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Autore: LizBee    27/03/2011    2 recensioni
Mai e Iroh combattono il crimine.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Iroh, Mai
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Lavoro di squadra

Fanfiction di LizBee
Traduzione di Kuruccha





L'ombra di un movimento colto con la coda dell'occhio da Iroh, e Zuko crolla. Per un secondo, l'immagine è congelata nella sua mente: il Signore del Fuoco, caduto in modo scomposto nel grande cortile del palazzo di Ba Sing Se, mentre le guardie di due nazioni girano tutt'intorno colti da qualcosa che è quasi, ma non del tutto, panico.

Iroh alza lo sguardo verso la linea dei tetti. Qualcosa si è mosso. Qualcuno si è mosso. Posato sul tetto da cui una volta il Dai Li spiava la città.

Sono passati pochi secondi da quando Zuko è crollato. Iroh comincia a correre.

Quando era ragazzo, lui e suo fratello si erano inseguiti attraverso i vicoli e le catacombe che serpeggiavano tutt'attorno e al di sotto del palazzo della Nazione del Fuoco. Nascondendosi dai loro tutori, o l'uno dall'altro, avevano scoperto ogni segreto di quell'antico palazzo e avevano immaginato di essere stati i primi a farlo, proprio come ogni principe e principessa prima di loro.

Iroh, sbandando all'interruzione di un vicolo cieco, inizia a pensare di essere cresciuto nella città sbagliata.

"Laggiù."

Non ha sentito Mai avvicinarsi. Nessuno, mai, sente Mai avvicinarsi. Non sta nemmeno respirando affannosamente, nota mestamente, sebbene abbia dovuto correre come il vento per raggiungerlo così presto. Lei punta alla porta nascosta, e lui la incendia. Mai non aspetta nemmeno che le fiamme si plachino prima di correrci attraverso, salendo le scale dal lato opposto.

Raggiungono il tetto giusto in tempo per vedere la loro preda scomparire dietro una curva. I tetti riflettono il sole. Iroh salta, promettendosi una teiera di tè rinfrescante non appena tutto ciò fosse finito, non appena Zuko fosse salvo. (Ha deciso di nutrire l'illusione che un giorno del genere prima o poi sarebbe arrivato.) Mai è un'ombra silenziosa al suo fianco, le pesanti vesti più esterne da Signora del Fuoco abbandonate dietro di lei. Un coltello luccica nella sua mano. Sono troppo lontani perchè coltelli e fuoco siano di qualche utilità.

L'assassino scivola. Secondi preziosi. Iroh si solleva oltre il crinale, rammaricandosi che la comodità della pace lo abbia derubato della maggior parte della sua forza guadagnata in prigione. C'è una netta discesa nel tetto piatto. Dal basso può sentire l'odore di prodotti da forno e carbone che brucia. L'assassino ha la schiena poggiata a un grosso camino, gli occhi spalancati.

E' in trappola.

E certamente, anche Iroh lo è.

E la sua preda ha in mano una cerbottana. Sembra terrorizzato; in circostanze diverse, Iroh avrebbe dubitato che avesse lo stomaco per commettere un omicidio. Ma le sue mani sono ferme. E ha già tentato di uccidere una volta, oggi.

Porta la cerbottana alle labbra.

Un coltello luccica nel sole, affondando nella soffice creta del camino, bloccando la manica e il braccio che contiene.

"Grazie, Mai," dice Iroh. Con un altro coltello, ha assicurato l'altro braccio dell'assassino, ma la cerbottana sta già rotolando via. Iroh la raccoglie.

"E' passato molto tempo dall'ultima volta che ho visto qualcuno usare un fukiya", dice. Con cura, rimuove il dardo dall'interno e ne annusa la punta. "Belladonna rossa. Bene. Agisce lentamente, in modo tale che lui possa avere ore per pentirsi dei propri peccati. La maggior parte dei giovani non vogliono avere niente a che fare con le vecchie maniere."

"Zuko sarà felice di sapere di essere quasi stato ucciso da un ricreazionista storico," dice Mai. Guarda l'assassino spassionatamente. Lui sta fissando Iroh.

"Pensavo che tu gestissi una sala da tè," dice.

Iroh sogghigna. "Non sei di queste parti, non è vero?"

"Omashu. Vengo da Omashu."

"E chi ti ha pagato per uccidere mio nipote?"

Deglutisce. Sembra più giovane di minuto in minuto.

"Nessuno mi ha pagato. Io - Io cerco la vendetta in nome del Regno della Terra."

"Il Regno della Terra non vuole vendetta, vuole l'industria della Nazione del Fuoco, e magari meno coloni a occupare le sue aziende agricole." Iroh esamina ancora una volta il fukiya. "Chi è che vuole vendetta?"

"Nessuno!"

"La pena per aver cercato di uccidere il Signore del Fuoco è la morte," gli dice Mai.

