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Autore: Juliet    24/01/2006    8 recensioni
“Stupida…” mormorò, lasciandolo andare e arretrando di un passo, in modo da lasciarla libera di muoversi.
Bellatrix risistemò l’indumento con cura, lasciando che i capelli le ricadessero avanti, a coprire il viso. Quando li ravviò all’indietro con il braccio opposto a quello marchiato, sorrideva di nuovo.
“Forse non te l’aspettavi?” chiese, sarcastica “Non credevi che ne avrei avuto il coraggio?”

[Rodolphus/Bellatrix]
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:

Categoria: Harry Potter

Titolo: Essenza al Fiele

Autrice: Juliet

Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange

Genere: Drammatico, Dark

Rating: Arancione

Avvertenze: One – Shot





Essenza al Fiele





Rodolphus guardava la ragazza sorridere al Capitano della squadra di Quidditch di Slytherin, che era finito improvvisamente all’ultimo posto nella lista delle sue amicizie. Strinse appena un po’ di più la bacchetta fra le mani, facendo sbiancare le nocche. Lucius, accanto a lui, se ne accorse; un velato sorriso apparve sul suo volto.

“Lo sai che fa così perché la stia guardando… non darle soddisfazione, no?” sussurrò con voce divertita, fissando anche lui i movimenti apparentemente casuali delle mani di Bellatrix Black, che già avevano incantato il ragazzo di fronte a lei.

“Ha u fascino incredibile, comunque. Complimenti, Rod, te la sei scelta proprio bene. L’unica ragazza che non sarai mai in grado di controllare…”

Rodolphus sembrò dapprima ignorare la velata provocazione nella frase di Malfoy. I suoi occhi verdi indugiarono ancora un attimo su Bellatrix, prima di rivolgersi all’amico.

“Non mi interessa un’altra discussione su di lei, per favore” mormorò in tono annoiato.

Malfoy sollevò un sopracciglio in un’evidente espressione di incredulità, preferendo però seguire il consiglio del ragazzo. Nessuno dei due disse nulla, allontanandosi lentamente dall’unica Sala Comune situata nei sotterranei.

“Perché dovrei controllarla, spiegamelo” iniziò improvvisamente Rodolphus, il viso rivolto davanti a sé, il colorito rossastro a causa della luce che scaturiva dalle torce alle pareti.

Malfoy sorrise fra sé.

“Eri tu che non volevi parlarne, poco fa?”

“Smettila, cazzo, sto parlando sul serio”

Le parole dure dell’amico si persero nel silenzio che li accompagnava. Nessuno percorreva i corridoio a quelle ore, solo i Capiscuola erano autorizzati a trovarsi fuori dalla Sala Comune. E il fatto che Rodolphus Lestrange non appartenesse a questa fortunata elite non sembrava costituire un problema per entrambi.

Lucius si passò una mano sugli occhi, lentamente.

“Lei è una ragazza dalla volontà molto forte”

Rodolphus non disse nulla, continuando a guardare avanti a sé. Non interruppe, però, segno evidente del fatto che avrebbe continuato ad ascoltare, almeno per un po’. Malfoy lo intuì e riprese dopo pochi attimi di silenzio.

“Sua madre, il signor Black, anche Narcissa possono fingere che lei dia loro ascolto, quando le parlano. Possono illudersi che farà quello che loro hanno in mente per lei, che risponderà come loro vogliono lei risponda… Ma stiamo parlando di Bellatrix, Rod. Lei…”

“Lei farà solo ciò che le andrà di fare” completò la frase il ragazzo, volgendosi finalmente verso Lucius e guardandolo fermamente, le labbra incurvate in un mezzo sorriso.

“Questo è quello che mi piace più di lei” ammise, in un tono di voce più basso.

Lucius rimase in silenzio, dopo quell’affermazione.

“C’è qualcosa di estremamente… folle, in lei” disse lentamente.

Una risata alle loro spalle li fece voltare di scatto. Il sorriso malizioso, i capelli raccolti sulla nuca, fatta eccezione per una ciocca, simile a velluto nero, che le sfiorava il viso dalla carnagione chiarissima, gli occhi blu, screziati di viola, messi in risalto dal kajal nero.

“Qualcosa di folle?” ripeté con voce divertita, raggiungendo i due ragazzi, senza smettere di sorridere “Una delle migliori descrizioni che mi abbiano mai fatto, sai, Lucius?”

I due rimasero zitti, osservandola scostare la ciocca dal viso con un leggero movimento della mano. Lei rise di nuovo, brevemente.

“Non vi sentirete in imbarazzo, spero… del resto, se due persone non vogliono essere ascoltate, dovrebbero evitare di gridare per i corridoi vuoti…” osservò, passandosi con leggerezza l’indice sulle labbra, quasi in una carezza. Incontrò lo sguardo chiaro di Rodolphus.

“Vai a finire il giro, Lucius” disse, con voce suadente. Il ragazzo in questione sorrise per un istante, il sorriso che lo caratterizzava. Non era sarcastico, ma ci andava vicino.

