THANK YOU FOR LOVING ME
-Se questa volta non
mi cerca per prima io non faccio nulla, è lui
che deve scusarsi, io no di certo!-
Vivien lo disse nervosamente, scostandosi una
ciocca di capelli castani,che le era ricaduta sul
viso, dietro l’orecchio.
Versò il
tè chiaro appena pronto in due tazze rosse e, voltandosi, trovò Mandy che la fissava con un’aria vagamente rassegnata.
-…ed è
inutile che mi guardi così, lo sai come sono andate le cose ed io mi
sono scocciata di sopportare queste sciocchezze!-
Vivien poggiò talmente forte le tazze sul
tavolino di legno che l’amica sbarrò gli occhi per il rumore
improvviso, vedendo anche qualche goccia del liquido profumato cadere
inevitabilmente sul piano.
-Io in
realtà… non credo però che Orlando abbia fatto qualcosa poi
di così grave…-
-Toh, figuriamoci se
dicevi il contrario…tanto alla fine passo sempre
io per la visionaria della situazione…- borbottò ora la ragazza
bevendo quasi distrattamente un sorso di tè.
-Guarda… arrivate
a questo punto secondo me un po’ visionaria ci sei eh??-
-Cosa??-
-Eh sì
perché tu ti incavoli anche se solo respira
quel ragazzo!-
-Certo, come
no…giustifichiamolo pure , povero che è!-
-Non sto dicendo
questo…insomma, vuoi calmarti un secondo?-
Mandy sbuffò rumorosamente, era da circa
un’ora che andava avanti quella conversazione che
però non era ancora riuscita a farle arrivare ad un punto d’incontro…
-Cioè dico…ma l’hai visto l’altra sera o no?
L’hai visto per caso come faceva lo stupido con quella…e che
sbruffone poi…-
Meno male che le
aveva detto di calmarsi…
-Sai bene che
è il suo carattere, non lo fa apposta…-
-Appunto, lo so
proprio bene, è sbruffone di natura!-
In quel momento a Mandy sfuggì un sorrisetto perché, in fondo in fondo, forse Vivien non aveva tutti i torti, Orlando era un po’
così…un po’ egocentrico, forse anche narcisista, permaloso …ma
quello era Orlando, il vero Orlando…prendere, o lasciare.
Ma nonostante questi difetti, era anche un
ragazzo profondo e attaccato ai veri valori della vita, amante della vita
stessa, magari dall’esterno non traspariva questo lato del suo carattere,
ma c’era; c’era eccome.
E Vivien
aveva saputo scorgere queste doti in lui, era innamorata di Orlando
anche se era solo da qualche mese che stavano insieme, e soprattutto, anche se
lei stessa faticava ad ammetterlo…infatti aveva cercato di non farsi
coinvolgere troppo da quella relazione, temeva di soffrire irrimediabilmente,
di starci male…ma secondo Mandy, e non solo Mandy, praticamente tutti coloro che le erano intorno, era
già troppo tardi.
Vivien amava Orlando.
E lo amava fino al
punto che era capace di ingigantire anche la più piccola
cosa…proprio come era successo al Diamond Party, circa una settimana fa; quando gli aveva
fatto una partaccia, essendosela presa perché, almeno per lei, aveva
tampinato troppo una tipa della festa, probabilmente un’attrice anche
lei…o forse una della tv; al momento, in effetti, quella era la cosa che
meno interessava a Vivien che quella volta, forse
aveva proprio esagerato.
Dopo quella sera
né lei, né lui si erano più visti
e chiamati…troppo orgogliosi entrambi?
Sì, decisamente sì.
Ma era un peccato quella situazione, nata poi
da una vera e propria stupidaggine; ecco perché Mandy,
carissima amica di Vivien, stava cercando di fare da
mediatrice affinché quei due testoni la facessero finita…
E proprio per questo
la ragazza, esausta, ripensando a quelle cose, si alzò spostando
rumorosamente la sedia, prese il telefono e lo porse a Vivien
senza troppi giri di parole, di parole, dopo un’ora buona ormai, forse ne
erano state già dette abbastanza;
-Chiamalo-
-Cos…non se ne
parla nemmeno!!-
Dall’altra
parte della città….
