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Autore: elby85    30/03/2011    2 recensioni
Venezia, Carlisle incontra una giovane donna. E' Carnevale e tutto può succedere. I due intrecciano le loro mani cominciando a danzare...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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“Quant'è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia!

Venezia era magnifica in quel periodo.
Si fermò ad ammirare la città, che risplendeva placida sotto la luce della luna.
I canali erano illuminati dalle luci provenienti dai palazzi e risplendevano come nastri dorati, le strade erano intervallate da fiaccole accese, le porte delle case erano decorate da nastri e fiori.
Da ogni palazzo venivano risa ed applausi mente si dirigeva verso la piazza grande, con la folla; il cielo era illuminato a giorno dai fuochi di artificio, meraviglie importate dalla Cina.
Quella sera aveva scelto di abbandonare la soffitta in cui studiava per mescolarsi alla folla colorata e rumorosa; il Carnevale era l’occasione migliore per un’incursione a Venezia.
Era in città da quasi un anno eppure gli sembrava di essere appena arrivato, da troppo tempo viveva in solitudine, nutrendosi solo del suo lavoro e dei suoi studi. E di sangue animale, ovviamente.
In quella folla nessuno sembrava notarlo, come succedeva solitamente. Nessuno sembrava impaurito dalla sua pelle le chiara, o i suoi occhi insolitamente dorati si muoveva libero, come un fantasma biondo e glorioso fuggito da un poema antico.
Aveva scelto un costume semplice, un mantello nero come la notte ed una maschera scura a coprire gli occhi. Un domino nero.
Si fece guidare dalla folla vociante sino in piazza San Marco, poi proseguì per le calli illuminate, ammirando i riflessi che la città proiettava sull’acqua scura.
Si fermò su un ponte a contemplare il cielo stellato, in silenzio.
Intorno a lui il popolo festeggiava, i suoi occhi cercavano un punto fisso nelle stelle.
“Bianca luna, parlami” sussurrò al cielo.

“Se vi dice qualcosa, me lo racconterete?”

I suoi pensieri furono scossi da una voce giovane, quasi infantile.
Una ragazza di poco più di vent’anni gli stava accanto e gli sorrideva impertinente.
“Quella tra me e la luna voleva essere una conversazione privata, signorina”.
Rispose lui sorridendo gentile.
Lei lo scrutò.
Era molto carina, con lunghi capelli biondi acconciati con fiori e bacche, ed un costume semplice color panna. Il viso era nascosto da una maschera dorata.
“Perdonate allora se vi ho interrotti, signora luna”.
Disse lei facendo un inchino verso il cielo, poi si rivolse a lui.
“Volete danzare?”.
Lui le sorrise gentilmente e scosse il capo.
Lei gli tese la mano.
“Suvvia signore, è carnevale..unitevi a noi. Lasciate da parte i vostri pensieri. Questa sera non esiste tristezza”disse lei. “E la luna non si offenderà di certo”.
“Va bene” rispose lui chinando il capo e sorridendo. “Per questa sera sarò vostro servo. Ma solo per una danza.”
“Come volete” rispose lei.
Un'orchestra suonava un motivo allegro, lui la accompagnò al centro della piazza ed i due intrecciarono le loro mani cominciando a danzare.
Presto altre coppie si unirono a loro.
“Come vi chiamate?”Chiese lei durante la danza.
“Mi chiamo Carlisle.” Le sorrise. Batterono le mani tra loro.
“Non vi ho mai visto, siete di Venezia?”.
“Sono inglese, ma ho studiato medicina in Francia”.
“Allora dovete essere nobile di nascita”.
“Sono un medico”. Girarono su sè stessi.
“Un nobile impiego, non c'è che dire”.
Lui sorrise. “Mi fa sentire utile, e questo mi basta”.
“E voi chi siete?”. Chiese lui.
La ragazza sorrise. “E’ un segreto” rispose.
“Forse sono una fata dei boschi fuggita da palazzo per un notte..chi lo sa?”.
“Io vi invidio”, disse lui sorridendo. Batterono ancora le mani tra loro.
“Perchè, se posso chiedervelo?”.
“Siete felice, siete bella e spensierata”.
“Voi non lo siete?”. Chiese lei.
Lui scosse il capo.
“Ecco perché parlavate con la luna, la confidente degli animi tristi”.
Lui annuì.
“Avete detto di essere un medico, aiutate le persone, questo non vi soddisfa?”.
“Mi sembra di non fare mai abbastanza.” Abbassò gli occhi.
Lei lo scrutò per qualche istante. Rimasero fermi in mezzo alla folla danzante.
Non sembrava stupita dei suoi occhi dorati, nè della sua pelle chiarissima e gelida, come succedeva quasi sempre a chi lo incontrava.
“Certamente abbastanza è meglio di nulla”.
“Vorrei fare di più”.

