Titolo: Se ci
fosse stato Prometeo
Titolo del Capitolo: Gli stolti
coniugi giocati dalla loro ingenua ottusità.
Fandom: Epico
Personaggi: Pandora, Epimeteo
(Citato: Prometeo e, brevemente, Zeus)
Genere: Introspettivo, commedia
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot
Conteggio Parole: 945(Titolo
escluso)
Note:
1. Pur troppo
non è betata, perché mi vergogno a far leggere i miei
scritti prima di pubblicarli.
2. Hem … Per questa ff ho scelto un insolito
duo, Pandora ed Epimeteo, che sono da sempre le
persone più stolte della mitologia greca. Sono veramente due stupidi, cioè per
me sono più ingenui che stupidi.
3. Pandora ha più di una descrizione caratteriale, su internet ho
trovato che viene definita spesso curiosa o stupida tanto quanto è bella, sul
mio libro delle epiche( Greca, Romana, Germanica, Gaelica, Indiana ecc …) viene
definita cattiva e crudele. Per me è solo stupidamente ingenua.
Personalmente ho sempre odiato Pandora perché a sempre fatto fare a noi donne
una magra figura.
4. Ci sono più di un mito su chi veramente abbia aperto il vaso, ci
sono alcune versione che dicono che Epimeteo abbia
aperto il vaso, ho scelto la versione più famosa quella dove è Pandora ad
aprirlo, ma anche Epimeteo avrà la sua parte, nel non
fare nulla.
5. Ho inserito
ben 13 Note, essendo io un'amante dell'epica non conoscevo bene questo
mito, mi sono permessa di pensare che non fosse chiaro nello specifico ad altre
persone e poi amo mettere le note, mi fa sentire colta.
6. Non so perché
ho scelto commedia, trovavo questa storia divertente sotto un certo punto di
vista.
7. Spesso
uso il termico Orcio, Giara al posto di vaso. Perchè,
be, il vaso di pandora era un vaso e non uno e scrigno e in parecchi miti viene
chiamato Orcio.
Buona
lettura …
Richiuse l’orcio veloce, dopo che ebbe
capito il danno che aveva commesso.
Solo Elpis(1), speranza, un uccello d’azzurro intenso, era rimasto
prigioniero sul fondo della giara, tutti gli altri era usciti. Tutti i
mali, nel vento si disperdevano fino a raggiungere ogni angolo della mortale
terra. Da allora, lui sapeva che sarebbero errati per sempre, avrebbero rese
gli stolti immortali voluttuosi di ogni male.
Ed era colpa sua,
interamente colpa sua, Prometeo gli aveva detto di non accettar mai doni dai
Numi. E lui? Fulminato da cotanta grazia aveva accettato quel dono divino,
Pandora, che portava con se tutti i doni(2). Aveva un abito di
porpora e gemme, una cintura di perle, monili d’oro ornavano il petto e le
braccia, ghirlande di rose vellutate intrecciate tra i capelli e dal suo corpo
vergine si emanavano tutte le splendide grazie femminili.(3) Troppo incantevole per
essere reale.
Era bastato uno sguardo per capire che avrebbe fatto meglio a declinare il
matrimonio con quella fanciulla, troppo incantevole per essere reale,
dal volto limpidi e gli occhi curiosi. Perché la curiosità era sempre stata
fonte di angustie.
L’aveva rifiutata
infatti, ma poi Zeus per il fuoco rubato e per il suo rifiuto aveva punito
Prometeo e lui disperato l’aveva sposata, pensando che fosse l’unica soluzione
possibile(4).
Lui, Epimeteo, che tardi rifletteva(5), che stupidamente
aveva distribuito in malo modo le buone qualità(6) , donandole agli
animali e dimenticando gli uomini, aveva sposato la bella Pandora, con gli
scuri capelli in una crocchia, con l’astuzia e la scaltrezza nell’anima, la
curiosità negli occhi ed il veleno di una serpe in seno.
