Io e te stesi all’ombra di un pino
Sono nato quando ho visto i tuoi occhi, e l’anima mi è uscita dal petto per l’emozione.
Sono morto quando ho visto i tuoi occhi, e l’anima mi si è impigliata in gola, ché erano tanto belli.
Sono morto coi nostri discorsi, io e te seduti al tavolo di un’osteria, infiammandoci per le nostre idee, convinti che fossero le stesse. Ed erano tanto diverse, invece.
Sono morto quel giorno, straziandomi in terra accanto a lei. Volevo chiudere gli occhi e il cuore, ma non mi è stato possibile.
Sono morto, quando ti ho sconfitto, perché la tua bacchetta era mia, ma il tuo cuore non mi apparteneva più.
Sono morto quando, varcando la soglia di Nurmengard, ho notato le piccole rughe sottili intorno ai tuoi occhi neri e i fili bianchi tra i tuoi capelli color del grano. Eri vecchio, Gellert, ero vecchio anch’io, ma quando ho alzato il mio sguardo su di te, è stato come se il tempo non fosse mai passato.