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Autore: DreamingOfANightmare    21/03/2011    10 recensioni
Ubriaco e senza pensare chiaramente, Dave si accinge a guidare per tornare a casa. In seguito ad un'incidente e cade giù da un ponte. Mentre l'acqua lo sommerge lentamente, pensa ai suoi rimpianti. Si risveglierà, ancora vivo, nel suo corpo da ragazzo pronto a vivere la seconda opportunità della sua vita. [Kurtofsky]
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Kurt Hummel
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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T/N: Salve a tutti, per chi non mi conoscesse già sono Angel666 e sarò la vostra traduttrice di questo capolavoro di Dreaming-of-a-Nightmare su questo fandom. Questa storia è molto famosa in lingua originale e a detta di molti è tra le migliori Kurtofsky in giro al momento, quindi sono molto felice ed onorata di condividerla con voi. Ovviamente se masticate bene l’inglese è d’obbligo leggerla in lingua originale al link: http://www.fanfiction.net/s/6689182/1/Rewrite
Questa sarà l’unica nota che lascerò in tutta la storia per evitare di spezzare la narrazione, quindi sappiate che la storia è molto lunga: è composta di 20 capitoli (lunghissimi) ed è già conclusa. Io vi giuro che farò il possibile per aggiornare una volta a settimana, questa è solo l’introduzione il capitolo vero e proprio aspettatevelo entro domani sera. Spero avrete pazienza e farete questo cammino con me perché la storia merita davvero. Tutti i commenti, i dubbi e le domande verranno rigirati all’autrice originale e io vi farò da tramite, quindi vi esorto a lasciare le vostre impressioni. Senza ulteriori indugi vi auguro buona lettura, ci vediamo alla fine!


A/N: questa storia è una Dave/Kurt semi AU ispirata ( ma non limitata) al concetto del viaggio nel tempo e ai suoi aspetti generali, ripresa dal film Butterfly Effect.





E’ strano,

il pensiero spezzato che ti affiora nella mente

quando realizzi che stai per morire.

Ti fa pensare

Che cosa avresti fatto di diverso

Se avessi avuto

La Scelta.

Sono intrappolato qui

Cercando di trattenere il respiro dall’acqua che sta entrando velocemente

-le chiusure automatiche sono abbassate; dal momento che le porte non si apriranno per via della pressione dell’acqua-

Sono ancora un po’ ubriaco, anche se la mia testa ha acquistato lucidità

Nell’attimo in cui la macchina ha infranto la superficie dell’acqua cadendo dall’altro lato del ponte.

Sto cercando di ricordare cose,

la mia vita è un vorticare bizzarro di immagini nella mia testa.

Il mio nome, David Karofsky.

La mia età, ventitre anni.

La mia professione, un perdente di Lima che lavora in un cantiere edile perché ha mollato il college.

Il mio orientamento sessuale…

Omosessuale. E tutti lo sanno in città.

I miei rimpianti?

Con l’accorciarsi della mia vita, immagino che i rimpianti siano tutto quello che mi sia rimasto; tutto quello a cui riesco a pensare.

Rimpiango di non aver dichiarato prima la mia omosessualità; ai miei genitori, almeno.

Rimpiango di essere stato un bullo al liceo.

Rimpiango di non aver mai più rivisto Kurt Hummel prima di morire in questo modo,

Uno stupido ubriaco che ha deciso di essere abbastanza “sobrio” per guidare – cocciuto come sempre – e che ora sta affondando sul fondo di un fiume in una fottutissima e noiosa città a ovest dello Stato.

Quindi immagino di rimpiangere anche questo, già.

Ma rimpiango anche le piccole cose,

come il non aver detto tanto spesso ai miei genitori quanto li amassi,

o l’aver fatto tutte quelle terribili cose a Kurt Hummel fino a fargli cambiare scuola –

al posto di dirgli invece che avevo una grande cotta per lui, e che lui, come persona, mi ha aiutato a scegliere di fare outing ai miei genitori più tardi –

E solo…

Tutto.

Rimpiango la maggior parte della mia vita, dal liceo in poi.

Se potessi rifare tutto un’altra volta, lo rifarei.

Lo farei…


E qui è dove i miei pensieri si fermarono, il mio ultimo respiro lasciò le mie labbra con un vorticare di bolle mentre inghiottivo l’acqua che aveva sommerso la mia macchina mentre affondava con me dentro. L’oscurità sopraggiunse, e molto presto, fu l’unica cosa che riuscii a percepire, a vedere, a sentire.

Nero, nero, nero. Il liquido freddo mi abbracciò come catrame.
  
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