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Autore: past_zonk    29/03/2011    2 recensioni
Tratto da un celebre film horror, il mio preferito, che non vi cito, però.
Voglio solo una gran bella tragedia.
-Non vi spaventa andare nel bosco?- chiese Chris, dalla poltrona rossa.
-Absolutely not.- rispose Matt, spavaldo e vanesio.
-Un po’.- fu sincero Dom.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo capitolo.
 
 
16 Agosto 1995.
 
 Ore 09:13.
 
La camera da letto era illuminata quasi come una fotografia da polaroid; sapete, tipo quelle con i bordi bianchi e la figura giallognola di qualche hippie coperto di fiori.
Una tazza colma di caffè annacquato giaceva sul comodino di legno scuro, mentre le tapparelle facevano il loro modesto lavoro.
Dominic Howard dormiva, arrotolato nel piumino, come se ci avesse litigato per tutta la notte; un piede scoperto, il viso schiacciato sguaiatamente sul cuscino, la bocca aperta e il naso (quel nasone dritto dritto) che vibrava leggermente.
-C’mon, Dom.-
Nulla.
-Dominic.- pronunciò una voce scazzata così velocemente da non poter riconoscere chi stesse chiamando.
Nulla, anyway.
-Pffff, Mr. Dominic Howaaaard!.- urlò, dando sfoggio della sua pesante r moscia e del suo peggior tono acuto, quello imbestialito.
Il biondo, che fino a poco fa sembrava esser caduto in catalessi, si svegliò di soprassalto, urlando un “What the fuck?” e strizzando parecchie volte gli occhi dal colore indefinito.
-Matt…ma che cazzo vuoi?- Sbadiglio. -A quest’ora,  poi.- Sbadiglio. -Rompipalle.- Sbadiglio.
-Mio dio.-  Matt mostrò una faccia sconvolta.
-Dom!!! Te ne sei dimenticato, cazzo. Cos’hai in quella testa, eh? Merda?-
-Io…AH!.- Dom accennò un mezzo sorrisetto. -Capito, scusa, è che mi sono appena svegliato. È ora?.-
-È ora, sì. Potresti far presto, salutare i tuoi e saltare in macchina? C’mon, Chwis is waiting.-
Matt aggrovigliava le parole come un batuffolo di lana.
-Sure, Matthew.-
                                                                                               *
Ore 09:45
 