-Stai scherzando
vero?-
Con un sopracciglio
appena sollevato e uno sguardo decisamente poco
conciliante, Orlando osservò prima il cellulare che Dom
gli aveva dato in mano, poi Dom stesso che, con un
gesto di stizza, subito dopo se l’era ripreso e rimesso nella tasca del
giubbotto di jeans.
-Basta Orlando, io
non so proprio più che fare…-
-Quindi hai finito di
riempirmi la testa di chiacchiere?-
-Sì, tanto
sembra che sia solo fiato sprecato…-
Pochi secondi di
silenzio…
-…no, e invece
no!!-
Dom accelerò il passo, e raggiunse
deciso Orlando che ora aveva stampata sul viso
un’espressione quasi ironica; l’amico era davvero
incorreggibile…
-Ma vi rendete conto
della str***ata che state facendo tutti e due??
E’ così difficile premere due tasti di questo dannato cellulare e
chiamare Vivien??
Sì???-
-Ma allora perché
ca**o lo devo fare io dato che è così semplice??
E’ lei che deve scusarsi, io non ho fatto proprio nulla! Cosa dovrei
dirle secondo te?? “Scusami Vivien…scusami
tanto se ho osato PARLARE con quella ragazza, ti giuro che non farò mai
più una cosa del genere…”?? Perché alla fine è questo che è
successo! Assolutamente NIENTE!!- sbottò
Orlando gesticolando teatralmente.
Solo allora Dom sembrò rendersi conto che, in realtà, lui
non sbagliava…e da parte sua Orlando, sentendosi incoraggiato da questo
silenzio, continuò il suo sfogo…
-C’eri anche tu alla festa, mi hai visto fare
qualcosa di equivoco con Lynda??-
-Ah…è Lynda che si chiama eh? Beh…a questo punto…non
è che avresti il suo numero di telef…-
-Dom sto cercando di arrivare ad una
conclusione!!-
-Sì…ehm…hai ragione, scusami…- disse il ragazzo alzando le
mani in segno di scusa.
-Dicevo…tu credi che io abbia fatto qualcosa di sbagliato? L’ho
toccata? L’ho baciata? Me la sono data a gambe con lei? Dimmi…ho
fatto solo una di queste cose??-
Il tono di voce di Orlando era piuttosto alto, anche se i rumori dei clacson
e delle auto della Londra all’ora di punta lo attutivano un po’, o
comunque lo mascheravano, almeno per quanto era possibile.
-No, in effetti no…-
-Benissimo…e
quindi, dov’è il problema?-
-Sappiamo che il problema
è che Vivien è eccessivamente gelosa
ma…-
-…ma è
meglio che se la faccia passare questa gelosia, Dom…che
è anche una gelosia del tutto infondata tra l’altro, è
questo poi che mi fa andare in bestia!! Sapessi la
scenata che mi ha fatto quando l’ho accompagnata
a casa, la sera stessa; dovevi vederla…mi ha trattato come il peggiore
dei traditori…guarda, chi la capisce è bravo.- disse Orlando
interrompendo ancora una volta Dom che era da un
po’ che cercava di parlare;
-Io vorrei chiamarla
però…-
-E allora fallo per
la miseria, che cosa stai aspettando, l’illuminazione divina per caso??- gli rispose Dom con un
sarcasmo esasperato.
Orlando tirò un lungo respiro, passandosi una mano tra i capelli,
sembrava pensieroso…
-Non posso…sarebbe inutile; Vivien deve prima
capire che ha sbagliato…poi, quando lo avrà fatto, se lo
avrà fatto, verrà da me…e solo allora sarò pronto a
parlarle e a chiarirmi…è così che la penso, sto sbagliando?
Non lo so, può anche darsi…ma ho deciso così e niente e
nessuno mi farà cambiare idea, chiaro?-
finì ora Orlando guardando allusivamente Dom,
che stava cercando di convincerlo a fare il primo passo.
