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Autore: IreChan    29/03/2011    5 recensioni
Gli ultimi istanti della vita di Madame Red.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelina Durless, Grell Sutcliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sono molto seccato,Madame Red. Non sono interessato a donne banali come te!”
Questa frase rivolta a me è seguita da un dolore atroce che mi attraversa il corpo. Sto morendo?
Per un attimo vedo tutto di quel tanto odiato colore rosso.
Rosso,rosso,rosso.
Odio quel colore.
L’ho odiato fin da quando ero piccola.  Detestavo il colore vermiglio dei miei capelli. Non ero bella come mia sorella,con quegli stupendi capelli colore dell’ambra come quelli di nostra madre.
Mi sentivo goffa,impacciata,diversa.
Ma poi era arrivato lui,lui che mi aveva fatto amare quel colore,che mi faceva sentire amata.
Il conte Phantomhive.
E così mi ero innamorata di lui,mi ero illusa che potesse provare la stessa cosa per me.
Stupidissima illusione.
Qualche giorno dopo mia sorella mi aveva annunciato il loro fidanzamento. Successivamente ci fu il matrimonio.
Quando si sposarono,mi vestii di quel colore: colore che per me ormai equivaleva ad un lutto. Quel colore che quell’uomo mi aveva fatto amare e che adesso detestavo con tutta me stessa.
Ma non avrei potuto odiarli,no.
Nè la mia amata sorella,che ammiravo così tanto,nè colui che amavo.
Dovevo essere felice per  loro.
O almeno avrei dovuto esserlo.
La gelosia e la tristezza presero il sopravvento quando nacque il loro bambino. Lo chiamarono Ciel.  Fingevo allegria quando dentro mi sentivo morire,capivo che quel sentimento di bruciante passione verso lui non sarebbe mai scomparso.
Sposai un uomo che avevo conosciuto ad una festa. Sapeva che il mio cuore era occupato da una persona che non avrei mai dimenticato ma “non importa” fu la sua risposta.
Era un uomo buono.
Rimasi incinta di lui,ma la mia felicità fu turbata da un tragico evento inaspettato.
In un incidente,mio marito perse la vita e con lui anche il bambino che si trovava nella mia pancia.
Per farmi sopravvivere mi rimossero l’utero.
Ma ormai,cosa mi importava di sopravvivere? Non avrei mai più potuto avere altri figli,mio marito era morto.
Io non avevo chiesto tanto.
Mi sarebbe bastato avere una famiglia accogliente,un bambino o una bambina. Ma tutto cominciava ad allontanarsi sempre di più da me. Ogni cosa,ogni attimo felice che vivevo, erano fugaci,effimeri.
Mi appigliai con tutte le mie forze alle uniche cose che mi rimanevano: Mia sorella,suo marito e il mio nipotino. 
Ma neanche loro durarono a lungo.
Sfumarono in quell’odiato colore rosso che continuava a tormentarmi.
Loro due morirono nell’incendio che era scoppiato nella residenza, invece del loro bambino si persero le tracce.
Scomparvero,come se non fossero mai esistiti.
Ma perchè tutto mi si ritorceva contro?
Stavo impazzendo. O forse ero già pazza.
Sigillai i miei sentimenti,chiusi il mio cuore alla gente.
E quel giorno,quel maledetto giorno,persi veramente la ragione.
Quel giorno in cui quella prostituta venne a farsi rimuovere l’utero nella mia clinica.
Feci quell’operazione,ma ero pazza di rabbia.
Quella puttana veniva a farsi togliere di sua spontanea volontà la possibilità di avere un figlio.
Quella prostituta che aveva gettato via tutto ciò che avevo sempre desiderato ma non avevo mai potuto avere.
“La odio,la odio!” Era il grido che risuonava continuamente nella mia testa. E così,spinta dalla rabbia e dall’odio,lo feci.
La uccisi quella sera stessa.
Ero impazzita.
Le mie mani e lo stiletto che tenevo in esse grondavano di sangue.
Pazza,totalmente pazza.
E credevo che anche lo shinigami di un rosso brillante in piedi su un tetto che mi elogiava per l’azione compiuta fosse frutto della mia pazzia.
Quello shinigami sadico, perverso e amante del sangue era la personificazione del peccato. Del peccato che ogni volta mi apprestavo a compiere.
Promise che mi avrebbe aiutato lui stesso con i miei omicidi.
Mi fidai di lui. Continuammo ad uccidere quelle prostitute che anche lui detestava.
E poi...il mio nipotino tornò. Accompagnato da un maggiordomo vestito di nero.
Almeno qualcosa del mio passato era  tornato.
Ma non volevo perdere altro. Non avrei perso altro. No,non voglio,NON VOGLIO!
E adesso lo shinigami vestito di rosso,l’uomo che pensavo di amare fino a poco fa mi sta uccidendo. Ogni cosa relativa al mio passato se ne va,avvolta da un manto rosso scarlatto.
“Addio,Madame Red. Questo squallido spettacolo si conclude qua!”
Me ne vado con una lacrima solitaria che mi scivola sulla guancia.
Cado sul selciato.
“Perdonami  se ti ho deluso”  è il mio ultimo pensiero.
 
   
 
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