Con un po' di ritardo, pubblico questi pensieri dedicati ai terremotati del Giappone, augurando loro di superare presto ciò che stanno passando.




E' primo pomeriggio quando tutto va in pezzi.
Le strade, i palazzi, le persone, le famiglie, le vite.
Esco in strada, mi guardo intorno.
La Terra ha provato a scrollarci di dosso, e io non riconosco più la mia casa.
Non ero, non eravamo, preparati a questo.
Ma sono qui, siamo qui.
Ancora.
Senza lacrime, con la dignità che tutto il mondo ci riconosce e tributa.
Ci rimbocchiamo le maniche e cominciamo.
Cominciamo a contare i feriti, i dispersi.
I morti.
Quando finiremo di contare?
Cominciamo a sgomberare le strade dalle macerie e dai cadaveri.
Quando cominceremo a ricostruire?
Ciò che fino a ieri ci ha permesso di vivere, oggi ci uccide.
Le nostre fonti di energia si sono rivoltate contro di noi.
Un incubo già vissuto, vecchio di sessantasei anni.
Ma supereremo anche questa.
L'abbiamo fatto allora, con meno possibilità.
Lo faremo oggi.
Rimetteremo insieme i pezzi, e ci leveremo di nuovo.
Che il mondo impari da noi.
E' l'unica cosa che può fare.