-Chiaro, messaggio
ricevuto …fai un po’ come ti pare…-
Orlando annuì
spostando lo sguardo verso il marciapiedi polveroso…
Vivien si strinse nel cappotto e strofinò
appena il naso contro l’ampia sciarpa di lana nell’invano tentativo
di scaldarsi mentre si guardava intorno, in cerca di Mandy tra la folla di passanti; le aveva dato appuntamento all’oramai
solita cioccolateria all’angolo, la cui insegna
dorata illuminava la strada davanti a lei, e ora la stava aspettando.
-…con un freddo
così una bella cioccolata fumante da Molly è proprio quello che ci serve!-
Le aveva detto poco
fa, cosa che non era stata affatto programmata, anzi a
dirla tutta Vivien credeva che quella sera Mandy avesse il turno serale nella libreria dove
lavorava…ma forse si era sbagliata, non ci pensò poi su più
di tanto. E proprio quella sera Vivien, che si era in
un certo senso rassegnata a rimanere a casa, non aveva
tanta voglia di uscire, ma l’amica aveva così insistito,
chissà perché poi, che alla fine aveva ceduto a tanto
entusiasmo…ed ora si faceva anche aspettare??
La ragazza diede uno
sguardo veloce al suo orologio; le 19.45, mentre l’appuntamento era stato
fissato per più di un quarto d’ora fa…non sapeva se
chiamarla o meno, cioè, se ci fosse stato
qualche contrattempo l’avrebbe fatto senza dubbio Mandy,
non era il tipo che si faceva aspettare inutilmente; ma allora?
Vivien si voltò in fretta, immersa nei
suoi pensieri, ma andò a scontrarsi per caso con una persona:
-…mi scusi… – disse lei con gli occhi bassi, un
po’ imbarazzata, pensava di non aver fatto proprio una bella figura.
-No mi scusi lei
non…-
I loro occhi poi si incrociarono;
Vivien era senza parole.
Orlando lo stesso.
Orlando e Vivien finalmente erano riusciti ad incontrarsi…pura
casualità?
Ci fu solo qualche
istante di silenzio, che però a Vivien sembrò lunghissimo…non sentiva Orlando
da più di una settimana ormai, e vederselo lì davanti così
all’improvviso le fece un effetto stranissimo…il cuore
cominciò ad accelerare la sua corsa…perché?? Perché quel ragazzo aveva quel maledetto potere di
farle perdere il controllo della situazione? Lei, proprio lei…lei che era
così calma e serena, quando si parlava di Orlando…beh,
la sua mente andava praticamente in tilt…pensieri razionali? Neanche a
parlarne; Vivien non riusciva più a ragionare
lucidamente, il fatto è che si lasciava sopraffare dalle sue emozioni;
emozioni che
in quel momento però, anche se a primo impatto i sentimenti erano stati
altri, le fecero ritornare alla memoria ciò che era successo tra di loro…
-Che ci fai qui?!- gli disse la ragazza con un tono decisamente
stupito, ma non proprio carino, mentre poco a poco cominciava a rendersi conto
dell’assurdità di quella situazione.
-Ciao eh?? Oh sì Vivien…anche
a me fa molto piacere vederti sai??- le disse
sarcastico Orlando chinandosi verso di lei, visibilmente deluso dalla sua
reazione;
-Spiritoso come al solito…-
-E tu acida come al solito…-
-Come hai detto scusa??-
-Hai capito benissimo
tesoro…- le rispose a tono Orlando con un sorrisetto beffardo molto simile a quello che le aveva
rifilato lei un attimo fa.
-…e non
chiamarmi tesoro!!-
-Per favore, guarda
non cominciamo eh?? Non ho alcuna intenzione
di innervosirmi stasera…-
-Come vuoi, perfetto…ci si vede!!-
Vivien, stizzita, con le braccia incrociate si
girò dalla parte opposta dandogli le spalle, fece poi qualche passo in
avanti con la speranza di vedere Mandy sbucare da
qualche parte e di andare via …ma che fine aveva fatto???
Se fosse arrivata prima quell’incontro non
sarebbe accaduto e ora lei non sarebbe stata lì ad arrovellarsi il
cervello.
L’avrebbe
sentita…certo che l’avrebbe sentita!
