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Autore: Kate 96    26/03/2011    10 recensioni
Kate si ritrova a casa di Castle per discutere di un caso, ma la serata prende una piega inaspettata!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 Attenzione: ispirato a una ruolata su Castle italian G.d.R.

Thanks, little Ka
thy

La sera era arrivata presto nella città di New York. 
La detective Beckett era ferma davanti casa di Castle da ormai diversi minuti, continuando a ripetersi il perché fosse li.
Decise di mettere da parte quei pensieri prima di pentirsene e tornare a casa.
Finalmente si decide a scendere e a entrare in quel condominio.
Arrivata in ascensore i pensieri  tornano a martellarle nella mente, ma una volta all’ultimo piano non ebbe più dubbi su cosa volesse fare.
Bussò alla porta e attese che qualcuno venisse ad aprirle, sempre più nervosa.
Castle era coricato sul divano guardando la Tv ma non facendo neanche caso a cosa fosse trasmesso.
Sente qualcuno che bussa alla porta, spegne la tv e si alza per andare ad aprire.

“Qual buon vento, detective?” immediatamente le sorrise.
Uno di quei sorrisi che ti riscaldano in automatico.
Quando lo vide tutte il nervosismo le scivolò di dosso permettendole di ricambiare con un sorriso dolce.

“Ehm, hai un secondo?” 

“Certo accomodati.” Si sposta di lato per farla entrare.

“Non badare ai fiori e alle candele, mia madre sta passando la sua fase da Hippie convinta . . . spero che le passi presto.” Insieme si avvicinano al divano e si siedo non molto distanti ma neanche eccessivamente vicini.
Kate sorride vedendo tutte quelle candele.
In mente le ritornano i ricordi di quando anche lei aveva attraversato quella fase.
Il sorriso si fece più grande.

“Anche io ho avuto la mia fase Hippie . . .” lo sguardo di Castle si fece subito più curioso ma con un accenno di malizia, d'altronde sempre presente durante i loro piccoli battibecchi.

“Ma davvero? E cosa ti è rimasto d’allora? Sesso libero? Musica psichedelica?” ridacchia avvicinando una gamba alla sua e colpendola leggermente.

“Uuuuh ti prego dimmi che è il sesso libero . . . ti prego ti prego . . .” lo dice con la cantilena che può avere un bambino di cinque anni che chiede le caramelle, ma alla detective quel suo lato da bambino aveva sempre fatto tenerezza e rivedendolo non poteva fare altro che sorridere.

“Mi dispiace deluderti, quello faceva parte della fase hippie.” 

“E’ un vero peccato. La tua fase hippie mi intrigava parecchio.” 

“Non vuol  dire che l’abbia messa da parte. A volte torna, altre invece torna la ragazza che va in giro con l’Harley Davidson . . .” accavalla le gambe mentre Castle alza un sopracciglio rendendo la sua espressione ancora più maliziosa.

“Beh, quando torna la ragazza dell’Harley fammi un fischio . . . sono impaziente di conoscerla!”

“Al momento è in cantina chiusa con l’Harley, magari nel week-and le faccio fare un giretto.” Nella mente di Castle si forma l’immagine di Kate su una moto con una tuta di pelle aderente, come aveva descritto lei di alcune sue vecchie foto.
Sorride e scuote la testa per allontanare qual pensiero, o almeno per il momento.

“Comunque, come mai sei passata?”

“Se verresti al distretto ogni tanto non avresti bisogno che ti dica le novità a domicilio” fa un sorriso amaro.
In quei giorni aveva sentito molto la sua mancanza anche se non voleva ammetterlo.

“Non ci sei mai, non consulti la lavagna, non fai teorie . . . sei diventato gay?” ride soddisfatta dopo quella battuta, anche lui ride e dopo continua a parlare.

“In realtà preferisco lavorare a casa.” Fa una pausa e si schiarisce la voce.

“Ecco, riesco a focalizzare meglio le idee e poi, beh, dovresti essere contenta che non ti sono tra i piedi, no?” 

“Averti attorno rende il lavoro più divertente . . . forse.” Sorride e si gira imbarazzata.

“Siamo in vena di confessioni, detective?” sorride beffardo prendendola in giro.

“Sta emergendo il tuo lato hippie? Su dai . . . non soffocarlo, Beckett . . . lascia che anche la piccola Kathy figlia dei fiori spicchi il volo.”
Entrambi scoppiano a ridere. Beckett si avvicina a lui e lo afferra per il colletto.

