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Autore: c_underwater    28/03/2011    1 recensioni
Questa cortissima storiella è dedicata a tutti i carissimi ragazzi che hanno seguito con passione le mie prime fic "Simply you" e "Sunshine". Ehm... vi ricordate Usbaldo, il barista amico di Hermione in "Sunshine"? Beh, ecco qui. Su richiesta di Cocol97 una shot sulla famiglia Usbaldi. :DD
Spero vi piaccia, anche se è un po' corta! xD
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'I just love you <3'
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Era una giornata come altre in casa Usbaldi. 
Come sempre, alle sette e venticinque i bambini si stavano preparando per andare a scuola, per cui regnava il solito trambusto.
<< Papà, io non voglio andare a scuolaaa! >> una bambina sui sette anni circa stava frignando mentre il padre cercava di affibbiarle uno zainetto rosa shocking.
<< Sta’ ferma, Usbaldina! Prendi lo zaino ed esci, siamo in ritardo! >> fece il padre contorcendosi per chiudere la borsa.
La signora Usbalda osservava divertita la scena da un angolo dell’ingresso.
Il figlioletto, Usbaldino, era già pronto, giubbottino e tutto il resto. Era in piedi a fianco allo stipite della porta, e aveva un’aria impettita ma stentava a nascondere gli sbadigli. 
<< D’accordo, ora basta >> Usbaldo fissò la figlia dall’alto del suo metro e sessanta. << Andiamo a scuola ma io ti porto lo zaino. Che ne dici? >>
Usbaldina lo squadrò; poi stabilì che era un compromesso accettabile, perciò annuì, il volto ancora rigato dalle lacrime.
Usbaldo sospirò. Si caricò senza fatica lo zainetto sulle spalle e si avvicinò alla moglie per salutarla. 
<< Ci vediamo a mezzogiorno, caro. >>
Si scambiarono un bacio sulla guancia e Usbaldo seguì la figliolanza fuori di casa. 
 
* * *
La signora Usbalda Usbaldi si lisciò il grembiule. Osservò soddisfatta il dolce alle mele che aveva appena sfornato e si guardò intorno. La cucina era in perfetto ordine, senza un mestolo storto o uno straccio fuori posto. L’ambiente era rallegrato da alcuni vasi di fiori, e sul piano del lavandino c’erano delle piante grasse, gelosamente custodite da Usbaldo. Sul frigo, i disegni dei figli, che davano colore alla stanza. 
Usbalda recuperò uno straccio per spolverare e si diresse in sala, alla ricerca di microbi e granelli di polvere da eliminare.
Spolverò di qua e di là, sfiorando delicatamente i mobili d’epoca. 
Si avvicinò alla parete di destra, quella che dava sul terrazzo. Contemplò l’enorme cornice contenente una decina di foto che ritraevano la famiglia Usbaldi in vacanza in Italia, il loro paese d’origine. Ogni singola immagine la commoveva, i ricordi che fluivano nella sua mente. La spolverò con delicatezza, la mente lontana.
 
