Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Mayo Samurai    29/03/2011    3 recensioni
una breve introduzione, le nostre ben amate nazioni alle prese con la scuola, e non una scuola qualunque, ma la scuola mondiale!
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Spero che mi perdonerete il fato che ho riutilizzato i personaggi già citati nel primo cap, invece che introdurne degli altri, solo questo, le spiegazioni saranno tutte a fine capitolo, buona lettura! ^^
 
 
“Ian! Vedi di portare il tuo culo fuori da quel letto! Siamo in ritardo stratosferico!” sbraitò il quartogenito di casa Kirkland alla tromba delle scale.
“weee, calm down bro-“
“zitto Aidan! è proprio per colpa tua che siamo in ritardo! Ma come tu è venuto in mente di liberare i tuoi scorpioni in casa!?”
“non è colpa mia! Erano stufi di stare rinchusi…”
“ti rinchiudo io da qualche parte se non fili a prendere le tue valigie… E NIENTE “ANIMALETTI”!!” gli urlò dietro mentre lo vedeva sparire in camera sua.
“Arthur! Dove sono finiti i cerotti? Chloe è caduta…”
“non ora Eric! E lo sai dove sono per l’amor del cielo!”
“Arthur…”
“E FATE SILENZIO!!”
Eileen bloccò a metà la sua richiesta, rimase immobile mentre vedeva il fratello arrossire e scusarsi velocemente:” non volevo urlare contro di te…”
“è solo che sei stressato, si lo so” finì lei per lui.
Arthur sospirò:” dov’è Peter?”
“in macchina, sta aspettando gli altri, sono qui per questo, abbiamo… un quart’ora per arrivare al ritrovo” concluse poggiandosi le mani in grembo e fissando tranquilla il fratello.
Arthur fece per dire qualcosa, qualcosa che avrebbe segnato la giovane mente della piccola Chloe se non fosse stato zittito da un grosso scorpione che gli cadde in testa.
“O MIO DIO ARTHUR!”  con una sberla da far girare la testa a un elefante, Eileen, nonostante la sua grazia e femminilità, prese in pieno la testa del fratello, facendolo finire lungo disteso mentre Chloe prendeva in mano l’insetto completamente illeso: “stai calma sorellona, Susan è una brava scorpiona!”
“o cielo! scusami! Come ti senti?” mormorò portandosi le mani alla bocca e chinandosi sul fratello.
“d-dov’è il tir!?” chiese scosso quando riaprì gli occhi.
“hahahah”
“non c’è niente da ridere Aidan! Vedi di sistemare Chloe e di dire a Ian di darsi una svegliata, che non mi importa se non vuole venire, ma che glielo ordino io!” ordinò decisa al fratello, che si affrettò ad avvertire il maggiore dei Kirkland, mai far arrabbiare Eileen.
La ragazza aiutò Arthur ad rialzarsi, e con la naturalezza con cui avrebbe sollevato un cuscino, prese le sue valigie e quelle del fratello, caricandole in macchina.
Poco dopo spuntò anche Ian, con una faccia da morto, i capelli rossi arruffati e scomposti e la solita sigaretta stretta tra le labbra.
“tsk, È già ubriaco di prima mattina?” chiese sprezzante accennando ad Arthur che si massaggiava la testa dolorante.
“no, Eileen gli ha assestato una cenqua delle sue!” esclamò divertito Aidan allacciando la sorellina e controllando Peter.
Ian rimase in silenzio un attimo:” e perché? Il pidocchio ha risposto male?” ringhiò facendo un passo avanti, Arthur, nonostante gli girasse ancora la testa si rizzò e lo guardò con rabbia:” che hai detto?”
“pidocchio”
“ripet-“
“zitti voi due!” esclamò Eileen, mettendosi in mezzo:” tu!” disse indicando Ian:”vai a farti un caffè, prendi del ghiaccio per Arthur, e guido io, non voglio repliche!”  continuò davanti alla faccia contrariata del fratello.
“e tu” questa volta indicò Arthur:” siediti e aspetta il ghiaccio” mormorò più tranquilla.
Aidan passò lo sguardo alla sorella ai due fratelli, che finché l’uno non scomparve dal campo visivo dell’altro non avevano smesso di guardarsi in cagnesco.