Fece per tornare sui
suoi passi, ma si accorse che Orlando, invece di andare via, si era comodamente
appoggiato al muretto in mattoni della cioccolateria,
le mani sprofondate nelle tasche dei denim.
-Allora?-
-Allora
cosa?- le chiese lui con tutta la naturalezza di questo mondo.
-Sei ancora qui??-
-Sì, sono
ancora qui, ma ti sia chiaro che non lo sono per
te…sto aspettando Dom, mi ha dato appuntamento
qui circa una mezz’ora fa ma non si è ancora presentato…-
-Dici sul serio?-
Orlando la
guardò interrogativo;
-Praticamente
è la stessa cosa per me, Mandy mi ha dato appuntamento proprio qui alla tua stessa ora…e
nemmeno lei non è ancora arrivata…-
Pochissimi secondi
per mettere insieme i vari pezzi del puzzle…
- Ma che grandissimo
str***o!! E meno male che avevo detto a Dom di non immischiarsi nella cosa!!-
-Quei due si sono
messi d’accordo per farci incontrare, non riesco a crederci…-
-Lascia che mi capiti
Dom fra le mani…meglio per lui se non si fa
vedere più!-
-Ah ma io la
soddisfazione non gliela do eh? Non ci resto a parlare qui con te un minuto di
più…anche perché non ne ho, e non ne ho mai avuto la minima
intenzione…- disse Vivien
guardando Orlando di sottecchi…inconsciamente sapeva che quella non era
la verità.
-Allora è così, non vuoi davvero più parlare
con me? -
-No…non con uno
che in teoria è il mio ragazzo ma che in
pratica fa l’idiota con un’altra!- esclamò
all’improvviso Vivien alzando per il nervoso la
voce al punto tale da attirare verso di loro l’attenzione di qualche
passante curioso.
-Vivien…-
-Cosa
c’è ora?-
-Non urlare, siamo in
strada e non…-
-E io invece urlo
quanto mi pare va bene?! Non devo rendere conto a
niente e a nessuno del mio comportamento né tanto meno…ehi!!-
Vivien si sentì prendere il polso dalla
mano calda di Orlando e spingere lontano dalla cioccolateria;
-Vuoi sfogarti? Vuoi
gridare come un’ossessa? D’accordo ma non farlo qui, non vorrei
ritrovarmi su tutti i tabloid scandalistici domani, sai
non è una delle mie massime aspirazioni…- le disse Orlando tra i
denti guardandola dritto negli occhi e avvicinandosi senza alcun preavviso al
viso di Vivien, senza lasciarle la mano, appena
tentò di controbattere ancora.
La ragazza si
trovò così a fissare per la seconda volta quella sera, ora da
vicino, i suoi occhi castani, le sue labbra sottili…si sentì
arrossire.
Si diede della
stupida per ciò che le stava venendo in mente, e non solo una volta,
perciò si divincolò dalla mano di Orlando,
distogliendo anche lo sguardo dal suo, turbata…e si disse che forse, anzi
decisamente, era meglio porre fine a quella situazione quanto meno imbarazzante
allontanandosi da lui; cominciò così ad incamminarsi verso la sua
auto parcheggiata poco distante dalla cioccolateria.
Orlando seguì
fermo ogni suo minimo movimento, le sue espressioni,
provando solo ad immaginare, ipotizzare cosa stava provando in quel momento,
forse…
-Beh?- gli disse Vivien voltandosi verso di lui, una volta accortasi che non
la stava seguendo, tornando ad acquistare in un secondo la sua lucidità.
Niente, era praticamente incomprensibile; solo un attimo prima le era
sembrata così fragile, priva di ogni difesa…ed ora? Eccola che aveva riassunto l’aria da “dura”.
Orlando si
lasciò inclinare la testa verso il basso, scuotendola…se avesse
continuato nel suo atteggiamento quella ragazza l’avrebbe portato di
filato ad un ospedale psichiatrico!!
Ma perché
doveva essere così complicata?!
Pensando a
ciò, Orlando raggiunse la sua auto, dove intravide che Vivien si era già accomodata, più agguerrita
che mai, sul sedile anteriore; salì al posto di guida e aspettò
che lei parlasse, almeno una sua qualche reazione…ma nulla.
