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Autore: forbidden rose    20/03/2011    1 recensioni
Ero sempre stata una ragazza diligente, perfetta.
Ero sempre stata una con un cervello, fin quando non mi sono innamorata.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Siate clementi, è la mia prima One-Shot (una mezza schifezzuola) e l'idea è nata dalla mente malsana mia e di una mia amica. Solo che alla fine non abbiamo mai concluso questa storia d'amore, quindi ho voluto buttare giù qualche riga e dire... visto che oggi sono depressa, e sono stufa dei lieto fine, creo qualcosina che sia un 'afflito fine'. Questa era pessima, lo so.
Ho messo il raiting arancione solo perchè il litigio si incentra sul sesso, sul tradimento, ma non ci sono descrizioni di un rapporto
Tornando a noi, i protagonisti sono una Corvonero e un Serpeverde, e da queste righe noterete anche superficialmente che tra i due ci sono molti problemi viste le loro diversità.
Qualcuno potrà giudicare male, dopo aver letto questa fan fiction, l'amore di lui nei confronti di lei. Io invece penso il contrario, penso che l'ami e penso che, per lui, lei sia l'unica. Però penso anche che sia un maschio - e con questo ho detto tutto - e che non riesca a frenare certe sue voglie da maschio.
E lei lo sa.
L'idea mi è venuta dopo aver visto Pocahontas - i vecchi tempi mancano anche a me - e dopo aver ascoltato la canzone 'se tu non ci fossi'.
Gli opposti si attraggono, sì, ma solo nella fisica per me. Perciò alla fine di questa fan fiction gli opposti, alla fin fine, si respingono a vicenda. Mi ha fatto davvero piacere scriverla e ho sentito le emozioni della protagonista come mie.
Mi fareste un grande favore lasciandomi qualche critica/commento, ne accetto di tutti i tipi, infondo sono qui anche per migliorare.
Mi sono dilungata troppo, alla prossima e buona lettura!


***

 

Ed io ti devo molto,
mi hai insegnato a vivere,
a capire
che l'amore sei tu.



“O mi spieghi cosa cazzo è successo con Megan o giuro che ti taglio i gioielli di famiglia!” ero fuori controllo, ero incazzata. Oh, no, ero molto di più. E, tuttavia il luogo dove mi trovavo – bagno di Mirtilla – neanche l’arrivo di quest’ultima mi avrebbe calmata.
“Calmati, piccola, ferma.”
“Ferma un corno, io ti ammazzo!” Non avevo attacchi omicidi, ma voi come vi sareste comportate dopo aver saputo, per la millesima volta, le prestazioni sessuali del vostro ragazzo uscire dalla bocca di altre ragazze?
“Ti avranno di sicuro ingigantito la cosa, come fanno sempre. Oh avanti Cass, sai benissimo che sono invidiose di te e che farebbero di tutto per farci lasciare!”
“Stai per caso dicendo che tu non sei andato a letto con nessuna di quelle che è venuta a dirmelo esplicitamente in faccia?!” Silenzio.
Ed io sapevo che ci sarebbe stato silenzio. I suoi occhi erano immobili, immutabili, e si specchiavano nei miei. Il mio cuore in quel momento aveva voglia di piangere, io un po’ meno.
Io sentivo solo una grande rabbia. Una forte rabbia, e una fitta di gelosia che partiva dallo stomaco e arrivava sino al cervello, facendomi comportare in quel modo.
“Lo sapevo”. Lo sapevo e lo avevo sempre saputo, e quella mica era la nostra prima litigata. Ormai ad Hogwarts eravamo parecchio famosi, visto che le nostre urla – okay, le mie urla – si sentivano da miglia e miglia di distanza, mancava poco e facevo svegliare addirittura il Barone Sanguinario.
“Non puoi tenermi il broncio per sempre… hai scoperto che Megan non è l’amica che credevi, ti ho fatto un favore, no?” Disse, con un fare da innocente che stava facendo saltare ancora di più i miei poco stabili nervi. Afferrai la camicietta da terra e me la infilai, e non incominciate a pensare male. Ero andata in quel bagno con la buonissima idea di farmi un bagno calmo per sbollire la rabbia di quella notizia, peccato che il ‘protagonista’ dei miei sfoghi era entrato in bagno, mandato lì dopo aver persuaso qualche mia compagna di dormitorio sicuramente.
“Hai ragione: grazie amore mio per aver scopato con la mia migliore amica. Se non fosse stato per te non so come avrei fatto”. Dissi con un palese tono da ‘ti sto prendendo per il culo’.


Ma perche' ci nascondiamo
per volare,
se nemmeno l'odio
ci potra' fermare.


