capelli, già disastrosi per conto loro. Dalla finestra della mia stanza, però, ora che osservavo con più attenzione riuscii a vedere qualche barlume di luce. Non era una bagliore molto intenso, ma comunque alto per gli standard di questa contea, questo mi fece apparire un enorme sorriso a trentadue denti. Oggi, visto che il mio fedele amico sole aveva deciso di farmi visita, decisi di andare a prepararmi in fretta e di uscire un po' da casa. Dopo essermi fatta una lunga, ma rilassante doccia ed essermi messa un paio di jeans neri con abbinata una camicia blu a righe, scesi per farmi una spremuta d'arancia. Quando oltrepassai la soglia della cucina trovai un biglietto sul tavolo, così lo presi un po' incurisità e lo lessi. Era di Charlie perché la sua calligrafia la conoscevo molto bene, anche se era difficile da leggere.

“Cara Bella, scusa se non ti ho avvertita di persona, ma il papà di Seth e di Leeh ha avuto un infarto e purtroppo sta molto male. Quindi ho deciso di andare un po' da lui in ospedale, così darò anche un po' di conforto a Sue...Non so quando tornerò, se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi.

Ti voglio bene.

Charlie”

Oddio, povera Sue, povero Seth e povera Leeh, chissà come staranno in pena, questo fu il primo pensiero. Mi rattristai sempre moltissimo queste brutte notizie, ma oggi non era una di quelle giornate in cui si può essere tristi. Oggi no, oggi bisognava sorridere, anche senza un motivo preciso, anche se io, avevo il mio buon motivo, a parere mio, il migliore del mondo: Edward. Lui era il mio amore, il mio ossigeno, la mia metà, il corpo della mia giovane anima, come diceva spesso lui. Farneticando e sognandolo ad occhi aperti mi dimenticai completamente di fare colazione e quindi uscii di casa con un solo pensiero: raggiungere casa Cullen e vederlo. Così, tra la fretta e l'agitazione al solo pensiero che tra meno di un'ora l'avrei rivisto accesi il motore del mio pick-up e partii. Per tutto il tragitto mi torturai le mani e cambiai stazione radio mille volte, fino a che non spensi definitivamente l'auto radio dalla rabbia.

Quando finalmente mi apparve davanti agli occhi la grande casa bianca fu come arrivare davanti al paradiso e difatti era abitata da angeli. Stavo per aprire la portiera difettosa quando Edward, battendomi sul tempo, lo fece al posto mio. Quando non ci fu più niente a dividerci, saltai letteralmente tra le sue braccia.

Sembravo una bambina innamorata pazza del suo papà, ma non m'importava, lo amavo troppo per pensare alle mie azioni. Lui rise divertito, per colpa del mio atteggiamento infantile, ma evidentemente felice di ciò. Mentre lui rideva ed io annusavo il suo buonissimo profumo, i nostri occhi si incrociarono e fu in quel momento che le nostre labbra si incrociarono e l'emozione più forte che io avessi mai provato mi avvolse.

-Buongiorno mia Bella. Hai dormito bene?-. Ero già quasi completamente stordita dal bacio, ma quando il suono della sua voce mi riempì la testa impazzii del tutto. A volte mi chiedevo se lo facesse di proposito per farmi arrabbiare, perché mi diceva sempre che quando ero furiosa ero anche più bella.

-Insomma ero tutta sola...-. Lo guardai con occhi dolci o almeno ci provai, volevo farli capire che questa notte lo avrei voluto accanto a me.

-Lo so Bella, mi dispiace, ma dovevo andare a cacciare e poi sai com'è Emmet, se si parla di orsi...- Già, c'era proprio fissato, voleva la rivincita perché fu proprio l'attacco di un orso a portalo in fin di vita e quindi alla trasformazione, ben cinquant'anni fa.

-Tranquillo, non sono arrabbiata, meglio non fare innervosire Em-. Lo bacia sulla guancia, lo abbracciai tenendomi in punta di piedi e cercai di non cadere, impresa quasi impossibile per me, ma volevo fargli capire che era tutto a posto.

-Hei, ma qui c'è qualcosa di diverso??!!-. Sussultai e sussultò a quel commento praticamente urlato, ovviamente involontariamente.

-In che senso?? A cosa ti riferisci?-. Era curioso, poverino, non riusciva ad accettare il fatto di non poter leggere la mia mente.

-C'è troppa tranquillità...-. Feci una lunga pausa per pensare e nel frattempo mi guardavo intorno. -Oddio, dov'è Alice?-. Dove diamine era finita la mia follettina firmata preferita? Solitamente era sempre una delle prime ad accogliermi in casa sua, ma oggi non la vedevo da nessuna parte. Non sentivo neppure le urla di disapprovazione che faceva quando guardava i miei vestiti.

-Bella calmati, lei e Jasper sono andati a fare una piccola vacanza nel Rio delle Amazzoni perchè vogliono stare lontani dalle tecnologie e da tutti noi. Mi ha detto di darti questa-. Mentre parlavamo mi porse una lettera e una chiave, così aprii la lettera e lessi ad alta voce.