“Chiamami ancora piccola Kathy e non solo ti spezzo le gambe ma anche un braccio” sorride al ricordo di quando gli aveva detto di non chiamarla la sua musa.
I suoi pensieri sono interrotti dal tocco delle sue mani calde che le afferrano i polsi e li allontanano dolcemente.
Si avvicina al suo orecchio.
Il suo respiro costringe la detective a mordersi il labbro chiudendo gli occhi per assaporare al massimo quel momento che quasi sembrava andare a rallentatore apposta per lei.

“ Non dirmi che nessuno ti ha mai chiamato piccola Kathy?” Si allontana quel che basta per guardarla negli occhi.

“Lo stai facendo tu ora. . .” si avvicina al suo orecchio.

“E se continui dovrò riusare quel piccolo e insignificante nome che ti da Meredith . . . Kitte . . .  ” lascia la frase in sospeso per fargli recepire il messaggio.

“Non ci provare, lo so che invece ti piace da morire.” Sorride e quasi senza accorgersene lo fa anche lei. Squilla in telefono che si trova su un tavolinetto alle spalle della detective. Per raggiungere quel cordless si allunga su di lei avvicinando pericolosamente i loro visi.

“ Ehm . . . Scusa . . . Devo rispondere.” I loro sguardi si incontrano per un istante.
I loro corpi sono separati da pochi centimetri.
Kate sente il petto di Richard gonfiarsi a ritmo del suo respiro, che in quel momento era abbastanza affannato.
Kate sposta lo sguardo di lato.

“Si rispondi è . . . Ehm, meglio.” 

“Si infatti . . .” afferra il cordless e si alza dal divano.

“Qui Rick Castle” Kate si addrizza sul divano tornando con una posizione composta mentre Castle la guarda e attende una risposta dal telefono.

“ Ho, James vecchio mio  . . . no non disturbi, stavo  . . . beh, che ti serve? Una partita? Stasera?” l’ancia un’occhiata a Kate che lo guardava dal divano.

“hm, no stasera sono molto stanco..sì, sai stiamo seguendo un caso un po’ impegnativo perciò preferisco essere al cento per cento! Certo, ci risentiamo per questo fine settimana...ciao vecchio mio!” chiude la chiamata e posa il cordless.
Torna a sedersi sul divano. Dal piano di sopra si sentono delle cantilene specie indiane.
Kate ha la faccia confusa e Rich se ne accorge.

“Martha e le sue tecniche di rilassamento!” l’espressione di Beckett si fa molto più sconvolta e si alza di colpo.

“ C’è Martha in casa? Dovrei andare.” Quando inizia a girarsi per raggiungere la porta viene bloccata da qualcosa.
Castle involontariamente le aveva preso il polso.

“ Ehm...sai, mia madre stasera va a mangiare con le sue amiche del corso di yoga, ti va se ordiniamo una pizza o cinese o anche vietnamita se vuoi e mangiamo insieme?” Beckett sembra molto combattuta. Ma Castle non vuole arrendersi.

“ Magari possiamo riguardare insieme il fascicolo del caso...in fondo due cervelli sono sempre meglio di uno, no?”  annuisce.

“E il mio cervello è meglio del tuo, mio caro scrittore. Ok, accetto ma solo per questa volta.”  Sembrava averlo detto più per convincere se stessa che Castle. Lui in quel momento aveva ripreso il cordless e chiamato la pizzeria di un suo amico.
Dopo avere ordinato due pizze torna a Kate.

“Arriveranno a momenti, in quella pizzeria sono dei fulmini!” tornano a sedersi sul divano.
Suona il telefono di Beckett e si gira verso la tasca per prenderlo sbattendo contro la testa di Castle che si trovava molto più vicina di dove credeva.

“Aiho!” lo esclamano entrambi quasi in simbiosi, come erano spesso fare  al distretto quando elaboravano teorie.
Entrambi non riescono a smettere di ridere.
Castle allunga una mano verso il viso e con l’altra sfiora la sua fronde.

“Che botta! Aaaah, ti verrà davvero un bel bernoccolo piccola Kathy...” si alza dal divano e va a prendere una pomata dall’armadio dei medicinali.
Ritorna al divano e gli spalma la crema.

