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Autore: Serpedoro    24/01/2006    6 recensioni
Mentre si accendeva nervosamente l’ennesima sigaretta e il padrone di casa gli porgeva il terzo bicchiere di Ogden Grand Reserve con espressione indecifrabile, Peter Pettigrew si ritrovò a formulare il suo primo pensiero coerente. Era la prima volta che metteva piede fra quelle mura.
E probabilmente, per l’estrazione sociale che aveva, si sarebbe sentito grandemente in soggezione… se non fosse appena accaduto quello che era accaduto.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Peter Minus, Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà! Prima di lasciarvi alla lettura di questa storia, volevo cogliere l’occasione per dire: a Mithril che francamente non so se il sequel di questa one-shot vedrà mai la luce, ma che so che sarà contenta di vedere almeno questa storia postata; e a Miki_TR un gigantesco grazie per essersi sorbita i miei deliri sullo “spot”… spero ne sia valsa la pena!
In più vorrei ringraziare le persone che hanno letto le altre mie due storie.
Grazie infinite quindi a: Marty_rurulove, Sabry, Petronilla, Faffachan, Savannah, Maly, Elisabetta & Giada, Twinstar, Erine, Miki_TR, eva_elamela e Harriet che hanno commentato “Prince il Mezzosangue” e Sarikketta malfoy, Heresiae e Mira'82 che hanno commentato “L’altra faccia della medaglia”.
Grazie, grazie, grazie e ancora grazie a tutte voi. Le risposte alle vostre recensioni si trovano… beh, sì, nello spazio recensioni delle rispettive ff perché non sapevo dove altro rispondervi!
E grazie anche a tutti quelli che hanno letto, anche se non hanno recensito.
Ho notato che la parodia è stata infinitamente più apprezzata della storia introspettiva e, ahimè, la maggior parte delle mie storie è sul genere malinconico, introspettivo e... sì, insomma, cupo. Magari con un fondo di ironia, o meglio di sarcasmo, ma cambiando l’ordine degli addendi…
Questa storia, non fa eccezione. È una storia, anche questa, non identificabile con un raggio di sole, ma a chi volesse continuare… Buona lettura!










Il salone era immenso, vastissimo.
Non quanto la Sala Grande di Hogwarts, ma nessuna residenza eccellente, nemmeno Grimmauld Place, il Maniero Malfoy o… quello Lestrange, era grande quanto Hogwarts.
Di conseguenza quel salone era davvero immenso, vastissimo.
Le pareti di pietra erano a tratti ricoperte da preziosi arazzi, alle finestre erano pesanti drappi in velluto di seta di un viola cupo, l’arredamento era austero eppure sfarzoso e tutto era illuminato a giorno da delle braccia in bronzo che reggevano, spuntando dalle pareti, dei candelabri a dieci bracci. Senza contare il camino ad altezza d’uomo.
Una lussuosa, pretenziosa decadenza pervadeva ogni cosa.
Gli ricordava in modo inquietante Sirius e certe sue insopportabili pose. Quando si dice il sangue…
Sirius
Mentre si accendeva nervosamente l’ennesima sigaretta e il padrone di casa gli porgeva il terzo bicchiere di Ogden Grand Reserve con espressione indecifrabile, Peter Pettigrew si ritrovò a formulare il suo primo pensiero coerente. Era la prima volta che metteva piede fra quelle mura.
E probabilmente, per l’estrazione sociale che aveva, si sarebbe sentito grandemente in soggezione… se non fosse appena accaduto quello che era accaduto.
E probabilmente il tutto avrebbe avuto un’aria molto più solenne, se il bambino l’avesse smessa di piangere a squarciagola anche solo per un secondo. La sua testa pulsava già abbastanza dal dolore senza che ci si mettesse pure lui. Anche se con lo sfregio che aveva in fronte, probabilmente il bimbo non stava meglio…