-Cara Bella,

scusa se non ti ho salutata prima di partire, ma non ti preoccupare tornerò tra pochissimi giorni. Sai, io e il mio dolce Jazz volevamo un po' di tempo da soli, lontano da tutto e da tutti. Sai com'è l'amore no??! ps: quella che ti ha dato Ed è la chiave del mio armadio, lì dentro ci sono tutti i vestiti che ti devi mettere in questi giorni. Non voglio che la mia futura cognata/ sorella vada in giro in pigiama!”. Pps: ti voglio un bene innimmaginabile-. Dopo ogni sillaba ero sempre più sbalordita dalle sue parole, quella vampira era completamente fuori di testa. Credeva forse che io fossi una bambina che non si sa vestire da sola? Oppure era lei quella piccola che voleva giocare a Barbie cavia da laboratorio con me?. Dopo una manciata di secondi alzai gli occhi dalla lettera e guardai Edward con uno sguardo disperato e lui per sonsolarmi mi abbracciò teneramente.

-Povera la mia piccola Bella, mia sorella ti ha scambiato per una Barbie-. Incominciammo entrambi a ridere, a volte però non ero del tutto sicura del fatto che lui non mi potesse leggere la mente.

-Aiuto-. mugugnai disperata mentre oganizzavo mentalmente la morte di Alice, in qualche modo ci sarei uscita, non volevo finire su un mobiletto accanto ad un peluche.

-Allora, che vuoi fare?-. Gli occhi color oro di Edward mi guardarono incuriosita, lui non avrebbe mai deciso o fatto niente prima di ascoltare il mio parere.

-Beh, sinceramente non saprei-. Feci un breve pausa per riflettere , mentre lui era sempre più impaziente di saper cosa io volesse, in modo da rendermi felice.

-Allora prima di tutto voglio entrare nella tua bellissima casa a dare il buongiorno a tutti, poi decidiamo tutti insieme. Che ne dici?-. Fece uno dei suoi sorrisi sghembi che riuscivano a farmi dimenticare il fatto che un essere umano per vivere ha bisogno di orrigeno e quindi deve assolutamente respirare per vivere.

-è un'ottima idea, ho sentito un bel po' di idee soprattutto da parte di Esme-. Se erano venute dalla testa di Esme queste idee erano sicuramente cose dolci e che mi includevano. Lei non era una vampira scatenata come Emmet, che invece se avesse potuto avrebbe trascinato il mio Edward da una parte all'altra del mondo solo per assaggiare il sangue di animali particolari.

-Perfetto, allora andiamo-. Lo presi per mano e mi incamminai , ma lui mi cinse i fianchi e mi prese in collo, come se fossi una bambina indifesa.

-Ma che fai?-. Ero un po' confusa, la casa era vicina non c'erano percorsi tortuosi davanti a noi.

-I tuoi preziosissimi piedi piedi non toccheranno terra, lei non ne ha il diritto perchè non è così importante. Mi guardò convinto dell'affermazione appena fatta, ma dal suo sguardo riuscii a cogliere la sua ironia.

-Prendiamo pure in giro?-. Non riuscì a trattenersi e così incominciai a ridere anch'io. Quindi quando etrammo in casa ci portammo dietro una fragorosa risata e tutti ci guardarono incuriositi.

-Perchè ridete?Uffa, voglio ridere anch'io!-. Emmett era sempre il solito, da armadio a due ante riusciva a trasformarsi in un orsetto di peluche per ottenere ciò che desiderava.

-Fatti gli affari tuoi, tanto un motivo per ridere tu lo trovi sempre-. Non lo avevo mai visto triste ed ero sicura che lui non sapesse nanche cosa fosse la malinconia, la tristezza o la delusione. Era la persona più solare del pianeta.

-Bella sei una persona malefica...-. Io feci una faccina tristissima e feci finta di piangere, così ne approfittai per abbracciami stetta stetta ad Edward che nel frattempo tirato giù dalle sue braccia.

-Em sei tu il cattivo, non si fanno piangere le Barbie...-.

-Edward non mi diventare un Emmett della situazione, altrimenti ti mollo, capito?-.

-Va bien mon amour...Je t'aime!-. Che dolce, lo amavo mille volte di più quando mi parlava in francese, la trovavo una lingua bellissima ed elegante e lui era molto bravo anche in questo.

-Oh, Moi aussi!-. Mi aveva insegnato qualche parola chiave, ma il mio accento era veramente penoso.

-Ragazzi che ne dite se facciamo 3 o 4 giorni di campeggio?? Approfittiamo dell'assenza di Alice che se fosse per lei ci andremmo tutti con i tacchi da 12 cm-. Esme era sempre adorabile ed aveva anche ragione, Alice ne sarebbe stata capace.

-Bella che ne dici? Scommetto che non hai mai dormito in un bosco?!-. Mi guardò con aria maliziosa ed io diventai un pomodoro vievente.

-Già, ma mi piacerebbe moltissimo, non ci sono mai stata. A Phon non c'era la possibilità di fare una cosa del genere e sinceramente non mi interessava neanche.-

-Ok, allora è deciso! Andate a preparare i bagagli ci troviamo sulla porta di casa tra un'ora precisa!-. Esme era buona, ma precisa, non voleva ritardatari e mi preoccupai perchè io ci avrei messo sicuramente più tempo visto ceh non sapevo cosa servisse.

