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Autore: ElizabethAudi    24/03/2011    5 recensioni
Milly è sempre stata il tipo di ragazza corteggiata da molti ragazzi.
Bionda, con un fisico da far invidia ad una modella, e con un carattere solare e espansivo.
(...)
Che dire, a volte mi sentivo sminuita.
Sì, lei e Snow facevano proprio una bella coppia.
Snow con lei sarebbe cambiato, sarebbe stato addestrato.
[Snow/Nuovo Personaggio.]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Just say yes.
 

I'm running out of ways to make you see
I want you to stay here beside me
I won't be ok and I won't pretend I am

So just tell me today and take my hand

Please take my hand.

 
«Ti ripeto, per me sei solo un amico. Ti prego di non torturarmi ancora con le tue disdicevoli suppliche. » Decretò Milly con fare deciso, nonostante mi stesse assillando da una settimana, lei e quel Snow. Mi chiedevo il motivo del suo rifiuto, se ogni suo pensiero e paragone cadeva su quel curioso ragazzo, che spiccava per i suoi capelli biondi nascosti da un cappellino nero e per la sua possente muscolatura, che sembrava permettergli tante cose cui una ragazzina smilza come me non poteva nemmeno immaginare.
Lo sguardo del ragazzo si perse nel vuoto per qualche secondo, gli occhi apatici e un sorriso isterico sul volto. Quando si riprese rise di sé stesso e della situazione, imbarazzante per quello che veniva considerato il “ricercato” tra le ragazze. Io al fianco di Milly, coglievo ogni cambiamento del suo viso, percependo il suo avvilimento mentre stringeva i pugni.
«Ahahah, ma Milly, credo ci siamo intesi male!» Sempre lo stesso, cercava di scampare a quella orribile situazione, cercando di scampare alla propria sofferenza, auto-convincendosi di essersi espresso male e che la prossima volta sarebbe andata meglio. «Comunque sarà meglio andare a lezione, ora! Ci vediamo dopo Milly!» Un’altra risata, poi gli sfuggì uno sguardo verso di me e sorrise «Buona giornata, Elizabeth!» Poi corse verso il laboratorio di fisica, dove si teneva la sua prossima lezione.
Sospirai «Non credi di aver esagerato con la freddezza?» Nonostante il tono lasciasse intendere una domanda, quella frase era più un’affermazione.
«Non lo so’, Bett. Temo solamente che non demorderà tanto facilmente...» Rispose lei, mentre prendevamo le ultime cose, necessarie per la lezione successiva, dall’armadietto.
«Se lo facesse, non lo chiamerebbero più “Hard-Head”, non ti sembra?» Risi, nonostante sapevo che l’amore che Snow provava per l’amica superava ben oltre quello stupido pregiudizio. «Vedi di non farlo soffrire troppo. Eppure mi chiedo se non ti piace sul serio! Stai sempre a parlare di lui!»
Lei scosse la testa, mentre mi seguiva verso la classe di letteratura, sospirando e rimanendo zitta, probabilmente concentrata ad ascoltare i suoi pensieri.
Sorrisi compassionevole, mettendole un braccio intorno al collo e scuotendola. «Ora diamo del nostro meglio al compito, dopo penseremo al resto!»
 
Dondolavo sulla sedia, per la noia, mentre la professoressa di matematica spiegava, nonostante nessuno la stesse ad ascoltare. Poverella, in fondo non era colpa sua se non riusciva a imporsi sulla classe. Mi dispiaceva, poiché nessuno aveva un briciolo di rispetto per lei. Tuttavia, i compagni non erano poi tanto da biasimare, la sua voce soffocata e la sua piccola statura non gli permettevano di farsi sentire a dovere. Inoltre avevamo sentito dire che aveva da poco perso il figlio e scoperto di essere diventata sterile, non so’ per quale incidente. Quindi mi accertavo sempre di guardarla negli occhi mentre faceva lezione, magari senza nemmeno poi ascoltarla, ma per me era diventata una questione di principio farla sentire ascoltata.
Intanto sentivo Snow dietro di me blaterare col suo compagno dietro di lui, anche lanciando qualche risata troppo alta secondo i miei gusti. Io e Snow frequentavamo lo stesso corso di inglese, di musica e di educazione fisica, oltre a quello di matematica, infatti ogni tanto mi toccava sopportare il suo egocentrismo per qualche ora.
«Potreste abbassare la voce, signorino Villiers?» Sussurrai, girandomi e appoggiando il gomito sul banco del biondo.
Lui si voltò e rise, appoggiandosi anche lui al banco, con la testa a stretto contatto col banco, appoggiata alle braccia stese, che superavano addirittura il banco. «Ma signorina Loockwood! Non faccia la vecchia zitella, la prego! Così non troverà mai un marito che le si addice!»
«Smettila di fare lo spiritoso e abbassa la voce, coglione.» Dissi sbrigativa io, tornando a guardare davanti a me, senza battere ciglio. Sentii le risatine dei vicini di banco e un “tsk” di Snow.
Era sempre soddisfacente prenderlo in giro davanti gli amici con cui faceva tanto il superiore.
 
