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Autore: BooBearLove    28/03/2011    0 recensioni
Harry in due momenti della sua vita. Pensa alle stesse cose, con emozioni diverse.
//Non è il sangue, ma l’amore che tesse i legami familiari. Di Guillaume Musso//
Storia scritta per il contest "My family and I" su EFP Forum
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Dopo la II guerra magica/Pace
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PIANGO E RIDO

PIANGO E RIDO

Harry era seduto sul letto e guardava fuori dalla finestra.

Pensava a quanto aveva visto nel cimitero.

Non tanto Cedric. Non tanto Voldemort risorto. No.

Ai suoi genitori.

Per la prima volta aveva visto i suoi genitori. Anche se al primo anno li aveva visti in uno specchio non era la stessa cosa. Adesso li aveva visti davvero. Certo erano solo fantasmi e non gli avevano detto poi molto. Ma gli avevano parlato con dolcezza. Soprattutto la madre. Quando l’aveva chiamato “tesoro” il cuore aveva iniziato a battergli furiosamente nel petto. Ancor più di quanto stava facendo prima.

E adesso, chiuso nella sua stanza, a ripensarci ride e piange.                                                                                 

Ride perché è felice.                                                                                                                                                        

Felice di averli rivisti.                                                                                                                                                  

Felice di aver sentito la loro voce e non solo un eco lontano dovuto ai dissennatori.

E piange perché è triste e spaventato.                                                                                                                              

Perché sa che quella probabilmente è stata e sarà l’unica occasione che aveva per parlare ai suoi genitori. L’unica occasione di vederli. Ed è spaventato per tutto quello che la guerra comporta.

Pensando ai suoi genitori Harry sente i brividi invadergli il corpo.                                                                                           

Il padre era davvero uguale a lui. O meglio. Lui era uguale al padre. Però non aveva potuto vedere gli occhi della madre. Ma sapeva che erano uguali identici ai suoi. Se lo ricorda dal primo anno. Quando aveva visto la sua famiglia nello specchio. Anche allora aveva notato la somiglianza con il padre. Ma quel giorno al cimitero non era più un piccolo bimbo mingherlino, con le ginocchia ossute e gli occhiali tenuti insieme dallo scotch. Stava diventando un uomo. E la somiglianza con James era differenziata solo dagli occhi e dall’età.

Pensa ancora a loro. Al rapporto che avrebbe potuto avere se solo Voldemort non fosse mai esistito. Al fatto che probabilmente avrebbe avuto un fratellino o una sorellina. O magari avrebbe vissuto con un probabile figlio di Sirius. Crescendo insieme e vivendo quell’infanzia che a tutti i bambini spetterebbe.

Invece no.                                                                                                                                                                             

Lui era cresciuto con i suoi parenti babbani. E non aveva mai potuto avere un’infanzia felice. Era sempre stato odiato e denigrato dai suoi zii e da suo cugino.

Ma, si disse, non è il sangue, ma l’amore che tesse i legami familiari.*

Infatti ride al pensiero di Sirius, di Remus e dei suoi amici e di quello che farebbero a sapere come lo trattano i suoi parenti. Loro, che lui considera la sua famiglia. Soprattutto uno tra loro.                             

Sirius. L’uomo che considera un secondo padre, dal quale non vorrebbe separarsi mai.                                                                                            

E piange ancora perché non può avere una famiglia nemmeno con lui. Lui che farebbe di tutto per averlo vicino, per crescerlo con l’amore che da sempre sogna e che potrebbe ricevere.

Ma sempre per colpa di Voldemort e, questa volta anche di Minus, gli è impedito.

E piange.                                                                                                                                  

Perché se i suoi genitori sapessero dei pensieri che a volte gli passano per la mente sarebbero delusi da lui. E questa è l’ultima cosa che vorrebbe. E quindi continua a essere forte. A fingere che tutto vada bene. Anche se si sente un assassino. Anche se sente che è lui il colpevole della morte di Cedric. Anche se si sente straziare dentro ad ogni respiro. Anche se non riesce a dormire per via degli incubi.                                                                         

Deve essere forte.                                                                                                                   

Per Sirius, per i suoi amici, per Remus. E soprattutto per i suoi genitori. Loro hanno dato la vita per lui. E lui fa pensieri su come distruggerla.                                                                         

E per questo piange e ride.                                                                                                       

Piange perché si da dello stupido da solo.                                                                                    

Perché si sente un idiota.                                                                                                                 

Perché si sente un ingrato.

E ride perché poi pensa alla sua mamma. Al suo papà.                                                                      

Che di sicuro non gli avrebbero fatto fare certi pensieri consolandolo sempre e facendolo sentire felice.

E per questo piange ancora perché non potrà mai sentirsi felice del tutto. O del tutto completo. Sa che la parte vuota del suo cuore rimarrà sempre così. Quel vuoto che nessuno potrà riempire.

Ma decide di essere forte.                                                                                                          

E questa volta lo decide per se stesso.

Perché ha capito.                                                                                                                         

Ha capito che i suoi genitori gli hanno voluto bene.                                                                            

Che Sirius non lo abbandonerà mai e resterà sempre con lui.                                                                     

Che Remus e i suoi amici lo accetteranno indipendentemente da quello che ha fatto. 

E si sente invadere da un calore nuovo, profondo. E sa che quel calore è l’amore. L’amore che ha sempre cercato. E che inconsciamente aveva. E che adesso ha accettato.

E ride perché è felice. Forse per la prima volta davvero in vita sua. Nonostante il vuoto nel cuore. È felice.

22 anni dopo.

Harry è di nuovo seduto sul letto a guardare fuori dalla finestra. E anche questa volta ripensa ai suoi genitori.

E ride e piange.

Ma questa volta piange di felicità.                                                                                              

Perché nonostante quello che pensava quel vuoto l’ha riempito. L’ha riempito diventando padre a sua volta.

E ride e piange perché guarda Jam, Al e Lil.                                                                                   

E gli sembra che i suoi genitori rivivano in qualche modo attraverso di loro.

E ride e piange perché sente che non ha mai amato nessuno più di loro.

E ride e piange perché finalmente ha capito.                                                                                        

Ha capito che i suoi genitori lo hanno amato e continueranno ad amarlo anche se non sono insieme.  È quello che prova lui per i suoi piccoli. Anche lasciandoli per sempre non potrebbe mai smettere di amarli. E la stessa cosa pensa per Sirius e Remus. Ha capito che non si smette mai di amare qualcuno. MAI.

E allora ride.                                                                                                                           

Perché finalmente ha accettato tutto quello che è accaduto.                                                                  

E ringrazia tutti i giorni i suoi genitori, Sirius, Remus e i suoi amici per l’amore che gli hanno dato. Quell’amore che ha sempre cercato e che ora dà ai suoi figli e alla donna della sua vita. E lanciando un ultimo sguardo alla finestra si gira e torna in salone a giocare con Al. Intanto pensa di non essere mai stato più orgoglioso di essere figlio di James e Lily Potter.

 

*La frase è di Guillaume Russo

°ANGOLINO AUTRICE°

Eccomi di nuovo qui con una storia.. questa l'ho scritta un sacco di tempo fa per un contest e poi non ho mai pensato di pubblicarla.. e ora che l'ho ritrovata mi sono detta: ma si la pubblico.. voglio sapere cosa ne pensano gli altri di quello che ho scritto .. così eccola quì.. tutta per voi ^_^ Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate =)

Bacini bacetti baciotti! <3

   
 
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