D’un tratto crebbi
D’un tratto conobbi l’infamia dell’uomo.
Ove un tempo l’innocenza d’uno sguardo
Era luce, adesso alberga un velo di consapevolezza.
Un giorno andando incontrai un infame,
Tristemente la bimba scomparve
E nacque la donna che oggi alberga
In queste membra, e così crebbi.
Il pungente inverno sfiorì la purezza infante
Lasciando il posto alla coscienza.
D’un tratto, inconsapevolmente, maturai
Perché conobbi il mondo e la sua infamia.
Note autrice…
Semplice e lineare poesia in versi liberi su un mio pensiero; per me si cresce nel momento in cui si comprende la cattiveria, ovvero l’infamia, del mondo.
Scusate la tristezza di questo piccolissimo testo, ma sono in una fase decisamente “NO”