-Io direi che potremmo anche discutere da persone adulte quali
siamo, invece di starcene qui muti come due stupidi…- disse Orlando ad un
certo punto interrompendo il silenzio pesante che si era venuto a creare.
-Parla per te…-
-Ah quindi fammi
capire, sarei io il solo stupido qui? E tu invece? Sembri una bimba dispettosa!-
-Certo…come se
non ti piacessero le bimbe…- gli rispose Vivien
con sottile ironia, riferendosi ovviamente alla ragazza della festa.
-“Oh Orly, quanto sei spiritoso!” “ Orly, mi prenderesti da bere?”- disse subito dopo lei scimmiottando la voce di Lynda
ed esagerando apposta i suoi gesti.
-Orly di qui, Orly di
lì…ma che c’aveva da ridere poi??
Mah…e tu che le davi corda poi!!-
-Non è che le
davo corda, si trattava di pura e semplice
educazione…hai una minima idea di cosa significhi?-
-Certo che so cosa significa…secondo
te allora perché non gli ho buttato in faccia il mio martini??-
Orlando non
riuscì a non sorridere… lo faceva impazzire
quando gesticolava così, quando faceva quelle faccette, senza
paura di sembrare ridicola, buffa o altro…
-Ti và una cioccolata?- gli propose lui sorridendole,
inclinando un po’ la testa, dopo averla osservata per qualche istante.
-No, scordatelo,
stiamo parlando…-
La voce di Vivien era risultata però
poco convinta.
-Lo facciamo davanti
a qualcosa di caldo…-
Vivien stava per ribattere;
-…ti
prego…-
Gli occhi di Orlando e le sue labbra appena increspate però le
impedirono di dire o fare altro, facendo arrendere tutti i buoni propositi di
non farsi incantare;
-…e va bene, vada per la cioccolata…-
Orlando ora le
sorrise soddisfatto.
-Ma levati dalla
faccia quel ghigno trionfante, non abbiamo ancora risolto nulla ok, Orly??-
le disse Vivien calcando con chiaro intento
l’ultima parola.
-Non ho pensato il
contrario nemmeno per un momento…-
-Buon per te
tesoro…-
-“…E non
chiamarmi tesoro!!”-
-Chi stai imitando??- gli chiese retorica Vivien
cercando di trattenere una risata alla smorfia e alla voce stridula fatte da
Orlando.
-Oh…nessuno di
tua conoscenza, puoi starne certa…-
Orlando e Vivien presero la cioccolata fumante in due bicchieri di
cartone colorato e cominciarono a berla per la strada non molto affollata, decidendo
di fare quattro passi e di sfidare così anche il freddo pungente di quel
venerdì sera…
-Certo che quei due
ci hanno fatto proprio un bel tiro eh?- scherzò
il ragazzo mentre guardava Vivien bere un sorso della
sua bevanda calda.
-Già…ma Mandy me la paga però! Non c’era bisogno di
ricorrere ad un sotterfugio del genere per…-
-Per??-
-Per farmi parlare
con te, è chiaro!-
Orlando
cominciò a guardarla ora con un’espressione decisamente…come
dire…scettica?
-Cosa mi significa
quella faccia?-
-Tu…vorresti
dirmi…che se non fosse stato per questa cosa organizzata da Dom e Mandy…tu mi avresti
chiamato per vederci… di tua spontanea volontà?- le chiese Orlando
calcando piano le parole.
-Sì!- gli
rispose d’istinto Vivien.
-Certo, come
no…-
Dopo qualche istante,
pensando meglio a ciò che le era stato domandato, corresse
la sua risposta, titubante;
-Ehm…ci avrei
pensato su, ma alla fine magari…-
-Sei sempre stata
pessima a dire le bugie, è inutile…-
-E va bene, hai
ragione…forse non lo avrei fatto, ma questo solo perché…-
Vivien smise ad un tratto di parlare, mentre sul
suo viso cominciò a disegnarsi un sorriso che andava pian piano
allargandosi…
-Cosa
c’è adesso?- le chiese Orlando un po’ contrariato…stavano
cercando di porre fine una volta e per tutte a quella situazione, era il
momento di ridere per caso?!