“Vi prego, datemi le vostre mani”. Chiese lei prendendo una delle pallide mani del suo cavaliere.
“Perché?”. Chiese lui ritraendosi.
“Lasciate che io dia uno sguardo al vostro futuro, magari scopriremo cosa accadrà”.
“Riesco appena a intravedere il presente, e non voglio ricordare il mio passato. Preferisco non sapere nulla del futuro” fu la sua risposta.
“Per favore..è Carnevale, ricordate?Tutto può accadere questa notte. Non vi farò del male, lo prometto”: Ripose lei sorridendo.
Lui sorrise a sua volta e le pose la mano sinistra.
La donna la fissò per qualche istante, assorta.
“Vedo che siete differente da tutti gli altri”:
“Vedo che avete sofferto. Siete passato attraverso il fuoco ed il ghiaccio”.
Gli occhi di Carlisle si riempirono di stupore.
“Ma vedo anche che avrete una vita molto lunga, vedrete molte cose e salverete molte vite”.
Fece una pausa “Incontrerete l’amore della vostra vita ed avrete molti figli stupendi”.
Carlisle scoppiò a ridere.
“E’ impossibile!” disse “E’ davvero improssibile!”.
“Non mi credete?”. Disse lei divertita.
“Non volevo offendervi, vi chiedo scusa”. Rispose lui.
“Non mi avete offesa”. Disse carezzandogli il viso mentre cercava i suoi occhi color del miele nascosti dalla maschera.
“Non posso avere figli. Quanto all’amore..non lo cerco”. Continuò lui.
“Non è un problema. Sarà l’amore a trovarvi,ne sono sicura. Non ho mai sbagliato una predizione in vita mia”.
“Avrà paura di me..”. Mormorò lui.
“I vostri occhi sono puri e sinceri. Sono sicura che vi amerà”.

Prese la mano di Carlisle e lo condusse nuovamente al centro della folla danzante.
“Danziamo per questa notte, senza paura, perché oggi io non sono io e voi non siete voi. Voi siete il mio cavaliere ed io la vostra dama”.
Batterono le mani tra loro ed altri ballerina si unirono a loro, creando un girotondo colorato.
Quando la musica finì si inchinarono l’uno all’altra.
“Devo andare”. Disse lui con voce triste
“Lo so”. Rispose lei.

“Non dimenticate mai chi siete, Carlisle” gli sussurrò.

“Sono sicura che troverete il vostro posto nel mondo. La luna un giorno risponderà alle vostre preghiere”.
Una pioggia di coriandoli scese dal cielo. Quando toccarono terra, era scomparso.
Si sedette su un gradino di pietra, guardando le stelle.
La musica riprese a suonare.

“Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non v’è certezza.”


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Note dell’autore
*Il testo è estrapolato da “Quant’è bella giovinezza” di Lorenzo De’ Medici*
Il Domino è una maschera tipica Veneziana :)

Che ve ne pare? Sono curiosa dii conoscere le vostre opinioni!
  
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