Serie TV > Dr. House - Medical Division
Ricorda la storia  |      
Autore: Julietts    27/03/2011    3 recensioni
Nulla succede mai per caso.
Lisa Cuddy ne era fermamente convinta. Da sempre.
È difficile che su una persona possano ricadere una serie infinita di fortune (o nell’ipotesi più negativa, sfortune) nello stesso giorno. C’è sempre un equilibrio, e questo non è quasi mai predefinito dal caso.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nulla succede mai per caso.
Lisa Cuddy ne era fermamente convinta. Da sempre.
È difficile che su una persona possano ricadere una serie infinita di fortune (o nell’ipotesi più negativa, sfortune) nello stesso giorno. C’è sempre un equilibrio, e questo non è quasi mai predefinito dal caso.
Beh, quella era stata una di quelle giornate in cui, se Dio esisteva, ce l’aveva avuta proprio con lei.
Mentre era lì, seduta dietro alla sua scrivania, e rileggeva per la ventesima volta delle riforme che non avrebbe mai firmato, si rimise a pensare alla sua terribile giornata.
Si era alzata tardi. E già quello era un piccolo disastro. Aveva afferrato dei vestiti a caso ed era uscita truccandosi per strada.
Pioveva. Dannazione. Pioveva.
In primavera non dovrebbe piovere. Non nel New Jersey. In inverno piove. In autunno piove. In estate piove. In primavera no. Ma quel giorno, pioveva.
E lei, proprio quel giorno, aveva indossato una maglietta bianca e dei tacchi altissimi. Così, era arrivata in ufficio con un mal di piedi tremendo e mezzo busto appiccicato al cotone bianco trasparente di quella camicetta Dolce e Gabbana.
Eh, sì, si sentiva nuda. Non per che fosse effettivamente così bagnata, ma, si sa, non bisognerebbe mai indossare cose bianche quando piove, perché il bianco…traspare.
Entrata nella hall del suo ospedale, e rintanandosi in tutta fretta nel suo ufficio, si era sentita addosso lo sguardo ceruleo di qualcuno. Sarebbe stata una giornata disastrosa, l’aveva già intuito.
Aveva cominciato a lavorare a tutto spiano, per portarsi a pari e recuperare l’ora persa quella mattina. Che era più di un’ora, ma volle pensare positivo per un momento. Uno soltanto.
Alle undici e mezza, poi, il consiglio di amministrazione.
Aveva proprio bisogno di sentirsi due ore di predica sui bilanci dell’ospedale. Oh sì, ne aveva proprio bisogno. Sorridente, rispondeva alle domande dei membri, ma dentro, era in fiamme, e se ne sarebbe andata via di corsa urlando bestemmie e parolacce se solo il suo ruolo glielo avesse permesso. A fine riunione, era stremata, stanca, stressata e infastidita. Ed era andato tutto male.
-Ti offro qualcosa?-
Si era voltata, e aveva incontrato gli occhi premurosi di Wilson. Wilson. Amico, collega, confidente, sensibile…unico membro che non le aveva rotto le scatole per i bilanci disastrosi di quel mese.
-No, sono abbastanza di fretta, credo che non pranzerò- sorrise.
-Ok-
Caro Wilson. Lui si che le capiva al volo, le persone.
Le 3 e 15. Aveva fame. Non lo aveva previsto, ma il suo stomaco reclamava un pasto.
Sbuffando, si era diretta alla macchinetta per comprarsi un pacchetto di cracker.
Era lentissima, la macchinetta. Ci metteva trent’anni solamente a decifrare il codice. Per non parlare di quanto era lungo il tempo per incassare le monete, o far scendere il prodotto richiesto. Come se avesse avuto tanto tempo da buttare via. Proprio quel giorno. Quel dannato giorno in cui tutto aveva deciso di andare catastroficamente male. Prima o poi, l’avrebbe cambiata, quella macchinetta del cavolo.
Si era rimessa a lavorare mangiando quel tristissimo pacchetto di cracker che chissà da quanto tempo era in quell’aggeggio preistorico. Ma dopo circa mezz’ora, qualcuno l’aveva fermata.
-Ciao Urani- aveva salutato il medico con la solita gentilezza.
-Ciao Lisa. Volevo solo informarti di un casino che stanno per combinare i dipendenti del Reparto di Diagnostica-
Li conosceva bene, quei dipendenti. E il loro capo. E il chirurgo con la moglie al pronto soccorso che, seppur non più nel team, continuavano a contribuire alle diagnosi più difficili. Ma quel giorno, non aveva proprio voglia di mettersi a urlare.