“certo che siete fenomenali voi due!” disse sistemandosi vicino a Chloe.
“ooh, zitto Aidan!” lo ribeccò Eric, sedendosi accanto ad Arthur, giusto per assicurarsi che non ci si sarebbe seduto nessuno che avrebbe infastidito ancora di più il fratellino.
Poco dopo tornò Ian, con la sigaretta ormai finita e con la sacca del ghiaccio richiesta, che lanciò senza grazia addosso ad Arthur.
“siete tutti pronti?” chiese Eileen sporgendosi dal posto di guida, osservando i fratellini dietro di sé.
“SSIIIIIII!!”  urlarono in coro i più piccoli, Peter e Chloe, trapanando le orecchie a tutti.
“bene” sorrise:” allora si parte!”
 
 
“c’è qualcosa che non và fratellone?”
Lovino abbassò lo sguardo sul fratellino, che lo guarda piuttosto preoccupato.
“no… solo che… mi sento osservato” mormorò guardandosi attorno.
“ma è normale! Siamo in mezzo a un sacco di ragazzi!” esclamò aprendo le braccia, mentre un paio di ragazzi si giravano per fissarlo.
“smettila di fare il cretino e sta buono!”
L’altro si zittì all’istante, per poi riprendere a parlare subito dopo:” ma perché questa scuola è così piccola? Non ci staremo tutti qui! Non avevi mica detto che stavamo anche a dormire? È troppo piccola pe-“
“lo so! Lo so! A che cavolo! Ma stare zitto un solo secondo no?” lo riprese bruscamente il maggiore, questa volta zittendolo una volta per tutte.
“…”
“non so in verità” borbottò Lovino, guardando i ragazzi che vagavano senza meta per il giardino, annoiati e accaldati.
Si alzò da dove era poggiato e si mise di fronte al fratello, sbuffando platealmente:” vado a cercare qualcuno che possa darmi delle informazioni, vedi di rimanere qui e di non muoverti ok?”
“tranquillo! Non ho cinque anni!”
Lovino sbuffò e fece per voltarsi, ma facendo tutto di fretta non si accorse del ragazzo che tentò di scartare vedendosi arrivare addosso Lovino.
Entrambi tesero le mani alla ricerca di un appiglio, ma non trovando niente cascarono a terra, attirando l’attenzione di tutti.
“a-ah! Lo siento! Stai bene?” una voce allegra e piuttosto imbarazzata si levò dal ragazzo che schiacciava Lovino.
b-bastardo! togliti!” strillò Lovino tentando di toglierselo di dosso e quando finalmente ci riuscì si mise in ginocchio, massaggiandosi le costole ammaccate:” ma sei scemo!? Perché non fai attenzio-!” si bloccò, fissando rapito le pozze verdi del ragazzo di fronte a sé, che poggiate le mani abbronzate al pavimento dietro di sé lo fissava divertito e imbarazzato:” scusami” disse:” non ho fatto molta attenzione!” continuò senza smettere di sorridere.
Lovino borbottò qualcosa a bassa voce, in modo che l’altro non capisse.
“state bene? Lovino? E tu?” Feliciano si chinò verso il fratello e poi verso il ragazzo, che gli sorrise dolcemente:” si, grazie purtroppo non ho fatto attenzione e ho investito tuo fratello!” disse alzandosi e tendendo la mano anche a Lovino, che la ignorò balzando in piedi da solo.
“come hai fatto a capire che siamo fratelli?”
l’atro rise:” vi assomigliate parecchio” rispose semplicemente.
“come ti chiami?” chiese Feliciano, sollevato nel constatare che nessuno si fosse fatto male:” Antonio Fernández Carriedo!”
“oooh, bel nome! Ma.. toglimi una curiosità.. sei spagnolo?”
“esatto! Mentre voi siete…. Italiani giusto?”
“come hai fatto a capire anche questo!?” chiese sorpreso Feliciano.
“eh-eh, tu fratello me ne ha dato la prova, chiedendomi gentilmente di spostarmi!” rise allegro e Lovino si sentì avvampare.
“e voi? Come vi chiamate?”