E finalmente l’atteso intervallo arrivò, chiamato dalle povere menti di tutti gli studenti dell’istituto.
Tutti si catapultavano fuori dalla classe, come un cane affamato si catapulterebbe su un croccantino.
Io ero l’ultima, come al solito. Quelle ore erano le più stressanti, poiché non avevo alcun approccio, se non momentaneo e poco duraturo, con gli altri ragazzi. Purtroppo, a meno che la gente non mi avvicina, sono sempre stata il tipo di persona timida e chiusa nel proprio mondo. Non è colpa mia se il mondo mi ha sempre remato contro, facendomi perdere la fiducia in ogni cosa e persona. Purtroppo, questo è solo una convinzione vittimistica, tuttavia mi dava forza. Mi consolava. Che persona infantile che sono.
Mentre pensavo a tutte queste cose, un altro animale mi spinse, facendomi cadere tutti i libri che avevo in mano. Colsi il gesto e chi l’aveva commesso, e presi prontamente un libro, tirandolo con grande mira verso Snow, che inutilmente si stava spostando velocemente. Lo colpii dritto alla testa, facendolo urlare di rabbia. Sì, perché nel mix dei difetti con cui Snow poteva venire chiamato, c’era anche “permaloso” che si contendeva i primi posti. Buttò la cartella per l’aria e mi si avvicinò minacciosamente, con aria seria, ma non ebbi paura. Come al solito, doveva fare la sua scena per mantenere il suo stupido posto nella classifica dei ragazzi più fighi della scuola. Mi prese il polso e lo blocco sul banco. Lo guardai negli occhi. Poi il suo amico lo chiamò e lui, come scusa, mi lasciò e lo raggiunse.
Sì, si poteva dire che ci odiavamo. Quelle uniche frasi gentili che uscivano dalla sua bocca nei miei confronti, come il buongiorno di quella della mattina, era perché doveva fare bella figura con Millicent. Che bambinone. Lo avrei preso a paccheri per fargli rendere conto di quanto fosse dura la realtà, nonostante vivesse nel lusso di una famiglia benestante e nelle grazie di tutta la scuola.
Non mi soffermai su questi pensieri, pensando fossero troppo frivoli anche per me, e mi avviai per raggiungere Milly alla mensa.
 
Milly è sempre stata il tipo di ragazza corteggiata da molti ragazzi. Bionda, con un fisico da far invidia ad una modella, e con un carattere solare e espansivo. Mettiamo in chiaro che dispregiava tutte quelle galline che si vedevano frequentemente in giro per la scuola. E’ brava a scuola ed è molto riflessiva, e una buona amica. Aveva così tanta pazienza nel sopportare un tipo completamente opposto da lei ogni giorno, rinunciando spesso alle sue amiche per me, poiché mi detestavano. Eppure lei è riuscita a tenere fermo quell’equilibrio che legava lei, me e le sue amiche. Non lasciava mai una delle due parti incustodite, per non creare motivo di disagio. Mi chiedevo seriamente come facesse a far coincidere tutte queste cose e i suoi hobby, coltivati negli anni, poiché aveva la fortuna di avere un nonno che è stato un tempo un alto generale di guerra, pieno di meriti, entrato anche nella vita nobile.
Che dire, a volte mi sentivo sminuita. Sì, lei e Snow facevano proprio una bella coppia. Snow con lei sarebbe cambiato, sarebbe stato addestrato.
E che dire di me. Abbastanza minuta e con un fisico abbastanza comune, i miei capelli neri non spiccavano certo nella folla. Quello che mi caratterizzava, invece, erano gli occhi verdi acqua e sì, le lentiggini. Secondo Milly, ero deliziosa. Col mio aspetto da una bambina sperduta e ingenua, ripeteva che avevo solo bisogno di un po’ di tempo, e qualcuno si sarebbe innamorato pazzamente di me, per sempre, seriamente. Mi diceva di “giocare” sul fatto che potevo entrare nel cuore di chi volevo, se solo avessi voluto. Eppure, mi sgridava, dicendo che dovevo smetterla di non avere fiducia nelle altre persone, chiudendomi a riccio, restando asociale. Ne rimanevo triste, poiché sapevo che aveva ragione. Sapevo che dovevo darmi una mossa e che così non avrei potuto andare avanti comunque. Stavo buttando questi anni nella spazzatura, e non potevo più permettermelo.
 
