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Autore: Yuki_777    29/03/2011    0 recensioni
Mi trasferii in una grande città proprio di quelle che odiavo.
Urbanizzate, senza un centimetro di terra libera dall’ asfalto.
Una città senza fascino e senza cuore, uno di quei posti dove non rivedi mai un volto visto per strada due volte, dove la gente va sempre di fretta...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faranno ancora troppo male quei posti...
E anche dopo la pioggia e la neve... Il cuore non vorrà dimenticare.
 
Queste starade sn ancora così fredde.
E come allora questa luce soffice, quasi di panna, accarezza la mia immagine, e tt i suoi rumori si limitano al ticchettio dei miei passi sul freddo asfalto di una città ormai dimenticata,
Di una via che risiede solo nei vecchi ricordi di un vita passta.
Dietro di me tutta la mia esistenza, davanti a me l'imponente nebbia.

Cosi' tante cose avevo visto in quella città un tempo.. Tutto cosi' nuovo, cosi unico da darmi alla testa.
Era una città che mi sapeva asoltare, che in qualche modo mi capiva..
 
Come accade in amore..
Quando ti innamori..
all' inizio una strana  sensazione che non sai decifrare si impadronisce di te,
Poi capisci che si tratta di fascino,
Ti intriga a tal punto da voler scoprirei tutto su di lui.
Poi impari a conoscerlo e sai già prevederlo ma non del tutto perche` sa sempre affascinarti.
Ma, come in un amore che non può essere concepito, sa sempre farti soffrire e riempirti di melanconia.
Ogni suo gesto ti riempie di speranze e ogni sua parola di promesse,promesse che non sa mantenere, ma che sa sempre farsi perdonare.
Ma poi arriva un momento in cui le scuse non reggono più e tu vuoi solo scordare tutto l'accaduto e liberarti di quell` amore,
Senza riuscirci
 
Così io , anni prima, avevo deciso di andarmene da quella città che tanto mi aveva riempito di speranze e promesse infrangendo i miei sogni.
Anche se ancora innamorata dei quei luoghi e di quei paesaggi, presi il primo treno per andarmene lontano con l'intenzione di non tornare mai più.
E fece male vedere, non ostante tutto, quella mia vecchia esistenza ogni volta più lontana.
Con un peso nel cuore, con ferite ancora aperte dentro me, cominciai una nuova vita dimenticando tutto il resto.
 
Mi trasferii in una grande città proprio di quelle che odiavo.
Urbanizzate, senza un centimetro di terra libera dall’ asfalto.
Una città senza fascino e senza cuore, uno di quei posti dove non rivedi mai un volto visto per strada due volte, dove la gente va sempre di fretta.
Trovai subito un lavoro e dopo essere stata ospitata da una mia amica per qualche settimana trovai un appartamentino vicino al posto di lavoro.
Le mie giornate erano monotone.
Lavoravo dalla mattina alla sera e nel poco tempo libero che avevo me ne stavo chiusa in casa a leggere o ad ascoltare musica.
C`era un minuscolo parco con solo 4 o 5 alberi vicino a casa mia, in cui mi rifiutavo categoricamente di mettere piede e che cercavo in tutti i modi di evitare.
Quel posto dove le mamme portavano i bambini e gli anziani facevano lunghe passeggiate mi deprimeva in una maniera incredibile. Non per nostalgia della mai vecchia città, ma perchè le piante e gli alberi soffrivano e ciò si sentiva chiaramente.
Ogni sera guardavo dalla mia finestra quel raccapricciante quadro e ripensavo alla mia vecchia città, al mio amore perso. Ripensavo all' aria fresca a tutti ciò che era bello, come avevo potuto lasciarmi tutto indietro? Ero stata spinta ad andare via e volevo cambiare le cose anche se non sapevo cosa. E così passavano i giorni
 
 
 
In una limpida ,silenziosa e rara serata in cui la città era calma, tornavo dal lavoro stanca, come sempre, ma non fisicamente, ma di quel posto e di quella vita.
Faceva freddo ma non avevo voglia di coprirmi, lasciai che l'aria pungente entrasse dentro il mio cappotto aperto e alzai lo sguardo al cielo.
Un cielo grigio e senza stelle. Ricordai il cielo della mia vecchia città visto dal bosco,
Il più bel cielo mai visto, blu , di un blu scurissimo,decorato con tante piccole perline brillanti.
Il mio cuore sembro svuotarsi, ma continuai a camminare a testa alta per quella strada buia.
Sospettavo di aver passato la porta del mio appartamento, ma non me ne importò, e continuai a camminare senza guardare la strada, solo quel grigio, triste e stanco cielo k sembrava rappresentarmi.il freddo sembrava essere diventato ancora più pungente, tanto da far male, ma continuai a camminare.
All’ improvviso mi bloccai o meglio mi blocco, come tante fine spine disseminate in tutto il corpo, il freddo mi blocco, e come guidata da una forza che non proveniva da me quando ripresi a camminare varcai la soglia che mi ero imposta di non oltrepassare, e per la prima volta dopo mesi mi trovai di fonte quella piccola scheggia di natura rimasta in quella prigione di cemento, il parco.
 
  
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