L’uomo che era sdraiato scompostamente sulla dormeuse con un piede poggiato a terra e la testa reclinata all’indietro, sbuffò giocherellando svogliatamente con alcune ciocche dei suoi lunghi capelli corvini.
Portava una camicia candida, sbottonata sul davanti a rivelare una parte del torace, e aveva un’aria annoiata, sebbene il suo modo di fare fosse nervoso.
Distratta eleganza
Godric, possibile che fossero tutti così?
« Per Merlino e Morgana… Non potremmo zittire quello stramaledetto bambino una volta per tutte?! »
Sbottò quello in modo eccessivamente violento. Dimenandosi sulla dormeuse e fissando intensamente i suoi occhi, fra il grigio e il violaceo, su quella che era la fonte del suo malessere.
« Io non lo trovo così fastidioso, sai Rabastan? »
Trillò allegramente la padrona di casa, accomodata sulla seduta di una poltrona infinitamente più grande di lei mentre teneva sulle ginocchia il bambino, che continuava a divincolarsi furiosamente ignorando i suoi vezzeggiamenti.
Lei era l’unica ad avere un sorriso sulle labbra in quella stanza…
« Questo perché sei pazza, Bella. Io l’ho sempre detto »
Ribattè secco il giovane, alzandosi in piedi di scatto. Guadagnandosi, con quell’uscita fuori luogo, un’occhiata fulminante da parte del padrone di casa, che in piedi, affianco allo schienale della poltrona, vegliava la donna e, suo malgrado, anche il bambino.
Colto l’avvertimento nello sguardo del fratello, Rabastan Lestrange si limitò a sbuffare più sonoramente di prima, stralunando gli occhi e ributtandosi a peso morto sulla dormeuse.
Ci voleva del coraggio da Grifondoro perché un Lestrange si potesse permettere di dare del pazzo a un Black. Non per altro, ma perché era davvero una bella gara fra le due casate…

« È proprio un bel bambino » valutò Bellatrix sorvolando sul comportamento del cognato.
« Sì, vero? È il ritratto sputato di James » commentò Peter alzando il mento quasi con sfida; scuotendo la testa subito dopo, sbigottito dalla sua stessa uscita.
Ma che stava dicendo?
… James.
James a terra…
… James!
« E gli occhi, poi… » continuò imperterrita l’altra. « Verdi come gli smeraldi della clessidra di Serpeverde »
« Quelli li ha presi da Lily » soffiò flebilmente. Confuso, annebbiato… annientato… quasi.
« Già… » affermò la donna con gli occhi che le brillavano, totalmente persa nei suoi pensieri. « Che incredibile, strabiliante rassomiglianza … Non trovate, anche voi? »
« Sì, sì, certo… » accordò, scuotendo la mano con impazienza, l’uomo accomodato nella poltrona opposta a quella della padrona di casa. « Ma io vorrei sapere- »
Un urlo più forte del bimbo riscosse Pettigrew e interruppe l’uomo sulla poltrona, che stringendosi gli occhi col pollice, l’indice e il medio, ringhiò « Mi duole ammetterlo, ma mi trovo d’accordo con Rabastan. Non potremmo zittire quest’insopportabile marmocchio? »
Risollevandosi dalla dormeuse e sfoderando la bacchetta, il giovane Lestrange esordì con « Oh! Grazie, Augustus. Grazie! »
« Sono certo che Augustus non intendesse nulla di così… definitivo, Rabastan » intervenne il padrone di casa con voce bassa e intimidatoria. « Non è vero, Augustus? » concluse scoccando uno sguardo eloquente a quest’ultimo. Tralasciando il resto, che non era certo poco, finchè Bella si divertiva a tenere in braccio quel petulante moccioso, nessuno gli avrebbe torto un capello.
Lasciandosi andare sullo schienale della poltrona, Rookwood rispose stancamente « No di certo, Rodolphus… »
Rabastan sbuffò ancora una volta e lanciando la propria bacchetta sulla dormeuse andò a prepararsi da bere.
« Non ti sembra di aver bevuto abbastanza per stasera, Rabastan? »
Quello si fermò e guardandolo altrettanto significativamente di come aveva fatto lui prima, con un sorrisetto acido gli rispose « Somiglierai anche a nostro padre, Rod… ma non lo sei »

