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Autore: hell87boy    25/03/2011    0 recensioni
Ho scritto questa FanFiction ispirandomi ad una frase di Tolkien: "Spesso l'ospite non invitato si rivela il compagno più piacevole." (Le due torri), prompt di una Challenge Letteraria, spero sia di vostro gradimento.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Conoscevo tutti gli invitati uno ad uno; avevo fatto la lista assieme a Frank e quel ragazzo là sicuramente si era imbucato. Se ne stava lì, tra i suoi amici, a godersi la festa. Strano ma vero quel ragazzo, tra tutti, era l'unico che si avvicinava al mio prototipo d'uomo: alto con fianchi snelli, spalle larghe, capelli biondo scuro, occhi castani e quando rideva contagiava tutti, persino a me scappava un sorrisino da ebete. Era il compleanno del mio migliore amico e io stavo passando la serata a guardare furtivamente un ragazzo che non conoscevo neanche. La serata stava diventando freddina, me ne accorsi quando mi allontanai dal mio gruppetto di amici e mi affacciai sull'ampio balcone, toccandomi le braccia formicolanti di pelle d'oca. All'improvviso un calore inaspettato mi avvolse, spaventandomi; lanciai un gridolino acuto e mi ritrassi per vedere chi mi aveva poggiato quella giacca sulle spalle. Era lui, l'imbucato, che mi guardava con un sopracciglio alzato e il sorriso beffardo.
"Fa freddino stasera," mi disse voltando il suo sguardo verso il laghetto nel giardino.
"Tu chi sei?" Chiesi con sguardo interrogativo.
Riprendendo a guardarmi rispose "Albert Chinaski, piacere." E mi tese la mano destra.
"Albert Chinaski ha chiamato dieci minuti prima dell'inizio della festa dicendo che non sarebbe più venuto." Ribattei, seccata.
Abbassò il braccio sconfortato. "Lo sapevo che il mio nome in codice non avrebbe retto così a lungo. Va bene, ricominciamo. Mi chiamo Jack Reynolds." E mi tese di nuovo la mano.
"Vivian Forbey," dissi con sguardo indifferente. "Sapevo fin dall'inizio che non eri stato invitato a questa festa, come mai ci sei venuto ugualmente?"
"Ahhh! Era per questo motivo che non riuscivi a togliermi gli occhi di dosso questa sera?"
"Ma che sfrontato!" Stavo cominciando ad arrabbiarmi… "Volevo solo memorizzare la tua faccia tosta!" Mi stavo per togliere la sua giacca per restituirgliela e tornare dentro, però le sue braccia mi fermarono.
"Aspetta! Guarda, lì c'è un airone." E indicò un punto vicino ad un albero. "Sai, come hobby faccio il birdwatcher perché mi appassiona molto. Ti sei mai chiesta come sia volare?"
Non sapevo perché, ma riuscì ad addolcirmi con quel suo modo di fare. O forse ero io che non volevo far la dura con lui. "Sì, me lo son chiesta, ma purtroppo non ho mai volato in vita mia." Sorrisi a malapena, cercando di non essere più acida.
"Quando faccio birdwatching mi vien sempre voglia di spiccare il volo assieme a loro; ogni tanto faccio paracadutismo per avvicinarmi un po' di più al loro mondo. E' una sensazione fantastica. Vorrei poter cavalcare le correnti, sferzare il vento con il mio viso, volare da una parte all'altra del mondo…"
Nel frattempo entrò un cigno nel laghetto e fiondarono in me alcuni ricordi del passato.
"Da ragazzina ho sempre sognato di essere un cigno. Col passare del tempo ho scoperto che questo animale si avvicinava al mio tipo di carattere."
"Bè, i cigni diciamo che sono animali un po' viziati." Gli scoccai un'occhiata torva, ma consapevole che quella sua affermazione fosse vera; poi riprese, sorridendo "Sai, hanno bisogno di un lieve pendio per poter entrare e uscire dal laghetto, di un prato verde in cui poter scorrazzare allegramente… In compenso però è un animale molto pulito e non dà fastidio a nessuno."
"Ma ha un carattere litigioso con i suoi consimili."
"Esattamente."
Nel frattempo il cigno aprì le sue ali.
"A occhio e croce," disse "saranno più di due metri di apertura alare."
Restammo a guardare quel cigno per un minuto abbondante, poi tutt'ad un tratto mi disse "Ma sai qual è la caratteristica che più mi piace dei cigni?"
"No, qual è?"
"Che quando scelgono un compagno, lo è per tutta la vita."
Venimmo scossi da un urlo. "EHIIII! Vivian, che fine avevi fatto?" Era Daniel. "Arrivo, arrivo!"
Gli restituii la giacca. "Grazie per la compagnia, Jack." Dissi arrossendo lievemente, ma col buio sperai che non se ne fosse accorto. E' proprio vero che, spesso, l'ospite non invitato, si rivela il compagno più piacevole.
   
 
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