“Feliciano Vargas! Ma puoi chiamarmi Feli!”
“e tu?” incalzò Antonio rivolgendosi a Lovino.
“…”
“lui è Lovino, o Lovi”
Antonio sorrise ancora di più:” bel nome…. Lovi”
C’era una nota strana nella sua voce, quando ripeté il suo nome, che lo fece rabbrividire.
“mi spiegheresti una cosa Tonio?”
“Tonio!? E da dove l’aveva tirato fuori quel soprannome suo fratello!?” pensò Lovino guardando il minore.
“si, dimmi”
“ma come funziona la scuola? Cioè, vedo un sacco di ragazzi e molti anche più grandi di me, ma anche loro sembrano spaesati, come mai?”
“è semplice, perché ci sono diversi corsi da seguire, tutti suddivisi per anni, ad esempio i diciannovenni, i più giovani, frequenteranno un corso diverso dai ventiduenni, perché sono a un livello diverso.
È vero, molti sembrano spaesati perché forse hanno cambiato scuola all’improvviso e ora si ritrovano a fare l’anno in una nuova scuola.”
“sembri ben informato! Sei già stato qui?”
“si!”disse allegro:” questo è il mio terzo anno!”
“aaaah, capisco”
Poco dopo Antonio e Feliciano erano occupati a chiacchierare allegramente, sulle abitudini di uno, la giornata tipo dell’altro.
Snervante.
Almeno secondo Lovino, che si limitò a guardarli male per tutto il tempo.
Per sua fortuna una donna comparve da una porticina così ben mimetizzata con il muro, che un paio di ragazzi fecero un balzo all’indietro spaventati dalla sua comparsa.
La donna, con lunghi capelli marroni e seri occhi verdi si fermò al centro esatto della stanza, proprio sopra il mosaico della terra, e cominciò a parlare con voce chiara e forte tenendo stretta tra le braccia una cartelletta:” benvenuti, e ben tornati ai ragazzi che hanno già frequentato questa scuola.
Come questi sapranno, raggiungere la scuola da soli è impossibile, quindi i nuovi arrivati sono pregati di seguire le istruzioni con la massima attenzione, onde evitare disagi.” Prese fiato, aggiustandosi gli occhiali rossi.
“come sapete passerete l’intero anno scolastico a scuola, potendo assentarvi solo durante le vacanze, se qualcuno viene sorpreso nell’atto di fuggire dalla scuola o allontanarsi senza permesso, verrà punito”
Tutti i presenti rabbrividirono, il tono della donna non ammetteva repliche.
“ora siete pregati di portare i vostri bagagli qui, dove dei facchini li porteranno nei bauli, e li riavrete giunti a destinazione.”
Guardò la cartelletta e si poi i ragazzi.
“domande?”
Un paio di spavalde mani si alzarono:” come faremo ad arrivare alla scuola? Avete detto che da soli è impossibile”
“la raggiungeremo in nave”
Tra tutti i presenti si levò un mormorio eccitato:” in nave!?” esclamò entusiasta Feliciano, battendo le mani: io adoro il mare!”
Anche Lovino stava ascoltando con interesse:” questo significa… che saremo in mezzo al mare…” fece notare senza troppo entusiasmo.
Ma nessuno sembrava preoccupato del fatto di essere rinchiusi in una struttura in mezzo al mare.
“e i corsi da seguire?” domandò una ragazza.
“vi sarà illustrato il vostro orario non appena approderemo a scuola, e siate pregati di rispondere con la massima sincerità alle domande degli insegnanti, ci andrebbe di mezzo il vostro rendimento essere assegnati a classi che non fanno per voi”
Li guardò ancora per un attimo:”che i ritardatari si arrangino!” esclamò tutto d’un tratto, voltandosi:” seguitemi, e prendete con voi solo una piccola borsa, giusto per affrontare le poche ore di viaggio”
Con dei brusii eccitati i ragazzi si misero in coda dietro la donna, che apriva una porta a vetri del tutto identica a quella d’ingresso e li guidava a quello che sembrava un porto privato.
Molti “ooooh” si levarono dalla folla, alla comparsa dell’imponente nave da viaggio che si stagliò fiera nel cielo azzurro.
