Un pomeriggio silenzioso. Raro.

L'unico rumore, il suo inspirare ed espirare da una sigaretta.

Il suo corpo rilassato era disteso su quel soffice divano.

Una delle sue dita affusolate giocava con i riccioli. Nell'altra mano poggiata una sigaretta, da cui si alzava un fumo grigio opaco, come i suoi ricordi. Da tempo non riportava alla mente vecchie memorie.

Una sorta di riparo quello che si era costruito negli anni: il suo modo di vestire, di agire.

Quel pomeriggio era veramente silenzioso, un silenzio assordante.

Sentiva il cinguettare degli uccellini. Non l'aveva mai osservato così attentamente.

... Gli ricordava quando con Ola andava nei parchi. A questo pensiero gli angoli delle sue labbra si inarcarono in un sorriso.

Come gli mancava quella donna...

A terra la sua ombra lo guardava rimproverante. Poteva essere la sbronza, eppure era lì che gli rinfacciava tutto il male che aveva generato. Quell'ombra, la sua mancata coscienza... I suoi occhi color pece erano lacrimanti a causa dell'alcool.

Quel whisky ambrato, forse la sua più grande passione. Ogni volta sembra invocare il suo nome. Non poteva di certo rifiutare l'invito...

Quel sapore amaro, lo faceva rabbrividire. Ne voleva sempre di più.

Forse l'alcool era colui che lo conosceva veramente..

Smosso da questi pensieri continuava a gettare fumo da quelle labbra carnose, un leggero odore di alcool fuoriusciva dalla bocca, miscelato con il fumo.

Si bruciò. La sigaretta si era consumata senza che se ne accorgesse, forse come la sua adolescenza.

Una piccola bruciatura all'interno delle dita. Delle dita affusolate, esageratamente perfette.

Quelle iridi oscure e misteriose si chiusero in un sonno profondo, alla ricerca di un angolo remoto della sua mente che lo facesse rasserenare. 

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Quel sonno tormentato e profondo fu interrotto dalla voce di un ragazzo, quel bassista di cui mai aveva notato lo sguardo intenso. La sua risata roca era così piacevole da udire...

Lo intravide davanti a se, sorridendo beffardo. Nascondeva qualcosa di provocante, il biondo angelo.

Si sedette di fianco a Saul.

I loro sguardi si incrociarono involontariamente.

Un colpo di fulmine.

Non aveva mai osservato quelle iridi color smeraldo così attentamente...

Decise, doveva conoscerlo realmente... Scrutare l'incognito di quell'affascinante ragazzo.

Si avvicinò a questo passando quella mano esperta sui soffici capelli biondi. Egli, che pareva un'angelo, avvicinò il capo a quel provocante e oscuro ragazzo che era Saul.

Porse le sue labbra, socchiudendo gli occhi in attesa di quella così desiderata risposta.

Saul gli rispose nel modo più sincero.

Quel che iniziarono fu un gioco di lingue appassionante, quella passione che mai avevano provato.

Che desiderio insano...

Ma lo volevano, entrambi.

Michael tolse agilmente la camicia al riccio. 

I loro corpi caldi si strusciarono generando un fuoco ardente.

Un fuoco malato, insano.

Saul sentì premere forte l'eccitazione del ragazzo. Entrambi sorrisero complici. Michael levò i pantaloni al moro con mano tremante per il desiderio.

Quest'ultimo si fece aiutare dal biondo velocemente.

I loro bacini si incastrarono, fu Saul a penetrare quell'angelo maledetto.

Gemette, lasciando cadere il capo all'indietro e socchiuse gli occhi per il piacere 

Il riccio iniziò a penetrarlo violentemente provocando un urlo di dolore miscelato con il piacere, da parte del ragazzo dai capelli dorati.

Il respiro del biondo accellerava e diventava più affannato.

Saul compiaciuto guardava quel viso sudato, finchè sfiniti caddero uno di fianco all'altro.

 

- Vivevano nel peccato e nella tentazione. Fu questo che li portò a compiere quello sbaglio indelebile-