* * *
<< Eccoci, mamma! >> squillò la vocina allegra di Usbaldina. 
<< Ciao, cari! >> Usbalda si affacciò dalla cucina.
<< Perdinci. Piove come non mai! >> Usbaldo si scosse come un cagnolino bagnato e posò l’ombrello fradicio vicino alla porta. 
<< Asciugatevi un po’ >> consigliò la moglie, accostandosi a Usbaldo per un bacio. << Com’è andata a scuola, ragazzi? >>
<< Tutto a posto, mammi >> fece Usbaldina entrando in cucina. << Cos’è questo profumino? >>
<< Per un pelo non ho preso il massimo nella verifica di grammatica >> sospirò Usbaldino sistemandosi gli occhiali sul naso. 
<< Bravo, tesoro! >> Usbalda si avvicinò al figlio e gli schioccò un bacio in fronte. << Lì c’è la torta, Usbaldina. >>
<< No, potevo fare di più >> disse non rassegnato il figliolo. << Devo studiare di più >> decise.
<< Credo che tu studi già abbastanza. Non è il voto che dimostra le tue conoscenze. O meglio, lo è per un verso. Se hai non hai preso il massimo ma un voto in meno sei bravissimo ugualmente. Per noi sei già perfetto così >> concluse Usbalda guardando con affetto il figlio. 
Usbaldino annuì, un po’ rincuorato.
<< Tra poco devo andare al lavoro. Mi passeresti una fetta di torta? >> Usbaldo si sedette al tavolo. << Oh, guarda, ha smesso! >> indicò il cielo.
Divorò la fetta di torta e si alzò, sgranchendosi le gambe. Era stanco, ma doveva tornare al pub se voleva raggiungere la somma per regalare alla famiglia la vacanza tanto desiderata. 
<< Tornerò verso mezzanotte, non credo ci sarà molta gente. >>
<< D’accordo. >>
<< Ciao, papà! >>
<< Ciao, cari. >>
Usbaldo percorse di malavoglia il corridoio e scrutò ancora una volta il cielo plumbeo, seguito dalla moglie. 
<< Non ti vuoi cambiare almeno i vestiti umidi? >> gli chiese apprensiva la moglie.
Scrollò le spalle. 
<< Ho un cambio al pub… grazie comunque. >>
Usbalda annuì, salutando il marito e chiudendo silenziosamente la porta.
 
* * *
Click.
La porta si aprì con un cigolio. 
Usbaldo entrò nel pub che possedeva da ormai sette anni. Era un locale un po’ vecchio, aveva bisogno di qualche restauro, ma era ancora un posto dignitoso.
Si avvicinò al bancone e rischiarò il locale con i lampadari vecchio stile che però funzionavano ancora alla perfezione. Rivolse un ultimo sguardo alla porta aperta, e notò che finalmente il cielo si era rischiarato. 
Eseguì alcune operazioni nell’attesa di clienti. Sistemò con cura piatti e bicchieri, tolse le posate dalla lavastoviglie, posò un fiore fresco su ogni tavolo e ad intervalli regolari sul bancone. 
Il primo cliente entrò. 
Usbaldo gli rivolse un gran sorriso e gli servì con piacere il bicchiere di limonata che aveva ordinato. 
Trascorse il pomeriggio a quel modo, gentile come al solito.
Erano appena le sette, il sole ormai ben visibile non era ancora tramontato. 
Una ragazza sulla trentina entrò nel locale. Usbaldo le rivolse il sorriso più ampio di tutti.
<< Buonasera, Hermione! >>
<< Usbaldo! Che piacere! >> Hermione Granger sorrise a sua volta. 
<< Il piacere è tutto mio. A cosa devo la tua visita? >>
Hermione si guardò intorno. 
<< Ho bisogno di qualche stuzzichino per una festa. Mi dispiace chiederti ogni volta questi favori, ma… >> fece imbarazzata.
<< Non preoccuparti! >> la interruppe. << Ho tutto ciò di cui hai bisogno. Di te mi fido, so che me li riporterai… >>
Scomparve dietro una tenda rossa, dietro la quale Hermione sapeva esserci un piccolo magazzino. 
<< Grazie, Usbaldo. >> Hermione sorrise calorosamente.
L’uomo sorrise a sua volta e le consegnò due sacchetti stracolmi di spuntini.
<< Lo sai che prima o poi ricambierò come si deve, Usbaldo. >>
Il barista fece un vago cenno con la mano. << Ora sta’ tranquilla e goditi la festa. Buona serata! >>
La donna sorrise un’ultima volta e uscì dal pub.
Usbaldo pensò sereno all’amicizia che si era instaurata tra Hermione e la sua famiglia, e al bene che lei voleva ai suoi figli. 
Erano una famiglia piena di strane abitudini, ma nella loro stranezza del tutto normali.
 
 
 
*Spazio Autore*
Toh, Cocol, sei contenta ora? -.-"
Ehm, scusate, ragazzi ^-^
Spero che ai lettori di Simply you e Sunshine sia piaciuto, ehm... riscoprire... i personaggi... di un pilastro delle, ehm, opere... di Chia_3... Ok, non lanciatemi pomodori D:
Mi farà piacere se lascerete una piccoliiissima recensione ^-^
Baci, alla prossima!
Chia_3
  
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