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Autore: Medea Astra    18/03/2011    4 recensioni
Prima che l’uomo, o meglio il demone, che amo partisse per la guerra abbiamo fatto l’amore con intensità e passione, consapevoli del fatto che ci fosse anche la possibilità di non rivederci mai più, credo che i Kami in previsione di quest’eventualità abbiano voluto riempire il mio utero con il frutto dell’amore che nutro per un essere tanto diverso da me.
Ciò che temo non è la gravidanza ormai tanto evidente, ma quello che ne segue, il piccolo che indisturbato sta crescendo dentro di me non avrà vita facile, è frutto di un amore proibito, è il risultato dell’infrazione di un tabù secolare e so già che non avrà vita facile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La dolce brezza primaverile aveva abbandonato i miei giardini fioriti da un pezzo quando una paura mista a felicità mi invase con la stessa forza con cui sono soliti scuotere la mai terra i terremoti.
Erano  tre mesi che non lo vedevo e in quegli ultimi giorni ciò che era cominciato come un timore privo di fondamenta, stava iniziando a prender corpo, ed io non ero pronta, non ero pronta ad accettare la verità.
Ormai erano più di due mesi che quando mi cambiavo non vedevo tracce del mio essere donna e nemmeno l’acqua si tingeva più di rosato, nell’ultima settimana la mattina non riuscivo nemmeno ad avvicinarmi alla sala dove ero solita mangiare con mio padre che conati di vomito salivano prepotenti dal mio ventre che intanto si mostrava lievemente più tondo.
Prima che l’uomo, o meglio il demone, che amo partisse per la guerra abbiamo fatto l’amore con intensità e passione, consapevoli del fatto che ci fosse anche la possibilità di non rivederci mai più, credo che i Kami in previsione di quest’eventualità abbiano voluto riempire il mio utero con il frutto dell’amore che nutro per un essere tanto diverso da me.
Ciò che temo non è la gravidanza ormai tanto evidente, ma quello che ne segue, il piccolo che indisturbato sta crescendo dentro di me non avrà vita facile, è frutto di un amore proibito, è il risultato dell’infrazione di un tabù secolare e so già che per lui sarà tutto più duro.
Le poche donne che sono sopravvissute a gravidanze hanyou sono state uccise dai loro stessi simili, da chi fino a pochi mesi prima divideva con loro il pane  e il vino. La mia paura, non è quella di morire, ma quella di non poter difendere mio figlio dal resto del mondo.
So che Taisho non potrà mai essere sempre al mio fianco, deve combattere per proteggersi, è troppo potente per restare a casa, ha troppi nemici per mettere da parte la katana e prendere fra le braccia un morbido fagotto di carne con un cuore che batte per l’emozione della prima visione del mondo.
Temo che mettere al mondo questo bambino sia come dargli un terribile anticipo di morte. Eppure so che è giusto, so che questo bambino deve vedere la luce del mondo perché pur non avendolo mai visto sento già di amarlo, come amo ardentemente suo padre.
Adesso seduta sul mio fouton penso a come dare la notizia a Taisho, pochi minuti fa è venuto da me un suo servo ad avvertirmi della sua imminente visita. Sono in pensiero per lui, non so come possa stare, ho paura di vederlo tornare da me ferito, ma al contempo lo desidero così potrebbe stare un po’ qui con me e il bambino. No, sono una sciocca egoista, Taisho deve tornare in guerra perché quella è la sua natura e solo lì si sente davvero se stesso, non posso tenerlo con me, si sentirebbe con un animale in gabbia,impazzirebbe. Lui è un’anima libera e per questo me ne sono innamorara, così lontano dal rigido formalismo di palazzo…
Ecco, sento che si sta avvicinando, in breve vedo una mano artigliata far forza per aprire il pannello di carta di riso che delimita la mia stanza.
Mi si para davanti in tutta la sua maestosità, è dannatamente bello, non c’è nessun umano paragonabile a lui.
Profondi occhi ambrati, fisico asciutto e scolpito come nel marmo, capelli color della luna…spero tanto che il bambino somigli a lui così anche quando sarà lontano potrò bearmi della sua bellezza.
“Amore…” sussurro gettandomi tra le sue braccia, sicura di trovarvi un porto sicuro dove approdare.
“tesoro…mi sei mancata”mi dice un attimo prima di baciarmi appassionatamente.
Il suo bacio non è casto, è il bacio di un innamorato che da tempo non ha ciò che è suo, carico di passione e necessità, bisogno di sentire che il tempo e la distanza non hanno cambiato ciò che nutrivamo l’un per l’altra. La nostra è una situazione difficile, un nulla basterebbe per incrinarla, ma noi siamo più forti del destino che beffardo sta giocando con noi.
Ad un certo punto vedo il suo viso contrarsi in una piccola smorfia che termina in un sorriso compiaciuto, sembra stia scrutando l’aria tutt’intorno a noi.
“Izayoi..tu?”mi domanda con una speranza che brilla negli occhi.
“si” rispondo semplicemente mentre cerco di nascondere il rossore che imporpora le mie guance tra le pieghe della sua candida veste.
Mi sento sollevare da terra, guardo colui che mi sta facendo volteggiare per aria, ebro di felicià è il suo volto.
Credo che la felicità sia questa, un attimo semplice con le persone che ami.
   
 
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