La solita schifezza di cibo. Pasta al sugo - poco cotta - e dell’insalata, con un po’ di carne di chissà quale provenienza remota. Ma era inutile lamentarsi con il preside, non avrebbe mai potuto mandare via la cuoca, insolente e avvizzita donna di mezza età. E con lei non si poteva mettere in dubbio alcunché, altrimenti ti faceva rimanere senza pranzo. Cosa poco conveniente, date le altre quattro ore che la succedevano.
«Com’è andata la lezione di biologia?» Chiesi a Milly, che stava silenziosamente masticando il suo panino.
«Mh, come al solito.» Rispose secca, qualcosa doveva turbarla. Per forza.
«Ne vuoi parlare?» Chiesi, appoggiando la testa sulla mano, sorridendole più dolcemente che potevo.
«Di cosa?» Chiese, caduta dalle nuvole, scuotendosi appena, per mettere da parte i pensieri.
«Di cosa ti turba, ovviamente!» Diceva che la mia voce allegra la metteva sempre di buon umore, così mi impegnai, e sorrisi ancora di più. Come desideravo, lei ne venne contagiata e, scuotendo lentamente la testa, sorrise, come per dire “ma come farei senza di te”.
«E’ tutto apposto, veramente! Solo che, come sai, la situazione a casa non è delle migliori…»
«Vedrai che in qualche modo tutto finirà nel meglio, devi solamente avere un po’ di forza e vedere di starne più fuori che puoi, altrimenti ne finiresti per soffrire.»
«Tu non puoi capire.» Sospirò, mettendosi la mano sulla faccia.
«No è vero, io i miei genitori non li ho mai conosciuti. Però so’ che qualunque cosa accada, avrai l’amore di entrambi sempre e comunque.» Risposi, mentre il sorriso scompariva piano piano.
Lei si affrettò a guardarmi e strinse gli occhi addolorata «Mi dispiace, sono un’insensibile.» sussurrò, prendendo la mia mano e stringendola nella sua.
Io scossi il capo, oramai la questione mi pesava poco e niente. Intanto, Snow passò davanti al nostro tavolo e sorrise a Milly, sfuggendo subito al suo sguardo, come impaurito da qualche possibile reazione.
 