-Sei un imbranato, ecco cosa c’è…-gli disse Vivien con un sorriso tra il dolce e il divertito, mentre
si allungava verso di lui…con l’indice sembrò accarezzargli
il labbro superiore; poi glielo mostrò…
-Ti eri sporcato di
cioccolata…-
Il sorriso di Vivien però divenne involontariamente e gradualmente
un’espressione più seria, e tesa; non si era nemmeno accorta di
quanto si fosse avvicinata ad Orlando…il quale, contro ogni aspettativa, le sfiorò quel dito e gli diede un
piccolo bacio, pulendolo così della cioccolata…questo tutto sotto
gli occhi di Vivien, che non era riuscita questa
volta a toglierli dai suoi, la attraevano come calamite…
Poi Orlando,
mescolando e giocando con il suo respiro, fece sì che le sue labbra toccassero gentilmente quelle piccole ma morbide
di Vivien, la quale, se dapprima non rispose al
bacio, alla fine si lasciò andare, chiudendo gli occhi e stringendo tra
le sue le mani del ragazzo, che accennò ad un dolce sorriso…
-No, aspetta Orlando,
non credo che…- disse ad un tratto Vivien, come rinsavendo dalle sensazioni che quel bacio ormai
le stava facendo provare, e allontanandosi con uno sforzo enorme…
-Vivien…-
-Ti và di accompagnarmi a casa, io…- la ragazza era
visibilmente scossa; qual era stata la cosa che l’aveva turbata in quel
modo?
-Vivien cosa c’è?- le chiese lui
cercando i suoi occhi, che puntualmente sfuggivano al suo
sguardo;
-Niente,
davvero…-
-Guardami,
ti prego…-
Orlando, fermo ma
senza forzarla, dopo delle sue iniziali ma debole resistenze,
le prese il viso tra le mani, e fu così che si accorse delle lacrime che
avevano iniziato a solcarle le guance, lacrime che Vivien
aveva evidentemente cercato di nascondere.
Il ragazzo non
esitò a prenderla fra le braccia, stringendola forte a sé, non sopportava
di vederla in quello stato; dalla sua parte, Vivien
si lasciò abbracciare, pur non facendo lo stesso, troppo impegnata a
cercare di frenare le lacrime e di calmarsi…perché?! Perché doveva crollare
così? Perché doveva essere sempre
così fragile?
-Tesoro…-
La tenera voce di Orlando la riportò alla realtà;
-Che frignona che sono, sto piangendo come una bambina…non so cosa mi
stia prendendo…-
Vivien sembrò rivolgersi più a sé stessa che al ragazzo, asciugandosi gli occhi ed
accennando ad un sorriso timido.
-Basta…basta piangere ok?- le disse
Orlando avvicinandosi ancora a lei sfiorandole le guance per togliere via le
lacrime dai suoi occhi scuri.
-Dimmi cosa
c’è, cos’è che ti fa stare così; parlami Vivien…e se è tutta colpa mia…beh
prendimi a sberle, dimmi che sono il peggiore degli
str***i, fai qualunque cosa che possa farti stare meglio, sono pronto…-
continuò Orlando vedendola sorridere alle sue ultime parole, gli occhi
ancora un po’ lucidi.
-Ecco…così
va decisamente meglio…- le disse con un sorriso
buffo.
-Orlando io…non
so come spiegarmi, è strano…ma in questi
giorni ho pensato così tanto a te, alle cose che avrei voluto
dirti…ma ora, ora ho la mente praticamente svuotata di ogni frase o
pensiero che abbia un minimo di logica…- gli rispose Vivien
guardandolo appena, ma recuperando subito la sua simpatica vena
ironica…sfogarsi un po’ non aveva potuto farle che bene; non aveva
mai pianto dopo il litigio. Aveva continuato a ripetersi che non
ne valeva affatto la pena, che piangere per un ragazzo non era da lei,
non lo aveva mai fatto e non voleva cominciare ora, aveva tenuto un
atteggiamento da perfetta strafottente, del tipo “chi non mi vuole non mi
merita”…ma la realtà era ben diversa. Vivien
non era assolutamente la persona che in quei giorni difficili si era sforzata di essere, o quantomeno, di apparire.
