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Autore: Viki_chan    21/03/2011    6 recensioni
[continuazione di The life after]
"Harry è sparito."
Non c'è altro da aggingere.
Quando il suo migliore amico scompare, Hermione è in vacanza con Draco, dopo un anno di continue lotte nel nome del loro amore.
E la verità, sotto forma di un Ron distrutto, le sbatte contro.
Pochi gli indizzi, una sola la certezza: Harry non voleva sparire. Qualcuno ha deciso per lui.
Quel qualcuno vuole qualcosa che solo il Prescelto possiede.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nota dell'autrice: Ciao a tutti! Benvenuti in questa FF, continuazione di The life after. Io spero che abbia lo stesso successo che ha avuto la prima storia. Ripartiamo da dove abbiamo lasciato i nostri protagonisti, in vacanza.

Dico subito una cosa (chi segue the Afterlife lo sa già). Questo primo capitolo è solo un'anteprima, il resto della storia verrà pubblicato solo quando avrò terminato l'altra storia.

Commentate numerosi!

Qui trovate The life after, la prima parte della storia.

Qui trovate The Afterlife, il POV di Draco, che è ancora incompleta.

 

 

 

Non stavo sognando.

No.

Inspirai con forza, sentì le mie vertebre indolenzite scrocchiare.

Il profumo c'era.

Era un rito quotidiano, che era nato così, per sbaglio. Prima di aprire gli occhi annusavo l'aria, tanto per essere certa che quello che stavo vivendo era la realtà.

Finalmente aprii gli occhi. Sul soffitto il riflesso del sole estivo, che litigava con le tende per entrare.

Accanto a me, lui.

Draco dormiva beato, a pancia in su.

Il lenzuolo lo copriva solo fino all'ombelico, stropicciato. Doveva averci lottato tutta notte, come al solito.

Come le altre venti notti passate in quella casetta, all'ombra delle Alpi.

Era sempre irrequieto, come se sfogasse di notte tutto quello che durante il giorno nascondeva dietro alle sue espressioni impenetrabili.

Era migliorato, tanto. Rideva spesso, parlava molto. A volte anche dei suoi sentimenti. Ma era pur sempre Draco Malfoy, e alcuni lati del suo carattere erano rimasti intatti, come le sue buffe espressioni facciali da statua di marmo.

No, non era migliorato. Migliorare era un verbo sbagliato. Io lo amavo già quando lui era il peggio, nonostante non lo sapessi ancora.

Era stata l'Amortentia, quel giorno di novembre, a farmi capire che era Draco Malfoy il ragazzo che volevo.

Avevo trovato quel profumo nella pozione, quel profumo che anche quella mattina, sdraiata accanto a lui, mi faceva lo stesso effetto.

Mi presi i capelli con entrambe le mani e li spostai da un lato. Faceva caldo in quella stanza. Molto caldo. I muri coperti di legno non ci proteggevano dall'estate, che nonostante fossimo in montagna, stava facendo del suo meglio per farci bollire.

L'aria era pesante, carica dei nostri profumi, dell'odore del legno.

Dopotutto eravamo su quel letto da quasi ventiquattro ore.

Ci avevamo dormito, mangiato, litigato, fatto l'amore.

Non avevamo più orari, ci eravamo inselvatichiti. Se non fosse stato per il pendolo davanti a me, non avrei saputo nemmeno che ora fosse.

Le otto.

La vecchia Hermione Granger si sarebbe alzata e si sarebbe sistemata. Magari fatta una doccia, era una buona idea.

Io, invece, rimasi a fissare Draco a lungo, avvicinando le dita alla sua mano destra, quella più vicina a me.

Non dovevo svegliarlo. Ritiravo la mano, poi la riavvicinavo, la ritiravo di nuovo.

All'ennesimo tentativo, lo sfiorai.

In dormiveglia prese la mia mano e la portò con la sulla sua pancia, poi stizzò gli occhi e mi guardò.

'mione.” borbottò.

Shhh..” lo zittii. “E' ancora presto. Continua a dormire.”

E tu? Dove vai?” mi chiese schiarendosi la voce.

Ho bisogno di una doccia, Dra.” risposi cercando di liberare la mano. Lui per tutta risposta mi prese anche l'altro polso.

Scendi di qua.” disse facendo un cenno verso il suo comodino.

Sorrisi e mi misi a cavalcioni su di lui, cercando velocemente di scavalcarlo.

Lui mi attirò a sé, mi baciò il collo e con un gemito lasciò la presa.

Lo superai e lasciai la stanza, raccogliendo la mia bacchetta da terra, volata in un angolo dopo l'ennesimo Expelliarmus di Draco.

Per che cosa avevamo bisticciato?

Ah, il solito discorso. Mia madre mi aveva chiamato la sera prima un po' in apprensione: era un paio di giorni che non sentiva mie notizie.

Una banalità come quella, era in grado di riportare a galla nella mente di Draco- mister-positività-Malfoy i soliti brutti pensieri.

Solite storie.

Era marchiato, tutti lo odiavano, solite maledette storie. Succedeva molto meno spesso, dovevo ammetterlo, ma quando Draco ricominciava con quella storia avevo paura.

