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Autore: Vahly    26/03/2011    1 recensioni
Pensavi di poter essere felice, ora, con Stan. Lui è un uomo d’affari, tranquillo, e che può assicurare a te e a Grace una vita agiata. Per questo cercavi di nascondere a te stessa il fatto che non era davvero amore – forse complicità, simpatia, attrazione. Ma non amore.
Fino a che non hai ritrovato un vecchio album di fotografie, malamente lasciato in giro nella soffitta. Neppure ricordavi di averlo tenuto.
Lo sfogli, e rivedi la gioia sul tuo viso, quell’espressione ben diversa da quella che hai ora, di malinconica serenità. E accanto a te c’è lui, sorridente. Danny.

One-side Danny/Rachel, sottointeso (nemmeno troppo) Danny/Steve.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note dell’autrice: scritta per la sesta settimana del COW-T per il prompt “nostalgia”. Non betata né riletta, se trovate un qualunque errore fatemelo notare e lo correggerò. One-side Danny/Rachel, sottointeso (nemmeno troppo) Danny/Steve.

 

 

Album

 

 

È strano, come a volte tu ti renda conto delle cose quando ormai è troppo tardi, quando non puoi far più nulla per cambiarle. Come se le cose avessero valore solo quando non puoi più averle.

Pensavi di poter essere felice, ora, con Stan. Lui è un uomo d’affari, tranquillo, e che può assicurare a te e a Grace una vita agiata. Per questo cercavi di nascondere a te stessa il fatto che non era davvero amore – forse complicità, simpatia, attrazione. Ma non amore.

Fino a che non hai ritrovato un vecchio album di fotografie, malamente lasciato in giro nella soffitta. Neppure ricordavi di averlo tenuto.

Lo sfogli, e rivedi la gioia sul tuo viso, quell’espressione ben diversa da quella che hai ora, di malinconica serenità. E accanto a te c’è lui, sorridente. Danny. Ridi di te stessa e della tua stupidità: sei una donna adulta e non dovresti continuare ad essere così sentimentale, dovresti accettare che il passato è passato, per sempre. Eppure, una parte di te ti grida che no, non è ora che ti comporti da stupida: è stato allora, quando invece che cercare di andare avanti e di superare le difficoltà hai preferito scappare e fare a pezzi il cuore di tuo marito, allora sì che ti sei comportata da vera idiota – e da perfetta stronza, anche.

Se te lo avessero detto all’epoca di quelle foto, che ti saresti ritrovata con un album in mano a rimpiangere il tempo trascorso assieme, non ci avresti mai creduto. Rivedi te stessa con l’abito da sposa, radiosa; al momento del taglio della torta, e nelle pittoresche foto che hanno seguito il fatidico “sì” – tra tortore, rose in fiori e fontane decorate – e ti ricordi di quanto pensavi che i vostri sentimenti fossero forti.

Sfogli ancora l’album, e trovi foto di te con il pancione. La piccola Grace cresceva dentro di te, e lo sguardo di Danny vi sfiorava entrambe come se foste la cosa più preziosa del mondo. C’è una foto di una gita al lago, quando eri incinta di sei mesi, con quel vestitino blu che ti piaceva tanto. Era primavera, e Danny aveva insistito tanto perché noleggiaste una barca, perché tu ti godessi appieno quella giornata, ma tu non avevi voluto. Dicevi che era un rischio, che se si fosse capottata avresti rischiato l’aborto, e l’avevi accusato di essere poco responsabile. Fu il vostro primo litigio. E non gli hai mai chiesto scusa. Non glielo hai mai detto, ma in realtà non pensi davvero che sia irresponsabile – anzi, sei convinta dell’esatto opposto: lui è il padre migliore del mondo.

Una foto di poco successiva ti ritrae allo zoo con un passeggino ed un mazzo di fiori in mano. Danny non ha mai smesso di essere galante quando stavate assieme, neppure dopo l’arrivo di Grace. Era davvero dolce.

Sospiri, e passi una mano su quella pellicola trasparente che copre le foto. Avresti voglia di piangere, ma non puoi farlo: per Stan, per Grace, per te stessa… non puoi abbandonare un altro matrimonio, gettare ancora tutto alle ortiche. Non puoi.

E all’improvviso ti ricordi del perché avevi lasciato quell’album in soffitta – perché fa troppo, troppo male. Vorresti riuscire a dimenticare tutto, a seppellire di nuovo quei ricordi, ma una parte di te, te lo impedisce.

Riposi l’album dove lo hai trovato, sperando che nasconderlo alla vista possa aiutarti a non pensarci, e torni a dedicarti alla ricerca di quel vecchio bauletto per il quale eri salita.

 

 

È una sera come tante e Stan è fuori per affari come sempre, quando Danny bussa alla porta. Oramai è diventato sempre più frequente che vi incrociate per caso, da quella volta che lui ed il suo collega hanno avuto bisogno di casa tua per portare a termine un’indagine. Si tratta solo di una firma per un documento, ed ha pensato che passare fosse più facile che non chiamare e farsi riattaccare per poi aspettare che tu lo richiamassi e vi metteste d’accordo per un posto e un’ora che rimanesse complicato ad entrambi.

Forse ha ragione, ma ugualmente avresti preferito che avesse fatto così come al solito, perché è davvero fastidioso trovarti con il tuo ex e quel martellante battito cardiaco che non vuole sapere di tornarsene normale – come se fossi una stupida ragazzina.

Gli offri da bere, e lui accetta, e non sai come accade, ma lo baci. Per un attimo ritorni con la mente a quei giorni felici, al fidanzamento, il matrimonio, i primi mesi di maternità.

Fino a che lui non si scansa imbarazzato.

«Io… scusa Rachel, ma non posso.»

Credi di capirlo, e improvvisi una risatina di circostanza. «Scusa, non so cosa mi sia preso. Lo so che… insomma, ora che sto con Stan…»

Ma lui ribatte subito. «Oh no, cioè indubbiamente Stan non si merita questo. Ma il fatto è che io… beh, c’è qualcun altro.»

Rimani raggelata, e fa malissimo, come se ti avessero pugnalato in pieno petto. Ma è colpa tua: come hai potuto pensare che Danny non si sarebbe rifatto una vita?

«Oh,» rispondi imbarazzata. «Mi dispiace moltissimo. Per quello che ho fatto, intendo. Ma chi è? La conosco?»

Lui arrossisce – e non è proprio da Danny arrossire. Ti domandi cosa diavolo ci sia sotto che non sai.

«Più o meno. È complicato.»

«Ok, non vuoi parlarmene.»

«Magari più avanti lo farò.» Accorda. «Ora scusami ma devo andare.» Dice infine, e praticamente fugge via.

E tu desideri che il tempo si riavvolga e che quella visita non avvenga, perché saperlo tra le braccia di un’altra è la cosa che meno dovrebbe farti al male al mondo, e invece hai scoperto essere la peggiore.

Ma soprattutto, perché ora che lo hai baciato, ora che hai sentito di nuovo il suo calore contro il tuo, non sai davvero come potrai fare a dimenticarlo.

   
 
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