L’auto di Chris, un ammucchio rosso di ferraglia, non era molto promettente.
Matt sbuffò, prima d’accendersi una sigaretta.
-Matt, coglione, ti fa male. Spegni quella cosa.-
-Chris, chiudi quel cesso. Saranno pure cazzi miei, no?.-
-Oh, beh, e chi canta? Jamie Anderson, quella di quinta? Può essere anche bona, ma tu. Tu  hai certi acuti che chiunque se li sogna, Bells.- Disse Dom, capelli al vento e camicia leggera, giallo canarino.
-Hmpf, parliamo di lavoro, ok?- Matt virò dal tasto dolente.
- Matt, è un idea folle. Quella non voleva tutto ‘sto casino.- sussurrò Chris, guidando.
-La prof non l’ha richiesto, è vero, ma se la cosa riesce avremo così tanti crediti da non dover studiare per tutto l’anno!*- urlò Dom eccitato.
- Già. – Matt sorrise, mostrando il dente storto che, no, non avrebbe raddrizzato.
- Secondo me siamo dei coglioni.-
L’idea era semplice  ma efficace: realizzare un documentario amatoriale su un’antica legenda.
- La Clerk ha detto di indagare sulle tradizioni e leggende metropolitane del paese con un tema. Cosa c’è di meglio di un documentario studentesco?- controbatté Matt.
-Già! Ancora meglio se parla di streghe, mostri e leggende paurose! A Blair avremmo pane per i nostri denti, ragazzi!- aggiunse Dom.
Che combriccola!
Matthew James  Bellamy, 17 anni. Capelli lunghetti (marrone scuro, arrivavano circa all’orecchio)  occhi azzurro chiaro in continuo movimento (i prof dicevano che era insopportabilmente iperattivo), labbra sottili e mento arrotondato. Leggeva libri in quantità industriali e scriveva musica. Cantante, chitarrista nonché pianista dei Rocket Baby Dolls, da poco ribattezzati Muse.
Dominic James Howard, 18 anni. L’unico maggiorenne fra i tre e l’ultimo che definiresti tale; un bambinone. Capelli biondo spiga, abbastanza lunghi, maglioni larghissimi e sorriso smagliante. Batterista e ancor prima chitarrista. Amato dalle donne. A scuola dicevano che poteva dare di più. Incolpavano Matt della sua condotta (‘Signora, è il suo compagno di banco, quel Bellamy, a distrarlo.” Ma la mamma di Dom era troppo benpensante per incolpare il migliore amico di suo figlio, per fortuna).
Christopher Wolstenholme, 17 anni. Capelli scuri, ricci e arruffati. Tratti burrosi e sorriso timido. Ecco chi definiresti un maggiorenne! Chris responsabile, saggio e … alcolizzato. Reggeva la birra come nessun’altro; dopo tipo 5 bottiglie era lucido come non mai. A scuola ci andava con noia; aveva una media normale. Non era per le scappatelle, aveva una ragazza fissa già da un’annetto. Quando ci si poteva divertire Chris era sempre pronto. Poi, guidando, riportava i suoi migliori amici sbronzi a casa in salvo.
Che trio.
                                                                                               *
Ore 14:26
 
Il paesino di nome Blair era piccolo e piuttosto uggioso. I tre guardarono le gocce di pioggia schiantarsi sul parabrezza per un bel quarto d’ora, prima di arrivare a destinazione.
-Che noia…siamo arrivati?- mugugnò Dom, con la testa poggiata sul sediolino di Matt.
-Sì.- disse Chris poco entusiasta.
-Really?- Matt sembrò riscuotersi dallo strano stato di semisonno in cui era caduto.
-Yes, this is Blair. Booooh!- Chris improvvisò una sorta di ululato spaventoso, che fece solo ridere gli altri due.
-Ok, sai dov’è l’ostello, Chris?- chiese il  biondo.
-Assolutamente no. – fu la secca risposta.
I tre accostarono di fronte ad un negozio che sembrava esser caduto in rovina e chiesero ad un vecchio signore rugoso le indicazioni per l’unico ostello di Blair.
                                                                                          
                                                                                             *
 
Ore 21:45
 
La stanza era minuscola. Quasi non si respirava, lì dentro. La luce andava e veniva, rendendo l’aria tetra.
Dom era seduto a gambe incrociate sul letto matrimoniale (Chris avrebbe dormito nel singolo; Matt e Dom, decisamente più minuti, avrebbero dormito insieme in quello a due piazze).
-Non vi spaventa andare nel bosco?- chiese Chris, dalla poltrona rossa.
-Absolutely not.-  rispose Matt, spavaldo e vanesio.
-Un po’.- fu sincero Dom.
-Che poi è proprio necessario? Non ci basta raccogliere le testimonianze sulla legenda?-
-No, non ci basta. Io voglio chiudere in botto l’anno e rinfacciare tutto a quei dannati porci della scuola. – disse Matt con sicurezza.
-E se ci succede qualcosa, cioè…voglio dire, non so…- Chris era solo prudente.
-Wolsten…ti prego. Dormi.-
 
 
 
Nota d’autrice.
 
Sì, lo so che è una minchiata. Sì, lo so che ho altro da fare, LOL.
*No, lo so che è impossibile avere così tanti crediti da non studiare tutto l’anno.
 
Ciao, questo è dedicato alle persone che amo. Voi vi conoscete.
   
 
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