Lanciando un fuggevole sguardo al bambino, Rookwood buttò casualmente « Basterebbe semplicemente un Silencio… »
« Augustus Rookwood » tuonò fintamente arrabbiata la donna. « È un bambino. È normale che pianga »
« Certo » esplose Peter a voce un po’ troppo alta. « Neanche tre ore fa gli hanno fatto fuori i genitori e lanciato un Avada Kedavra addosso… Più che normale, io direi che è giusto che pianga, no? »
Sì. A voce un po’ troppo alta e, decisamente, un po’ troppo sarcastica.
Il silenzio calò per alcuni istanti, rotto da Rabastan che rideva fragorosamente battendo le mani. « E bravo Pete! Così, si fa… Ne gradisci un altro anche tu? » chiese sollevando la bottiglia di Firewhisky.
Pete…
Nessuno di loro lo aveva mai chiamato con tanta confidenza.
Altri lo chiamavano così…
« Sì… Sì, grazie » rispose tamponandosi il sudore della fronte con una mano, facendo attenzione a non sporcarsi con le bende insanguinate.
Si accese una sigaretta col mozzicone dell’altra e smorzando il tono, senza guardarli « Dategli un po’ di tempo per realizzare quanto è accaduto e farsene una ragione… Gli passerà… »
« Parli per il bambino, o parli per te, Pettigrew? » domandò un altro uomo scostandosi dalla parete, fuoriuscendo dall’ombra della cornice del camino fino ad essere illuminato dal fuoco.
Peter alzò il mento e lo guardò fissamente « Ma per il bambino, Dolohov »
Se non riprendeva in fretta il controllo, invece che per colpa del padre, sarebbe morto a causa del figlio…
Dolohov storse la bocca in quello che avrebbe dovuto essere un sorriso, ma che sembrava disgusto « Lieto di saperlo, perché… siamo tutti sulla stessa barca, adesso. Lo sai? »
L’animagus prese il bicchiere che gli porgeva Rabastan, ma prima che potesse fare o dire qualcosa, si espresse nuovamente Rookwood: « Sì, sì, va bene » assentì piuttosto alterato. « Ma io vorrei sapere una volta per tutte che accidenti è successo in quella stramaledetta casa »
« Ormai le cose sono andate come sono andate » esordì Lucius Malfoy entrando nel salone. « E sarebbe una fuorviante perdita di tempo insistere sui dettagli, Augustus »
Concluse sfilandosi i guanti e il mantello con movimenti fluidi, dando una pacca amichevole alla spalla di Rodolphus e appoggiando il tutto sullo schienale della poltrona in cui sedeva Bellatrix, accomodandosi poi sul bracciolo, cingendo affettuosamente con un braccio le spalle della sorella di sua moglie.
La sua attenzione ora era tutta per il bimbo. Socchiuse gli occhi osservandolo con cura.
« I suoi occhi sono verdi come gli smeraldi- »
« Della clessidra di Serpeverde. Sì, sì… Lo sappiamo » concluse tediato Rabastan.
Lucius lo guardò perplesso e Bellatrix, stringendogli una manica per farlo avvicinare, con un sorriso malizioso gli spiegò « È la stessa cosa che ho detto io, prima »
Si sorrisero con complicità e Rodolphus strinse impercettibilmente i denti.
Non c’era niente che non fosse assolutamente lecito fra Lucius e Bellatrix.
Lucius venerava Narcissa e Bellatrix adorava lui, ma… né lui, né Narcissa erano mai stati così coinvolti dalla causa.
Né lui, né Narcissa avrebbero mai compreso fino in fondo il fuoco che li animava e che li portava ad avere una simile affinità di intenti.

Scostandosi leggermente e abbracciando la stanza con lo sguardo, Lucius puntò i suoi occhi grigi su Peter.
« Pettigrew » pronunciò in segno di saluto allargando il proprio sorriso. Questi ricambiò con un cenno del capo.
« Che hai fatto alla mano? »
« Mi sono staccato un dito e l’ho lasciato in mezzo alle macerie di casa mia. Crederanno che sia morto, con quello che è successo… »
Malfoy sgranò gli occhi con ammirata sorpresa « Brillante stratagemma. Da Corvonero, direi »
E girandosi per vezzeggiare il bimbo « Sai, mi sono sempre chiesto come avessi fatto a finire a Grifondoro… Ora lo so » disse fermandosi di colpo, e voltandosi nuovamente a guardarlo aggiunse « Ci vuole coraggio per fare quello che hai fatto tu »
« Non così tanto quando vieni buttato a fare cavia da bacchetta… » disse in un soffio più a se stesso che a lui.
« Allegro Pettigrew. Narcissa dice che Black cadrà a pezzi quando saprà della dipartita di Potter »
« Narcissa ha ragione. Sirius ha sempre avuto la cattiva abitudine di prendere le cose di petto » aggiunse Bellatrix con una nota di critica nella voce.
Sirius…
« Come mai Narcissa non è venuta? »
Avrebbe dovuto essere Sirius il Custode…
« Draco sta finendo di mettere su i dentini e non le da tregua » rispose Lucius con tono affettuoso.
Per Sirius sarebbe stato un onore e se la sarebbe cavata, non come lui…
« Scommetto che comunque non piange quanto questo qua »
E tutto sarebbe andato bene. Tutto…
« Siamo sicuri che non possa proprio zittirlo una volta per tutte? »

Peter rialzò lo sguardo allerta.