Finimmo di mangiare e Milly si congedò, poiché quel pomeriggio avrebbe dovuto fare un servizio con delle sue amiche. Quindi, con il suo permesso in mano, si avviò verso l’uscita.
Invece a me sarebbero toccate due intense ore di educazione fisica prima di uscire, così raggruppai tutti i residui del pranzo e lo gettai nel contenitore del multi materiale, tranne due contenitori di plastica, che li misi nel loro apposito reparto per la raccolta differenziata. Ritornai al tavolo per recuperare la borsa, per poi avviarmi verso lo spogliatoio, salutando con un sorriso qualche ragazza con cui avevo appena conversato qualche volta.
Odiavo le ore di educazione fisica! Prima di tutto, perché fare movimento significa sudare, e io odiavo sentirmi i vestiti tutti attaccati al corpo per colpa del sudore. E odiavo aspettare due ore per farmi la doccia, poiché si sa, le ragazze ci perdono tantissimo tempo nelle docce. Ma per parlare non possono andarsene da qualche altra parte?
Comunque sia, mi affrettai a cambiare. Una volta in tuta, corsi nel campetto. Come al solito, ero in ritardo. I ragazzi già si stavano esercitando con i lanci e le ragazze stavano a guardare estasiate. Bene, voleva dire che non si sarebbe fatto niente quel giorno. L’allenatore era troppo preso dalla sua potente squadra che non poteva nemmeno dedicarsi a darci indicazioni la maggior parte delle volte.
Snow sorrideva, mentre un suo amico gli si appoggiò con fare scherzoso, per poi riprendere a fare i bravi caproni. Che stupido gioco il rugby! Nonostante prestavo molta attenzione, non riuscivo a capire bene le regole e il criterio dei punti. Raggiunsi le ragazze e le salutai, non unendomi tuttavia ai loro discorsi alquanto frivoli e soliti.
«Mamma mia ragazze, che sorriso che si ritrova quel ragazzo!» Disse una, tutta rossa, fissando come le altre Snow.
«Dai, e vogliamo parlare del fisico?!» Affermò ridendo un’alta, aggrappandosi alla prima.
«Secondo voi ce l’avrà la ragazza?» Chiese una.
«Ho sentito dire che varie volte si è dichiarato a una certa Millicent ma che lei l’abbia sempre rifiutato …»
«Se è vero, è proprio una sciocca!»
«Sì infatti! Come si fa a rifiutare un ragazzo del genere!»
Le solite cose, insomma. Mi soffermai a guardarlo, mentre evitava un ragazzo che come un bufalo lo stava caricando. Alto e possente, biondo e dagli occhi verdi, risaltava sempre fra tutti. Quel leggero cenno di barbetta lo rendeva maturo, mentre la sua vivacità negli occhi lo rendeva più ingenuo.
Sì, capiva benissimo come tutte le ragazze potessero stargli dietro.
Quando notò il mio sguardo, sorrise beffardamente e gli lanciai un’occhiata brutale, del quale lui rise, prima di riconcentrarsi sulla partita.
«Capo, perché non facciamo una partita con le ragazze? Giusto per divertirci un po’! Approfittando che ne sono solo sei!» Chiese Lau, una volta che la partita fosse finita, guardandoci.
Sorrisi, il professore avrebbe detto come al solito di no. Così rimasi seduta sul prato, mentre le altre ragazze lo pregavano per acconsentire. Il loro desiderio era infatti quello di passare più tempo con Snow, e magari scambiarci qualche parola e risata.
«Se proprio lo desiderate, in campo ragazze! Voi insegnatele qualcosa e mi raccomando, calmi! Io approfitto per sbrigare dei servizi nella scuola, dato il prossimo campionato. Posso fidarmi?» Sobbalzai dalla sua risposta, mentre tutti urlarono un “Sìììììì” vivace e soddisfatto.
Tuttavia, potevo anche rimanermene dov’ero. Quindi non mi toccò tanto quella scelta alla fine.
Mi sedetti sulla panchina delle riserve e tirai fuori “Cime Tempestose”, costretta a leggere per motivi scolastici. Personalmente, amavo Heathcliff. Un uomo affascinante, nonostante il suo cattivo carattere.
Mi rinchiusi nel mio mondo, come facevo solitamente quando leggevo. Se devo leggere, devo entrare in quel mondo, altrimenti m sarei stufata subito!
Intanto i ragazzi giocavano a lanciarsi la palla tra loro e a “rotolarsi” per terra, giusto per farsi saltare addosso dall’altro. Ciò mi convinse ad estraniarmi ancora di più. Sì, forse era una sorta di invidia quella che provavo verso di loro. Tuttavia, come riuscire a comportarsi in quella maniera tutto d’un tratto? Ho la mia fama di persona timida, ora. Sarebbe una presa in giro per me e per gli altri.
Mi diedi una botta alla testa, maledicendo me e questi stupidi pensieri.
Quando passerà questa dannata adolescenza?!
In quel momento, nell’arco di qualche millesimo di secondo, mi accorsi che una palla ovale si stava dirigendo pericolosamente contro la mia faccia. Non riuscii a scansarla e mi colpì dritta la fronte.
Imprecai, tenendomi la fronte e cercando di mantenere la calma, mentre Snow e quegli altri stupidi ridevano.
«Ops, scusa tantoo!» Urlò una di quelle galline, anche se sapevo benissimo che il lancio era troppo forte per essere provocato da una gamba anoressica e male usata.
Sorrisi, mentre facevo saltare la palla nella mia mano. Chiedevano di passargliela, ma io li ignoravo, facendo finta di leggere.
Così, tra mormorii, mandarono Phil a prenderla. Tutto fiero e spavaldo, mi si avvicinò, ma prima che potesse dirmi qualcosa, gli passai il pallone facendo in modo che gli colpisse fortemente lo stomaco.
«Ops, scusa tantoo!» Dissi, imitando il tono della ragazza, mentre le lanciai uno sguardo malizioso.
Poi chiusi il libro mettendomelo sottobraccio, presi la cartella e mi allontanai, per rifugiarmi sotto il mio solito e solitario albero, lasciandoli a bocca aperta.

Note dell'autrice. J
Pensavo di revisionare un po' di fanfiction che ho scritto e questa è una che adoravo assai ai tempi in cui l'ho scritta. La vorrei continuare, e pubblicarla è un pretesto per farlo.
Scusate gli errori grammaticali e le cretinate che scrivo, spero che non sia poi così tanto male!
Fatemi sapere se continuarla o meno. :)

   
 
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