Il mare sembrava in ottime condizioni per navigare e una leggera brezza scompigliava i capelli dei presenti.
“che bella!” esclamò Feliciano affrettando il passo:” è enorme!”
In effetti era davvero grande.
“non è che è proprio questa la scuola?” chiese Lovino accelerando per stare dietro al fratello.
“impossibile, la donna ha detto che si trova su un’isola!”
Lovino non disse nulla e finalmente raggiunse Feliciano, che si era fermato a pochi metri dalla donna di prima, che finiva di dare disposizioni:” quelli già esperti sono pregati di aiutare i novizi, e chi ha domande può rivolgersi a me, sarò l’ultima a salire, e niente preoccupazioni, le vostre valigie sono già state caricate, e ora march!” esclamò alzando le braccia e indicando le  scalette d’entrata.
 
 
Trattenne a stento una risata quando vide due ragazzi scontrarsi e cadere a terra poco più in là.
“pfff, li hai visti quei due?” ghignò al fratello che si guardava attorno nervoso.
“n-no, ma non è buona educazione ridere degli altri Alfred” sussurrò l’altro.
“ooh, sei sempre così gentile Matt!! Vedi di ridere anche tu qualche volta! E poi non si sono fatti niente, vedi si stanno già rialzando” disse indicando i due, che effettivamente si erano rialzati.
“d’accordo, ma è pur sempre maleducato”
“non farla tanto lunga!” sbottò Alfred appoggiandosi al muretto:” a proposito, quand’è che ci muoviamo? Ho una fame…”
“tu hai sempre fame…” mormorò Matthew stringendo appena il suo peluche d’orso bianco, gli altri forse lo trovavano ridicolo, ma Matthew no, non gli importava delle occhiate stranite e divertite degli altri,a lui bastava stare in compagnia di Kumajiro ed era contento, certo forse non era come stare con una persona reale, ma Matthew ne apprezzava la compagnia, perché non dotato della parola l’orsetto lo stava ad ascoltare paziente, quando magari aveva qualcosa di cui sfogarsi e il fratello era troppo preso da sé steso per ascoltarlo.
“ma non c’è nessuno qui? Che ne so.. un professore?” sbottò Alfred allungando le braccia davanti a sé, in un moto d’impazienza.
“n-no ho visto nessuno…”
“bha!”
Alfred sbuffò impaziente e si guardò nervosamente attorno, poi all’improvviso lo vide, che arrivava di tutta fretta seguito da altri sei ragazzi, due dei quali solo bambini, un maschio e una femmina.
Lo vide bisticciare con un ragazzo molto alto, che lo superava di almeno quindici centimetri, mentre una ragazza poco più bassa di lui cercava di metter pace tra i due.
Gli passò accanto senza notarlo, continuano imperterrito a litigare e a far ridere il bruno della compagnia, che teneva per mano la bambina, bruna anche lei.
Sbatté un attimo le palpebre, si ricordava dei sette fascicoli che Arthur aveva consegnato la prima volta che si erano conosciuti, e il ricordo del piccolo disguido che aveva avuto con l’inglese lo fece sogghignare davanti all’espressione scocciata e esasperata dell’altro.
“hihi, hai visto Matt? Quello è il tizio di cui ti ho parlato!”
Matthew sussultò, si ricordava che il fratello, dopo esser tornato, gli aveva snocciolato quello che sembrava il ritratto della persona più antipatica della terra.
“q-qual è? Quello biondo dicevi…”
“esatto, il nanerottolo!” rise.
Vide che andavano a posare le valigie in un angolo, e come se sapessero che andassero lì si allontanarono, con i due che bisticciavano di continuo.
Per fortuna arrivò una donna, che interruppe ogni litigio e si mise a dare disposizioni.
“ascolta tu Matt” disse estraendo il suo I-pod e accendendolo.
Non sentì il richiamo del fratello, che tentava di dirgli qualcosa, e non si accorse dell’occhiata sorpresa e accigliata che Arthur gli rivolgeva.
Aspettò che la donna finisse e vide che qualcuno alzava la mano, ma non se ne curò.
“Alfred, dobbiamo andare…” riuscì a capire quello che diceva il fratello solo perché gli lesse le labbra, e lo seguì, insieme a tutti gli altri ragazzi.
