Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: past_zonk    20/03/2011    0 recensioni
Perché si usa il verbo ‘venire’ per gli amanti?
Dice Francesco perché è come se lui divenisse, per un po’, coinquilino del mio corpo.
‘Sto venendo amore, aspettami.’
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ad Anna e a Q. e a Matthea.

E a te, lurido.


Ricordo il giorno in cui conobbi Francesco. Ricordo che mi chiese se poteva spogliarmi. Se poteva  baciarmi. Se era consono il suo comportamento. Mi sfilò un sommesso ‘sì’ dalle labbra e cominciò a farmi sua. Ricordo di non essermi mai sentita tanto debole nella mia vita, con quelle mani sui miei seni e quegli occhi sulle mie natiche.

 

Entro nella stanza dalle pareti indefinite, odore indefinito e tutto ciò che non noto oltre le cornee di Francesco.

Ti riprenderei in bianco e nero, dice. Così i tuoi occhi sembrano meno tristi, dice.

E mi mostra l’orlo dorato della sua camicia e mi dice : che pensi, io lo so che anche tu mi ucciderai.

Ed io esplodo. I miei capelli s’intersecano ad uccidermi. Le dita con smalto rosso di chissà quante altre sue amanti che mi strangolano. Piccole catastrofi.

Poi le sue cosce nude.

-Posso spogliarti, ora?-

-Posso baciarti, ora?-

-Sono consono alla situazione?-

E un sì che non sto qui a descrivervi scavalcò le mia labbra e scoppio nell’aria viziata della camera.

E lui che si riempie di libido e dice di Paolo & Francesca, e dice che di Lancillotto noi mai leggeremo. E che io lo ucciderò. Come la donna dell’autobus, dice.

Francesco mi provoca un orgasmo mentre parla; con le sillabe mi stimola il clitoride e mi lecca ovunque con rime e parole candide; che poi fin troppo candide non sono.

Lui che ansima a bassa voce sul mio collo e mi recita qualche verso sciolto. E che il sesso non conta e che è tutto invece e che con me prende il trip e che farà piano e che ha quella voce che fa piangere e il sorriso che non sorge.

È la nostra prima volta, so che la seconda e la terza saranno meglio. Ma poi, vivendo, non sarà così.

E Francesco che non sapeva la mia età e il mio cognome ma già poteva descrivere ogni millimetro del mio corpo.

E la tua voglia sul fianco sinistro, direbbe.

 

Io & lui non ci conoscevamo da molto. Insomma, un paio d’ore sono bastate. Ci siamo conosciuti in piazza, alla luce della fontana. Davanti ai suoi calzoni demodé e il suo viso scolpito nei ricordi.

M’ha detto che ha fatto un provino per un film a Cinecittà e che poi l’hanno preso per un film erotico e che è scappato dal set.

Pensava di morire fra le cosce di quella donna.

Io non lo conoscevo, studiavo per l’esame a gambe incrociate sul bordo della scalinata ed ecco questo paio d’occhiali dandy che mi fissano e quella bocca che parla piano e che mi dice queste cose. A me, una perfetta sconosciuta.

E poi, dopo un caffè qualche sua chiacchiera e lo ‘scambio’ di nomi, l’ho portato a casa mia.

Col rischio di morire, di finire accoltellata a cosce aperte sul letto, d’essere violentata.

Non mi sono mai fidata di Francesco e dei suoi miseri giochi da puttaniere. Mai.

Eppure se mi chiedesse solo una notte in più per far scendere l’amaro, per baciarlo e dirgli che va bene, beh, io sarei lì.

Perché è bello baciare una persona che ha dell’amaro in gola, è bello succhiargli il veleno direttamente dalle vene e non voler dormire per continuare a filosofeggiare.

Mi sento completamente invasata dallo spirito di Francesco mentre facciamo sesso, mi sento la fronte umida e sudata come se stessi per essere operata. E lui che mi dice che domani è lontano.

Per tutto. Ed io, la scrittrice insensibile che prende come cavia i sentimenti di tutti ma che non sa descrivere quelli di Francesco che muore fra i fiori e me.

Ed io non lo amo, sia chiaro.

 

Il giorno dopo mi portò a mare e gli chiesi il cognome e lui mi disse che non aveva importanza ma che lo avrei saputo.

E poi lui che sulla sabbia col costume e il petto glabro e povero e smilzo che bianco riluce di segni e succhiotti.

Francesco che si lascia affogare fra l’acqua del mare mentre io lo riporto a galla e bacio quelle labbra lerce e bagnate e grondanti.

E lui accenna un sorriso ed è la prima volta che lo vedo ridere e mi sento Dio.

 

Ed ecco come l’ho conosciuto e la motivazione di questa unione; ovvero l’egoismo. Egoismo che guida tutto, le nostre vite.

E allora io giuro di non amare Francesco e giuro che la mia nuca urla sempre il suo nome e che ora sono l’una e che dormo. E che dormo. E che DORMO…

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: past_zonk