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Autore: Nanix    25/03/2011    5 recensioni
Lui. Un teppista, ricco, viziato e prepotente.
Lei. figlia del suo maggiordomo. Normale, anzi forse banale. Altruista, con un carattere forte e combattivo.
L'altra. Esattamente uguale a lui, anzi forse peggio, meschina ed egoista.
Loro. I pochi amici che le stanno accanto e aiutano la povera ragazza.
I professori. Se non fosse per gli ottimi voti che ha la caccerebbero immediatamente fuori dall'istituto.
La stessa storia? Forse.
Stesso finale? Forse no.
Mi spiace ma per il momento lascio in sospeso la storia, non ho ispirazione per continuarla, spero ritorni presto.Scusate
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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-E adesso, ragazzina?-
Adesso cosa?
Contrariamente a quello che mi aspettavo, non ho paura. Probabilmente è il fatto che siamo a scuola che mi da maggiore sicurezza e so che non farebbe nulla di avventato o stupido. Almeno credo.
Il suo sguardo è fisso nel mio, e in quegli occhi mi perdo completamente.
-E adesso cosa? Scendi, semplice.-
-Dopo un umiliazione del genere?-
-Si.-
Ride divertito, anche se tutto sommato non trovo nulla di comico in quella situazione.
Da notare il fatto che il pavimento è freddo e la divisa che indosso non è quella invernale, è vero che siamo a Maggio, ma io sono una persona alquanto freddolosa e sto bene solo a 30 gradi.
-Dopo quella che hai fatto mi aspetta una vendetta non trovi?-
-Se io ti ho fatto questo piccolo e innocente scherzo è perché mi sono vendicata di quello che hai fatto ieri. Ho forse ti sei scordato che hai quasi cercato di violentarmi?-
Non ride più.
I suoi occhi sembrano vuoti e spenti.
Non pensavo certamente di colpirlo in questa maniera, ma in fin dei conti è la verità.
Non sono stata io a saltargli addosso ieri, e nemmeno a mettergli la mano sotto la maglia. No, io non centro nulla.
Sempre con quello sguardo perso si avvicina al mio viso, con una mano tiene ancora i miei polsi mentre con l’altra mi accarezza il viso.
Una carezza dolce e calda, una di quelle che vorrei che continuasse all’infinito, mi sorride e il mio cuore ha un sussulto.
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio.
Si sposta leggermente e ad un orecchio debolmente mi sussurra –Scusami.-
Si rialza quel tanto per vederlo negli occhi.
I suoi occhi ora sono velati da una tremenda tristezza.
Quelle scuse erano sincere, come quelle dopo il primo bacio.
Si alza e gentilmente mi afferra la mano per aiutarmi a rialzarmi.
Il suo sguardo è fisso fuori dalla finestra, chissà cosa guarda, chissà a cosa pensi. Vorrei tanto entrare nella tua testa e capirti un po’ di più.
Vado verso la porta, mi volto per guardarlo ancora. Sembra ancora più bello mentre il sole gli bacia il viso, in questo momento lo invidio un po’.
-Dylan…io so chi sei. Non sei il ragazzo di ieri, e ti perdono. Vorrei che tu tornassi a tormentarmi come sempre.-
Si volta e nella sua espressione leggo stupore che fa largo ad un bellissimo sorriso.
-Preparati perché mi vendico.-
-Ok, aspetterò.-
Lo saluto ed esco dalla scuola. Non ho voglia di fare l’ultima lezione, cosi vado verso l’orfanotrofio.
 