Gli avrebbero
condannati tutti, avrebbero condannato gli umani al dolore ed al peccato. Epimeteo gli aveva privati di buone qualità e Pandora gli
avrebbe concesso tutti i suoi doni, i mali, perché lei la portatrice di tutti
i doni, con se portava sempre un vaso, Non aprirlo, Zeus le aveva detto,
ma confidava nel contrario, sapeva che la curiosità donatale da Agrifonte(7), assieme all’astuzia e la scaltrezza,
l’avrebbero indotta e tentata ad aprire l’ orcio.
Stolta umana, creata
dai Numi, la sua gente avrebbe condannato. Non era di genti umane, ma come loro
era stata creata, ma il male era, il dono oscuro e la maledizione che il Padre
degli Immortali aveva regalato all’umanità, per punire quei due stolti Titani,
che per le genti mortali avevano favoreggiato e con stoltezza gli Dei avevano
sfidato.
Ma Epimeteo,
lui non c’entrava nulla, suo fratello, Prometeo, l’aveva convinto ad aiutarlo,
prima con e poi contro i Numi(8), era stato sempre lui a rubar il fuoco
e a donarlo alle genti, era stato lui che poi aveva ingannato gli dei con la
carne. E i suoi sbagli gli aveva pagati, legato ad una roccia con un’aquila che
gli divorava il fegato, durante tutto il tragitto del caro di Febo, che ricresceva durante la notte per via del divino
sangue(9); ma perché anche lui
doveva essere punito?
Perché gli Eterni
avevano ordito un tale giogo?
Se quel giorno, in cui
la curiosità donatagli da Ermes non avesse vinto la volontà di lei,
Prometeo fosse stato lì, certamente alla razza mortale sarebbe stato
concessa la grazia di non peccare. Aveva visto il soave volto della sua
compagna divorato dalla rovinosa curiosità. “Il Divino Zeus mi ha rivelato
che nella giara ci sono custoditi tutti i mali del mondo”(10) cominciò Pandora con
fare civettuolo, passò le mani gracili sul coperchio. Come sono i mali? Che
forma hanno? Che sono? Posso vederli?(11) Chiedeva a se stessa, a lui e allo stesso
Fato, che con il fiato sul collo di Pandora, attendeva che quei due stolti
immortali condannassero gli umani. Se Prometeo fosse stato lì certamente
l’avrebbe fermata, le avrebbe preso le mani candite e tutto non sarebbe
successo, ma lui non era Prometeo, lui era semplicemente Epimeteo,
colui che riflette tardi, e non la fermò.
Pandora sollevò appena
il coperchio dell’orcio e spiò con l’occhio curioso l’interno, Epimeteo la vide inorridirsi, il volto soave da sempre
divorato dalla rovinosa curiosità ora era schifato da ciò che all’interno aveva
veduto. Cosa c’era all’interno? Adesso anche lui dalla curiosità era tentato.
Dalla gira cominciò a fuori uscire polvere nera, poi un tifone fatto di quella
stessa polvere e di spettri dalle orribili forme, i mali, eccoli, che ora nel
mondo si disperdevano(12). Un piccolo uccellino
blu era sul fondo della scatola. Cosa aveva fatto? Si interrò Pandora,
allarmata.
Richiuse l’orcio
veloce, dopo che ebbe capito il danno che aveva commesso.
La vedetta era stata
adempiuta, i mali avrebbero rovinato gli uomini per l’eternò con il padre dei
Numi e dei Mortali aveva desiderato, come era stato predetto e come il Fato
avevo scelto, il corso del destino era stato seguito e nulla sarebbe mai più
stato come prima. Il male errante era entrato negli animi puri dei mortali.
Nonostante Zeus avesse
ottenuto ciò che voleva per gli affronti ricevuti dai due Titani filoumani, aveva concesso agli uomini la speranza, l’unico
dono nascosto nel vaso, che era lì rimasto per aiutarli nelle difficoltà, che i
libidinosi mali gli avrebbero portato(13).