-Cosa devo portare? Io non ho niente!-. Ero un po' turbato, non volevo che ritardassero o che addirittura annullassero la gita per colpa mia.

-Oh tesoro, sta tranquilla. Prenderai le cose di Alice, i suoi vestiti ti cadranno a pennello!-. Mi sorrise premurosamente, per me era come una madre, soprattutto ora che non avevo più tanti rapporti con mia madre.

-Grazie, che fortuna! Edward mi aiuti?-. Così con il prezioso aiuto di Edward, che in soli 5 minuti aveva preparato i le sue cose, io preparai le mie in un 'ora precisa. A mezzo giorno in punto eravamo tutti sulla porta di casa pronti per partire.

-Siamo tutti, possiamo andare-. Emmett era impaziente.

-Dove andiamo?-. Chiesi ad Edward sottovoce, mentre ci incamminavamo verso l'ignoto, almeno per me lo era.

-Emmett ti vuole fare una sopresa portandoci in un posto bellissimo e quindi non ti posso dire niente-. Fece una breve pausa che però diceva molte cose.

-Mi dispiace, lo sai che odio tenerti le cose nascoste, ma non voglio fare neppure il guasta feste!-. Quel suo maledetto sorriso apparve a tradimento sul suo volto ed io, prima di perdermi in esso, feci una faccia di disapprovazione.

-Lo hai fatto di nuovo-. Lo dissi mentre mi incamminavo verso Esme, avevo bisogno di un po' di aria e di rinfrescarmi le idee e con lui vicino era impossibile. Lo sentivo dietro di me, c'erano ben 5 persone dientro di me, ma riuscivo a distinguere i suoi passi, il suo odore ed infine la sua presenza. Per me, il fatto di sentire la sua presenza, significava che possedeva un'anima, il contrario era impossibile. Chi non ha l'anima non può amare e lui amava me, con tutto se stesso.

-Hei dove corri? Cosa ho fatto?!-. Mi guardò con aria innocente, come se fosse del tutto incosciente del motivo per cui mi ero allontanata da lui. Così alzai il sopracciglio sinistro, lo guardai intensamente e sul suo viso apparve un piccolo sorriso.

-Lo sai, lo sai benissimoo. Altrimenti non rideresti!!-. Gli sorrisi anch'io ed io per scherzare incominciai a correre lontana da lui e dagli altri, a mio rischio e pericolo.

-Bella, ma dove corri? Lo sai che il tuo corpo non è predisposto per correre o camminare. È inutile che imiti i vampiri!-. Avevo faticato tanto per allontanarmi dal gruppo e lui in mezzo secondo mi aveva già raggiunta -Che ingiustizia- pensai. Appena mi fu abbastanza vicino mi prese e mi misi sulle sue spalle, io ero un po' confusa, ma quando mi baciò mi sentii completamente stordita.

-Allora principessa ora dove scappi?-. Non riuscivo neppure a risponderli.

-Edward, non lo so. Non so neppure come mi chiamo!-. Iniziammo a ridere di gusto.

-Però il mio nome te lo ricordi!-. Io diventai rossa, era ovvio il motivo, ma un po' me ne vergognavo.

-Certo che me lo ricordo. Tu ed il tuo nome siete molto più importanti di me!!-. Lui mi guardò come se avessi appena bestemmiato.

-Bella non dire mai più una cosa del genere, tu sei molto più importante e preziosa di me! Punto e basta, non voglio sentire repliche!-. Scossi la testa, non ero per niente d'accordo con lui, ma non replicai perchè non volevo che iniziasse con le sue dichiarazioni poetiche, soprattutto non davanti alla sua famiglia.

Camminammo per circa un'ora dicendo qualche parola ogni tanto, ma poi mi appormentai con la testa sulla sua spalla, coccolata da lui e dalla sua ninna nanna.

Quando riaprii gli occhi vidi tre cose diverte: Edward, un sacco di alberi e una cascata bellissima, ma non bella come la prica cosa.

-Hei Bella addormentata, come va?-. Mi struscia bene gli occhi con per cercare di svegliarmi un po'.

-Bene, grazie. Siamo arrivati?-. Mi guardai in torno e mi risposi mentalmente di si, il posto doveva essere proprio questo. Il posto era bellissimo, l'acqua del fiume era cristallina e in cielo c'era anche il sole, la giornata ideale.

-Si, ovviamente. Ti piace?-. Il mio sorriso parlò da solo, ma risposi ugualmente anche a parole.

-Certo, come potrebbe non piacermi??-. Lo abbracciai teneramente e mi accomodai tra le sue braccia sull'erba e con la testa sul suo petto freddo. Lui incominciò a baciarmi i capelli e a giocare con le mie mani, amava farlo, anche se io sinceramente non capivo cosa ci trovasse di interessante nelle mie piccole mani.

Ero in paradiso e al mio fianco c'era l'angelo più bello e più buono di tutti.

  
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