-Non me lo dire. Ti prego. Stanno uccidendo qualcuno?-
-Potrebbe essere. Mi hanno chiesto di operare la loro paziente, assicurandomi di aver ricevuto il tuo consenso. L’ho aperta, e ho scoperto che soffriva di crisi epilettiche violente. L’ho dovuta immediatamente richiudere per evitare un arresto cardiaco immediato, capendo la loro bugia. Ho parlato, cioè discusso, con House, e mi ha detto con tutta la calma di questo mondo che avrebbe trovato un altro chirurgo che non si sarebbe fatto questi inutili problemi. Inutili. E lo ha trovato. Chase sta per operare-
Lei aveva chiuso gli occhi. Sospirato. Chase. L’australiano che faceva battere il cuore a tutte le infermiere, fidanzato con Cameron, entrambi ex dipendenti di House. House. Aveva cercato di evitare il suo sguardo quella mattina, di pensare a lui tutto il giorno. Perché House, quel giorno, non lo avrebbe proprio potuto tollerare.
-Quando?- ebbe solo la forza di chiedere.
-Tra dieci minuti. Faccio fermare l’operazione?-
Scosse la testa.
-Grazie per avermi informato, davvero. Provvederò. Torna al lavoro e…mandami un’infermiera-
Se n’era andato. Uff, mancava Urani. Perché non aveva voglia di alzarsi quel giorno, da quella comoda poltrona, perché doveva lavorare, perché non poteva sopportare uno scambio verbale con Gregory House. Non quel giorno.
-Mi aveva fatta chiamare?-
Sorrise.
-Si Brenda, potresti andare dal dottor House e dirgli che, per Dio, la prossima volta che decide di fare operazione impossibili prima me lo venga a dire?! Solo per evitare di essere citati in tribunale-
-Certo, dottoressa. Desidera altro?-
-No Brenda, grazie per il favore-
Anche l’infermiera, come il chirurgo, era sparita dietro alla porta a vetri che separava il suo ufficio dalla clinica, ma lei lo sapeva, appena fuori avrebbe parlato per un mese con le altre infermiere del motivo per cui il grande capo non voleva andare di persona a ripescare House dai suoi casini. Ma non le dava problema.
Del resto, le infermiere, amavano troppo il gossip e lei si sarebbe sentita una vipera se avesse impedito loro questa gioia dello spettegolare.  
La notte era calata. L’ospedale vuoto.
Lisa Cuddy, si risvegliò dai suoi pensieri e si passo una mano sul viso. Sarebbe tornata a casa. Subito. Mise via quei fogli che non aveva letto e si alzò. Si voltò per infilare il cellulare nella borsa e sentì alle sue spalle dei passi pesanti seguiti dal ritmico rumore di un bastone sul pavimento. Stava arrivando.
-Buongiorno, anzi, buonasera, Raggio di Sole-
Lei lo guardò in viso, e scorse in quegli occhi cerulei un miliardo di emozioni che, non lo avrebbe ammesso mai a nessuno a parte che a se stessa, le erano mancate da morire in quel giorno buio e disastroso in cui aveva cercato di evitarli in ogni modo. Grosso errore, se ne rese conto solo in quel momento.
-House-
-Non ci siamo incrociati oggi, peccato. Avrei voluto dirti un paio di cose-
Si avvicinò a lei.
-Già- lo guardò con aria di sfida –anche io. Per esempio… com’ è andata quell’operazione di cui non mi avevi parlato con quella paziente che non avresti dovuto avere e con quella malattia che avresti dovuto considerare prima di farla aprire in due?-
-Molto bene, grazie. E…ho ricevuto il tuo messaggio. Non potevo informarti…la avresti proibita e poi avresti controllato che non la avessi fatta di nascosto-
-Ecco. Era la cosa più giusta-
-Le ho salvato la vita. È stata dimessa tre ore fa-
-Davvero?-
-No, per finta, Cuddles-
Lisa sorrise. Lui e il suo senso dell’umorismo.
-Beh, ora vado a casa House. È stata una giornata disastrosa…-
-Forse perché non mi hai incontrato?-
Non rispose.
-Ah, a proposito di incontri…stamattina non ho avuto il tempo di dirti una cosa. Bella camicetta-
-House…!-
-Sul serio, domani ti incoroneranno Miss Maglietta Bagnata-
-House! Buonanotte-
-Non vuoi ritirare il tuo premio?-
-Io…non credo, sai…- ma non ebbe il tempo di finire. Il diagnosta le sigillo le labbra con un bacio profondo, un bacio passionale, un bacio splendido, che lei non potè rifiutare.
-Buonanotte, House-
-Buonanotte, Raggio di Sole. Sai, credo che dovrebbe piovere più spesso, da queste parti…-
Ridacchiando sommessamente, Lisa Cuddy si era allontanato da quell’ufficio, da quell’uomo, e si era diretta nel suo parcheggio.
In macchina, ferma a un semaforo, tornando a casa, ripensando alla giornata, capì che forse non era stata poi tanto disastrosa. Del resto, non potevano accadere così tante sfortune in un solo giorno, la vita doveva pur pareggiare in qualche modo la situazione.
Però, forse, non tutto era come l’aveva sempre immaginato.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dr. House - Medical Division / Vai alla pagina dell'autore: Julietts