“Ti metto questa così almeno non ti gonfia! Male?” Kate aveva l’espressione piegata in una piccola smorfia di dolore guardando il divano.
Quando i suoi occhi incontrano il viso di Castle dimentica tutto perfino che Martha era al piano di sopra.

“Un pochino.” Bussano alla porta e subito Kate arretra sul divano.

“Vai, saranno le pizze.”

“Oh giusto, avevo quasi dimenticato...colpa della botta!” le fa occhiolino e si dirige alla porta. Ritorna poco dopo con due cartoni della pizza in mano.

“Ecco a te.” Gliene porge una e si siede accanto a lei sul divano. Restano qualche minuto in silenzio.

“Buona! Com’è la tua?” Kate si gira leggermente dalla sua parte trovando Castle già a fissarla.

“Fantastica . . .” rimasero a guardarsi per qualche secondo scivolando l’uno verso l’altro, trascinati da una forza invisibile per la prima volte senza contrastarla ma assecondandola.
Ormai con le labbra a pochissima distanza il cuore della detective aveva intrapreso una corsa folle, quasi sembrava volerle uscire dal petto.

“Richard ai visto il mio . . . hey!” Martha era affacciata dalle scale.
Sorrideva girandosi leggermente per non guardarli.
Nello stesso momento Kate aveva arretrato sul divano raddrizzandosi.

“Mamma! Potevi avvisare!” dice Richard mentre si alza per guardare la madre.

“Scusa, non sapevo che Kate fosse qui! A proposito, ciao tesoro. Come stai?”

“Ciao Martha, bene grazie!” parlava senza riuscire a guardarla negli occhi. Le guancie si erano fatte immediatamente rosse. 

“Torno di sopra. Ma vi avviso, tra mezzore dovrò uscire!” ride tornando al piano superiore mentre Castle sbuffa per l’ennesima interruzione.

“Devo andare.” Beckett si alza subito dal divano raggiungendo la porta.

“Aspetta, puoi restare se ti va.”  Kate rivolge uno sguardo verso le scale e poi parla

“Casa tua e un po’ troppo affollata.” Lo dice ridendo ma non voleva veramente andare.
Voleva stare li, con lui.
Per una volta decide di fare quello che veramente voleva.
Gli si avvicina e poggia una mano sul suo petto.
Lui rimane fermo, a guardarla ancora sbalordito.
Riavvicina il suo viso a quello di lei ritrovandosi, di nuovo, vicinissimo alle sue labbra.
Finalmente quando si toccano la sensazione che li invade è indescrivibile.
Nessuno dei due si ricordava di aver mai provato un cosa del genere per un bacio.
Un bacio semplice, quasi a stampo ma che racchiudeva tutta la passione repressa in quei tre anni.
Kate si allontana leggermente da lui ma non abbastanza per guardarlo negli.
Guarda le sue labbra, così morbide che sembrano chiamarla.

“Ci vediamo domani sera, Castle.” Lo dice in un sussurro.
Il suo respiro invade la bocca dello scrittore.
Kate fa per girarsi e andarsene ma per l’ennesima volta viene bloccata.
Castle l’afferra per la spalla, costringendole a girarsi, e l’avvicina di novo a se per baciarla ma questa volta con molta più foga e bramosia.
Si separano ancora e questa volta la detective riesce a uscire dall’appartamento.
Arrivando di fronte all’ascensore si gira e trova Castle alla porta che la guarda evidentemente confuso.

“A domani sera, nel mio appartamento . . .” finisce a frase mordendosi il labbro e sorridendo.
Castle risponde a quel sorriso che gli mozzava letteralmente il fiato.
Quando entra in ascensore lo saluta con un ultimo sorriso e in imbarazzo torna a fissare il pavimento aspettando che le porte si chiudano.
Rientrando nel suo appartamento Castle pensava solo alle sua labbra, finalmente, sulle sue
.

 



Angolo dell'autrice:

Ecco una nuova one-shot! come già ho detto sopra è ispirata a una ruolata sul gioco di ruolo di Castle di Facebook! 
Spero che vi piaccia! ringrazio i protaconisti del gdr per la storia e per avermi permesso di scriverla! *_____*
aspetto vostri commenti!
A presto
Kate 96 =*
P.s presto arriverà l'aggiornamento per " E se fosse andata così? " =D 
   
 
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