Aiutò Matthew a sistemare le valigie,notando con orrore qualcosa muoversi vicino alla sacca (non poteva essere una valigia, era proprio una sacca, quelle da esploratori) del fratello bruno di Arthur, fece un balzo indietro e prima di andarsene scoccò un’occhiata timorosa ai facchini che le prendevano e caricavano.
Non vi dico la sua sorpresa quando vide la nave, Matthew approfittò che si fosse tolto le cuffie per spiegargli quello che aveva detto la donna e che dovevano affrettarsi per raggiungere la banchina.
Rimase per un po’ col naso per aria, contemplando ammirato la nave:” che bella…” sussurrò osservando i disegni di tribali oro e argento che si stagliavano sulla fiancata.
Non appena entrò notò con piacere che era davvero confortevole, qua e là erano sparsi tavolini o poltroncine, dall’aria molto comoda, e incisa su una targa d’oro una poesia (o almeno così gli sembrava, era piuttosto strana) che recitava:
“all’inferno i cuochi sono inglesi, i poliziotti tedeschi, i francesi gli ingegneri gli svizzeri gli amanti e gli italiani i banchieri!
In paradiso i francesi sono i cuochi, gli inglesi i poliziotti, i tedeschi sono gli ingegneri, gli svizzeri i banchieri e gli italiani gli amanti!”
Aggrottò le sopracciglia, e gli americani!? Chiunque avesse inventato quella poesia si era dimenticato della popolazione più figa di questo mondo!
“hey! Alfred! Ci sei?” la voce del fratello lo colse di sorpresa, si voltò verso di lui:” possiamo andare fuori, a poppa, per vedere la partenza” disse indicando un fiume di ragazzi che si affrettava ad uscire.
Il ragazzo annuì e seguì il fratello, sbucando così sul pontile.
Mentre si sporgeva la nave fece suonare il clacson facendo prendere un bello spavento a tutti i presenti.
“hahahah, mi dispiace che la mia nave vi abbia spaventato!” tutti si voltarono verso la voce appena udita, che apparteneva a un uomo sulla quarantina che sbucò dalla penombra del fianco e si avvicinò ai ragazzi, appoggiandosi al parapetto, aveva dei corti capelli bruni, così riccioli che sembravano spettinati.
La pella, dall’aria dura aveva un’abbronzatura invidiabile, e il sorriso, e fu quello che attirò l’attenzione della parte femminile, smagliante e sincero, pieno di affetto e allegria:” benvenuti sulla mia nave! Spero che possiate godervi il viaggio, e così anche il soggiorno a scuola!” esclamò allegro sistemandosi meglio il cappello a Borsalino.
“quindi lei è…” cominciò un ragazzo, notando il suo abbigliamento elegante.
“esatto, proprio io!” lo interruppe:” Cesare Vargas!” disse facendo un gran sorriso.
I ragazzi cominciarono a bisbigliare tra di loro, eccitati.
Alfred invece aggrottò le sopracciglia, chi era quel tizi per pavoneggiarsi tanto?
Notò che un paio di ragazze gli si erano avvicinate e avevano cominciato a ridacchiare e a chiacchierare affabilmente con l’uomo.
“come chi è? Lui è il preside! È proprietario della nave e della scuola!” disse Matthew, anche lui evidentemente colpito:” avevo letto che è ormai in un’età veneranda…però visto così non sembra!”
“e perché? Quanti anni dovrebbe avere scusa?” chiese Alfred per nulla interessato, mentre si lasciava scivolare lungo il parapetto, reggendosi con le braccia.
“mmm almeno.. 55 se non mi sbaglio…”
Alfred si rizzò in piedi, guardandolo bene:” mi stai prendendo il giro spero!” esclamò, indicando i riccioli capelli bruni e la pelle abbronzata (ora che lo notava c’erano due strani ciuffi che spuntavano tra i capelli…)
“te lo assicuro!” ribatté Matthew, leggermente, e stranamente, scocciato.
Alfred guardò per un attimo il fratello e voltandosi di nuovo si ritrovò a fissare il collo abbronzato di Cesare Vargas, che gli sorrideva.