“Divertitevi”

Rodolphus aspettò che i passi di Malfoy non risuonassero più per il corridoio prima di rivolgere la parola alla ragazza. Lei, dal canto suo, se n’era rimasta ferma, in silenzio, accanto a lui; solo il suo profumo tradiva la sua presenza.

“Perché ci hai seguiti?”

La fredda domanda di Rodolphus le strappò un altro sorriso, così malizioso, così suo, da far innervosire il ragazzo. Si allontanò di un passo da lei, quasi inconsciamente.

“Che domanda stupida, Rod” commentò lei, con leggerezza “mi piace sentirmi elogiare nei tuoi discorsi, sai?” piegò la testa di lato, continuando però a fissare il ragazzo di fronte a lei.

“Non svicolare” la interruppe lui “Lo so, che sei una maestra in questo”

“Ecco, vedi” riprese lei, con voce genuinamente divertita “questo è proprio quello che amo sentire…”

Le sue labbra sfiorarono il collo di Rodolphus, in una carezza velenosa, ma piacevole al tempo stesso. Il ragazzo le prese il viso con una mano, immobilizzandolo e obbligandola a guardarlo negli occhi. Lei si prestò al gioco, cercando di muoversi nella sua presa ma senza molta convinzione.

“Sei una maledettissima provocatrice, Bella” sussurrò, ripassando il contorno delle sue labbra con l’indice, come poco prima aveva fatto lei “Una maledettissima, egocentrica, mordace…”

La baciò con forza prima di terminare la frase, spingendola contro il muro di pietra e cercando di separarle le gambe con la propria. Lasciò scivolare una mano dai capelli, ormai sciolti sulle sue spalle, fino al braccio, costringendo anche quello contro la fredda consistenza del muro. Un gemito di dolore a quella stretta , lasciato sfuggire dalla ragazza, lo indusse a fermarsi.

La guardò fermamente per un attimo, ansante come lo era lui, addossata al muro. Lei sostenne il suo sguardo, quasi in una sfida a chi lo avrebbe abbassato per primo, aspettando una sua mossa. Che non si fece attendere; con uno scatto, Rodolphus le afferrò nuovamente il braccio che aveva lasciato andare e costrinse la ragazza a sollevarlo dinanzi ai suoi occhi. Con leggerezza, quasi temesse di farle male di nuovo, sollevò la manica della camicetta fino al gomito; il Marchio Nero si rifletté nei suoi occhi per un lunghissimo istante.

“Stupida…” mormorò, lasciandolo andare e arretrando di un passo, in modo da lasciarla libera di muoversi.

Bellatrix risistemò l’indumento con cura, lasciando che i capelli le ricadessero avanti, a coprire il viso. Quando li ravviò all’indietro con il braccio opposto a quello marchiato, sorrideva di nuovo.

“Forse non te l’aspettavi?” chiese, sarcastica “Non credevi che ne avrei avuto il coraggio?”

Rodolphus la colpì al viso, uno schiaffo che risuonò nel corridoio deserto, solo a tratti fiocamente illuminato. Lo stupore di Bellatrix durò un attimo soltanto; il suo sorriso cattivo, quello che Lucius avrebbe giudicato folle, riapparve, velenosamente diretto al ragazzo.

“Non puoi permetterti di picchiarmi, Lestrange” sussurrò intensamente “La tua rabbia non farà che accrescere la mia… la rabbia di una Slytherin, di una DeathEaters, non è un semplice sentimento… è follia”

Il suo discorso appassionato, la sua guancia arrossata nel punto in cui la sua mano si era abbattuta con forza, non facevano altro che accrescere la bellezza di quella giovane donna. Non facevano altro che fargliela desiderare di più. Cercando di controllarsi, fece un altro passo indietro.

Bellatrix lo guardava con attenzione.

“Smetterà di far male fra qualche giorno” disse infine, rivolgendo lo sguardo al tizzone che ardeva, poco distante da loro.

Non osò incontrare lo sguardo, dalle sfumature zaffiro, che sentiva trafiggerlo come una lama.

“Farà male solo quando Lui ci chiamerà” concluse, piano.

Le voltò le spalle, e solo quando avvertì il suo respiro sulla nuca, seppe che l’aveva raggiunto. Bellatrix Black era più silenziosa delle ombre che li circondavano, quella notte.

Le sue unghie curate sfiorarono in una lieve carezza il suo viso, poi la ragazza interruppe il contatto, allontanandosi senza voltarsi indietro neppure una volta. Rodolphus sorrise, pensando che non era certo da lei soffermarsi su ciò che lasciava indietro, ancora avvertendo la sua essenza al fiele.

“Sapevo che ne avresti avuto il coraggio”

Nemmeno in quell’occasione, la vide rivolgere i suoi occhi a qualcosa che stava alle sue spalle.





***





Sì, lo so, sono fissata con gli schiaffi… e li prende sempre Bella, poverina…^__^ Ma nell’ispirazione del momento ci stava, la fanfiction non è stata modificata di molto, nella revisione della “bozza”.

Ok, spero vi sia piaciuta!

Fatemi sapere, un bacio,

- Juliet -

  
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