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Autore: Karyon    28/03/2011    2 recensioni
[Niente di vero tranne gli occhi]
Qualcuno, un giorno, gli aveva detto che il buio e l’attesa hanno lo stesso colore.
Rispondo all'iniziativa indetta dal « Collection of Starlight »:The Fandom Show.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Quando il fandom ti chiama non puoi non rispondere! Fandom Show, è un' idea del «Collection of Starlight», said Mr Fanfiction Contest, «since 01.06.08». 
Progetto di immane casino in cui scrivere storie con tipologia, personaggi, warnings, rating, genere totalmente a caso. 
Follia pura ♥ Partecipate! 

 
||Niente di vero tranne gli occhi


Titolo: Il buio e l’attesa.
Warnings: Triple drabble, Angst, Lemon, Slash, protagonist, scena circolare.
Rating: G.
Nda: Fatica.
Allora, ho una quantità di appunti da segnalare: l’asterisco riguarda Maureen (per chi ha letto il libro); è a lei che è rivotla questa frase, inzio e fine del libro. Io ho considerato come se Maureen l’avesse detta a Jordan, un giorno.
La triple drabble (499 parole, però non ancora una flash! xD) si svolge due anni dopo il libro: Jordan e Lysa hanno vissuto insieme, si sono amati. Ma l’amore finisce, cambia.
Ho considerato una rottura per un motivo non identificato; conoscendo i personaggi, si sarebbero lasciati così: con tante parole non dette e un silenzio che non ha bisogno d’altro.
Per chi non conosce: non sono impazzita con la scena lemon; Lysa è un trasagender, ossia un transessuale non operato. Quindi è una slash a livello tecnico, due corpi con organi maschili che fanno sesso, ma non a livello umano/sentimentale.
E’ una storia circolare, perché finisce con la stessa frase, esattamente quella del libro che, però, colpisce Maureen.
Spero vi piaccia!
 
Qualcuno *, un giorno, gli aveva detto che il buio e l’attesa hanno lo stesso colore.
Jordan Marsalis l’aveva capito solo in quel momento, mentre – nell’oscurità della stanza – se ne stava a contare il passato; e attendeva.
Ricordava il giorno in cui Lysa era entrata nella sua vita, con il suo carico di realtà e di occhi dal color dell’oro fuso.
E il suo corpo…
Quel corpo che era nato per seguire una natura che lei non accettava; Jordan l’aveva vista, quel giorno, nuda di fronte a sé e rivestita solo di quegli occhi pesanti, tuttavia capaci di svegliare quel mostro sopito dentro di lui.
Il suo cervello si era scollegato per qualche istante, cercando parole che non riusciva a trovare.
Lei gli aveva detto: «Qualsiasi cosa lei possa dire l’ho già sentita almeno un centinaio di volte»; ricordava ancora le parole esatte, pronunciate più di due anni prima.
Poi si era rivestita e fu come se il sole fosse scomparso dal Mondo.
Solo dopo le parole affluirono alla lingua, come un fiume in piena ormai arginato dalle labbra serrate; quello che avrebbe voluto dirle era: torna a illuminarmi.
Forse l’aveva amata già da allora, senza saperlo.
Poi il vento era cambiato, lui era cambiato.
E un’ombra era filtrata a oscurare quegli occhi d’oro liquido.
La porta si aprì con uno scricchiolio e Lysa entrò con la solita grazia naturale che la contraddistingueva.
«Jordan…» disse solo, guardandolo.
Lo toccava dentro, quel maledetto sguardo, tirandogli fuori cose che non credeva neanche di avere addosso.
Lysa gli si avvicinò, mettendosi a cavalcioni e accompagnando il dolce dondolio del letto a due pizze; le unghie curate gli grattarono la nuca rasata, mentre le labbra s’impossessavano delle sue; profumava sempre di buono, con quella scia agro-dolce che caratterizzava anche la sua persona.
Jordan espirò e una mano salì a carezzarle le gambe tornite, fino a risalire ai fianchi ben modellati; all’inizio era stato molto difficile, per lui.
I suoi sentimenti erano cresciuti sapendo chi era, tuttavia il tremore della pelle sotto le sue mani, durante la loro prima volta, la sua voce roca, le lacrime… le custodiva come il ricordo più bello e terribile della sua esistenza.
E aveva temuto di perderla.
Quando l’adagiò sulle lenzuola chiare, i lunghi capelli si sparsero sul bianco come onde, mentre lui entrava in lei dolcemente, ma con decisione.
Infuriarsi era inutile, perché sapeva che non avevano colpa, se qualcosa si era rotto.
Giorno dopo giorno, qualcosa d’indefinibile era scivolato tra loro, allontanandoli.
Nonostante impazzisse ancora al suo tocco, Jordan sapeva che aveva bisogno d’altro.
Entrambi meritavano altro, dopotutto.
Cominciò a spingere più forte e, quando le sfiorò il pene con carezze leggere, Lysa venne con un grido e lui con lei.
 
Lysa si rivestì lentamente, con la luce del sole che l’attraversava.
Jordan rimase sdraiato a guardarla: sembrava già un’illusione.
Quando uscì dalla camera, gli indirizzò solo un altro sguardo, saluto silenzioso.
Jordan chiuse gli occhi e pensò che il buio e l’attesa hanno lo stesso colore.
 
 
 
 
   
 
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