Lui lanciò un pesante sospiro, prima di avanzare di un altro passo verso di me e di prendermi il volto tra le mani.
“Io amo solo te”.
“E ti scopi tutte le altre, giusto. Che dici se comincio anche io a fare come fai tu? Oh, tranquillo, amo solo te” Lo vidi assumere un’espressione rigida, era possessivo nei miei confronti, non voleva che nessuno mi guardasse troppo languidamente e se qualcuno si azzardava a toccarmi era la fine.
Però lui, per se stesso, non si faceva nessuna restrinzione.
“Ti stai vedendo con qualcun altro”. Non era una domanda. Era lui, tremendamente sicuro di sé, che credeva che io stessi frequentando un altro. Di solito non duravano così tanto le nostre litigate, forse patetiche all’apparenza. Lui aveva un potere completo su di me, riusciva a stregarmi, soggiogarmi la mente. Ed io lo avevo sempre perdonato. Perché? Perché l’amore che provavo per lui lo aveva reso indispensabile, e mi sentivo mancare nel vero senso della parola senza di lui. Avvertivo quel vuoto all’anima che si faceva pesante, e faceva male anche più di un qualcosa di fisico. Lui era la mia droga, era il proibito, era la cosa che mi sarei promessa che mai avrei sfiorato, che mai avrei bramato.
Ed io per lui ero stata una scommessa, all’inizio, una scommessa sfuggita dalle sue stesse mani.
“No, ma sono stufa dei tuoi giochetti, di questo teatrino. Tu… tu non immagini cosa diavolo significi tutto questo”. Dissi, scuotendo appena la testa e finendo di abbottonarmi la camicietta, per poi afferrare la tracolla e iniziare a mettere violentemente maglia di ricambio e crema profumata per il dopo-bagno dentro.
“Non è una messa in scena, cazzo! Sai che ti amo, e sai che stiamo bene insieme. Non so se le tue secchie-amiche ti abbiano fatto cambiare idea, ma spero per te che tutto questo sia una cosa passeggera”
“Sono stufa, Alex. Perché non vuoi capire che mi da fastidio vedere ragazze uscire dalla tua stanza e sentirle parlare di quanto sei bravo sotto le coperte e di come sei stato… sdolcinato nel conquistarle?! Vuoi capire che mi da fastidio che qualcun’altra possa fare l’amore con te, che possa guardarti negli occhi, che possa innamorarsi di te. O tu di lei.” E vaffanculo, perché avevo iniziato a sentire gli occhi lucidi.
“Sai benissimo che tutto questo non sarebbe successo se tu…”
“Se io cosa? Se io avessi già fatto da circa due anni sesso con te?” Dissi, in un tono che mi uscì piuttosto ironico e divertito, ma il tono di voce era… amaro.
“Stiamo insieme da due anni, mi spieghi qual'è il problema?! Ti faccio così schifo?!” Sembrava che anche la sua pazienza lo stesse abbandonando, e non sapevo fin dove saremmo arrivati. Non sapevo se tutto sarebbe tornato come prima. O forse sì, lo sapevo benissimo.


Sognavo un grande amore libero
tanto da illuminare il cielo.
Sognavo un grande amore libero
che illuminasse il mondo intero.



Non risposi a quella sua domanda, non riuscivo più a parlarne. Non era lui il problema, e lui era ancora più idiota perchè pensava di esserlo.
Lui non lo sapeva. Lui mi aveva iniziato a conoscere solo dall'età di 14 anni per me e 15 per lui.
Ma prima, prima mica sapeva che avevo sempre dovuto evitare gli scherzetti stupidi dei suoi compagni di casata, che avevo sempre dovuto cavarmela da sola.
Non ero sempre stata intoccabile perchè fidanzata di Alexander Owens.
Mi avevano privata della mia umanità già tanto tempo fa. Mi avevano accorciato le tappe, ero diventata donna troppo presto.

“Non sono più vergine, Owens. Quindi levati dalla testa che sia per quello. E ora sparisci, potresti far aspettare troppo una delle tue spasimanti, non trovi?” Ironica e pungente, com'ero sempre stata. Solo che... con lui no, mi ero sempre comportata diversamente. Eppure sapevo che quella volta c'era qualcosa di sbagliato in tutto quello. E lo sapeva anche lui.
E avevo paura. Paura che uscendo da quella porta, qualcosa sarebbe potuto cambiare.
Ma anche paura che tutto sarebbe potuto ricominciare.
Ascoltare mente o cuore? Mettiamo in caso che siano collegati tra loro, cosa fare, staccare il filo sottile ed invisibile che li unisce?
Lui era immobile, fermo, dannatamente bello, e mi fissava. Preferivo tenere di gran lunga il capo chino, per non far vedere quanto quelle parole, quelle azioni mi costassero.
Presi la tracolla e, dopo avergli dato le spalle, mi diressi verso la porta. Silenzio.
Il mio respiro non si sentiva più. Stavo trattenendo il fiato. Mi voltai appena, con la testa, arrivata alla porta e dopo averla socchiusa un poco.
Lui stava respirando.
E a me bastava.
Avrebbe respirato per tutti e due.
Ti amo, ciao.


E nemmeno l'odio mai lo fermera'.

   
 
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