« Per la seconda volta stasera, mi ritrovo d’accordo con te Rabastan »
Non avrebbe dovuto preoccuparsi così per quel bambino. In fondo era tutta colpa sua quello che era successo…
« Questo sì che è un evento, Augustus! »
Se solo fosse nato un giorno dopo, solo uno…
« Sì, lo penso anch’io »
Sirius o Remus. Loro avrebbero dovuto essere i Custodi. Loro, non lui. Ma lui era sacrificabile per James…

« Effettivamente piange piuttosto forte, eh? » disse Malfoy prendendolo in braccio e portandosi al centro della stanza.
Era un nefasto miracolo che quel marmocchio non avesse ancora vomitato sangue o fosse morto per asfissia, dato come piangeva, ma Lucius lo guardava con gli occhi socchiusi e un sorriso compiaciuto come se, invece di squarciarsi le corde vocali, quel moccioso stesse cinguettando il suo nome.
« La vita sa essere sorprendente alle volte… » affermò sollevandolo in alto. « Non è vero, piccolo ignaro? »
« Dallo a me, Lucius. Vedrai che si calma se lo tengo io »
Disse Peter tendendo le braccia, a un tratto in piedi e a un passo da lui.
Lucius sorrise in modo indecifrabile e dopo alcuni istanti gli affidò il bimbo.

« Bravo Pettigrew, vedi di renderti utile » proruppe Dolohov vedendolo ninnare il bambino.
Rialzandosi dalla sua poltrona « Antonin, dimentichi che è grazie a lui se le cose sono andate come sono andate »
« Vuoi dire se abbiamo perso il nostro leader, Bella? » domandò sarcasticamente.
« Se abbiamo trovato il nostro leader, intendi »
« Il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore… » recitò soprappensiero Rodolphus e Bellatrix continuò « Nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese. L’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale… E così è stato. Lo ha scelto. Probabilmente lo ha visto più simile a sé. In fondo anche i suoi genitori erano un Purosangue e un Nato Babbano »
« Vuoi davvero paragonare James Potter con la discendente di Salazar Serpeverde?! » domandò Rookwood scettico.
« Certo che no. Non è questo il punto- »
« Questa faccenda della profezia non mi convince per niente » l’interruppe Rabastan. « Ripeto, siamo sicuri che sia lui l’eletto? »
Lucius distolse lo sguardo da Peter, che stava cullando il bambino con una ninna nanna babbana. « Io direi che il cadavere di Voldemort sia una prova abbastanza convincente, tu non credi Rabastan? »
Il silenzio calò e fu allora che si accorsero che il piccolo aveva smesso di piangere. Nella stanza, adesso, risuonava solo la voce di Peter.
« Devi aver sentito la Mezzosangue cantargli questa lagna babbana un bel po’ di volte per averla imparata a memoria, eh Pete? » disse scherzosamente Rabastan.