"Non ho paura di morire."

"Nessuno morirà, quest'oggi," dice Iroh. "Mai, l'antidoto è da qualche parte su di lui. Nel caso -"

Mai getta via quel che resta del mantello dell'assassino e afferra la boccetta che contiene l'antidoto tra l'indice e il pollice. Scompare in una delle sue tasche nascoste.

"No," geme il ragazzo assassino. La sua pelle è grigio cenere. Deglutisce, il suo tentativo di provocazione svanito. "Quando sapranno che il Signore del Fuoco è sopravvissuto - la mia famiglia - i miei genitori-" Scuote la testa. "Mi avevano promesso del denaro. Moltissimo denaro. Sapevo che non sarei sopravvissuto, ma avevano detto che avrebbero dato i soldi a mia madre e mio padre. Io non sono un Dominatore della Terra, o un erudito, o qualcosa del genere. Sono solo veloce e bravo con il fukiya. E' stato mio nonno a insegnarmi. Adesso loro saranno disonorati, e io sarò morto, e - e-"

"Figliolo," dice Iroh, "non è troppo tardi. Vieni con noi. Torna alla Nazione del Fuoco come seguito della famiglia reale." Mai gli getta un'occhiata incredula, per quanto lei abbia mai potuto dimostrare emozioni. "I tuoi genitori saranno protetti. Potranno reincontrarti nella Nazione del Fuoco. Puoi ricominciare dal principio."

"Oppure," dice Mai, "potremmo consegnarlo al Dai Li e - giustizia convenzionale."

Iroh sospetta fortemente che sia un tipo di giustizia più netta e diretta di quello che lei vorrebbe davvero, e si chiede, non per la prima volta, cosa Zuko veda di amabile in lei.

"Mi consegnereste alla polizia segreta?" si lamenta il ragazzo. In qualche modo, questo sembra colpirlo anche più della prospettiva di un'esecuzione della Nazione del Fuoco.

"Penso che abbiano già chiamato la polizia, a quest'ora" dice Mai.

"No," dice Iroh. "Se la gente sta complottando per uccidere Zuko-"

"Le persone stanno sempre complottando per uccidere Zuko. Penso faccia parte del suo fascino. Personalmente, ordisco un nuovo complotto ogni mattina a colazione." Il viso di Mai è piatto e illeggibile come sempre, ma c'è qualcosa che sembra fortemente un sorriso che gioca attorno alla sua bocca.

"Ma gli stranieri?"

"Hai ragione. I prossimi saranno i contadini."

Il loro prigioniero di si agita. "Io - io penso - terrete davvero al sicuro la mia famiglia?"

"Hai la mia parola," promette Iroh.

Non dice nulla, ma le sue ginocchia cedono, e i coltelli di Mai sono l'unica cosa a sostenerle. Quando lo libera, non può far altro che accasciarsi tra le sue braccia. Lei sembra debolmente incredula, accovacciata al suolo con un ragazzino adolescente che le singhiozza tra le braccia. A disagio, gli dà un colpetto sulla spalla.

"Su, su."

"Questo è lo spirito giusto," dice Iroh.

Più tardi, dopo essere tornati a palazzo, e dopo che Zuko ha inghiottito l'antidoto, e che i falchi sono stati spediti a Omashu e nella Nazione del Fuoco, Iroh ritorna alla sua sala da tè.

Il sole sta tramontando quando Mai appare sulla soglia.

"Sta ancora parlando," dice lei. "Il Re della Terra ha già bandito tre consiglieri." Accetta il tè che Iroh le offre, guardando il vapore salire nella luce fioca.

"I ragazzi spaventati e confusi prendono decisioni folli," le dice.

"Non solo i ragazzi." Gli getta un'occhiata obliqua. "Zio," dice, "se dai asilo a chiunque provi ad assassinare Zuko-"

"Allora forse formeranno una bella fila ordinata e ci avvertiranno, la prossima volta."

Pensa che quel sospiro morbido e brusco sia la versione che Mai ha di un sorriso.

"Userò i miei privilegi come Signora del Fuoco per nominarmi guardia del corpo di Zuko."

"Bene. Almeno saprò che c'è qualcuno che bada a lui." Iroh sorseggia il suo tè. "Mai?"

"Sì?"

"Mi hai chiamato 'zio'."

"E' stato un lapsus," dice, ma sta guardando altrove, e Iroh è certo del fatto che stia sorridendo.

"Certamente," dice lui. "Ancora tè?"

"Grazie, zio".




^*^*^*^*^*^*^*^*^
Inutili note della traduttrice: Non ho resistito. XD Spero vi sia piaciuta quanto è piaciuta a me. XD
(Ho appena ottenuto il permesso di tradurre anche le storie di un'altra autrice *_* Gioia e gaudio! Vedrete, vedrete :D)


Questo è il link alla storia originale in inglese: Teamwork
  
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