“Non ci restà che la speranza” disse Epimeteo
guardando la sua stolta consorte, la speranza che non tutto sia perduto,
mentalmente aggiunse, “Che lui ci aiuti” bisbigliò Pandora gettando lo
sguardo sul vaso ormai chiuso. Elipis, la speranza,
era loro prigioniero.
Se ci fosse stato Prometeo, nulla sarebbe successo …
Ma Prometeo non era lì,
c’erano solo Lui e Lei.
Epimeteo e Pandora, gli stupidi
immortali, che avevano condannato le genti mortali.
Negandoli le qualità e
donandoli i mali.
Epimeto che tardi rifletteva e
Pandora di tutti i doni, con la sua maligna curiosità.
Gli stolti coniugi giocati dalla loro ingenua ottusità.
*
Note (Spiegazioni)
1: Elpis era la Speranza, che era depositata al fondo della
giara, non riesce ad uscire e dal suo fondo porta la Speranza agli uomini. Da
questo viene il detto che “La speranza è l’ultima a morire” perché era
ultima nel vaso.
2: (Questo
potevo evitarmelo) Pandora significa Tutti i Doni, nome che scelse Zeus quando le
affidò il vaso. Solo che Pandora stessa è un dono e quello che porta non sono i
Doni. Epimeteo stupidamente dice: Pandora che
portava con se tutti i Doni.
3: Allora la descrizione dell’abito viene da un mito: Efesto la fece (Anche se non parlo del suo fuoco divino). Il vestito e la cintura è donata da Atena, i gioielli dalle Ore dalle trecce bionde e le grazie femminili da Afrodite dal dolce sorriso. Nome e vaso viene donato da Zeus.
4: Epimeteo pensa che l’unico modo che ha per non urtare
ulteriormente Zeus, e magari salvare anche il fratello, è accettare il suo
dono. Nonostante Prometeo più volte gli avesse detto di non accettare doni dai
Numi.
5: (Potevo
evitare anche questo) Epimeteo significa : Colui che riflette
in ritardo. Perciò l’epiteto che gli affibbio è: Prometeo, che tardi
rifletteva.
6: Epimeteo, fu ricompensato assieme al fratello dai Numi,
prima del furto del fuoco, affidandoli le buone qualità che avrebbero dovuto
distribuire con coscienza, dunque il titano stupidamente diede tutte le qualità
agli animali e dimenticò gli uomini.
7: Agrifonte è un altro nome, poco usato, di Hermes. L’ho
letto in un mito di Pandora, mi è piaciuto, l’ho inserito.
8: Prometeo
ed Epimeteo nella guerra contro i titani si sono
alleati con gli Dei, perché amanti degli umani, in verità Prometeo lo era ed Epimeteo fu guidato da lui. In seguito a causa del
furto del fuoco e dell’inganno della carne di Prometeo essi andarono in
disaccordo con i Numi a favore degli uomini, per questo Zeus decise di punire i
due titani facendo del male ai due fratelli, colpendo le creature che tanto
amano.
9: Questa è
la punizione di Prometeo, anche se in effetti ho dimenticato di scrivere che un
palo gli squarciava il ventre passando in esso. Un’immagine davvero poco carina.
10: In un
mito Zeus per raccomandare a Pandora di non aprire il vaso gli rivela cosa c’è
dentro. In altri cento miti, Zeus non gli dice ciò che c’è dentro.
11: Legato
alla nota sopra, in alcune versioni Pandora è curiosa di sapere cosa c’è
dentro la giara, nella versione in cui mi sono affidata, Pandora è curiosa di
vedere come sono i mali.
12: In un
mito se non sbaglio era descritto così, se lo conoscete in un altro modo più
preciso, ditemelo.
13: Zeus ama gli umani, sono comunque suoi figli, spesso con loro è crudele ed insensibile, altre volte paterno, comunque non poteva seriamente abbandonarli ai mali, per questo donò loro la speranza, che nascose al fondo del vaso con i mali.