Mi sentivo come se lui avesse deciso di camminare insieme a me, ma ogni tanto si voltasse indietro. Non per tornare sulla sua vecchia via, ma per convincere me di aver scelto la strada sbagliata.

Avevamo fatto pace, come al solito. Nel migliore dei modi.

Lo amavo, nonostante questi stupidi bisticci, queste inutili paure.

Mentre facevo entrare il sole aprendo le finestre, sentii il bisogno di parlare con qualcuno.

Qualcuno che non fosse lui, nonostante lo amassi più di me stessa.

Era un paio di giorni che ci pensavo, in quei pochi momenti in cui Draco mi lasciava sola.

Ogni volta cercavo di pensare a quanto ero stupida.

Ero in vacanza con il mio ragazzo, lontano dal mondo.

Vivevamo d'amore.

Però, c'era qualcosa, come un brutto presentimento che mi attanagliava.

Cercavo di pensare alla persona che mi mancava di più senza pensare al suo nome, per scaramanzia.

Come se nominarlo fosse un tabù, anche se lo facevo solo nella mia testa.

Io e Draco, per sentirci veramente liberi, avevamo deciso di isolarci totalmente. Non leggevamo i quotidiani, non mandavamo gufi, non ascoltavamo la radio.

L'unico contatto con quello che avevo lasciato a Londra era il cellulare che mia madre mi aveva dato appena prima di partire, qualche ora dopo la consegna del diploma.

Lo trovai appoggiato sul bancone della cucina, spento. Composi uno dei pochi numeri che conoscevo a memoria.

Lo cancellai.

No, andava tutto bene.

Buttai il telefono sul divano e mi diressi in bagno.

La casa si sviluppava su un solo piano, e aveva solo tre stanze.

Secondo Draco non assomigliava molto alla vecchia villa in cui aveva passato l'infanzia, e che i suoi genitori avevano dovuto abbandonare dopo la caduta di Voldemort.

Non ho trovato una villa che gli assomigliasse. Così ho cercato almeno una camera da letto simile.” si era scusato subito dopo esserci materializzati a qualche metro dalla casetta.

Ma io amavo quel luogo. Ovunque guardassi c'era del verde. Prati, un piccolo bosco, altri prati. Il villaggio più vicino era a pochi minuti di strada, ma lo avevo visitato una sola volta. Era Draco il delegato per la spesa. Tornava sempre con le mani vuote,una borsetta di perline in tasca e il cibo sufficiente per qualche giorno.

Entrai nella vasca idromassaggio bollente, con la schiuma alla vaniglia che mi nascondeva.

Sospirai e rilassai completamente i muscoli.

Hermione. Sto uscendo. Hai voglia di qualcosa in particolare?” mi chiese Draco entrando senza bussare. Si avvicinò al lavandino, si pettinò e si lavò i denti, lasciandomi tutto il tempo di pensare.

Sorprendimi.” risposi alla fine.

Lui si avvicinò e mi baciò.

Tu non abituarti troppo a stare senza di me.” mi sussurrò solleticandomi il collo.

Puoi lasciare la porta del bagno aperta?” gli chiesi mentre usciva dalla stanza.

Lo sentii prendere qualcosa in camera e uscire.

Sprofondai ancora di più nel mio letto di bolle, lasciandomi cullare dal cinguettare degli uccelli fuori dalla finestra.

 



"Dov'è?” urlò qualcuno.

"E' qui in casa. Forse sta dormendo.” rispose Draco. “Hermione!” urlò.

Passi veloci si diressero nel corridoio.

Sentii una porta aprirsi a pochi passi dal bagno.

Automaticamente uscii dalla vasca e mi coprii con un asciugamano, senza sciacquarmi dalla schiuma, che sentivo scoppiettare ancora su gambe e schiena.

La porta del bagno venne spalancata un secondo dopo.

Ron?” dissi riconoscendo la persona entrata come un tornado nella stanza. Era sciupato, con la barba incolta. Non lo avevo mai visto così a pezzi.

Lui mi sorrise e mi abbracciò, senza badare ai miei capelli bagnati, che gli lasciarono degli aloni scuri sulla maglietta chiara.

Draco apparve schiarendosi la voce. Ron lo ignorò per un po', poi lasciò la presa.

Sei viva. Io...” sospirò “Grazie al cielo.”

Ron ma... che ci fai qui?”

La domanda giusta sarebbe come ci hai trovati.” commentò Draco acidamente dietro alle sue spalle.

Cosa ci faccio qui? Herm... io... non hai letto il Profeta? E' due settimane che ti cerco Herm. Non volevo rovinare la vostra.. insomma, questo, qualsiasi cosa sia.” disse indicando goffamente la stanza. “Io ho aspettato qualche giorno ma..”

I giornali? Ron, no, ma perchè?”.

Ron mi guardò un secondo, si voltò verso Draco. Anche lui era preoccupato ora, una ruga gli solcava la fronte.

Si rivoltò verso di me, il labbro inferiore gli tremava.

Dov'è Harry?” chiesi. Lui spalancò gli occhi, avevo centrato il punto.

Io..” chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.

Ron, ti prego.” lo esortai con un filo di voce.

Harry è scomparso.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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