20/03/2011
1 recensioniPrologue of Humphrey's thoughts
Nella più grande delle ipotesi Dan R. Humphrey non si sarebbe mai aspettato di dover trascorrere l’estate in quel modo. L’ultima mattina di Giugno, infatti, egli si recava lontano dalla Grande Mela con la vetusta automobile inglese di suo padre, che un tempo lo spacciatore Damien ebbe il coraggio di chiamare apriscatole. In realtà la sua destinazione non era poi così lontana: costeggiando la meravigliosa Long Beach per diversi chilometri, Dan si dirigeva in una delle zone più “naturalistiche” degli Hamptons, precisamente nel Napeague. Procedendo con l’esagerata velocità di quarantasette chilometri all’ora, l’automobile inglese, con il motore che non smetteva di far capricci, vedeva le ultime dimore di Beach Hampton allontanarsi dietro la sua nuvola di fumo che fuoriusciva ad intervalli irregolari dall’arrugginita marmitta. Il paesaggio che seguiva era caratterizzato da un flora carica di un verde quasi luminescente.
Circa un anno prima, in quella precisa zona, i due coniugi Rufus e Lily si erano dilettati nell’occupazione di accaniti acquirenti, comperando diverse proprietà, soprattutto negli stessi Hamptons. Lì Rufus era stato particolarmente colpito da una dimora di modeste dimensioni, dislocata in una piccola pineta distante appena cinquanta metri dalla chiara e deserta spiaggia.
Rufus, da padre, aveva subito pensato che quello sarebbe stato il posto giusto per i suoi figli, soprattutto per Dan, che sin da piccolo volava con la fantasia immaginandosi scrittore, mentre abbozzava i propri pensieri su carta e ascoltava lo sciabordio delle onde che si schiantavano sulla candida sabbia.
Una volta acquistata la dimora, il ragazzo ebbe l’opportunità di soddisfare il proprio desiderio.
L’auto parcheggiata all’ombra di un enorme albero secolare, il profumo degli squisiti waffles preparati da Rufus, i mobili lignei bianchi perfettamente levigati e incredibilmente costosi, la stanza da letto con la meravigliosa vista sulle calme acque dell’immenso Atlantico, tutto era perfetto.
Il ragazzo svuotò prima le due piccole valigie dei suoi accessori e indumenti, poi, munendosi di asciugamano, occhiali da sole modello Wayfarer, quaderno in pelle con resistente rilegatura e penna, si diresse in spiaggia. Osservando il tramonto del sole, Dan accese un falò, si sedette su un tronco resistente e pensò.
Con il tentativo di riordinare gli eventi della sua vita, cominciò a scrivere.
Spazio Autore
Ciao ragazzi. Quello che vi presento è il capitolo introduttivo, o prologo, della raccolta che Dan si appresta a scrivere, riguardo i momenti della sua vita. Già, il mio scopo è quello di rendere Dan autore delle sue brevi annotazioni di vita, escludendo, ovviamente, il suddetto capitolo.
La mia premessa è sempre quella: desidero davvero che leggiate la mia storia in tanti e che, senza stancarvi, possiate lasciare un breve, piccolo, breve, piccolo (breve, piccolo) commento! E' vero, potreste non appassionarvi alla raccolta per il protagonista in questione: Dan R. Humphrey, il più romantico e, solo apparentemente, semplice dei ragazzi, che nasconde in realtà un pensiero di vita forse molto più complesso di tanti altri.
Come dicono in molti anche qui, però, se la storia è scritta bene non vi è motivo per cui non dovrebbe essere seguita. Pertanto vi lascio alla lettura.
Alla prossima!