Fece un mezzo balzo e si mise ben eretto, leggermente intimorito dalla mole dell’uomo
“tranquillo ragazzo, tranquillo!” esclamò agitando le mani davanti a sé:” volevo solo chiederti se stavi bene, ti stavi accasciamo sul parapetto…” disse guardandolo comprensivo.
Alfred si sentì arrossire e scosse la testa:”sto benissimo, grazie” rispose.
“bene bene” annuì l’altro:” e per curiosità.. hai visto in giro per caso due ragazzi, non troppo alti, entrambi bruni, avevano un ricciolo come questi” e si indicò i propri:” uno è sempre imbronciato mentre l’altro è sempre sorridente, li avete visti per caso?” chiese continuando a gesticolare mentre spiegava l’aspetto fisico dei due:” sapete sono i mie nipotini…”
Cosa!? Era addirittura nonno?
Mentre scuoteva la testa Alfred lanciò un’occhiata a Matthew, che gli rivolse un’espressione del tipo:" te lo avevo detto”
 
 
Finalmente dopo due ore di viaggio, raggiunsero l’isola dove avrebbero passato il resto dell’anno, a studiare ed apprendere.
Alfred sbuffò, non voleva scendere da una nave così confortevole, per andare a chiudersi tra quattro mura di una scuola!
Se fosse stato per lui sarebbe stata esatte tutto l’anno, così niente scuola!
Si affrettò a recuperare i bagagli, dentro aveva infilato anche la play station 3, dicendo che non poteva vivere senza, di fronte all’espressione contrariata del fratellino mentre preparavano i bagagli.
Raggiunsero a piedi il cancello d’ingresso, dove una scritta in latino recitava: “salvete”.
“benvenuti” gli spiegò un moretto avvicinandosi, si accorse che corrispondeva perfettamente alla descrizione di cesare:” erm..scusa..ma tu non sei mica il nipote del preside?” chiese.
L’altro annuì felice:” si esatto! Mi chiamo Feliciano Vargas! E il preside è mio nonno!” esclamò, tendendo una mano ad Alfred che ricambiò la stretta:” ti farei conoscere mio fratello, ma non so dov’è finito..ah no! Eccolo! LOOOVVIIIIIII!! Vieni qui!!”
Un ragazzo,che assomigliava a Feliciano in modo impressionante se non fosse per la sfumatura più scura della pelle e dei capelli, gli occhi invece che essere ambrati come quelli del fratello puntavano più sul verde,si avvicinò.
Lo vide sbuffare e raggiungere il fratello, si accorse che un altro ragazzo lo guardava allontanarsi, con un’espressione piuttosto rammaricata.
che vuoi!?” sbottò in una lingua che Alfred non afferrò.
“volevo presentarti..oh che sbadato! Non ti ho nemmeno chiesto il nome!” gli tese nuovamente la mano:” il mio già lo sai”
“Alfred F. Jones” rispose, un po’ spaesato per tutta quell’accoglienza.
“e la F sta per cosa?” chiese curiosi Feliciano.
Alfred scosse le spalle:” è nel mio nome da generazioni”
L’altro annuì:” e questo è Lovino, mio fratello, togli quell’espressione immusonita! E fai un sorriso!” lo incitò il minore.
L’altro però si limitò a un cenno col capo.
“Loviiii…”
“non fa niente, guarda invece io ti presento mio fratello Matthew!” esclamò pescandolo dalla folla per un gomito.
“s-salve…” mormorò con gesto della mano.
ciao! Scusa ma non ti avevo proprio visto!” disse Feliciano tendendosi per stringere la mano anche a lui.
“non fa niente guarda, ci sono abituato da tempo…”
E chiacchierando allegramente, Alfred si trovò subito in sintonia con quel ragazzo così allegro e solare, fino a raggiungere il portone d’ingresso, imponente e fatto di un legno dall’aria molto resistente e vecchio, aperto del tutto per quell’occasione.
Molti dei ragazzi salutarono un paio di professori che incrociarono, non azzardandosi però a fermarsi, a quanto pare la severità delle loro accompagnatrice era ben nota.