Sì. L’aveva sentita un migliaio di volte.
E non solo da Lily, ma anche da James.
E da Sirius e Remus e… alcune volte gliel’aveva cantata lui stesso.
« Lagna babbana o meno, è l’unica cosa che funziona con lui »
« Troveremo qualcosa di più adeguato al rango » fece Lucius risoluto.
« Che cosa canta Narcissa a Draco? »
« La vostra vecchia ninna nanna »
« Oh… » esclamò Bellatrix portandosi una mano alla bocca.
« È il momento dell’abbandono ai ricordi? » chiese divertito Rodolphus abbracciandola da dietro e lei ridacchiò, dissentendo imbarazzata e schiva.
Peter si chiese distrattamente se fosse la stessa ninna nanna che aveva sentito cantare a Sirius un paio di volte, ma le parole di Malfoy lo ridestarono.
« Non è il momento di fare i nostalgici. Abbiamo delle cose da fare »
Tutti assentirono, compreso lui.
« A parte noi, nessuno sa che il figlio di Potter è vivo e così deve rimanere »
« E Junior? »
« So che Crouch ti sta simpatico, Bella, ma è troppo infervorato e… ora più che mai dobbiamo passare inosservati. Soprattutto agli occhi di suo padre »
« Credi che passeremo dei problemi? » domandò serio Dolohov.
« Non penso. Non conviene a nessuno mandare ad Azkaban i maggiori finanziatori del nostro governo. A meno che non vogliano trasformare la prigione in una tenuta lussuosa e far cadere in pezzi il resto » rispose Lucius pungente, facendo sorridere gli altri.
« Ma se qualcuno parla… » accennò Rookwood. « Se qualcuno parla, e ha prove tangibili, ricordatevi che eravamo tutti sotto Imperius. Dicendo questo non possono provare il contrario e come detto sopra, conviene a tutti crederci » lo tranquillizzò Lucius.
« Ad ogni modo » disse Rodolphus, « anche per evitare di fare la figura degli idioti facili alla suggestione, conviene che gli inaffidabili si suicidino tutti in fretta »
« Concordo » lo appoggiò Rabastan e l’assenso fu generale.
« Antonin » iniziò Lucius e l’altro proseguì per lui « Partirò fra una settimana e vedrò come sono messe le cose nel continente »
« Perfetto. E appena possibile… » Malfoy si voltò a guardare Bellatrix e Rodolphus « Noi partiremo col piccolo » terminò Lestrange.
Malfoy annuì.
Ci sarebbe voluto del tempo, ma loro erano ancora giovani.
Sarebbero stati gli istitutori del nuovo Signore, il suo circolo di consiglieri. Sarebbero stati la sua volontà, il suo intento.
E lui gli avrebbe gentilmente funto da simbolo.
Sempre che il ragazzo collaborasse nel crescere bene, in caso contrario…
« Siamo sicuri che rimarremo tutti zitti? »
« Tutti? » domandò Dolohov aggrottando la fronte, cogliendo l’allusione di Rookwood. « Come sarebbe a dire, tutti? »
« L’hai detto tu, Antonin. Siamo tutti sulla stessa barca, adesso. E tutti, vuol dire tutti » sentenziò Bellatrix.
« E con quale sicurezza- »
« Ma con quella del Fidelius » rassicurò mellifluo Lucius, guardando Peter fissamente. « Peter farà da Custode, è quello più esperto fra noi e siamo sicuri che, stavolta, si terrà l’informazione per sé » concluse beffardo.
Peter sorrise amaramente.
Certo. A chi avrebbe potuto dirlo?
A Sirius? A Remus?
« Ti ucciderebbero a vista » disse Lucius come se gli avesse letto nel pensiero e, probabilmente, era davvero così.
« Sempre che non finiscano ad Azkaban per conto tuo » rincarò Bellatrix. « E neanche se lo dicessi a quel buon cuore di Silente ne usciresti sano e salvo, Pete » aggiunse Rabastan.
Peter posò gli occhi sul bimbo che teneva fra le braccia, poi li rialzò sugli altri e domandò affabile « Come lo chiamiamo? »
Rodolphus, con un gesto della bacchetta, fece comparire a mezz’aria un vassoio d’argento massiccio con sei calici di cristallo e una bottiglia di champagne.
La stappò, riempì i calici e Bellatrix li passò agli ospiti mentre diceva « Io un’idea l’avrei per il nome… »
« Ottimo » proruppe Lucius raggiante. « Dato che sei stata l’unica ad averci pensato, lo chiameremo come proponi tu » e voltandosi intorno domandò « Sta bene? »
Tutti si ritrovarono d’accordo con lui.
« Sì, sì. Figurati… Anche perché, io, di idee non ne ho » disse Rookwood prendendo il calice che gli veniva offerto.
Pettigrew abbassò un’ultima volta lo sguardo su quello che per pochi istanti ancora sarebbe stato Harry James Potter.
Le colpe dei genitori non dovrebbero mai ricadere sui figli…
Ma a conti fatti, la deliziosa ironia della vita, fra loro due, colpiva più lui che il bimbo. Il figlio del suo idolo, che diventava il suo Signore…
Prese un respiro profondo e alzò il calice insieme agli altri.
Bellatrix strinse le labbra per poi aprirsi in un largo sorriso e con fare solenne dichiarò « A Thomas Grindelwald »
Le risate di approvazione e il tintinnare dei cristalli risuonarono per la sala.
All’alba del giorno dei morti nasceva il nuovo Signore.





  
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