Ma torniamo alla storia…
-Mi ami?-
Domanda a bruciapelo.
Orlando non glielo
aveva mai chiesto, molto probabilmente anche perché non era da molto che
era cominciata la loro storia.
Lei arrossì di
colpo, per la seconda volta quella sera.
-Rispondimi…-
Orlando le alzò il viso per far sì che i loro occhi si incontrassero;
-Sì, ti amo,
ti amo…ed è questo che mi spaventa e che mi fa stare
così…-
Il ragazzo
le prese entrambe le mani, stringendole, come a darle
forza…proprio la cosa di cui Vivien aveva
più bisogno in quel momento.
-Continua…-
-Sto male
perché ho paura di perderti, che un’altra possa portarti via da
me…ecco perché ti ho fatto quella scenata l’altra volta; mi
sono sentita minacciata, e ho reagito dandoti addosso, solo ora mi rendo conto
che la mia è stata una reazione esagerata, e per questo ti chiedo scusa…ma quella ragazza era così bella,
così sicura di sé…io mi sono sentita piccolissima in
confronto a lei, solo una sciocca ragazzina piena di insicurezze e
timori…-
Vivien si strinse nelle braccia, era riuscita a dirgli ciò che pensava…in fondo
non era stato così difficile…gli aveva aperto il suo cuore; ed era
questo l’importante.
Orlando, che le aveva
tenuto le mani per tutto il tempo, ora se le
portò alle labbra, baciandole;
-Sei la ragazza
più complicata che io abbia mai incontrato, lo
sai?- le disse regalandole un sorriso dolcissimo.
-Sono
un disastro, lo so…-
-Forse…ma sei un’adorabile disastro…-
-Ma pur sempre un disastro…-
Orlando la
guardò per qualche istante che a Vivien
sembrò interminabile;
-…tu sei
unica…ed è per questo che ti amo…-
La ragazza, che
fissava l’asfalto grigio, a quelle parole strabuzzò appena gli
occhi…aveva detto…aveva detto proprio
ciò che le era sembrato di capire?
-Tu non devi sentirti
inferiore a niente e nessuno, Vivien…ma
guardati, sei deliziosa, intelligente, sei dolcissima…come si fa a non
innamorarsi di te?-
-E quella ragazza allora non…-
Orlando le prese il
viso fra le mani, facendo sì che le loro fronti si toccassero, i loro nasi si sfiorassero…con gli occhi socchiusi le
sussurrò;
-Quella ragazza non
è nulla in confronto a te, nulla…-
Vivien sorrise, mordendosi il labbro inferiore…forse
solo allora si era resa conto che Orlando era suo, suo e di nessun’altra…lui
l’amava, poteva leggerlo dai suoi occhi, trasparenti e
sinceri…l’aveva accettata e se ne era
innamorato con tutti i suoi pregi, sì…ma anche con i suoi difetti.
-Promettimi che da
oggi in poi comincerai ad avere più fiducia in te stessa, va bene? E
anche fiducia in me…perché ricorda sempre, sempre e in qualsiasi
momento, che io ti amo, che voglio stare con te e che non me ne frega niente
delle altre…-
Vivien annuì;
-Grazie…-
-...per cosa?- le
chiese Orlando un po’ sorpreso.
La ragazza, alzandosi
sulle punte, si avvicinò alle sue labbra, dando loro un lieve
bacio…
-Grazie di
amarmi…-
Nessuna mai gli aveva
detto una cosa del genere prima, lo aveva ringraziato di amarlo; non se lo
aspettava…o
magari sì, forse sì… Vivien
non avrebbe mai finito di stupirlo, e in verità non avrebbe mai voluto
che avesse finito di farlo.
Orlando non
riuscì a resistere oltre a quegli occhi grandi, a quel sorriso, e a
quelle piccole labbra che avevano voglia di lui…come non riuscì a
resistere a sé stesso, che aveva
un’incredibile voglia di lei.