Si fermarono in una sala poco più in là, dove la donna che gli faceva da guida si voltava e li guardava seria:” per chi è già stato qui saprà devo si ritirano le valigie e dove sono i dormitori, come ho già detto siete pregati di accompagnare i più giovani ed aiutarli, invece per chi non sa assolutamente dove andare ora illustrerò la scuola” si fermò e si posizionò di fronte a una grossa cartina:” come vedete noi ci troviamo qui e i dormitori sono dall’altra parte quindi siete pregati di svegliarvi a un orario decente la mattina” disse in modo eloquente, scoccando occhiate ai presenti:” le cucine invece sono qui” e indicò una sala a destra dei dormitori:” l’ingresso è vietato agli studenti, vi basterà stare nel refettorio”
Tracciò il percorso di un lungo corridoio che finiva dove erano loro:” questo è il percorso che farete la mattina e la sera per allontanarvi dal dormitorio o andarci”
“qui “ e indicò un’are al di fuori della struttura:” c’è la palestra e qui accanto la serra, entrambi vietato a meno che non dobbiate farci lezione”
Si fermò un attimo scrutando la pianta:” chi ha domande faccia pure…”
“vorrebbe uscire con me madmoiselle?”
“Francis quante volte te lo devo ripetere? Non posso, finché sono in questa scuola sono in orario di lavoro e non tollero che mi chieda un appuntamento!” esclamò decisa, nonostante un sorrisetto le fosse spuntato dagli angoli della bocca.
“e le valigie?”
“giusto, le valigie sono al’ingresso, sono state etichettate con il numero della vostra stanza, quindi fare attenzione a quale numero ci sarà impresso, e quando passerete dal corridoio, vi verranno consegnate la chiavi della stanza, una per uno, vedete di non perderle!”
Alfred is offrì di andare a recuperare sia le sua che quelle di Matthew e seguito da molti altri andò a ritirare la valige.
Scoprì con piacere di esser stato assegnato in stanza con Matthew:” tieni e siamo in stanza insieme!” esclamò, sapeva che al fratellino non piaceva la folla, e nemmeno gli estranei, quindi ritenette che fosse una fortuna se fosse stato con lui.
Con meno piacere scoprì che assieme a lui c’era anche Arthur, lo vide che leggeva tra sé il numero e alzava lo sguardo verso la porta, incontrando però la figura di Alfred.
Lo vide aggrottare le sopracciglia, e giurò di aver sentito anche un insulto sibilato a mezza voce, ma non ci fece molto caso perché un quarto ragazzo avanzava verso di loro.
Si presentò come Francis Bonnefoy, francese, cosa che fece storcere il naso ad Arthur:” bounjuor!" Esclamò vivace:” che piacere sapere di aver compagni di stanza nuovi!”
“v-vuoi, dire che sei già stato qui?” chiese Matthew mentre entravano e poggiavano le valigie.
“me qui ma cherì!” rispose mettendogli un braccio attorno alle spalle:” sono un veterano di questa scuola! E da come vi guardate in giro direi che siete novizi, giusto?”
I tre annuirono:” voi è la prima volta che vi vedo” disse accennando ad Alfred e Matthew:” mentre tu… sei un Kirkland giusto?”
Arthur arrossì impercettibilmente:” si” rispose.
L’altro annuì:” lo sospettavo, le sopracciglia” disse toccandosi le proprie:” conosco bene Ian ed Eileen, due ragazzi così cari!” esclamò battendo le mani.
“bhè visto che io sono il più anziano… direi che mi prendo il letto sopra!” disse mentre poggiava la chefia che portava sul letto.
“a-a me va bene quello sotto” mormorò Matthew.
“perfetto! Così io mi prendo quello sopra!” urlò invece Alfred gettando il suo zaino sul proprio.
E quando i quattro ragazzi si furono sistemati Francis si offrì di fargli da guida, per un giro scolastico.
“no grazie” rispose Arthur quando glielo propose:” andate voi se volete, io ho da fare” e uscì dalla stanza, lasciando perplessi gli altri tre.
 
 
 
Il giro con Francis fu piacevole, rincontrarono due amici di quest’ultimo, Antonio, uno spagnolo molto allegro e Gilbert, un tedesco che aveva portato con sé il fratellino:” dovete conoscerlo! È un po’ serio e non è figo quanto me, ma è un bravo ragazzo!” esclamò annuendo convinto.