Nonostante il male che ti ho fatto. L’averti sporcata, sei stata tu a consolare me.
Quanto vorrei ritornare il ragazzino di una volta, darei qualunque cose per ritornare ad essere quello che ero anche solo per un giorno.
Solo un giorno per vederti ridere.
Non so quanto tempo rimango nell’aula da solo a pensare, quando mi rendo conto che ormai è tardi per rientrare in classe esco dalla scuola e passo davanti all’orfanotrofio dove fai volontariato.
Rimango all’ingresso indeciso sul quello che devo fare quando accanto a me, oltretutto sbucata da non so dove, c’è una signora un po’ su di età.
-Che fa un bel giovanotto qui all’ingresso?-
-Fa volontariato una mia amica, ma non vorrei disturbare.-
-Figurati. Vieni entra. Come si chiama la tua amica?-
-Eileen-
-Il nostro raggio di sole, vieni vieni è in piscina con i bimbi.-
Posteggio la moto accanto alla porta d’entrata e mentre seguo la signora mi guardo attorno. Mi piace il posto c’è molto verde e spazio libero per i bambini, lontano dal cancello c’è un piccolo parco giochi, a prima vista sembra nuovo, poco distante una buca con della sabbia e qualche secchiello sparso attorno.
Ci avviciniamo ad una costruzione, e da fuori oltre al forte odore di cloro si sentono le urla dei bambini. Seguo la signora mentre arriviamo al bordo della piscina.
Ti vedo nuotare con grazia ed eleganza, è come se l’acqua fosse il tuo elemento naturale. Ricordo che quando eravamo bambini e andavamo al mare assieme tu eri perennemente in acqua e io da lontano ti osservavo e ti invidiavo.
Sembri un piccolo delfino e ancora adesso mentre ti osservo provo invidia, ma allo stesso tempo una forte ammirazione.
Quando ritorni in superficie prendi in braccio un bambino e gli fai un fare un tuffo per poi riprenderlo subito dopo. Il bimbo mi vede, con la mano mi saluta e ti chiama.
Ti volti e mi guardi un po’ perplessa. Chiedimi tutto ma non perché sono qui, nemmeno io riesco a dare una spiegazione logica a quello che mi capita quando ci sei tu nei paraggi.
Esci dall’acqua e ti avvicini.
-In piscina, non si viene con le scarpe e neppure vestiti.-
Mi viene da ridere, sei buffa quando fingi di arrabbiarti.
-Bambiniii. Venite qui.-
I bimbi arrivano di corsa e senza che tu dica nulla sanno già cosa fare, e in meno di un secondo mi trovo dentro la vasca vestito e bagnato fradicio.
Ti tuffi e assieme ai bambini inizi a schizzare l’acqua, provi ad affogarmi ma è fatica sprecata. Sono più forte e te lo dimostro.
Ti afferro per la vita e ti alzo, le tue mani sono appoggiate alle mie spalle mentre ridi come non ti avevo mai visto fare fino a quel momento.
Il mio sguardo è sul tuo viso e in un batter d’occhio è come se in piscina ci fossimo solamente noi due, mi guardi e nei tuoi occhi mi ci tuffo.
Lentamente ti faccio scivolare, i nostri corpi sono attaccati, come se fossimo una cosa sola, le tue mani restano sulle mie spalle mentre le mie sono sulla tua schiena.
Li senti anche tu questi brividi vero? Non sono io che sta diventando pazzo, giusto?
Vengo riportato, purtroppo, alla realtà dalla signora di prima che ci avvisa che è ora d’uscire.
Ti lascio libera e ti aiuto con i bambini.
-Sono tutto bagnato è meglio se torno a casa. Ci vediamo dopo.-
-Ok a dopo.-
Esco, e anche se c’è il sole, per come sono ridotto fa freddo specialmente ora che devo tornare a casa in moto.
Appena arrivo a casa noto un certo movimento che per qualche strana ragione mi rende un po’ irrequieto, in salotto vedo i miei genitori chiacchierare con una coppia che non ho mai visto.
-Dylan, che hai fatto?.-
-Lunga storia.-
-Vai a cambiarti, Eileen dov’è?-
-All’orfanotrofio, perché?-
-Dobbiamo discutere di una cosa importante, e devono essere presenti tutti i membri della famiglia.-
La cosa puzza un po’, ma faccio finta di nulla e vado in bagno per farmi una doccia calda.
 
Lo so il capitolo non è il massimo, ma ultimamente mi frulla per la testa una storiellina e spero di riuscire a scrivere almeno il primo capitolo.
Grazie a chi legge e lascia un commentino^^ 

  
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