"Cherì, se non mi sbaglio abbiamo tentato di far venire con noi anche Lud chissà quante volte! Ma non ha mai voluto venire!”
“lo so, lo so, è che quel ragazzo deve divertirsi un po’ di più!”
 
 
Fecero il giro intero, incontrando parecchi ragazzi che Francis conosceva già e finalmente arrivò il tempo della cena.
“allora come Atena vi ha già spiegato, la donna che ci faceva da guida, questo è il refettorio, dove potrete trovare ogni i cibo di ogni nazionalità!” esclamò allargando le braccia.
“e ora credo che possiate arrangiarvi da soli no? Io vado a mangiare con Antonio e Gilbert, au revoir!” disse allontanandosi.
 Matthew lo guardò andarsene e si votlò verso il fratello per chiedergli dove si volesse mettere, ma a quanto pare Aòfred aveva già preso di mira i banconi delle pietanze.
Sospirò e si affrettò a seguire il fratello, avrebbe mangiato bene e poi subito a letto, perché il girono dopo sarebbero iniziate le lezioni e quindi, grande impegno richiesto.
 
 
 
Ed ecco qua il secondo capitolo!
Spero che a parte le due che già mi recensiscono si aggiunga qualcun’altro!
Ok, ora però vorrete sapere qualcosa in più sui fratelli di Arthur, allors:
Peter, penso che non ci sia bisogno di spiegazioni, tutti lo conosciamo.
Ian rappresenta la scozia è un OOC perché Hiramuya non ha ancora disegnato niente, il nome l’ho trovato scritto nelle fic e mi è piaciuto, quindi me lo sono tenuto.
È un ragazzo-orso, sempre scocciato e burbero, spesso è anche violento e perde facilmente le staffe, ciò nonostante è molto gentile con i bambini e i fratelli (a parte Arthur, poi scoprirete perché)
È molto alto, 1.90, con i capelli rossi e gli occhi verdi, ha le tipiche sopracciglia inglesi.
Ha 27 anni
E ama fumare.
Eileen, rappresenta l'Irlanda, neanche su di lei Hiramuya ha disegnato o accennato a niente, è una ragazza sui 24 anni è più bassa di Ian, suo fratello maggiore (1.80), sempre con i capelli rossi e gli occhi verdi, ma le sopracciglia sono normali, in compenso ha le lentiggini.
Solitamente è molto gentile e simpatica, ma mai farla arrabbiare, perché se comincia a dar di mani diventa molto pericolosa.
Eric rappresenta il Galles, come i fratelli ha i capelli rossi anche se più chiari e gli occhi verde-acqua, ha qualche lentiggine ed è alto 1.85.
Ha 22 anni
È piuttosto distratto ma di cuore buono, è anche intelligente, se non fosse che è molto smemorato.
È un OOC
Aidan rappresenta l’Australia, bruno con due ciuffi come quello di Austria (è perché sembra che in giapponese Austria e Australia si somiglino come pronuncia)
Questa volta esiste davvero, solo che non ha ne ancora un nome, perciò gliel’ho appioppato uno io.
È sempre allegro e pronto all’avventura, è spesso ricoperto da cerotti per via dei molteplici graffi che si causa.
Le sopracciglia sono meno evidenziate, sono come quelle di Peter
Adora gli animali esotici e il più pericolosi possibile.
Ha 23 anni
Chloe rappresenta la repubblica di Wy, che purtroppo non ho molte informazioni, so solo che è la sorellina di Australia e porta i capelli riccioli raccolti in una coda alta a destra della testa.
Ha le sopracciglia di Peter e la stessa età.
Ecco fatto, per adesso visto che questi sono i nuovi personaggi ho messo una descrizione veloce, spero di non essermi dimenticata nulla.
Ciaossu!
 
E come al solito: commentate! Perché i commenti sono il cibo per noi scrittori, non costiamo tanto e regaliamo sorrisi e risa, e anche qualche lacrima! Quindi orsù! Sfamate le bocche insaziabili degli artisti! *fa un inchino teatrale*
Ciaossu!
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Mayo Samurai